Pizza Rossini

Nelle Marche, come nelle grandi capitali della pizza, c’è una città che vanta una propria originale versione. La città è Pesaro e la pizza è la Rossini. La base della Rossini è la stessa di una pizza margherita, con la diversità che sopra vengono adagiate delle fette di uovo sodo e, udite udite, una generosa dose di maionese. Si, maionese. E non fa niente se vi sembrerà una cosa da stranieri in visita turistica nel Bel Paese. Per i pesaresi è la pizza più gustosa, tanto che nelle statistiche delle vendite dei supermercati, si attesta tra le prime città in Italia per consumo di maionese. Sarà colpa proprio della Rossini?Di certo, c’è che questa tipica pizza deve il suo nome al celebre compositore marchigiano Gioacchino Rossini  la si può mangiare soltanto a Pesaro. Basta infatti uscire fuori dalle mura cittadine e vedrete che non esiste in altro luogo. I giovani studenti fuori sede creano video per la guarnizione, e ci sono pagine facebook dedicate agli eventi cittadini che riportano grafiche con lo sfondo della gloriosa pizza locale. Perfino il sindaco, in diverse occasioni pubbliche, ha lanciato l’idea di farne l’attrazione gastronomica della città.Negli anni sessanta una pasticceria del corso iniziò a proporre delle pizzette guarnite con uovo sodo e maionese. Un abbinamento “da tramezzino” o “da tartina” per l’aperitivo, che in città funzionava alla grande, tanto che le pizzerie al taglio iniziarono a proporla dandole il nome di Rossini Fu solo in seguito, con l’avvento delle pizzerie “al piatto” che la Rossini assunse l’attuale sembianza che oggi a Pesaro non manca in nessun menù delle pizzerie della riviera. Dalla pizza Rossini, sono nate poi le versioni ancora più ricche, come la “Rossiccia”, che con un ridondante gioco di parole, carica la pizza oltre che dell’uovo e della maionese, anche della salsiccia. L’abbinamento perfetto per la Rossini richiede una birra artigianale oppure un buon vino rosato o un bianco molto fresco.

Eccellenze Italiane e contraffazione

La cucina italiana: una combinazione perfetta di ottima qualità, tradizioni centenarie, cura precisa del dettaglio e passione rafforzata per il “bello e fatto bene”. Nel campo agroalimentare l’eccellenza Made in Italy non ha rivali: una volta lasciati o accettati gli stereotipi legati ai cibi che più ci rappresentano all’estero il classico pasta e pizza, il vasto pubblico internazionale può concentrarsi su quelli che sono i prodotti nostrani più esclusivi e ricercati al mondo. L’Italia è il primo Paese europeo per quanto riguarda il numero di prodotti formalmente riconosciuti con le importanti sigle DOP, IGP e STG. tutelare le eccellenze gastronomiche, che spesso diventano interpreti di spicco di ridicole contraffazioni. L’universo agroalimentare italiano in particolare è sempre più frequentemente vittima di imitazioni: il Parmigiano Reggiano il Prosciutto di Parma Nonostante i tentativi continui di imitare a tavola l’Italia una ricca fetta di consumatori riconosce, apprezza e valorizza la nostra produzione enogastronomica, che è in grado di soddisfare anche i commensali più esigenti, dall’antipasto al dessert.

Pane e olio accoppiata vincente

Dal punto di vista nutrizionale e salutistico, l’abbinamento di pane e olio rappresenta la merenda completa per bambini e non solo. La combinazione di questi due alimenti è ottima anche come base di un piatto unico, con l’aggiunta, ad esempio, degli omega 3 del pesce e dei micro-nutrienti del pomodoro. Durante un incontro, l’ Associazione italiana dell’industria olearia, si è parlato proprio delle proprietà nutritive di questi alimenti. Questi due capisaldi della dieta mediterranea, coniugati in una merenda, rappresentano un abbinamento gastronomico straordinario, semplice e gustoso, grazie anche alla possibilità di spaziare tra gusti diversi, per il pane e per l’olio,i due alimenti si migliorano a vicenda dal punto di vista nutrizionale e salutare. L’olio si accompagna benissimo al pane, riducendone l’indice glicemico, garantendo un assimilazione di nutrienti fondamentali per la nostra salute. Inoltre  l’olio extravergine di oliva garantisce risultati sorprendenti per quanto riguarda la prevenzione del diabete e la difesa del fegato riduce il rischio di cancro al seno, previene l’Alzheimer, è benefico tanto quanto il latte materno, protegge cuore e arterie, aumenta il senso di sazietà.

 

L’ube

Si possono preparare cucinandole come le patate normali, fritte, lessate o in purea. La pianta di questa patata richiede un terreno leggero e profondo, senza umidità in eccesso. Ogni anno occorre modificare lo spazio rigenerando il terreno, è una varietà primordiale, semi selvatica, le sue qualità sono nella resistenza alle malattie e alla siccità. Si raccolgono a fine estate e sono difficili da trovare: non vengono coltivate in larga misura e sono ancora vive grazie alla produzione in orti familiari o di piccoli produttori. La buccia è piuttosto spessa, mentre la particolarità è data dal colore della polpa interna, di colore viola, profumata quasi di nocciola, molto appiccicosa e dal sapore vicino a quello della castagna. L’ube è utilizzato tradizionalmente per la preparazione di pietanze dolci a cui conferisce il caratteristico e sorprendente colore viola.Le preparazioni comuni sono  la marmellata, chiamata halaya ube oppure il dessert conosciuto come halo halo e che è il più diffuso in assoluto nella gastronomia filippina. La marmellata di ube dal tipico colore viola che da qualche anno sta impazzando nella cucina occidentale e in maniera particolare negli Stati Uniti, è abbastanza difficile da reperire in Italia. Queste patate sono ricche di antiossidanti, sostanze nutritive che proteggono l’organismo e aiutano a ridurre l’invecchiamento. I mirtilli sono da tempo riconosciuti come una grande fonte di antiossidanti, ma la polpa delle patate vitelotte ne è una fonte ancora più rilevante grazie alle antocianine, pigmenti che si trovano nei vegetali e agiscono come difensori nella prevenzione del cancro e dell’invecchiamento.

Il bon ton al supermercato

Con l’affollamento e le code sempre presenti al supermercato usiamo il galateo giusto. Quante volte ci siamo trovati intrappolati al supermercato tra decine di carrelli col tizio davanti a noi che ci mette un’eternità per scegliere un prodotto ed il tempo che scorre spietato? La voglia è quella di investire tutto e tutti senza preoccuparsi delle conseguenze, ma è possibile, con un poco di bon ton, applicare le regole del galateo anche al supermercato per tentare di vivere in armonia e soprattutto evitare di rovinarsi una giornata per motivi alquanto futili Sono poche e semplici regole, proviamo a ripassarle insieme: Il ticket: se al banco gastronomia o a quello del pesce qualcuno che è prima di noi ha dimenticato il ticket, facciamoglielo presente senza però obbligarlo a rifare la coda Le  cattive abitudini: se avete fretta evitate di fare lo slalom tra i carrelli mentre se vi piace fermarvi a chiacchierare non fatelo in mezzo alle corsie intralciando il passaggio; Guanti di plastica: non dimenticate mai di usarli al banco frutta e verdure e pesate la merce già imbustata per liberare prima la bilancia; Prezzi, pulizia e sprechi: se trovate che il prezzo di un prodotto sia troppo alto non prendetevela con i commessi, loro non ne hanno colpa! Limitatevi a riporre il prodotto nel banco senza acquistarlo, nello specifico se è un prodotto deperibile o lo avete preso dal surgelatore. E non aprite le confezioni sigillate per verificare la merce! Alla cassa: giunti finalmente alla cassa, se il vostro carrello è stracolmo e vi si accoda una persona che ha fatto solo uno o due acquisti da pagare, cedere il passo è un bel gesto che vi farà guadagnare un ringraziamento ed un sorriso, e quest’ultimo non guasta mai!

La Nouvelle Cuisine

Oggi più che mai il lavoro fisico è sempre meno presente nello stile di vita quotidiano.  Un gran merito della Nouvelle Cuisine sta nell’atmosfera di collaborazione e di scambio di idee che ha permesso di creare tra i cuochi francesi più giovani, togliendo gelosia e rivalità professionale. In Italia è Gualtiero Marchesi che lancia questa nuova cucina durante gli anni Ottanta, dopo aver fatto molta esperienza in terra francese. Oggi la Nouvelle Cuisine è in crisi, soprattutto in Francia. È lo stesso Bocuse che ne prende le distanze favorendo ora una cucina semplice, dai buoni odori, “che riscalda il cuore”. In ogni caso ciò che conta è che questa “moda” culinaria ha lasciato dei segni anche sulla nostra gastronomia, ora più salutare, leggera e decisamente più libera rispetto alle tradizioni del passato. Secondo molti questa nuova cucina nasce più di cinquant’anni fa, quando Fernand Point per primo tentò di semplificare e alleggerire gli schemi classici della cucina francese, ordinati dal grande Escoffier. Fu una specie di “rivolta” contro la cucina degli alberghi internazionali, considerata inviolabile e quindi priva di quello spazio necessario per sviluppare fantasia e creatività. Il celebre motto di Point era: “Tutte le mattine si deve ricominciare da zero. Senza niente sul fornello. Questa è la cucina”. Le regole basilari sulle quali si fonda la Nouvelle Cuisine sono:  rifiuto delle complicazioni culinarie inutili e riscoperta della semplicità;  riduzione drastica dei tempi di cottura;  cucinare solo ciò che di meglio offre il mercato ogni giorno  riduzione del numero dei piatti inseriti nella lista dei ristoranti;  abbandono delle lunghe marinature e delle frollature; sostituzione delle salse troppo grasse e pesanti con salse più leggere e digeribili; valorizzazione della cucina regionale e riscoperta dei piatti contadini e borghesi; adozione di moderne tecniche culinarie che rispettino l’integrità dei cibi scoperta delle cucine straniere ed esotiche;  ricerca di una cucina dietetica e povera di grassi; inventare nuove ricette, con fantasia e creatività, introducendo nuovi ingredienti e sperimentando nuovi accostamenti. In pratica la Nouvelle Cuisine abbandona i fondi classici, la besciamella e la farina come legante; esige materie prime di ottima qualità e ottimizza appieno il gusto naturale di ogni ingrediente.

Griglia mare e monti

Che estate sarebbe senza una bella grigliata? Che sia al mare o in montagna, poco cambia. Purché l’occasione coniughi convivialità e gastronomia. A fare da padrona nella grigliata in montagna è senza dubbio l’esclusiva carne bovina o le classiche carni di maiale salsicce spiedini condite con una selezione di aromi per carni alla griglia, applicata durante la cottura, la renderà ancora più gustosa e saporita. Ad aprire le danze uno stuzzicante aperitivo formato dall’unione tra l’aceto balsamico e il Parmigiano Reggiano Per accompagnare e dare un tocco di freschezza, le mini-verdure. Ma anche i preziosi salumi. Al mare, invece, i preziosi tagli di tonno rosso filetto, ventresca , costata o ossobuco. Questi, scottati alla griglia, regalano un viaggio nei profumi delle più antiche tradizioni marinare. E accompagnati da cristalli di sale ne esaltano il sapore. Per iniziare il pranzo, un piccolo spuntino a base di pane e fettine di pregiato salmone dal sapore fresco e pulito, in ambedue i casi buon vino allegria e divertimento…buona estate!

Pizzo Calabro la città del gelato

Sono 55 i chilometri di litorale dalla forma particolarmente variegata che fanno della zona calabrese tra Tropea e Capo Vaticano una delle più attraenti della regione. Si distingue per il suo mare e le sue spiagge bianche a cui si alternano rocce irregolari che creano calette paradisiache raggiungibili solo a piedi o in macchina. Non è un caso, dunque, che venga definita la Costa degli Dei o Costa Bella: con il suo stupendo panorama che arriva anche ad circondare le Isole Eolie e i suggestivi paesaggi. Tra i quali spicca Pizzo, paese particolarmente noto perché arroccato su un  promontorio di tufo a picco sul mare, al centro del Golfo di Sant’Eufemia. Si tratta di un borgo pittoresco che vanta anche una storica tradizione gelatiera, tanto da essere conosciuto anche come la “città del gelato”. Con semplici ingredienti come latte, uovo, zucchero, nocciola, cacao, aromi naturali i Maestri Gelatai di Pizzo Calabro hanno creato uno dei dessert più famosi d’Italia, il Tartufo di Pizzo, la cui ricetta segreta permette di produrre questa squisitezza dalla tipica forma rotonda ed il colore scuro che, ormai da anni, ha varcato i confini regionali diventando uno dei prodotti più amati d’Italia. A renderlo cosi unico è, certamente, l’ottimo gelato artigianale con il quale viene preparato nella variante al cioccolato e alla nocciola, ricoperto di cacao in polvere. Il suo gusto tipico e l’elevata qualità delle materie prime con le quali viene prodotto gli sono valsi una grande quantità di estimatori. Ma, al di là dell’ottima gastronomia, è sicuramente un luogo da visitare, tutto il borgo è uno scrigno di luoghi affascinanti e ricchi di storia da scoprire.

La pasta del futuro….

Qual è il nostro tipo di pasta preferito? Presto potremmo non essere più chiamati a scegliere. Due ricercatori del MIT, hanno progettato una pasta che cambia forma una volta immersa nell’acqua. L’obiettivo è quello di risparmiare sugli imballaggi, dato che il formato piatto sarebbe più comodo ed economico da trasportare. Una domanda, però, è legittima: quando arriverà nel nostro piatto sarà buona e davvero commestibile? Combinando stampa 3D e gastronomia molecolare, i due studiosi sono riusciti ad ottenere un prodotto innovativo: il gusto, dunque, almeno al momento non sembra essere dei migliori. La pasta, però, si comporta come i ricercatori speravano: riesce a cambiare forma, una volta a contatto col liquido. Ciò dipende dalla capacità del cibo di assorbire acqua ed espandersi. Alla fine sono arrivati a progettare un tipo di pasta formato da due strati di gelatina, di diversa densità: la parte superiore è fatta apposta per assorbire più acqua. Ciò consente alla pasta di trasformarsi. Per controllare la quantità di acqua in entrata, i ricercatori sono ricorsi alla cellulosa, da inserire sulla gelatina. “Abbiamo fatto molteplici esperimenti e stilato un database, in cui appuntare le diverse forme, insieme alle istruzioni per ottenerle”Insieme allo chef Matthew Delisle del ristorante L’Espalier di Boston, i ricercatori hanno creato due piatti: dischi trasparenti di gelatina aromatizzati al plancton all’inchiostro di seppia e strisce di fettuccine realizzate con due strati di gelatina fusi insieme a temperature diverse. Dietro ad un progetto così stravagante, c’è anche l’intenzione di fare del bene all’ambiente, riducendo gli imballaggi. Abbiamo fatto dei semplici calcoli – ha spiegato Wang -. Se imballiamo perfettamente un tipo di pasta corta, avremo il 67% del volume costituito da aria. Crediamo che in futuro la nostra pasta possa essere imballata così com’è, ossia piatta, e quindi portare ad un risparmio di spazio”.

 

 

Formaggi che passione…..

Il formaggio è un alimento eccellente e completo, sia dal punto di vista nutrizionale che da quello del gusto e del sapore. Esso contiene proteine dall’alto valore biologico e tutti gli amminoacidi comuni Il formaggio andrebbe servito su un unico piatto, un grande tagliere di legno o un piatto di ceramica o di vetro. Sarebbe idoneo lasciarlo per 30-40 minuti fuori dal frigorifero, facendolo riposare a temperatura ambiente, prima di servirlo: questo per fargli riacquistare il suo aroma naturale. Il principe dei buongustai Maurice Edmond riteneva, a proposito del connubio formaggio-vino, che “non sarà mai celebrata abbastanza la santa alleanza del vino e del formaggio, il cui perfetto accordo realizza l’apoteosi della gastronomiaformaggi_svizzeri