Fatevi un solo amico ma sceglietevelo con il cuore…….
Buona Giornata Internazionale dell’amicizia !
Essere felici è un arte che disapprendiamo ogni giorno che diventiamo più grandi, quando mettiamo il piede in una pozza e invece di ridere a crepapelle come facevamo da bambini ci preoccupiamo delle scarpe, quando non guardiamo un arcobaleno, perché dobbiamo guidare e non possiamo fermarci. Quando sdraiati in giardino su un comodo divano una farfalla diventa un fastidio e non più qualcosa di cui sbalordirsi Quando lasciamo che il mondo diventi una inquietudine e non qualcosa da guardare con desiderio di conoscere e felicità . L’ allegria arriva così, ogni giorno e se non la si riconosce, diventa rammarico, nostalgia. Rimpianto per tutte quelle volte in cui avremmo potuto essere felici, ma non l’abbiamo fatto. Ad essere felici ci vuole allenamento e coraggio
Alcuni sono in ritardo perché sono molto ottimisti quando stimano il tempo che un’attività impiegherà loro, anche se è quotidiana, come fare colazione o prendere un caffè Dicono a se stessi: “ho un sacco di tempo”. Tuttavia, prima di uscire da casa, ecco che succedono imprevisti per loro, cose prevedibili per il resto del mondo. È evidente che chi è in ritardo ha una pessima gestione del tempo. Inoltre, la maggior parte non è consapevolmente in ritardo nel raggiungere un effetto, come mettersi in una posizione di mancanza di rispetto nei confronti dell’altro. Ebbene, nonostante ciò i ritardatari cronici da oggi possono addurre a propria discolpa una motivazione che è addirittura di natura clinica. Un uomo scozzese ad ogni appuntamento, anche a quello più importante, dal matrimonio al funerale, è sempre arrivato in ritardo e si è talmente abituato alla sua incapacità di gestire i propri tempi che per essere puntuale alla proiezione al cinema delle 21 deve cominciare a prepararsi ed organizzarsi ben dieci ore prima. Alla fine l’uomo ha deciso di rivolgersi ad alcuni specialisti che hanno coniato per la sua Sindrome un termine preciso: disturbo daritardo cronico. In poche parole, spiegano gli specialisti, chi è affetto dal disturbo da ritardo cronico è clinicamente impossibilitato ad essere puntuale perché, a causa di un deficit di attenzione e di un mix di sintomi quali letargia e confusione mentale, non riesce ad organizzare i propri impegni in maniera ottimale ed efficiente.

Il nostro cammino è spesso pieno di ostacoli, grossi macigni si inseriscono fra noi e le nostre aspirazioni, fra noi e la realizzazione dei nostri desideri. A volte tocca scendere a patti con l’impossibilità di vederli realizzati, ma non prima di aver esaurito tutte le cartucce della nostra volontà, spostato mari e monti per cambiare la prospettiva ai macigni, deviato il corso dei fiumi perché la corrente ci scivolasse a valle. L’abitudine è il peggiore dei mali, il più grande assassino della curiosità la vera via per sentirsi liberi è nella libertà dei nostri pensieri, nella rottura degli schemi preconcetti, nella capacità di destrutturare le idee preconfezionate e di non accettarle se non ci soddisfano, di criticarle se non hanno fondamento, di stracciarle se ci imprigionano. La rinuncia alla vita tranquilla per dare risposte alle domande e provare cosa sia amare l’umanità, una comunità . Una denuncia contro l’isolamento e l’indifferenza che rendono deboli, ciechi ed ostili; un inno al rispetto per il prossimo ed del tuo mondo. Un mondo piccolo e lento, fatto di dettagli cui prestare attenzione; un contraltare alla nostra esistenza frenetica che si perde le sfumature del cielo, il rumore del mare, il profumo della primavera, gli sguardi, i sorrisi, la dove c’è, la gioia dove si annida nel vorticoso scivolare da un giorno all’altro. Un altro mondo è possibile, se i principi umani di solidarietà, rispetto e amicizia restano vivi tra gli esseri umani. La forza dei sogni e la caparbietà della volontà ci restituiscono una morale altissima, alla quale tornare sempre: “Nel nostro viaggio che è iniziato quando siamo nati abbiamo da imparare tante cose l’importanza della lentezza e, della calma, del ragionamento, la forza del desiderio, che è dentro di noi,l’importanza di riflettere e vivere la vita come se oggi fosse l’ultimo giorno…ci renderà migliori
La festa del papà nasce all’inizio del secolo scorso per omaggiare il ruolo del genitore all’interno della società. Nel mondo però i vari Paesi hanno date diverse per festeggiare questa giornata in Italia, la Festa del papà cade il 19 marzo, giorno del calendario che nel 1479 papa Sisto IV dedicò a San Giuseppe il perché della scelta, Giuseppe nei secoli è stato considerato il “padre per eccellenza”, buono, laborioso, comprensivo e capace di crescere il Figlio di Dio. Insomma, un vero simbolo della figura paterna. Nel nostro paese la Festa del Papà è un’occasione per i figli di dimostrare tutto il loro amore. Biglietti e regali, sono all’ordine del giorno, ma anche il buon cibo è un ottimo modo per dire grazie ai nostri papà. Tra i cibi tradizionali di questa giornata, famosissimi sono le zeppole di San Giuseppe, gustose frittelle napoletane guarnite con crema o marmellata Tali golosità sono attribuite al santo perché si dice che durante la fuga in Egitto per sfuggire al terribile re Erode, Giuseppe fu costretto a mettersi a vendere delle specie di frittelle per mantenere la famiglia. Sempre a San Giuseppe sono infatti dedicati anche i bignè tipici della tradizione romana, anch’essi rigonfi di crema le “sfince” siciliane, in Toscana sono le frittelle, insomma tanti dolci tanti regali e
……..tanti auguri a tutti i papà del mondo!
L’eptacaidecafobia è la paura del numero 17. Il numero 17, in particolare abbinato al giorno venerdì, è ritenuto particolarmente sfortunato in Italia e altri paesi di origine greco-latina. Esistono diversi pregiudizi legati a esso, principalmente legati alla cultura popolare e alla superstizione. Una simile situazione si ritrova nei paesi anglosassoni nei confronti del numero 13 Ma perché questa combinazione è così demonizzata? Quali sono le radici culturali o folkloristiche legate e questo infausto giorno? Esistono diversi pregiudizi legati a esso, principalmente legati alla cultura popolare e alla superstizione. In particolare il venerdì 17 è una ricorrenza considerata particolarmente sfortunata, in quanto unione di due elementi, ognuno dei quali estremamente negativo: il Venerdì Santo ed il numero 17. Per Pitagora e i suoi seguaci il numero 17 si trovava tra due numeri perfetti, il 16 e il 18, che rispecchiavano l’armonia del quadrilateri 4×4 e 3×6.
