Pizze, focacce, dolci. Il profumo dei prodotti da forno preparati in casa inonda le stanze e fa venire l’acquolina in bocca. Ma capita, per chi si improvvisa pasticciere o panettiere per chi è alle prime armi, che qualcosa vada storto e che l’odore di pane diventi puzza di bruciato. Nella maggior parte dei casi l’errore sta proprio nelle temperature che si utilizzano per cuocere gli impasti. Ecco perché è importante non andare ad occhio ma seguire regole precise, che vanno poi calibrate a seconda delle caratteristiche del proprio forno. Infatti ogni prodotto necessita di una temperatura differente per essere cotto ad arte, e questa ne determina le caratteristiche finali, sia in termini di fragranza e sapore che di conservabilità.
Per fare una pizza in casa, è buona norma aumentare il grado di idratazione dell’impasto oppure la percentuale di grassi al suo interno olio extravergine, burro, strutto che, con la loro azione protettiva sull’amido, consentiranno all’acqua rimasta a fine cottura di permanere più a lungo nel prodotto finito».
Diverso è il discorso per il pane o i dolci che necessitano di temperature più basse.Per i panini che hanno pezzatura più piccola, vanno bene 250 gradi. Per il pane comune bisogna partire da 220 e far scendere la temperatura a 180, per fare asciugare bene la mollica e renderlo più conservabile oltre ad essere più fragrante. Per i dolci invece, ad esempio un Pan di Spagna, bisogna rimanere su temperature più basse: 170/175 gradi. Stessa cosa per i croissant poiché sono ricchi di grassi e cuocendoli a temperature più elevate rischieremmo di tirarli fuori dal forno crudi. I biscotti, invece, vanno cotti a 170 gradi per 15 minuti tranne che per le brioches, ad esempio, la cui conservabilità è in po’ più alta, come per i panini.