“Che cosa posso portarle? Un espresso, un latte macchiato, un cappuccino?” Quante volte avete sentito questa domanda? Potrebbe essere la domanda di una qualsiasi cameriera in un qualsiasi bar. Se le tazzine da caffè potessero parlare racconterebbero storie infinite, lei la tazzina, quella che vi siete trovati davanti un milione di volte in chissà quanti momenti della giornata. La tazza sembra aver visto di tutto: dall’inizio di una relazione all’incontro di una coppia che pone fine alla loro storia. Tra i due, a separarli, sempre le stessa tazzina, spettatrice muta delle molteplici forme che può assumere un incontro. Ho visto lacrime. Lacrime di gioia, lacrime di dolore. Ho sentito le risate. Ho visto crescere relazioni. Tutto cominciava sempre con una semplice tazza di caffè. Qualche volta sono stata testimone della nascita di sogni e grandi idee, altre volte le ho viste morire. Sono stata presa nelle mani dei ricchi, dei poveri, dei giovani e degli anziani. Un modo unico di unire persone di diverse culture e credenze. Con me tra le loro mani, queste persone sono unite. Una tazza di caffè se potesse parlare testimonierebbe milioni di relazioni tra esseri umani
