Si possono preparare cucinandole come le patate normali, fritte, lessate o in purea. La pianta di questa patata richiede un terreno leggero e profondo, senza umidità in eccesso. Ogni anno occorre modificare lo spazio rigenerando il terreno, è una varietà primordiale, semi selvatica, le sue qualità sono nella resistenza alle malattie e alla siccità. Si raccolgono a fine estate e sono difficili da trovare: non vengono coltivate in larga misura e sono ancora vive grazie alla produzione in orti familiari o di piccoli produttori. La buccia è piuttosto spessa, mentre la particolarità è data dal colore della polpa interna, di colore viola, profumata quasi di nocciola, molto appiccicosa e dal sapore vicino a quello della castagna. L’ube è utilizzato tradizionalmente per la preparazione di pietanze dolci a cui conferisce il caratteristico e sorprendente colore viola.Le preparazioni comuni sono la marmellata, chiamata halaya ube oppure il dessert conosciuto come halo halo e che è il più diffuso in assoluto nella gastronomia filippina. La marmellata di ube dal tipico colore viola che da qualche anno sta impazzando nella cucina occidentale e in maniera particolare negli Stati Uniti, è abbastanza difficile da reperire in Italia. Queste patate sono ricche di antiossidanti, sostanze nutritive che proteggono l’organismo e aiutano a ridurre l’invecchiamento. I mirtilli sono da tempo riconosciuti come una grande fonte di antiossidanti, ma la polpa delle patate vitelotte ne è una fonte ancora più rilevante grazie alle antocianine, pigmenti che si trovano nei vegetali e agiscono come difensori nella prevenzione del cancro e dell’invecchiamento.
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Arachidi che passione
Originarie del sud America, le arachidi sono oggi giorno consumate e impiegate in tutto il mondo in numerosi modi. Come tutta la frutta secca hanno importantissime proprietà nutrizionali, sono ricche di vitamine e sali minerali e l’unico limite al loro consumo sta nell’apporto energetico assai elevato: 100 grammi di arachidi equivalgono a quasi 600 calorie.Ma non fatevi spaventare perché un consumo limitato ma constante non soltanto non fa ingrassare ma è utilissimo per il nostro organismo. Le arachidi sono semi molto proteici e una preziosa fonte naturale di diverse sostanze utili alla salute. Le arachidi forniscono all’organismo un ottimo apporto di fibre e sali minerali come potassio, fosforo, manganese, zinco, rame e magnesio.Sono prive di colesterolo ma ricche di acido oleico, presente in grandi quantità anche nell’olio di oliva. Il contenuto di sodio è assai ridotto, a meno che non si consumino tostate e salate. Sono un’ottima fonte di polifenoli una sostanza dall’elevato potere antiossidante. Le arachidi sono antiossidanti naturali, proprio come le fragole, le carote o i frutti di bosco: preservano la bellezza e la salute della pelle, sono preziosissime per i bambini in fase di crescita e coadiuvano la circolazione sanguigna e la salute del sistema nervoso. L’elevata presenza di acido folico le rende un alimento importante per la fertilità e importantissimo durante la gravidanza. Inoltre possono essere un valido supporto anche per chi soffre di mal di testa cronico.Il consumo di 15/20 grammi di arachidi al giorno è considerato salutare, ancor di più se abbinate ad un frutto ricco di glucidi come una mela. Quindi usandole con controllo potremmo sgranocchiare le nostre arachidi seduti sul divano a vedere la televisione o accompagnate da un cocktail in attesa di una cena…
I cibi da non scaldare nel microonde
Secondo una recente indagine sarebbe meglio evitare di riscaldare alcuni cibi nel forno a microonde. Il rischio è che sviluppino batteri pericolosi o addirittura cancerogeni Secondo la Food Standards, il modo in cui il riso cotto viene conservato è ancora più importante del riscaldamento. Se viene lasciato fuori a temperatura ambiente, i batteri si moltiplicheranno, producendo sostanze velenose che possono causare diarrea e vomito. E il riscaldamento non eliminerà queste sostanze I funghi contengono proteine che possono essere facilmente distrutte dagli enzimi e microrganismi, secondo la European Food Information Council. Se non vengono conservati adeguatamente, i funghi si deteriorano velocemente e possono causare il mal di stomaco quando riscaldati. Anche con le patate il problema non sta nel riscaldarle, ma in come le conservi dopo averle cotte. Se le lasci raffreddare a temperatura ambiente, le condizioni possono stimolare la crescita del batterio del botulismo, soprattutto se sono avvolte nella carta stagnola in modo che l’ossigeno non penetra. Riscaldare la patata non sempre uccide questi batteri.Gli spinaci e altre verdure possono contenere alte concentrazioni di ione nitrato, a seconda di dove vengono coltivate. I nitrati in sé sono innocui, ma possono diventare nitriti e poi composti organici chiamati nitrosammine, che spesso sono cancerogene.Riscaldare il pollo nel microonde è un rischio, perché le ondate di calore non penetrano uniformemente in tutte le parti della carne. E nel pollo questo è un rischio, vista l’alta quantità di batteri come la salmonella o il pericoloso Campylobacter. Solo il calore li abbatte, dunque è importante girare frequentemente la carne per assicurare il riscaldamento dentro e fuori
Da Gennaio spesa più cara
Saranno a pagamento, proprio come le buste chieste alla cassa per portare a casa la spesa. Dal primo gennaio anche i sacchetti utilizzati per imbustare frutta e verdura, carne, pesce, affettati, ma anche prodotti di panetteria, dovranno essere pagati. Considerando che usare lo stesso shopper non sarà possibile, avendo i prodotti prezzi diversi, bisognerà aggiungere all’importo di ogni alimento acquistato il costo, seppure di pochi centesimi, di tutti i singoli sacchetti adoperati. Una spesa in più alle casse di supermercati e negozi che, a conti fatti, rischia di avere un peso non indifferente sul budget delle famiglie. Ciascuna borsa, che dovrà essere biodegradabile e compostabile, dovrebbe costare da 2 centesimi fino a un massimo di 10, ossia quanto costa la shopper per la spesa che viene venduta alla cassa. Le nuove norme sugli shopper, contenute nella legge, prevedono che anche i sacchetti leggeri e ultraleggeri, ovvero con spessore della singola parete inferiore a 15 micron, siano biodegradabili e compostabili, con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile di almeno il 40%, e che siano distribuiti solamente a pagamento. Per chi contravviene la legge sono previste pesanti multe. Un sacchetto utilizzato nei reparti gastronomia, macelleria, ortofrutta, etc., che con diciture o in altro modo tentasse di porsi al di fuori della normativa, rappresenterà un’elusione .Quasi 6 italiani su 10 si dichiarano favorevoli all’introduzione dei sacchetti in materiale biodegradabile e compostabile. Per quanto riguarda il pagamento di tali shopper, il 71% ipotizza un esborso economico mentre circa un intervistato su tre si dichiara totalmente contrario. In ogni caso, il 59% valuta il costo di 2 cent per sacchetto del tutto accettabile; mentre una minoranza si dichiara in disaccordo. E voi che ne pensate?
Vegetariani uccidono più dei carnivori
Chi diventa vegetariano perché non sopporta l’idea che un essere vivente venga ucciso e mangiato, forse dovrebbe cambiare punto di vista. Da uno studio australiano, infatti, emerge un curioso dato. I vegetariani ucciderebbero fino a 25 volte più animali di quanti non faccia un carnivoro, nonostante gli stessi ritengano che l’allevamento danneggi l’ambiente sprecando vegetali. A dimostrarlo sono stati i ricercatori dell’Università del New South Wales, in Australia. Mike Archer spiega che la produzione di frutta e verdura consumati dall’uomo, riesce ad uccidere un numero di animali 25 volte superiore per kg di proteine utilizzabili prodotte, rispetto a quanto avviene per produrre la carne.I bovini macellati, infatti, si nutrono per lo più di vegetazione spontanea, distrutta per la produzione di grano, riso e legumi per i vegetariani. Ciò comporta la morte di migliaia di animali. Un esempio? Per coltivare il frumento vengono uccisi almeno 100 topi per ettaro ogni anno, per difendere i raccolti!
Conservare in modo ineteligente
Dall’insalata alle cipolle, ecco alcuni consigli, per conservare le verdure…. L’insalata per averla sempre croccante toglietela dal sacchetto e sistematela in una ciotola, mettendo sopra alle foglie della carta da cucina che assorba l’umidità, quindi si chiude tutto con della pellicola trasparente e si mette in frigorifero. L’aglio teme la luce la luce favorisce la germogliazione di aglio e cipolle, riducendone decisamente i tempi di conservazione. Per evitarlo, si devono collocare i bulbi in un recipiente di ceramica con il coperchio, ma areato così da garantire loro la giusta ventilazione e tenerli al buio. Cipollotti Sminuzzateli e metteteli in una bottiglia di plastica che metterete nel freezer: all’occorrenza, basterà scuotere la bottiglia per far cadere la quantità di cipollotti desiderata e quindi rimetterla nel congelatore. Asparagi Per assicurare la giusta umidità, avvolgeteli nella carta da cucina. In alternativa, si possono mettere in un bicchiere con le punte rivolte verso l’alto e due dita d’acqua: in questo modo gli asparagi resteranno idratati e dureranno di più. Mele e cipolle L’etilene emesso dalle mele un gas naturale incolore e inodore che agisce come regolatore nella crescita di molte piante inibisce la germogliazione delle patate: ecco perché mettere un paio di mele insieme con le patate in un sacchetto areato e conservato poi in un luogo fresco e asciutto permetterà alle patate di non germogliare e di mantenersi così più a lungo. Ananas Togliere la sommità a foglia verde dell’ananas, conservandola poi a testa in giù, permette di ridistribuire gli zuccheri che si sono depositati sul fondo del frutto durante il trasporto, aumentandone così i tempi di conservazione. Carote Durano due settimane se pelate e conservate in frigorifero in un sacchetto di plastica avendo l’accortezza di eliminare tutta l’aria o avvolte nella carta stagnola quest’ultimo trucco vale anche per il sedano. Erbe aromatiche Tritatele finemente e disponetele in una vaschetta per il ghiaccio coperta di acqua: mettetela in freezer. All’occorrenza, sarà sufficiente togliere i cubetti necessari e metterli direttamente nella pentola di cottura. Frutti rossi Lavateli solo prima di consumarli, per evitare muffe. Se si usano per succhi di frutta o frullati, è preferibile congelarli.
I conigli piccoli animaletti da compagnia
Il coniglio, nano o di dimensioni normali, è l’animale domestico più presente in casa dopo cane e gatto. Come scegliere di averne uno e di cosa ha bisogno per vivere bene? Spesso viene preso per un fatto estetico, essendo molto carino e piccolo può sembrare quasi un peluche, così nella maggior parte dei casi viene preso senza la minima conoscenza delle sue reali necessità e del suo comportamento. Le sue dimensioni ridotte, la sua socievolezza e la grande simpatia fanno comunque del coniglio, innanzitutto se nano, un animale ideale da compagnia i conigli vanno matti per la liquirizia. Peccato però che non la possano mangiare, in quanto non possono digerire zuccheri. Potrebbe essere anche letale per un coniglio ingerire determinate sostanze che, in caso di tossicità, non potrebbero essere espulse perché i conigli… non possono rimettere. Il grazioso animaletto dovrà quindi rassegnarsi e proseguire la sua alimentazione fatta di erba, verdura, frutta, foglie secche e fieno. I conigli sono più veloci dei gatti, possono correre a 56 km/h.Possono avere figli all’età di 6 mesi. Hanno un campo visivo di quasi 360°.
La macelleria vegana
Potrebbe sembrare un ossimoro ma la macelleria vegana sta veramente per arrivare negli Stati Uniti, esattamente a Minneapolis, nello stato del Minnesota.Questa curiosa ed originale macelleria nasce da un’idea dei fratelli Aubry e Kale Walch, i quali sono riusciti a creare delle alternative alla carne al 100% vegane e cruelty-free. “Siamo riusciti a ricreare la consistenza, i sapori e le sostanze nutritive che ha la carne, senza alcun impatto negativo sulla salute o sugli animali e l’ambiente” hanno detto i due, che sono vegetariani da circa 18 anni. I loro prodotti sono principalmente fatti con il seitan, un impasto proteico ricavato dal glutine del grano a cui vengono aggiunti vari esaltatori di sapidità come succo di pomodoro, zucchero di canna, olio di oliva, salsa di soia, pepe, peperoncino, sale e polvere di barbabietola. Si parte dalla soia, dai fagioli, dai ceci e dai lupini ridotti in farina, con piccole aggiunte di proteine e uova. Poi aromi e fantasia dello chef, mentre per riprodurre il sapore del tonno si usano le alghe di mare.I macellai come dobbiamo chiamarli altrimenti Assembla-carne? Assembla-piante? mescolano gli ingredienti in appositi macchinari, simili a quelli in dotazione ai pastifici. Si usano impastatrici diverse per ogni “carne”, dipende dal tipo di aroma. L’unica certezza è che ogni componente è al 100% vegetale. Nella macelleria vegetariana dal look immacolato e volutamente retrò a The Hague, gli affari vanno benone, e complici le tendenze della moderna nutrizione Kofferman è convinto che andranno ancora meglio, tra le cause cita l’inquinamento del pianeta, dovuto al 18% proprio agli allevamenti animali. Non riusciresti a distinguere la nostra carne da quella normale anzi, potrebbe anche essere migliore.
Chi ha inventato le patatine fritte?
Ma voi, ve lo siete mai chiesto da dove nascono alcune cose ormai banalmente entrate nel nostro fare quotidiano? Ad esempio, chi inventò le tanto amate ed internazionali patatine fritte? Bella domanda…. L’onore dell’invenzione spetta al Belgio. Qui la patatina fritta è una vera e propria cultura, si trovano ovunque friggitorie che servono il prodotto in cestini o coni di carta e serviti da una varietà di condimenti. Le sue origini sono state certificate dal giornalista Jo Gérard che trovò un manoscritto risalente al 1781 che raccontava come le patatine fossero fritte prima del 1680.Gli abitanti della zona occupata dall’attuale Belgio erano soliti andare a pesca per poi friggere in olio il bottino raccolto. Quando però il fiume congelava e la pesca diventava pericolosa gli abitanti sostituivano l’alimento con le patate, fritte allo stesso modo e tagliate a forma di piccoli pesci. Le patate fritte si sono diffuse in Francia ed in Belgio a partire dal 1830, ma saranno conosciute in Nord America con il nome di french fries solo dopo la Prima guerra mondiale. In Gran Bretagna prenderanno il nome di chips. mentre, le patatine fritte rotonde, sottili e croccanti furono inventate da George Crum, un cuoco americano di origini indiane. Come sono nate? Un cliente troppo esigente, tanto tempo fa, mandò indietro ben tre volte un piatto di patatine fritte. George decise quindi di vendicarsi e tagliò le patate a fette molto sottili in modo da renderle croccanti e inafferrabili con la forchetta. Contrariamente a quanto si credesse, le patatine furono molto apprezzate dal cliente, rendendo il ristorante di George famosissimo. Successivamente vennero invece inventate le buste per patatine fritte.
La cucina vegana
Cucina Vegana, ovvero una cucina senza ingredienti di origine animale. Quindi al bando carne, pesce ma anche tutti i derivati come uova, formaggi, latte e perfino il miele. Ma mangiare piatti vegani, oltre ad essere una scelta etica, molto spesso è una scelta salutista: il consumo quasi esclusivo di carboidrati, verdure, legumi, semi e frutta è considerata da molti un’alimentazione che aiuta a rimanere sani. Forse non a caso le persone che fanno questa scelta sono in continuo aumento, e anche negli ambienti gourmet non è raro trovare chef famosi che propongono ogni giorno ai loro ospiti sorprendenti armonie di sapori senza alcun derivato animale. Ma come portare la cucine vegana ogni giorno sulla tavola? Fare una scelta di questo tipo è davvero difficoltoso una volta che si è dietro i fornelli? Non proprio. Se pensiamo alle ricette vegane il primo esempio sono gli Spaghetti al pomodoro: senza il formaggio sopra, infatti, il piatto di pasta più famoso al mondo rientra in un regime totalmente privo di derivati animali. Pensate poi alla Panzanella, l’antipasto toscano per antonomasia, vegano anche lui. Per tutti i giorni quindi cucinare vegan non è difficile; le cose si fanno un po’ più complicate quando si parla di dolci vegani, per cui sono indispensabili tutta una serie di accortezze, come la sostituzione del burro o del latte. Una deriva ancora più particolare della cucina vegana è la cucina crudista vegana; questo stile alimentare non solo rifiuta l’utilizzo di tutti gli ingredienti animali, ma che è attento anche alla cottura delle materie prime non si scaldano mai sopra i 42 °C.