Temperatura costante e scarsa luminosità sono le condizioni ideali per una cantina. Ed è per questo che nei fondali marini vengono immerse sempre più bottiglie, per farle affinare al meglio fra pesci e coralli. Una novità nell’arte del vino, guardata forse con qualche dubbio da chi oggi usa tecniche antiche per coltivare le viti in luoghi dove il mare appare fra i filari. Dall’isola d’Elba, dove si fanno vini come gli antichi Greci, immergendo l’uva fra le onde, a Ischia con i suoi viticoltori eroici arrampicati sui ripidi pendii, passando per il Golfo Di Napoli e i bianchi borghi della Sardegna, fino alle siciliane Mozia, Salina e Pantelleria, fra terreni vulcanici, venti d’Africa e dune, un viaggio multisensoriale di aromi, sapori e sguardi. Una cultura quella del vino da coltivare attraverso guide e riviste specializzate anche sotto l’ombrellone, mentre si pensa al vino da bere quando il sole sarà al tramonto e le sue ultime luci, riflesse sulla superficie del mare, brilleranno nel bicchiere. Proprio come si riflettono sui grappoli, che sentono già avvicinarsi la prossima vendemmia.
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Una super uva resistente ai parassiti
La prima vendemmia sui Colli Euganei di uva resistente ai parassiti e che dunque non necessita di trattamenti con pesticidi è stata fatta grazie alla oculatezza dell’azienda Parco del Venda, che ha piantato 4mila “super viti” nei propri vigneti. Le piante sono di varietà selezionate dagli scienziati dell’Istituto di genomica applicata, che attraverso centinaia di incroci hanno ottenuto viti in grado di resistere a fitopatologie diffuse come l’oidio o “mal bianco” una malattia causata da funghi ascomiceti e alla peronospora causata da protisti. Il risultato è un vino sostenibile e amico dell’ambiente, dato che non necessita di alcuni tipo di intervento con antiparassitari. Un progetto che ha avuto inizio qualche anno fa e che oggi si concretizza nella raccolta delle prime uve a bacca rossa…Ad annunciarlo con orgoglio la stessa azienda sui propri profili social, ma anche la Coldiretti che ha rilasciato un comunicato stampa per celebrare l’evento. Gli scienziati dell’ateneo di Udine hanno sviluppato dieci varietà di queste viti, tutte coperte da brevetto europeo; quelle coinvolte nella prima grande vendemmia di successo in Veneto sono le Merlot Khorus e Cabernet Volos, contraddistinte da uve a bacca rossa. Toniolo ha dichiarato che per stappare le prime bottiglie di vino sarà necessario attendere il 2019, tuttavia l’uva raccolta nella terza settimana di agosto “sta già regalando i primi profumi e un colore molto intenso”. Insomma, ci sono tutti i presupposti per un buon vino “nel totale rispetto della natura
Ottobre tempo di feste
Ottobre è tempo di vendemmia e di golosi prodotti della terra, come i funghi, i tartufi e le castagne. Proprio questi sapori sono i grandi protagonisti delle sagre gastronomiche più golose. Eccone alcune FESTA DELLA BAGNA CAUDA a Cuneo L’inizio dell’autunno è il momento ideale per gustare la “Bagna cauda”, un piatto tipicamente piemontese e strettamente legato al periodo della vendemmia, a base di aglio, olio extravergine d’oliva ed acciughe dissalate, ridotte in salsa dopo una lunga cottura. Oltre agli stand gastronomici ci sono giochi per ragazzi, serate danzanti, un grande mercato e il raduno dei camper Ci sono anche la camminata ecologica, la rassegna canina e la possibilità di fare una gita in elicottero per ammirare il fiume Po. PROFUMI DI MOSTO a Garda La riviera del Garda bresciano ospita, il tradizionale circuito eno gastronomico nelle cantine della Valtènesi: 21 aziende del comprensorio aprono le porte ad appassionati, visitatori e winelover di ogni età, per una domenica alla scoperta delle atmosfere suggestive dell’autunno gardesano. Le cantine partecipanti sono state suddivise in tre itinerari articolati fra le colline moreniche del Garda. Ogni cantina propone in degustazione i vini prodotti in prevalenza con uve del vitigno autoctono Groppello, dal Chiaretto ai rossi, abbinati a piatti della tradizione gastronomica bresciana FESTA D’AUTUNNO Abbadia San Salvatore Sapori genuini e tanti giochi di una volta attendono chi partecipa alla festa di Abbadia, avvolta dal profumo della vinaccia fresca, dei piatti a base di funghi e delle caldarroste. L’appuntamento tra bracieri accesi, cantine aperte e artigiani al lavoro nelle botteghe. Sono in programma visite guidate, ad esempio lungo percorso geologico di Bagni San Filippo, al Museo Multimediale o a quello Minerario. Chi ama gli spazi aperti può partecipare all’escursione naturalistica lungo il “Sentiero delle Sorgenti
La vendemmia
Profumo di mosto, moscerini che si concentrano nelle porte delle cantine. Donne e uomini, giovani e meno giovani che collaborano dalla mattina alla sera, cantando sudati, vestiti da “contadini”, “trafficando” nei campi, facendo la spola tra una cantina e l’altra, tra trattori carrelli cassette e ceste piene di uva. Bambini che lavorano fianco a fianco con i nonni. Queste scene, così famigliari a molti, raccontano di una delle pratiche ancora tanto in uso che molti di noi hanno la fortuna di aver fatto da bambini e di fare ancora oggi, magari assieme ai propri figli: la vendemmia. Un culto, una tradizione che regge agli anni, che resiste alla meccanizzazione e che continua a riunire intere famiglie. La vendemmia altro non è che la raccolta dell’uva quando questa ha raggiunto la piena maturazione. Ma a dirla così è riduttivo, la vendemmia è la vetta di un lavoro durissimo, la sua fase finale, l’ultimo sforzo prima di vedere, di assaggiare il risultato: il vino. La raccolta viene fatta sia per l’uva da tavola che per quella da vino. Il vino, ossia la fase finale della vendemmia, è il frutto, oltre che di un duro lavoro, di una serie di processi chimici molto complessi, come, ad esempio la fermentazione. E per far si che il risultato finale (ossia il vino) sia eccellente è bene seguire scrupolosamente tutti gli aspetti della sua produzione, senza tralasciarne alcuno. Solo così si otterrà un vino di qualità.