Oltre ai puffi, al mare, al cielo, ora c’è anche il vino blu ! Questo vino viene prodotto in Spagna con un misto di uve bianche e rosse con l’aggiunta di coloranti organici: : le antocianine, contenute nella buccia dell’uva e soprattutto l’indaco, che conferisce quella sfumatura che dà a questa bevanda il colore azzurro intenso che lo contraddistingue.
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Eleganti complementi
Scegliete il vostro porta bottiglie in linea con il gusto contemporaneo e optate per materiali particolari come l’eco pelle. Per una importante cena di lavoro o per un appuntamento una buona bottiglia di vino è la protagonista indiscussa se poi viene presentata in un elegante valigetta la renderà ancora più prestigiosa
Jabuticaba
Le foglie sono color salmone da giovani e verdi quando maturano; l’albero cresce molto lentamente; preferisce un suolo umido, leggermente acido ma si adatta molto facilmente perfino a substrati alcalino-sabbiosi se curato e irrigato. Ha fiori bianchi che crescono direttamente sul tronco Nel suo ambiente di origine fiorisce e fruttifica una o due volte l’anno, ma con abbondante umidità fiorisce di frequente e i frutti possono essere presenti tutto l’anno. I frutti, di 3–4 cm, con uno o più semi , crescono direttamente sul tronco principale e sui rami della pianta, conferendo un aspetto particolare all’albero. La buccia è massiccia, viola o verdastra, e copre una polpa dolce, bianca o rosacea, gelatinosa. I frutti, raccolti e presentati in grandi cesti sono molto comuni nei mercati brasiliani, sono mangiati soprattutto freschi; la loro popolarità può essere paragonata a quella dell‘uva. Non sono tuttavia durevoli: privi di acidità possono fermentare già 3 o 4 giorni dopo il raccolto, quindi spesso sono usati per marmellate, crostate, e data la facilità a fermentare, per vini e liquori, per questo non facile da esportare si consuma nei luoghi di coltivazione.
Le calorie delle frutta
Oggi parleremo delle calorie della frutta, un alimento che non può assolutamente mancare all’interno della nostra alimentazione. Recenti studi hanno anche dimostrato che consumare almeno otto porzioni di frutta e verdura al giorno aiuta a ridurre sensibilmente il rischio di malattie. Tra la frutta estiva ad esempio, l’anguria ha calorie molto basse, adatta alle diete ipocaloriche. Il consumo di frutta deve essere il più vario possibile perché ogni frutto ha proprietà diverse e apporta diversi benefici al nostro corpo: ne esistono alcune varietà ipercaloriche come banane, fichi, mandarini, litchi, cachi, uva, kiwi, mentre altri tipi sono decisamente più light. Ricordatevi poi che la frutta fresca ha meno calorie rispetto a quella secca in quanto contiene fibre, zuccheri, vitamine e minerali ma soprattutto l’80/90% di acqua. Vediamo quindi quante calorie contengono i frutti più comuni, ma anche quanti carboidrati, proteine e grassi. Non sono importanti solo le calorie, ma anche la quantità di carboidrati, proteine e grassi contenuti in ogni frutto. In questa tabella abbiamo inserito le tipologie di frutta più comuni e diffuse sulle nostre tavole, per capire nel dettaglio i valori nutrizionali di ogni tipo: i valori vengono riportati per ogni 100g di frutta. Come abbiamo visto dai valori in tabella, la maggior parte della frutta è di sicuro ipocalorica, e può quindi essere tranquillamente inserita in una dieta dimagrante; come tutte le calorie che ingeriamo, anche quelle contenute nella frutta vengono assimilate dal nostro organismo, ma non saranno le calorie della frutta a farci ingrassare. Anche se contiene molti zuccheri, infatti, la frutta possiede poche calorie rispetto al suo volume e peso: è ricchissima di acqua e di fibre, regala una grande sensazione di sazietà e facilitano lo smaltimento dei grassi, migliorando il metabolismo cellulare. Per tutte queste ragioni, le calorie della frutta sono le ultime di cui dobbiamo preoccuparci! Ovviamente, non bisogna esagerare: dovremmo le tre e le cinque porzioni di frutta ogni giorno, meglio se al mattino e non subito dopo i pasti.
Congelare si……ma non tutto…..
Il congelatore è indispensabile nelle nostre cucine. Ci permette di conservare i cibi a lungo e di consumarli in un momento successivo. Attenzione però a conservare gli avanzi nella ghiacciaia. Alcuni alimenti infatti non dovrebbero mai essere congelati poichè al momento dello scongelamento risulterebbero immangiabili perché diventati mollicci. Si tratta principalmente degli alimenti molto ricchi di acqua. Le patate non devono essere congelate, né crude né cotte. Conservatele invece nel loro sacchetto in un luogo fresco e asciutto. Evitate di congelare i formaggi morbidi come la ricotta. E’ possibile invece conservare in freezer i formaggi duri e semi-duri: avvolgeteli nella pellicola trasparente o inseritelo in una busta per congelatore e lasciatelo in freezer per non più di 6 mesi. Pasta e riso già cotti, dopo il congelamento, alterano il loro sapore e la consistenza. Le insalate e le altre verdure a foglia verde sono molto ricche di acqua e, una volta scongelate, perdono croccantezza e sapore. Evitare anche di congelare finocchi, cetrioli e sedano. Se non riuscite a consumare dei pomodori ormai troppo maturi, utilizzateli per preparare un buon sugo per la pasta e congelare casomai quest’ultimo. Anche la frutta è composta in larga parte da acqua e quindi non può essere congelata, specie mele, uva, anguria, ananas e melone. Non è possibile congelare salse come la maionese o il ketchup. Sia il latte che la panna modificano la loro consistenza durante il congelamento. Se mettete le uova nel congelatore, il liquido interno, a causa delle basse temperature, si espande e il guscio si rompe, quindi meglio evitare
Menù di Capodanno
Capodanno è ormai alle porte e per chi si sta preparando a festeggiare l’arrivo del 2019 a casa con amici e parenti, è già tempo di pensare a cosa portare in tavola. Per chi è a caccia di consigli, ecco allora qualche suggerimento per un menu tradizionale in grado di accontentare tutti. Immancabile cotechino e lenticchie Considerate fin dai tempi degli antichi Romani sinonimo di prosperità e fortuna soprattutto per la loro somiglianza con le monete, le lenticchie non possono mancare a tavola in occasione del Capodanno. La preparazione classica è quella delle lenticchie in umido: dopo averle tenute a bagno per un’intera nottata, basta cuocerle per una quarantina di minuti in una casseruola con un soffritto cipolla, sedano e una carota tritate, oltre ad un poco di concentrato o di passata di pomodoro, e poi servire ancora calde con l’aggiunta di sale, un filo d’olio e pepe. Le lenticchie in umido sono il contorno ideale per un altro grande classico di Capodanno: il cotechino. Oltre a questo insaccato di maiale, preparato con cotenna, carne di diversi tagli, pancetta, sale e spezie, sulle tavole degli italiani il primo giorno del nuovo anno ma anche e soprattutto durante la notte di San Silvestro è facile trovare il suo “cugino” originario di Modena, lo zampone. E l’abbinamento con le lenticchie rimane quasi d’obbligo. Cotechino e lenticchie, ad ogni modo, vanno bene sia come secondo piatto al pranzo del primo gennaio che come portata da servire durante il cenone allo scoccare della mezzanotte, accompagnato ovviamente da un bel po’ di bollicine. Ogni regione o località ha le sue tradizioni in cucina in occasione delle feste. Di certo, però, esistono diversi punti in comune nonostante le distanze. Ad esempio, a Capodanno è difficile immaginare un antipasto senza formaggi o senza verdure. Al Sud non mancano mai i latticini, dalle mozzarelle alla ricotta, mentre ad altre latitudini sono le patate, in diverse forme e cotture, ad essere sempre presenti. Per un menù tradizionale in vista del cenone del 31 dicembre, è bene comunque ricordarsi di preparare degli antipasti con formaggi misti e salumi, olive e bruschette: il classico antipasto all’italiana, insomma. Il primo non può invece prescindere dal profumo di salsedine, dunque spaghetti o risotto ai frutti di mare rappresentano la soluzione più diffusa, ma con le dovute eccezioni. Preparare cappelletti, agnolotti, anolini o tortellini in brodo significa infatti rimanere lo stesso tra i grandi classici di questa festività. Oltre alle lenticchie in umido col cotechino, secondi tradizionali del cenone di fine anno sono anche il polpo, il baccalà, l’arrosto e la salsiccia. Un po’ di frutta secca, di melagrana e di uva, cibi portafortuna proprio come le lenticchie, e poi non rimane che concludere i festeggiamenti coi dolci: da panettone e pandoro ai cantucci, dallo zuccotto alla torta con pere e cioccolato.
Il pane dei morti
Secondo la tradizione, una volta all’anno si ricordano e onorano i defunti come se si volesse rifocillarli, proprio come se si ripresentassero ancora una volta a tavola. Per questo motivo si cucina anche per loro e si prepara il pan dei morti, un dolce che negli anni ha visto cambiare la sua ricetta diventando sempre più ricco di ingredienti e di gusto. L’usanza di offrire cibo ai morti si perde nella notte dei tempi e si ritrova in molte culture, inclusa quella Messicana, dove ancora oggi si prepara una diversa versione del pan dei morti. Secoli fa anche in molte zone dell’Italia, come è usanza adesso ad esempio negli Stati Uniti, si usava preparare un banchetto in occasione dei funerali per offrire pane a chi aveva partecipato alle esequie in segno di ringraziamento e come ricordo della condivisione del pane citata nel vangelo. Come per tutti i dolci da ricorrenza, il pane dei morti si trova in vendita per poche settimane l’anno, ma imparare a farlo a casa è l’occasione per averlo ogni volta che se ne ha voglia. Preparate il pan dei morti ricetta in occasione della Festa dei Morti o qualche giorno prima per Halloween. Bagnate l’uvetta nell’acqua tiepida per farla ammollare. Tritate i biscotti secchi, gli amaretti, parte delle mandorle e trasferite tutto in una ciotola. Tagliate a pezzi i fichi secchi e metteteli nella ciotola. Dividete tuorli da albumi e unite solo questi ultimi agli altri ingredienti. Strizzate l’uvetta e mettetela nella ciotola. Aggiungete anche tutti gli altri ingredienti, tenendo per ultimo il vino, meglio se scegliete un vino dolce tipo il Passito. Mescolate tutti gli ingredienti fino a ottenere un composto omogeneo. Se è troppo secco, aggiungete altro vino. Formate dei pani lunghi e lasciate almeno 40 minuti a lievitare, coperti da un canovaccio. Cuocete in forno caldo a 180°C per circa 45 minuti. Lasciate raffreddare e coprire di zucchero a velo prima di servire.
L’ autunno e i suoi colori
Chi l’ha detto che gusto e colore a tavola sono appannaggio riservato alla primavera-estate? Ecco a voi l’ A, B, C dei cibi di stagione e i consigli per rendere le nostre ricette autunnali energiche e piene di gusto, con un occhio di riguardo per la salute.Regina indiscussa delle vellutate, la zucca si presta anche a diventare ingrediente segreto nelle torte e nelle crostate, il ripieno dei tortelli e allegria pura nei risotti. Sta benissimo con gli amaretti, il cioccolato, la cannella, i funghi porcini, le patate, l’erba cipollina, il rosmarino. Ottima nelle insalate, la barbabietola rossa diventa una gradevole variazione nei primi piatti, ad esempio nell’impasto degli gnocchi o nel ripieno dei tortelli. Nella versione in confettura si abbina benissimo con i muffin salati al formaggio. Per chi ama osare nel dolce da provare l’abbinamento con il cioccolato bianco. Una mousse al cioccolato bianco variegata alla barbabietola? Tutta da provare Cedro e il colore del sole Giallo a volontà! Con un agrume come il cedro il sole non tramonta mai. Originario del Bhutan, deve la sua comparsa nell’area mediterranea agli ebrei, che lo adoperavano come offerta devozionale durante la festa dei Tabernacoli. Il cedro contiene Vitamina C e tantissimo potassio, l’efficace ricetta per combattere la pressione alta. La migliore varietà per sfruttarne le proprietà curative è la diamante, di origine calabrese, sotto forma di succo da bere al mattino. Un agrume profumato e versatile, in grado con i suoi oli essenziali di profumare torte e biscotti e finire con la sua polpa acidula in dolci a base di meringa o crostate. Provate a lasciar macerare la sua scorza in ottimo olio extravergine d’oliva e utilizzatelo per insaporire i vostri piatti: anche una semplice zuppa di farro acquisterà un sapore dionisiaco. Potremmo continuare all’infinito con i colori dell’autunno dal verde kiwi, al color mandarino, al cavolo viola, al giallo banana, al pompelmo rosa, il marrone vivo delle castagne e quello più terroso dei funghi porcini, fino al bianco sporco del pregiato tartufo d’Alba…
Equinozio d’autunno
L’equinozio d’autunno è arrivato oggi, 23 settembre, alle 3.54 del mattino è ufficialmente arrivato l’autunno L’equinozio è il momento preciso in cui il Sole si trova allo zenit dell’equatore della Terra, cioè esattamente sopra la testa di un ipotetico osservatore che si trovi in un punto specifico sulla linea dell’equatore più o meno in mezzo all’oceano Pacifico. Dire che l’equinozio sia un giorno intero è quindi scorretto, perché è solo l’istante preciso in cui si verifica un fenomeno astronomico. Quell’ istante è anche il momento esatto in cui termina l’estate e inizia l’autunno Il giorno dell’equinozio d’autunno ha comunque una caratteristica particolare: è uno dei due soli giorni all’anno l’altro è l’equinozio di primavera in cui il dì ha la stessa durata della notte anche se poi non è esattamente così a causa di alcune interazioni della luce con l’atmosfera terrestre. Arriva l’autunno l’estate vola via le foglie si colorano come per magia l’aria profuma di uva e di castagna cade la pioggia e la terra si bagna i bimbi a scuola ora corron felici per conoscere un nuovo mondo di amici!!
Una super uva resistente ai parassiti
La prima vendemmia sui Colli Euganei di uva resistente ai parassiti e che dunque non necessita di trattamenti con pesticidi è stata fatta grazie alla oculatezza dell’azienda Parco del Venda, che ha piantato 4mila “super viti” nei propri vigneti. Le piante sono di varietà selezionate dagli scienziati dell’Istituto di genomica applicata, che attraverso centinaia di incroci hanno ottenuto viti in grado di resistere a fitopatologie diffuse come l’oidio o “mal bianco” una malattia causata da funghi ascomiceti e alla peronospora causata da protisti. Il risultato è un vino sostenibile e amico dell’ambiente, dato che non necessita di alcuni tipo di intervento con antiparassitari. Un progetto che ha avuto inizio qualche anno fa e che oggi si concretizza nella raccolta delle prime uve a bacca rossa…Ad annunciarlo con orgoglio la stessa azienda sui propri profili social, ma anche la Coldiretti che ha rilasciato un comunicato stampa per celebrare l’evento. Gli scienziati dell’ateneo di Udine hanno sviluppato dieci varietà di queste viti, tutte coperte da brevetto europeo; quelle coinvolte nella prima grande vendemmia di successo in Veneto sono le Merlot Khorus e Cabernet Volos, contraddistinte da uve a bacca rossa. Toniolo ha dichiarato che per stappare le prime bottiglie di vino sarà necessario attendere il 2019, tuttavia l’uva raccolta nella terza settimana di agosto “sta già regalando i primi profumi e un colore molto intenso”. Insomma, ci sono tutti i presupposti per un buon vino “nel totale rispetto della natura



