…..E poi c’è quell’amica unica con cui puoi, prendere un caffè, andare al mare, al lago in montagna, e poi c’è quell’amica unica con cui puoi, parlare con il cuore in mano, perché sa tutto di te capisce tutto di te….anche i tuoi silenzi
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Le buone maniere non vanno mai fuori moda!
Quali sono le regole del galateo per chi viene invitato o invita a cena? L’invito si può fare per telefono, via e-mail o per messaggio, meglio evitare la chat di Facebook. La risposta va data con lo stesso strumento, avendo cura di ringraziare sempre e di dare una risposta cortese e non di chiusura in caso di rifiuto.Nel galateo classico, si usava sedersi a tavola in base al titolo onorario, oppure in base ai rapporti. Quindi, marito e moglie ai capotavola e via via tutti gli amici ai lati. Gli invitati si vestono casual tra amici, oppure eleganti.Si dovrebbe sempre portare un presente, che sia un gioco per i bambini, un mazzo di fiori oppure qualcosa per la casa. Mai portare vini o dolci. La tovaglia si può evitare se il tavolo è in legno, altrimenti si può puntare sul servizio buono e sulla tovaglia bianca classica.Per le portate e le posate, qualche consiglio: i bicchieri vanno messi in obliquo, con quello del vino a destra e quello dell’acqua vicino al coltello. Il sottopiatto evita rumori e fastidi, oltre a essere bellissimo da vedere.Le posate vanno con le forchette a sinistra e i coltelli a destra. Le forchette a destra significa che si stanno per servire le ostriche.Naturalmente, ci sono delle regole importanti, come non usare lo smartphone e soffiarsi il naso solo con i fazzoletti, non grattarsi, stare composti e non cercare l’attenzione a tutti i costi. Servirsi solo dopo che lo hanno fatto i padroni di casa e, ovviamente, mandare un messaggio di ringraziamento il giorno dopo.L’obiettivo delle regole del galateo è quello di rendere il mondo un luogo più civile, rispettoso ed educato. A volte, l’acquisizione di queste buone maniere può essere difficile o potrebbe essere necessario un po’ di tempo, ma con un po’ di pazienza tutti possiamo migliorare. Questo sarà un grande tratto della tua personalità.Ricorda, le buone maniere non vanno mai fuori moda!
Come sopravvivere alle vacanze separate
Presto o tardi arriva per tutte le coppie: da quelle che stanno insieme da troppo poco per avere fatto piani comuni per l’estate, a quelle che stanno insieme da qualche anno e non hanno le ferie in concomitanza, fino a quelle che per una volta decidono unilateralmente o di comune accordo di passare le vacanze in modalità di temporanea separazione. Non è un dramma, né necessariamente una spia che il rapporto è finito o in crisi. Ma se capita, come continuare a vivere alla distanza? Capita di voler fare esperienze che l’altro non gradirebbe pienamente, perché anche nelle coppie più compatibili ci sono gusti e desideri che non combaciano. Tipo che lui vuole andare al mare per passare tre giorni in mezzo al mare in barca a vela e tu sei terrorizzata dall’acqua, mentre lui detesta le vacanze pigre e tu vorresti solo sbragarti in un lettino per sette giorni, leggere e dormire lontano da sveglie e ritmi stressanti. La vacanza separata è l’ideale per soddisfare i desideri inespressi. Alcune donne permettono al compagno di andare in vacanza con gli amici e senza di loro, ma trascorrono tutto il tempo della vacanza a casa, lamentandosi e bofonchiando al telefono perché lui è “Lì” che si diverte senza di loro. Il massimo dell’aggressività passiva, e un ottimo modo per ritrovarsi alla fine delle ferie più stressate che all’inizio. Se è stato lui a proporre la vacanza separata, organizzati con amici o amiche e goditi le vacanze da single: avrete sicuramente qualcosa da raccontarvi che l’altro non sa. Un tonico incredibile
Coltivare le amicizie
Prendete in mano carta e penna e scrivete una lista di tutti quei vecchi amici che non sentite da 6 mesi o più. Cosa staranno mai facendo? Dove si troveranno mai in questo momento? E come si sentiranno? L’unico modo per saperlo è…facendovi sentire. Lo potete fare in un sacco di modi diversi: una semplice telefonata, un messaggio, un’email, una cartolina, o, perché no, una lettera come ai vecchi tempi. Un biglietto scritto a mano, una cartolina o una lettera che sia, ha più valore di uno sbrigativo messaggio su WhatsApp in cui chiedete solo “come va?”. Le amicizie, quelle vere, vanno curate e fatte crescere col tempo. Non lasciate che il tempo ve le porti via.
Il futuro della vostra relazione è su whatsApp
Perdonami se ti rispondo in ritardo. O scusa se non ti rispondo per nulla. La comunicazione scritta risolve, spesso, molti imbarazzi. È più veloce, ci permette di dettare i tempi, ma è incompleta ed è un modo per esercitare potere sull’altra persona. Pensate alle volte che avete chiesto alla vostra amica di interpretare un messaggio del vostro lui. Cosa intendeva dire tra le righe? Le emoji e la punteggiatura non bastano. Guardare negli occhi qualcuno, vedere la sua espressione del viso, la mimica delle sue parole è un’altra storia, molto più pregiudizievole, impegnativa. E spesso, ai tempi di Whatsapp, non ne abbiamo voglia. Preferiamo mandare messaggi vocali lunghi cinque minuti piuttosto che telefonare. Ci siamo abituati a preparare e lasciare comunicazioni che l’altro leggerà, ascolterà e risponderà quando vorrà. La conversazione diretta, quella reale, è il piano b. È attraverso WhatsApp che nascono i primi flirt, che si decidono i primi appuntamenti, che si messaggia fino a notte fonda. È un’arte non facile, quella di WhatsApp. Che implica che con l’altra persona non ci sia solo feeling, ma che si abbia la stessa ironia o la stessa sensibilità nell’uso delle emoticons. Ai tempi di WhatApp andare d’accordo solo nella vita reale non basta più. Anzi, molte relazioni iniziano proprio online, ci si impara a conoscere attraverso i messaggi di testo, e poi la realtà finisce col annientare ogni aspettativa risultando fallimentare. Da uno studio della Pace University, realizzato su 205 persone fidanzate tra i 18 e i 29 anni è emerso che chi usa WhatsApp in modo simile a quello del suo lui o della sua lei, vive una relazione in modo più rilassato e soddisfatto. Cosa succede quando non è così? Ci sembra che il rapporto non vada avanti o che sia fortemente sbilanciato, ci si sente trascurati e si prova quella malsana sensazione ansiogena che genera l’attesa: la dipendenza dalla risposta di qualcuno.L’ansia dell’attesa è il prezzo da pagare per questa comodità, per essere a nostra volta liberi di rispondere quando vogliamo. È il paradosso della nostra epoca. Siamo tutti sempre incollati al telefono, ma abbiamo sempre una buona scusa per non rispondere. Insomma, è facile che le persone vedano il messaggio appena arrivato, ma poi scelgono di non visualizzarlo.A volte le persone non rispondono per far capire apertamente che non vogliono continuare una relazione. aspettare molto tempo prima di rispondere è un modo per stabilire un ruolo dominante nella relazione, per trasmettere il messaggio di essere troppo occupato o importante per rispondere.
Nutrire i legami
Imparare a nutrire i legami d’amore è una pratica importantissima. Una congiunzione d’ amorevole fornisce una base sicura che ci permette di affrontare e vivere bene la nostra vita e le dona senso e profondità. Ma l’amore, la relazione di coppia, sono come una pianta che richiede cura, tempo, nutrimento, attenzioni. La trascuratezza la uccide. La mancanza di connessione emotiva vitale ed autentica gradualmente la fa appassire e ne annienta le caratteristiche potenzialità di crescita.Impegnatevi a prevenire e promuovere le radici della salute emotiva della coppia, della manutenzione e di potenziamento della qualità dei legami del vostro amore ai fini di valorizzare e proteggere un dono così tanto delicato e prezioso: il nostro rapporto di coppia e l’amore che lo sostiene.Imparate a esplorare i possibili modi per alimentare, rilanciare, arricchire e migliorare la vostra relazione. Cercate di capire quali sono gli ingredienti indispensabili non solo per prevenire crisi insanabili ma anche per potenziare e promuovere le competenze e le naturali risorse presenti nella nostra coppia, per evolvere felicemente insieme…mano nella mano, a volte basta poco, un gesto un fiore, una telefonata, un improvvisata chi vi sta vicino è una risorsa e voi lo siete per lui /lei… non dimenticatelo
Il peggior alleato delle vacanze estive…separate
Quale sentimento è il peggiore alleato per le vacanze estive separate? Il sentimento nemico numero uno è la gelosia. È un meccanismo che scatta quasi in automatico e che fa leva sulla paura che lui o lei possa incontrare un’altra. Si nutre delle insicurezze, dei traumi passati, dei fantasmi interiori. Quando due persone si amano sentono di appartenersi e, a volte, perdono il confine della propria individualità. Quando poi la paura dell’abbandono ci mette lo zampino, si rivendica di avere il partner tutto per sé. Il desiderio dell’altro si trasforma in una pretesa di possederlo, anche a distanza. ‘Chissà che starà facendo?’, ‘Mi ha detto che era con gli amici: sarà vero?’, sarà sul mare con un altra? ‘E se ha già conosciuto un’altra?’. La gelosia solleva tante, troppe domande. Difficilmente lei o lui riuscirà a contenersi e la riverserà addosso stando ore e ore al telefono. Dando inizio a tensioni e scenate…Come valido aiutante, invece,(consiglia l’esperta di vita di coppia Kartyl), la libertà. Il che non significa tradire né fregarsene dell’altro. Ma esprimere se stessi, godersi le vacanze anche se si è in due luoghi diversi. Imparare a stare bene anche senza l’altro: d’altronde, che male c’è? Quel che conta è essere trasparenti e fedeli, rispetto ai propri bisogni e alle richieste del partner. Senza sentirsi incastrati, in colpa o traditi. Ma semplicemente liberi”. Nel suo significato più ampio amare è desiderare che il partner sia felice. Che si senta quindi libero, sempre: in presenza o assenza della compagna o del compagno. Che vi cerchi al telefono per voglia, e non dovere, di sentirvi. Insomma: che stia con te perché lo sente davvero, non perché deve farlo. Una vacanza separata ben riuscita consolida il legame, scava il cuore in profondità, offrendo nuovi spunti di crescita, di riflessione di consapevolezza di cosa abbiamo o cosa non potremmo avere più. È un esperimento da fare che consiglio, soprattutto a chi non l’ ha ancora vissuto, troppe volte perdiamo di vista il valore delle cose che abbiamo solo quando subentra la paura di perderle si aprono nuovi scenari
Tradimenti e telefoni
Una delle cose che fa più male quando si vive una relazione, è scoprire che l’altro non è la persona onesta, innamorata e sincera che credevamo. Il tradimento è una delle maggiori cause di separazioni e rotture e di certo l’uomo infedele è sicuramente una categoria che non brilla per affidabilità sentimentale e di conseguenza è quella che più promette cuori infranti. In Giappone va a ruba il telefono degli infedeli o “uwaki keitai”. Non è uno smarthpone di ultima generazione, ma è il Fujitsu F-Series, un modello con la chiusura a conchiglia e dal vecchio design. Ciò che lo rende particolarmente appetibile per gli utenti non sono il peso o la durata della batteria. Bensì la modalità privacy, che permette di leggere messaggi o essere avvisati all’arrivo di una chiamata solo attraverso un codice segreto. Si possono, infatti, controllare i messaggi, le fotografie e la lista delle chiamate a patto che si conosca il codice. Al momento il telefono degli infedeli è in vendita solo in Giappone e per ora è in cima alla classifica dei modelli più venduti.
Quante volte guardiamo il telefono
Hai mai provato a contare tutte le volte che prendi il telefono dalla tasca o dalla borsa e lo guardi? Ci ha pensato uno studio di Locket su 200.000 utenti, che ha rivelato che controlliamo lo smartphone 9 volte all’ora, soprattutto tra le 17.00 e le 20.00, mentre la fascia oraria in cui lo facciamo di meno è quella tra 3.00 e le 5.00 del mattino: per fortuna ogni tanto dormiamo! In più, il 91% di noi utenti tiene sempre il telefono a portata di mano e forse è proprio a causa di questo che, nel 2013, il 21% degli incidenti è stato causato dall’uso del cellulare alla guida… attenzione alla strada!
La felicità la somma di tante piacevoli cose
La felicità è una somma di piccole cose, canterebbe Niccolò Fabi. E ce ne sono tante, di cose semplicissime, che possiamo fare per allenarci alla felicità. L’elenco delle cose da fare in meno di un minuto per essere felici e di una semplicità sorprendente. Semplici gesti quotidiani. Pulizia e ordine mentale nel caos di consegne, scadenze e impegni che affollano le nostre giornate: e non dite “sembra facile”. Serve meno di un minuto. Più facile che bere un bicchiere d’acqua. Iniziate da qui: appendi correttamente il cappotto: non si stropiccerà e sarà sempre perfetto e pronto all’uso. Non lasciarlo a caso sul divano o buttato su una sedia. Leggi una lettera e buttala via: evadi la tua posta un pezzo alla volta, con costanza. Rispondi ad una email: confessa, quante ne hai in giacenza? Appunta una frase sulla felicità o una citazione che ti piace: fallo su Facebook, sul tuo diario personale, sull’agenda o su Twitter. Dove vuoi, ma fallo. Rispondi ai messaggi: liberati dalle notifiche in attesa su WhatsApp, ti sentirai subito meglio. E se non vuoi essere disturbato, tieni il telefono in modalità aereo mentre finisci di fare qualcosa di importante. Lava i piatti subito dopo aver mangiato: non lasciarli nel lavello, resteranno lì per sempre. Il trucco è lavarli rapidamente o “lanciarli” subito in lavastoviglie. Butta i giornali che non servono più: cosa te ne fai dei numeri del 1990?! Non sei un emeroteca! Per gli archivi sono preziosissimi, per te sono solo un peso, quindi telefona e concorda un appuntamento per portarli allo smaltimento.
