Dell’ananas non si butta via niente. Mettiamo da parte il maiale e cominciamo a rileggere le nostre conoscenze in termini di proverbi. Perché l’ananas benefici ne ha una marea, oltre ad essere buonisssssimo E se quelli mangerecci li conoscevamo già, direttamente dal Brasile, nello specifico nelle università di Campinas e Sorocaba, i ricercatori hanno scoperto che la bromelina contenuta nella buccia dell’ananas è in grado di aiutare la pelle a guarire da lesioni, scottature e ferite, stimolando il rinnovamento cellulare. Gli studiosi hanno infuso in laboratorio la bromelina della buccia in nanocellulosa, prodotta dall’azione dei batteri nei resti della frutta matura, realizzando così una sorta di bendaggio gelatinoso trasparente che poi hanno applicato sulla pelle. Dall’osservazione in laboratorio, i ricercatori hanno visto che la pelle guariva due volte più in fretta grazie all’azione composta di bromelina e nanocellulosa, che aiutano lo smaltimento delle cellule morte e permettono così una maggiore ossigenazione della pelle. Il tutto a impatto quasi zero, considerando quanti ananas si consumano giornalmente in Brasile. Sfruttarne la buccia in medicina è un ottimo esempio di riciclo intelligente.Svelata dalla Reuters e da Quartz, la scoperta delle nuove proprietà dell’ananas potrebbe dare una svolta notevole e ampliare la lista della bontà del frutto usato per preparare le nostalgicissime piña colada dal sapore anni 90. Non solo ananas brucia grassi come è spesso stato osannato, non solo “ananas proprietà sessuali” si dice sia un discreto afrodisiaco, Che il frutto a polpa gialla fosse un portento e l’ananas controindicazioni ne ha poche si sapeva ma questo nuovo twist negli studi è del tutto inaspettato. E over the top per chi ha provato di tutto pur di curare i piccoli fastidi che d’estate affollano l’epidermide scottature, punture di zanzare, taglietti microscopici, abrasioni e via rovinando…. Al momento il bendaggio all’ananas dei ricercatori brasiliani è ancora in via sperimentale, ma potremmo presto rubricare la buccia dell’ananas nella categoria “rimedi naturali scottature” assieme alle fette di patata e all’osannatissima aloe vera, considerata comunemente tra i migliori rimedi casalinghi per scottature La bontà dell’ananas in ogni momento della giornata può essere fondamentale anche per rendere la pelle più bella e luminosa
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Mangiare di notte
L’abitudine di aprire e saccheggiare il frigo o divorare l’ultimo pezzo di torta rimasto di notte è davvero molto pericolosa per la linea ma non solo. Se anche voi soffrite di questo disturbo, ricordatevi che ci sono molti modi per smettere, anche perché gli attacchi di fame notturni possono avere molte cause, dallo stress fino ad una scorretta alimentazione giornaliera. Inoltre, secondo recenti studi, è stato dimostrato che le calorie dei cibi che vengono ingerite di notte non vengono assimilate come quelle ingerite di giorno e per questo fanno ingrassare di più.Perché si mangia di notte?La sindrome dell’alimentazione notturna è un vero e proprio disturbo e come tale va affrontato e curato. Si tratta appunto di una patologia che insorge quando c’è uno squilibrio nel rapporto sonno-veglia: in questo modo, anche nelle ore notturne tolte al sonno, la fame ci costringe a saccheggiare il frigorifero. Ci sono alcuni sintomi che possono indicare questa patologia e sono: l’assenza di appetito al mattino, un’alimentazione eccessiva nelle ore della tarda serata e della notte, difficoltà a dormire, risvegli notturni con fame eccessiva, stress o depressione. Un disturbo che può avere effetti dannosi anche sulla linea: come sottolineano gli esperti infatti, il metabolismo brucia molto più velocemente le calorie di mattina, mentre di notte, durante le ore deputate al sonno, è molto più lento. Questo significa che quando si mangia di notte si ingrassa molto più facilmente.Quando si soffre di questo disturbo, è necessario affrontarlo da due punti, quello alimentare vero e proprio e quello psicologico. Per smettere di mangiare di notte è molto importante, per prima cosa, mantenere un’alimentazione sana ed equilibrata durante il giorno. È anche consigliabile bere molto, almeno due litri di acqua al giorno e non cenare troppo tardi: la cena dovrebbe essere leggera ma gustosa e seguita da una tisana rilassante che vi aiuta a digerire e a dormire bene. Secondo gli studiosi, chi soffre della sindrome dell’alimentazione notturna, nel 45 % dei casi è anche depresso o soffre di forme di ansia. Se condurre una vita meno stressante e mangiare in modo equilibrato non basta, il consiglio è quello di rivolgersi ad un professionista.
Che cosa fa funzionare, davvero, un matrimonio?
Qual è il fattore determinante perché una storia resista agli urti del tempo, al lavorio nefasto e inesorabile della quotidianità, alla noia? Rispondere è un rebus complicato che non smette di interessare una moltitudine di coppie assediate dal nemico numero uno, il venir meno di “quella cosa lì” anticamera certa della crisi e forse della rottura. Tutti vogliono sapere come si fa. E studiosi, esperti e osservatori non mancano di dire la loro.Valentina Rimini, per esempio, non ha dubbi: nel suo L’amore non ha legge,punta molto sul recupero della parte più passionale di un rapporto. E suggerisce di tirare il freno a mano negli affari e di concedere più spazio al sesso: in una relazione l’intesa fisica – ricorda Rimini – conta per il 70 per cento.Sembra darle ragione The science of kissing, l’ultimo libro di Sheril : il segreto della durata di una relazione sta nel bacio. È col bacio che capiamo se siamo di fronte all’anima gemella, ed è importante che, negli anni, una coppia continui a baciarsi, mantenendo viva un’intimità forse ancora più profonda di quella sessuale, E se invece il segreto si custodisse inaspettatamente nella sottomissione femminile? La provocazione arriva da Miriano«Tocca alle donne, per far funzionare un matrimonio, recuperare virtù e ruoli antichi, tutti femminili, come la pazienza, la mitezza, la comprensione, l’accoglienza», spiega Miriano che convinta che le donne debbano tornare a fare le donne continua, rincarando la dose: «Bisogna amare per prime. E per quanto riguarda la sottomissione l’obbedienza leale e generosa, il mordersi la lingua prima di rispondere ricordare che chi “è sotto” sostiene tutti, fa da fondamenta. È chi sta sotto che regge il mondo».La durata, di per sé, non è un indice certo che le cose vadano bene. Le persone stanno insieme a lungo per molti motivi, che spesso non c’entrano nulla con l’amore, dal mutuo ai figli piccoli, alle insicurezze personali. Stare bene, addirittura essere felici, è questo invece il problema. La formula vincente, assicura Aron, c’è e si chiama “me-marriage”, in italiano, suona male, potremmo chiamarlo “matrimonio- me”. Sarebbe a dire: le unioni più felici, soddisfacenti e anche durature, sono quelle che favoriscono la crescita personale, è quella che consente a ciascun partner di ampliare il sé, personale. Di apprendere cose nuove e realizzarsi come individuo attraverso l’altro. In un cantuccio ormoni impazziti, passionalità e romanticismo, ma anche soldi e interessi economici, tipici di certe coppie-impresa votate a obiettivi molto concreti. Tutto questo, spiega Aron, va in secondo piano rispetto alla crescita personale”, il fattore x che, in una relazione, dona vero benessere e felicità. Quanto il vostro partner ha contribuito a farvi imparare cose nuove? Quanto l’averlo conosciuto vi ha reso migliore? Sono solo un paio delle domande di un breve test messo a punto dai due studiosi per misurare il quoziente di “auto-espansione” raggiunto con il partner.
Stressato o nervoso
Parlare con sé stessi in terza persona è un ottimo metodo per calmarsi ed è più efficace della prima persona. A darci questa interessante e utile notizia è la Michigan State University Quando siamo particolarmente stressati e abbiamo bisogno di trovare un modo per calmarci, la scelta più comune è quella di parlare a noi stessi in prima persona, magari guardandoci allo specchio e invitandoci a comprendere che le cose non stanno andando poi così male. Questa abitudine però non sembrerebbe essere la più efficace: per toglierci lo stress, dobbiamo utilizzare la terza persona. Nel primo esperimento, i ricercatori hanno chiesto ad un gruppo di persone di osservare alcune immagini neutrali e fastidiose e di parlare poi a se stessi utilizzando sia la prima sia la terza persona, il tutto mentre la loro attività cerebrale veniva esaminato con l’elettroencefalografo. Dai dati raccolti è emerso che quando i soggetti adoperavano la terza persona riuscivano a calmarsi più velocemente. Nel secondo esperimento, ai partecipanti è stato chiesto di ricordarsi alcuni episodi dolorosi passati e di utilizzare la prima e la terza persona per alleviarne gli effetti negativi, il tutto mentre l’attività cerebrale veniva misurata con la risonanza magnetica. Dai dati raccolti è emerso che l’utilizzo della terza persona coinvolgeva una ridotta attività del cervello e questo suggerisce che agisce meglio da regolatore delle emozioni e che richiede meno sforzo cerebrale. Parlare davanti allo specchio a noi stessi come se stessimo parlando di un’altra persona ci permette di trovare la calma più facilmente poiché riduciamo il coinvolgimento e riusciamo ad osservare la situazione in maniera più distaccata e lucida. Insomma, il segreto è parlarci alla spalle.
Rilevanti scoperte contro il cancro
Passi avanti degli scienziati americani verso uno degli obiettivi più grandiosi della medicina moderna, sulla ricerca contro il cancro: mettere a punto un test universale in grado di captare tutti i tipi di tumore attraverso un semplice esame del sangue. Il team di Baltimora insieme sta infatti testando un metodo in grado di scoprire la presenza, per ora, di otto forme della malattia, che potrebbe essere eseguito, una volta messo a punto definitivamente, una volta l’anno come screening di massa. E salvare veramente tante vite, riporta una famosissima rivista I tumori rilasciano piccolissime tracce del loro Dna mutato nel flusso sanguigno, oltre ad alcune proteine. L’innovativo esame, chiamato ‘The CancerSeek’, va a verificare la presenza di mutazioni in 16 geni su cui normalmente i tumori vanno a influire e su 8 proteine che la malattia stimola. Il test è stato applicato su 1.005 pazienti affetti da cancro all’ovaio, al fegato, allo stomaco, al pancreas, all’esofago, al colon, al polmone e al seno, non diffusi ad altri organi.Ebbene, l’analisi ha scovato il 70% delle neoplasie, e fra l’altro con un costo molto limitato, circa 500 dollari a paziente. L’Italiano Cristian Tomasetti, uno dei ricercatori, ha spiegato che questo test potrebbe avere davvero “un enorme impatto sulla riduzione della mortalità per cancro. Fra queste neoplasie, infatti, ve ne sono alcune che non dispongono di programmi di screening precoce. Si pensi al cancro del pancreas, che dà luogo a pochi sintomi e per questo viene scoperto sempre in fase avanzata”. CancerSeek sarà ora testato su persone sane.
Urlare dal dolore
Capita a tutti di urtare contro lo spigolo di un mobile e urlare in modo quasi incontrollato, è una cosa naturale e comune a tutte le persone al mondo che il lamento, come ad esempio gridare “ahi!” o “ahia”, quando ci facciamo male ci aiuta a sopportare il dolore. Questo perche’ il lamento interferisce con i messaggi di dolore che viaggiano verso il cervello. Quindi quelle semplici sillabe che urliamo quando stiamo male ci distraggono dalla sensazione di dolore. Ma perché succede? Una ricerca ha voluto approfondire la cosa, con interessanti risultati. Sembrerebbe che le esclamazioni di dolore aumentino la resistenza al dolore stesso. La ricerca è avvenuta facendo mettere a dei volontari la mano in una ciotola di acqua ghiacciatissima E’ stato chiesto a queste persone di eseguire queste operazioni: dire “ahi”, ascoltare qualcun altro dire “ahi” in una registrazione, premere un bottone oppure non fare nulla. Il risultato è che chi diceva “ahi” riusciva a tenere la mano immersa per più tempo. Ascoltare la registrazione di un’altra persona dire “ahi”, invece, non aveva alcun effetto. Premere un bottone incrementava allo stesso modo la resistenza al dolore Gli studiosi ipotizzano che i messaggi vocali possano interferire con quelli del dolore e divengano dei potenziali analgesici
Disordinati …geni incompresi
Siete dei disordinati cronici? oppure siete soliti ripetere “in questo disordine io mi ricordo perfettamente dove ho messo le cose e so come trovarle”. Tra l’atro solitamente la vita dei disordinati è resa ancor più difficile dal fatto che ogni singolo membro della mia famiglia sia un perfettino e ordinato patologico…e voi invece additati come le “pecore” nere e i “diversi” della famiglia. Lasciate i cassetti aperti, occhiali sparsi chissà dove, perdete le chiavi, avete borse colme di tutto e niente per non parlare poi dei vestiti ammassati sul puff e mai riposti nell’armadio? Da oggi la scienza arriva in vostro aiuto. Uno studio sottolinea come il disordine della nostra casa possa rispecchiare il nostro modo di vivere le giornate, e questo stile di affrontare il mondo è eccellente per non provare nessun tipo di ansia, e sviluppare la mente a reagire positivamente anche alle situazioni più complicate. La ricerca è avvenuta in modo molto semplice: gli studiosi hanno osservato le reazioni di diversi gruppi di persone di fronte al caos più totale.Prima hanno chiesto di fotografare le zone più ordinate e disordinate della loro casa, per poi mostrarle in pubblico. Parte delle persone che hanno preso parte allo studio sono entrate automaticamente in paranoia, prese dal desiderio di rimettere a posto, altri invece non erano minimamente preoccupati per questa visita a sorpresa. Secondo gli studiosi le persone ordinate hanno un sistema di classificazione particolare che li aiuta a mettere in ordine più velocemente. Di conseguenza le persone che sono disordinate si godono meglio la vita, senza etichette, senza paura del diverso e del nuovo e sono più propense agli imprevisti, e quindi anche più abili a raggirarli inoltre i disordinati patologici pensano meglio. Conclusione: “Di fronte alla confusione, il cervello tende a semplificare, eliminando le ridondanze e concentrandosi soltanto su ciò che conta”. ! L’equazione ordine = mente ordinata va a farsi bandiere! Evviva il caos interno ed esterno e i disordinati…è tutta creatività Albert Einstein era celebre per il suo disordine ma anche per essere un genio, quindi traete voi le conclusioni!!!!
