I giorni della merla

I giorni della merla sono gli ultimi tre giorni di gennaio, il 29, il 30 ed il 31. Secondo la tradizione popolare, sono i tre giorni più freddi dell’anno. Dovete sapere che i merli, un tempo, avevano delle bellissime piume bianche e soffici. Durante il gelido inverno, raccoglievano nei loro nidi le provviste per sopravvivere al gelo, in modo da potersi rintanare al calduccio per tutto il mese di gennaio. Sarebbero usciti solo quando il sole fosse stato un poco più caldo e i primi ciuffi d’erba avessero fatto capolino tra i cumuli di neve. Così, aspettarono fino al 28 di gennaio, poi uscirono. Le merle cominciarono a festeggiare, sbeffeggiando l’Inverno: anche quell’anno ce l’avevano fatta; il gelo, ai merli, non faceva più paura! Tutta questa allegria, però, fece infuriare l’inverno, che decise di dare una lezione a quegli uccelli troppo canterini: sulla terra calò un vento gelido, che ghiacciò la terra e i germogli insieme ad essa. Perfino i nidi dei merli furono spazzati via dal vento e dalla tormenta. I merli, per sopravvivere al freddo, furono costretti a rintanarsi nei camini delle case. Lì, il calduccio li riscaldò e permise loro di resistere a quelle giornate. Solo a febbraio la tormenta si placò e i merli poterono riprendere il volo. La fuliggine dei camini, però, aveva annerito per sempre le loro piume bianche: fu così che i merli divennero neri, come li possiamo vedere oggi.

Festa dei Nonni

La festa dei nonni è stata creata negli Stati Uniti nel 1978 durante la presidenza di Jimmy Carter su proposta, una casalinga della Virginia Occidentale, madre di quindici figli e nonna di quaranta nipoti. La Mc Quade incominciò a promuovere l’idea di una giornata nazionale dedicata ai nonni nel 1970. Riteneva, infatti, come obiettivo fondamentale per l’educazione delle giovani generazioni, la relazione con i loro nonni. Sempre pronti a proteggere i propri nipoti, a dare consigli grazie alla loro esperienza e a coccolarli in ogni modo. Il fiore ufficiale della festa dei nonni è il nontiscordardimé, recatevi a fargli una visita con una scatola di cioccolatini, o di biscottini, o con un assortimento di bustine da thè sicuramente saranno felicissimi di fare una merenda in vostra compagnia infondo spesso  voi siete la loro ragione di vita….

Auguri a tutti i nonni !

I giorni della merla

Si sa, i proverbi vanno sempre “presi con le pinze”, ma molte volte ci indovinano. I giorni della Merla sono i più freddi dell’anno? Non ci sono conferme scientifiche di questa credenza popolare, ma nel 2020 potrebbe essere davvero così. Quest’anno, infatti, per il 29, 30 e 31 gennaio le previsioni meteo parlano di una nuova ondata di gelo, maltempo e neve in arrivo dal Nord Europa. Sicuramente qualcuno ha fatto arrabbiare Gennaio e il primo mese dell’anno adesso cerca la sua vendetta. Che significa? Ecco spiegata la leggenda dei Giorni della Merla. Perché i giorni della Merla sono i più freddi dell’anno? Il motivo di tutto ciò è da ricercarsi in una famosa leggenda. Molti anni fa una merla si lodava di avere delle belle piume bianche e candide come la neve. Poiché il tanto temuto freddo del primo mese dell’anno non si era ancora fatto vivo, la merla iniziò a prendersi gioco di Gennaio. Allora il mese si arrabbiò e decise di chiedere tre giorni in prestito a febbraio all’epoca gennaio durava 28 giorni per far abbattere sulla Terra un’ondata di freddo e gelo. E così, con l’arrivo della bufera di neve, la merla cercò riparo in un caminetto. Alla fine riuscì a salvarsi dal gelido e arrabbiatissimo mese di Gennaio, ma le sue piume diventarono nere nere. A dir la verità sono molte le leggende a riguardo. Ecco perché, secondo la leggenda, i giorni della Merla sarebbero i più freddi dell’anno.  Un’altra credenza accompagna questo periodo dell’anno: se i giorni della Merla sono freddi, si dice che la primavera sarà bella; se invece sono caldi, la primavera arriverà in ritardo. Quest’anno, le previsioni meteo di fine gennaio trovano conferma, avremo “sicuramente” una bella primavera calda. Non resta che sperare, dunque, che il detto popolare corrisponda a realtà.

2 ottobre festa dei nonni

Oggi si celebra la festa dei nonnie molte parole si spendono per questi instancabili babysitter, dispensatori di saggezza e certe volte anche di qualche soldo per aiutare l’economia domestica. Il rapporto con i nonni è unico: proteggono come i genitori, ma sono anche i complici dei giochi dei bambini acconsentono in piccoli vizi che regalano ai nipoti il senso di un affetto grandissimo ma anche leggero e spensierato. La Festa è concepita proprio come momento di incontro e riconoscenza nei confronti dei nonni-angeli custodi dell’infanzia. L’idea di un giorno nazionale da dedicare ai nonni è venuta per prima ad una casalinga del West Virginia, Marian Mc Quade. Promotore della festa dei nonni, da un decennio in Europa, è soprattutto l’Ufficio Olandese dei Fiori che ogni anno, organizza iniziative ed eventi per celebrare il legame unico e prezioso tra nonni e nipoti e invita a regalare ai nonni una piantina, per ringraziarli di tutto ciò che questi speciali angeli custodi fanno per i nipotini. Inestimabile il loro affetto per i nipoti si dice che per loro ….i nipoti siano figli due volte!

Auguri a tutti i nonni

 

Perché proviamo emozioni?

Le emozioni di base hanno scopi di adattamento molto semplici ma importanti per la nostra sopravvivenza. Per quanto riguarda le emozioni piacevoli gioia, felicità ecc., si può affermare che la descrizione precisa di un’emozione positiva ha la funzione di rafforzare i legami affettivi e sentimentali con le altre persone. Gli scienziati che si occupano di emozioni da poco hanno ribadito la centralità dell’esperienza emotiva quale “canale comunicativo” agevolato nei rapporti con gli altri. La funzione adattiva delle emozioni spiacevoli o dolorose paura, rabbia, tristezza ecc., invece, sembra essere quella di “avvisarci” e di descrivere situazioni da noi interpretabili come ostili anche dal punto di vista psicologico oltre che fisico e quindi di comportarci di conseguenza ad esempio la reazione di paura di fronte ad un pericolo  permette di reagire prontamente per evitarlo. Le emozioni sono esperienze che le persone evocano con grande frequenza sia per comunicarle ad altri, sia per riflettere fra sé e sé. Infatti, le informazioni più importanti che comunichiamo scambi comunicativi con amici, partner figli ecc. sono le esperienze emotive associate agli eventi che raccontiamo. L’emozione è dunque una esperienza intensa e passeggera che diventa un’occasione per prendere contatto con gli altri in vari modi.

Freddo e neve e leggende ….i giorni della merla

Si sa, i proverbi vanno sempre “presi con le pinze”, ma molte volte ci indovinano. I giorni della Merla sono i più freddi dell’anno? Non ci sono conferme scientifiche di questa credenza popolare, ma nel 2019 potrebbe essere davvero così. Quest’anno, infatti, per il 29, 30 e 31 gennaio le previsioni meteo parlano di un’ondata di gelo, maltempo e neve in arrivo dal Nord Europa. Sicuramente qualcuno ha fatto arrabbiare Gennaio e il primo mese dell’anno adesso cerca la sua vendetta. Che significa? Ecco spiegata la leggenda dei Giorni della Merla. Perché i giorni della Merla sono i più freddi dell’anno? Il motivo di tutto ciò è da ricercarsi in una famosa leggenda. Molti anni fa una merla si lodava di avere delle belle piume bianche e candide come la neve. Poiché il tanto temuto freddo del primo mese dell’anno non si era ancora fatto vivo, la merla iniziò a prendersi gioco di Gennaio. Allora il mese si arrabbiò e decise di chiedere tre giorni in prestito a febbraio all’epoca gennaio durava 28 giorni per far abbattere sulla Terra un’ondata di freddo e gelo. E così, con l’arrivo della bufera di neve, la merla cercò riparo in un caminetto. Alla fine riuscì a salvarsi dal gelido e arrabbiatissimo mese di Gennaio, ma le sue piume diventarono nere nere. A dir la verità sono molte le leggende a riguardo. Ecco perché, secondo la leggenda, i giorni della Merla sarebbero i più freddi dell’anno.  Un’altra credenza accompagna questo periodo dell’anno: se i giorni della Merla sono freddi, si dice che la primavera sarà bella; se invece sono caldi, la primavera arriverà in ritardo. Quest’anno, le previsioni meteo di fine gennaio trovano conferma, avremo “sicuramente” una bella primavera calda. Non resta che sperare, dunque, che il detto popolare corrisponda a realtà.

Vivere bene le emozioni

Per vivere bene con le nostre emozioni, per poterle gestire e quando necessario controllare dobbiamo prima di tutto imparare a identificarle e accettarle. Non serve a niente dirsi “non voglio essere arrabbiato” se la rabbia sta ormai serpeggiando dentro di noi, e non serve neppure chiudere gli occhi di fronte a una passione se questa ormai ha messo seme in noi e ci sta trainando dove vuole lei. E poi? E poi l’emozione va vissuta, non c’è via di scampo. Quello che può cambiare è il ritmo, il tempo e lo spazio che vogliamo dare all’esperienza. Se un’emozione è piacevole non c’è nessun problema a lasciarsi avvolgere e trasportare e durerà finché durerà. Spesso poco, perché le emozioni sono intense ma se vissute si dissolvono rapidamente. Ci sono invece emozioni che se ignorate e represse o, al contrario, espresse senza alcun freno, possono fare male, a se stessi e agli altri. Sono emozioni più difficili da gestire, come la rabbia, la paura, l’ansia che richiedono un metodo che permetta di far fronte al loro sorgere. Il metodo è semplice parte dal presupposto che un’emozione va scaricata, sempre e comunque ma i modi di scaricarla sono tre: diretto, indiretto e sublimato. Un moto di irritazione scaricato senza deviazioni si traduce in un attacco, fisico o verbale, nei confronti di chi ha causato l’irritazione; se, invece, la scarica è indiretta, l’aggressione sarà rivolta verso terzi, come quando l’impiegato frustrato urla a casa con la moglie. Ma la forma che lascia più spazio e libertà d’azione è la esaltazione, cioè la trasformazione dell’emozione in “forza lavoro” che può essere scaricata in tantissimi modi diversi: correndo, urlando, prendendo a pugni un cuscino, camminando all’aria aperta, parlando con l’amico del cuore, ballando a suon di musica, scrivendo una lettera con tutti gli insulti e offese che si vorrebbero dire ,senza però mandarla, e così via. Imparando a costruire un buon rapporto con le proprie emozioni cioè dando loro dignità di realtà e modalità di espressione, si potranno evitare i danni dei due possibili estremi, da una parte la inibizione, quindi “aridità” e dall’ altra l’espressione incontrollata, quindi “alluvione”. E si potranno trasformare le volubili e mutevoli colorazioni del nostro animo non in una croce da subire, ma in una ricchezza da gustare.

Come conservare la frutta fresca?

Nell’acquisto della frutta è importante tenere conto la stagionalità, preferendo i frutti di stagione. Piuttosto che acquistare frutta maturata in modo artificiale o trasportata per migliaia di km è preferibile surgelare la frutta fresca prodotta nel luogo per poi consumarla dopo. In questo modo si conservano inalterati i valori nutrizionali. Nel caso dei frutti di bosco, per eliminare la formazione di muffe e prolungare la conservazione, devono essere lavati in acqua calda. Le banane si conservano meglio nel frigorifero. Per farle maturare prima, basta lasciarle accanto ad un’altra banana matura o ad una mela. Conservate l’ ananas fresco più a lungo, tagliando la parte superiore e riponendolo poi a testa in giù. Questo aiuta a ridistribuire gli zuccheri in tutto il frutto e mantiene il gusto tropicale fresco più a lungo. Non lavate l’ uva fino a quando avete intenzione di mangiarla: l’umidità in eccesso incoraggerebbe la crescita di muffe. Allungate la vita di arance, mandarini, limoni e lime conservandoli in frigo. Questi durerebbero anche più di una settimana se conservati in un luogo fresco e buio, lontano dalla luce solare diretta. Oggi abbiamo suggerito come conservare alcuni frutti freschi ma ricordate che la priorità resta sempre la scelta del venditore che deve essere rigorosamente di fiducia.