Sono quei rapporti che nella teoria filerebbero anche, ma che nella realtà donano veramente poco o nulla. Pochissime attenzioni, sporadiche tenerezze, solo brevi attimi da passare insieme, anche se intensi, a volte intensissimi. L’intimità poi, resta un miraggio, d’altronde in un contesto simile, non potrebbe essere altrimenti. E’ un po’ come quando andate a cena in quei ristoranti bellissimi e alla moda dove il cibo è straordinario, solo che prima di essere serviti vi fanno attendere così tanto che la fame quasi vi passa. Poi quando finalmente arriva il piatto, le porzioni sono ridotte e il conto così eccessivamente salato che alla fine della cena rimpiangete il piatto di tagliatelle della trattoria sotto casa, che avrà pure le tovaglie di carta e le sedie di ferro, ma il calore con cui vi accolgono i proprietari vi fa sentire uno di famiglia e il cibo sarà anche tradizionale e poco ricercato, ma cucinato con tanto amore che a fine serata vi alzate da tavola veramente soddisfatti. In amore funziona più o meno così. Le storie brutte hanno tutte una cosa in comune: l’attesa. Chi vive una relazione sbagliata è sempre in attesa di qualcosa. Di una telefonata, di un messaggio, di un po’ più di tempo insieme, di un po’ più di attenzioni, che lei cambi atteggiamento che lui si accorga di amarmi di un giorno insieme al mare e così via. C’è sempre qualcosa che manca e che crediamo arriverà in un futuro molto vicino. Solo che ogni volta che ci sembra di aver fatto un passo in avanti, proprio quando ci sentiamo vicino al traguardo,il nostro obbiettivo ci sfugge di nuovo. Così finisce che passiamo anni a vivere e rivivere sempre le stesse situazioni e ad inseguire sempre le stesse persone, sacrificando valori e principi sull’altare di un amore che non ci restituisce nulla in cambio, di un amore che usa sempre le stesse dinamiche e la sola cosa che cambia è noi stessi. Gli amori che danno poco sono quelli che ci impoveriscono come persone, da qui le convinzioni più assurde. “Gli uomini sono tutti uguali ”o “le donne sono delle poco di buono”. Queste sono solo alcune delle idee malsane che si insinuano in noi quando viviamo da troppo tempo un rapporto infelice che ci scostano dall’amore vero. L’amore e le relazioni sono il cibo con cui nutriamo la nostra anima. L’importante è scegliere bene il ristorante. “Ci hanno fatto persone e non formiche, non accontentiamoci delle briciole”(Marilyn Monroe)
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I ristoranti premiati Michelin più economici nel mondo
I ristoranti migliori al mondo che costano quanto una trattoria o meno. In Asia, a Londra ma anche in Italia.Pensate che quella del cibo gourmet sia l’ennesima moda volta ad escludere chi non guadagna abbastanza per accedere ai ristoranti, appunto, esclusivi? Naturalmente avete ragione, ma se non sapete resistere al fascino delle stelle Michelin e volete provare l’esperienza di mangiare in uno dei ristoranti migliori al mondo al prezzo di una trattoria o addirittura di un menu di McDonald’s, questi sono alcuni posti nel mondo in cui potete farlo. Hill Street. Caso clamoroso di un posto di street food premiato con la stella Michelin. La famiglia conserva la gestione dagli anni 30, e continua a servire il suo piatto più famoso, un bak chor mee a base di noodle cinesi, carne e verdure. Putien Qui si sale di prezzo, e potrebbe valerne la pena considerando che con 15 euro da Putien potete avere una cena da ricordarvi per tutta la vita. Attenzione: non fidatevi delle foto dei piatti pubblicate sul menu. La realtà è eccezionalmente più deliziosa, soprattutto per quanto riguarda pesce e frutti di mare. Uncle Boons Ci spostiamo a occidente, ma anche lo stellato più modesto di New York propone cucina asiatica, e più precisamente tailandese. A un prezzo molto contenuto potrete gustare piatti creativi e birre famose, in un ambiente molto gentile. Anche nel nostro paese ci sono diversi stellati a prezzo accessibile, e uno di essi si trova a Castelfranco Veneto. Feva offre piatti creativi, un menu degustazione a 50 euro e prezzi molto interessanti anche alla carta. Vale la pena provare
La casa più bella del mondo è in Italia
Secondo Tripadvisor, la casa più bella del mondo è in Italia, la a meravigliosa villa si trova lungo il lago di Como. La sua posizione unica la rende davvero invidiabile e desiderabile, ha infatti una vista lago a 180°. Grazie ad una barca la casa ha accesso diretto al lago. E’ circondata da un bellissimo giardino dove i suoi ospiti possono rilassarsi, distendersi al sole o fare attività all’aria aperta. Inoltre si affaccia sullo specchio d’acqua un’ampia terrazza dove potersi godere il fresco della sera a cena. Questa lussuosa villa può ospitare fino a 8 persone, gli spazi di certo non mancano!Al piano terra troviamo un ampio soggiorno con porte in vetro che offrono una stupenda vista sul lago, è inoltre dotata di tutti i confort possibili dalla tv, al sistema audio, al camino in pietra un angolo bar e l’accesso diretto in giardino. Anche la cucina è ben fornita di tutto il necessario per rendere unico il soggiorno alla villa. Salendo qualche gradino troviamo sullo stesso piano, ma rialzato, la camera padronale con un bagno privato nella suite, un romantico balcone che punta al lago come tutta la casa. Al piano di sopra invece ci sono due aree ognuna con una camera matrimoniale e una camera singola con il proprio bagno privato.Per quanto riguarda l’arredamento l’eleganza è assicurata con mobili di classe, pavimenti in parquet e un giardino ben attrezzato con lettini, comode sdraio e tavolini e barbecue per le cene lungo lago. Il comune che ospita la villa si trova a soli 5 minuti a piedi dove i turisti potranno svagarsi con ristoranti, locali e bar. La bellezza della casa invoglia sicuramente a prendere in considerazione una vacanza da queste parti. Certo il prezzo non è accessibile da tutti, si parla di una tariffa che parte da 550 euro a notte!
Idee per un appuntamento galante
È arrivato il momento di rinsaldare e ravvivare il vostro amore e la passione? In una relazione di lunga durata, per tenere vivo il romanticismo c’è bisogno di rose a gambo lungo e vacanze speciali, ma secondo un recente sondaggio, tutto ciò che serve per ravvivare un rapporto sono anche le cose semplici, come passare almeno una sera lontano da tablet e computer a chiacchierare e basta, oppure sorprendere l’altra metà con un gesto romantico. Ecco qualche idea per reinventare la vostra relazione. Appuntamento a casa Concedersi una buona cena o godersi il film preferito accoccolati sul divano può essere speciale come andare a cena in un ristorante chic o a teatro, l’importante è che vi comportiate esattamente come se fosse un vero appuntamento invece che ricadere nei soliti comportamenti casalinghi. Metti un vestito elegante, crea l’atmosfera accendendo qualche candela, mettendo su musica romantica e riempi l’aria di essenza profumata. Vaniglia, rosa e sandalo sono ottimi per creare istantaneamente un’atmosfera sensuale. Mini-viaggio in macchina una volta al mese, scegliete una destinazione interessante facilmente raggiungibile in macchina o in treno da casa e andateci. Potrebbe essere un nuovo ristorante, un negozio che vi interessa, un museo o una galleria. Scoprire insieme cose nuove e prendere l’impegno di farlo regolarmente renderà l’occasione speciale ed eccitante. Consideratelo come un appuntamento e sfruttate il viaggio per divertirvi ascoltando le vostre canzoni preferite. Proprio come quando vi eravate appena conosciuti
Pranzo sano fuori casa
Al pranzo veloce colleghiamo spesso l’idea di qualcosa di poco digeribile e anzitutto pesante, anche in termini calorici: pizze farcite, panini e pizze consumati fuori casa ci danno l’illusione di aver mangiato poco, ma in realtà sono i responsabili di quanti affermano di ingrassare perché non controllano quanto mangiano. A tal proposito, una giusta educazione può rendere il pranzo veloce fuori casa un’occasione per mangiare bene e in salute: da qui si muove l’iniziativa della Regione Toscana, che vuol far nascere dei punti di ristoro di qualità, dove gli esercenti si impegnano a servire frutta, verdura e alimenti freschi oltre ai prodotti locali. Prodotti locali, frutta, verdura e altri alimenti freschi, invece di pastasciutte precotte e piatti scongelati al forno microonde. Anche il pasto fuori casa di mezza giornata, quello frugale della pausa pranzo, può essere un pasto sano. Anzi, lo deve assolutamente diventare vista l´alta percentuale di persone che lo consumano in fretta L´iniziativa è destinata a far nascere la catena dei punti ristoro di qualità in questo specifico settore, contrassegnati da uno speciale bollino come avviene per altre iniziative relative al buon mangiare. L´iniziativa sulla verifica che quasi un quarto dei cittadini toscani adulti pranza abitualmente fuori casa e la loro scelta ricade su mense scolastiche o aziendali, ristoranti, trattorie, tavole calde, bar e perfino il posto di lavoro Spesso, oltre che frugali, i pranzi non sono di qualità. Nasce così il progetto «Pranzo sano fuori casa» Gli esercizi che aderiranno al progetto di far mangiare sano i propri clienti nella pausa pranzo dal lavoro, si impegneranno ad offrire ai commensali, oltre alle loro consuete proposte gastronomiche, anche un pasto vario, gustoso e che abbia tutte le caratteristiche nutrizionali dei piatti salutistici. Dovranno quindi puntare su piatti con prodotti locali, frutta e verdura di stagione, alimenti preferibilmente freschi. Un pasto appetitoso, dunque, oltre che sano. E in cambio i punti di ristoro avranno un ritorno in termini di formazione e immagine
Insetti per pranzo o cena…
Cavallette, coleotteri e persino grilli caramellati accompagnati da ricotta e cioccolato… Allo show cooking c’erano insetti di ogni tipo. E tante persone a guardare. In Italia però non troverete queste finezze al ristorante all’angolo. Ci vorrà ancora circa un anno affinchè le normative europee permetteranno di introdurre e vendere alimenti non usuali e diventino più semplici. Però l’arrivo del grillo fritto e del coleottero lesso nei nostri menù non è così lontano nel futuro. E se la prospettiva non vi entusiasma, l’ostacolo è soltanto culturale. L’aragosta, che non sempre è stata apprezzata come cibo, oggi è considerata una prelibatezza. Eppure, secondo alcune ricerche presentate è una cugina degli insetti e lei stessa pare un insetto gigante, spinoso dotata di zampe e di antenne. Storcete il naso? Allora aggiungiamo che in passato la dieta degli europei meditava gli insetti propriamente detti: Aristotele scriveva nella sua che le cicale hanno un ottimo sapore, sono uno spuntino di lusso; e Plinio il Vecchio sosteneva che le larve di scarabeo sono una prelibatezza. Di fatto, il sospetto nei confronti degli insetti si sviluppò di pari passo con l’agricoltura, quando essi vennero considerati “parassiti” per i raccolti. Non ovunque però: in 112 nazioni al mondo, soprattutto in Africa, America Latina, Australia, Asia e Pacifico, gli insetti di circa 1.900 specie rappresentano una grassa fetta della dieta quotidiana. E anche in Europa ristoranti come l’Archipelago di Londra, lo Spektakel di Haarlem, nei Paesi Bassi, il Never Never Land di Berlino comprendono nel menù pietanze a base di questa classe di animali.Anche il palato di fatto gioca la sua parte: i cultori sostengono che le locuste, saltate con aglio, limone e sale, sanno di gambero; le tarme della farina hanno il gusto di nocciole tostate; quanto ai grilli ricordano i popcorn… Un mondo di sapori tutti da scoprire
Apre la “scarpetta”
Con le mani nel piatto. Per non lasciare nulla ma proprio nulla di intentato. O meglio di non mangiato. È la filosofia della scarpetta, anti spreco e soprattutto tanto, tanto amata da chi la tavola vuole assaporarla a pieno. Chi non fa la scarpetta a fine pasto gode solo a metà!! Così la “Prima Scarpetteria di Roma” ha già un grandissimo successo fra le aspettative di tutti che già si leccano non solo i baffi. Ma soprattutto le dita. Lo potranno fare all’interno di Shine On nel cuore del quartiere Ostiense e poco distante da Testaccio. E sarà il trionfo di salse e sughetti che disdegneranno forchette, cucchiai e coltelli e si faranno accarezzare solo da tocchi di pane con cui verranno inzuppate di gusto senza freni. Un menù tutto da scoprire Nel menù che si intitola “Cibo che nutre l’anima” ci si può inoltrare in un vero e proprio viaggio nel piacere tattile. Si legge: «I piatti sono da scarpettare con il cestino di pani caldi» e poi giù una sfilza di proposte: dal ragù alla Picchiapó alle salse all’amatriciana, alla boscaiola, ai formaggi. E ancora: i sughi all’ortolana con stracciatella di burrata e di salmone selvaggio affumicato oltre al polpo verace con olive di Gaeta. Non manca neanche la scarpetta dolce: una fonduta di cioccolato nero o bianco da mangiare con le lingue di gatto o le zoccolette. Insomma anche solo a parlarne viene fame. E non importa se il definirsi la «Prima scarpetteria» della Capitale forse è esagerato, altre realtà della ristorazione capitolina propongono in parte questa formula. Ciò che conta è riscoprire la cucina italiana in tutti i modi e maniere, letteralmente. Questa colorita usanza, del resto, appartiene alla nostra tradizione da sempre. L’espressione «Fare la scarpetta» si fa risalire a più di un’origine. La prima indica una metafora che mette a paragone il pane che passa sul piatto alla scarpa che si indossa e mentre cammina raccoglie tutto quel che trova. La seconda riprende il termine «scarsetta», cioè scarsità, povertà, che fa sì che si pulisca ben bene il piatto. Ce n’è anche una terza che chiama ancora una volta in causa la calzatura che sembra concretizzarsi insieme alla gamba quando con il dito si spinge il pezzetto di pane per raccogliere il sugo. E il Galateo? Non la proibisce in toto, ma la riserva soltanto alle occasioni informali. E se proprio la si vuol fare raccomanda almeno l’uso della forchetta. Ma, verrebbe da dire, senza il gusto delle mani che gusto c’è?
Come tenere i bambini a tavola al ristorante
Nell’eterna questione bambini al ristorante si o no, chi preferisce un locale senza bimbi di solito tira in ballo l’educazione dei piccoli, il loro essere rumorosi, piagnucoloni, il correre ovunque tra i tavoli, infastidendo gli altri clienti. Della serie “se hanno inventato le babysitter un motivo ci sarà”. Ma basterebbe qualche regola di semplice buon senso, da parte dei genitori, per far si che la serata a cena fuori sia piacevole per loro, per i figli e anche per gli altri clienti che invece non hanno piccoli al seguito. Lo assicurano anche esperti di galateo, Bisogna ricordare che, com’è giusto che sia, i bambini sono per i genitori al centro del mondo. Ma è meglio per la quiete collettiva che non ci siano troppi centri del mondo nello stesso locale. Insomma, se a casa ciascun bambino può essere libero e attirare l’attenzione di tutti, in un ambiente pubblico ciò crea solo confusione. Se al ristorante o in pizzeria siamo a tavola con uno o più bambini, il tutto risate e giochi, chiacchiere e anche lamenti deve rimanere nel perimetro e circonferenza del tavolo, senza imporre agli altri la propria presenza. In merito al menu, i genitori dovrebbero sempre, quando scelgono un locale, informarsi sul menu e se c’è eventualmente la possibilità di fare variazioni. Non è carino mettere in crisi una cucina perché abbiamo deciso che il nostro bambino deve soddisfare tutti i suoi desideri per esempio pretendere il filetto di vitello in un ristorante di pesce. Una volta scelto il locale, si passa alla prenotazione. I genitori devono informare al momento della prenotazione che porteranno i figli, così il ristoratore o la pizzeria troverà un tavolo adeguato. Importante anche la sistemazione al tavolo, specie se la compagnia è composta da più coppie e più bambini: per il tavolo rettangolare in teoria gli adulti devono occupare la parte centrale con i bambini riuniti in due gruppetti ai lati, in base all’età o, se si preferisce, maschietti da una parte e femminucce dall’altra. Nel caso di tavoli tondi, se ne possono occupare due vicini, uno per i genitori e uno per i figli che saranno comunque sorvegliati da mamme e papà. I bimbi di solito mangiano meno non tutta la serie di antipasto, primo, secondo, dolce. Un’idea saggia è chiedere che il cibo per i bambini, magari solo un piatto unico, sia portato insieme agli antipasti, così non si sentiranno in disparte e nervosi. Il ristorante può essere una palestra, è tra i primi contatti della vita di società. Ma non può essere l’unica palestra. Si dovrebbe andare se e quando i bambini sono pronti a capire e vivere i tempi del pasto al ristorante, che non sono quelli di casa, dove magari in 20 minuti poi si torna a giocare. Meglio dunque che il bambino abbia già avuto esperienza di mangiare fuori casa così che possa accettare che le regole del ristorante non sono quelle di casa.
Sai cos’è il sushi burrito
Mai mangiato il Sushi Burrito. Il posticino si chiama FUSHO ed è nato grazie all’intuizione di quattro giovani, uno italiano e tre di nazionalità cinese In un contesto dove il sushi è diventato nazional popolare almeno tanto quanto la pizza, servono roccaforti in cui la qualità sia massima, o innovazioni come il Sushi Burrito. Il termine vi farà storcere il naso, ma la resa è tutt’ altro che malaccio. Sushi Il cibo contemporaneo è uno scenario abbastanza selvaggio. Mille trend spesso fallimentari e idee imprenditoriali bizzarre, ma anche intuizioni intelligenti che promuovono nuovi modi di mangiare e senza dubbio nuovi stili di vita. Il sushi burrito fa parte certamente più alla seconda categoria Qui i sushi burrito vengono preparati all’istante dietro al bancone, sotto gli occhi del cliente. Massima chiarezza e massima qualità delle materie prime: ogni componente viene selezionato e studiato per la riuscita ottimale del prodotto. Il riso è macrobiotico, le farcite spaziano dalla carne al pesce fresco, passando per verdure anche inconsuete, come la patata dolce e salse giapponesi e orientali.Il pesce viene ordinato ogni mattina ed è abbattuto e certificato Alcune tipologie, ad esempio la ricciola, riportano il QR code che ne permette la tracciabilità. I gamberi, di origine argentina, vengono abbattuti e cotti sottovuoto mentre per le fritture vengono usate friggitrici ad aria. Per questo, nel locale non viene utilizzato il fuoco.Ogni mese vengono proposti due sushi burrito con un accostamento di gusti sempre nuovi. Quello di questo mese, ad esempio, è fatto con riso nero, salmone e gamberi crudi, crema di edamame e mango, salsa teriyaki, insalata, goma wakame e daikon.
Washoku
Per molti un nome ignoto, per altri un mondo da scoprire. Per tutti, comunque, un valore aggiunto alla lista dei Patrimoni dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco. Si tratta, infatti, della cucina giapponese, equivalente di longevità, benessere e salute. La parola “Washoku” letteralmente significa “cibo giapponese’”. Ma non si limita a questo. Di fatto, racchiude in sé l’armonia di oltre quattrocento anni di tradizione culinaria basata sulla bontà degli ingredienti, sulla valenza estetica della pietanza e sulla ritualità del pasto. Dove il rispetto della natura e l’alternanza delle stagioni è basilare, cosi come i prodotti che vengono intagliati e accostati come fossero opere d’arte. Gli ingredienti, siano essi vegetali, frutti o pesci, sono raccolti o pescati nel loro miglior momento stagionale per infondere al piatto il massimo del sapore e della fragranza. Nel Washoku, che racchiude con il kaiseki ricette, abilità e tecniche culinarie, si distinguono due rami: il “kaiseki-ryori” e il “cha-kaiseki”. Il primo termine si riferisce al pasto offerto dai samurai ai propri ospiti. Il secondo al banchetto precedente alla cerimonia del tè. In entrambi i casi la struttura del banchetto era composta da una zuppa, una portata principale, due contorni e una ciotola di riso. Oggi si è sviluppata molto ed è possibile gustare, nei ristoranti di lusso e nei ryokan sparsi in tutto il Giappone, numerose portate preparate secondo questa tradizione.Per capire più a fondo l’essenza del Washoku basta guardare alla dieta dei monaci buddisti, il shojin ryori, celebrazione della costante ricerca della perfezione, dell’armonia e della buona salute attraverso ricette basate unicamente sul tofu, riso e verdure, per purificare corpo ed anima. Secondo i criteri del Washoku, in ogni pasto è basilare il dashi, una sorta di consommè di pesce usato come ingrediente base per ogni zuppa e come elemento liquido di tantissime portate. Si serve in una grande pentola dove viene tenuto in caldo con una piastra elettrica: i commensali vi intingono diversi ingredienti per poi accompagnarli con tofu e verdure fresche. Il tutto mentre si chiacchiera con gli amici e con la famiglia in armonia. Ecco come convivialità ed ingredienti di stagione sono gli elementi fulcro della gastronomia giapponese, che la rendono unica in tutto il mondo

