Perché proviamo emozioni?

Le emozioni di base hanno scopi di adattamento molto semplici ma importanti per la nostra sopravvivenza. Per quanto riguarda le emozioni piacevoli gioia, felicità ecc., si può affermare che la descrizione precisa di un’emozione positiva ha la funzione di rafforzare i legami affettivi e sentimentali con le altre persone. Gli scienziati che si occupano di emozioni da poco hanno ribadito la centralità dell’esperienza emotiva quale “canale comunicativo” agevolato nei rapporti con gli altri. La funzione adattiva delle emozioni spiacevoli o dolorose paura, rabbia, tristezza ecc., invece, sembra essere quella di “avvisarci” e di descrivere situazioni da noi interpretabili come ostili anche dal punto di vista psicologico oltre che fisico e quindi di comportarci di conseguenza ad esempio la reazione di paura di fronte ad un pericolo  permette di reagire prontamente per evitarlo. Le emozioni sono esperienze che le persone evocano con grande frequenza sia per comunicarle ad altri, sia per riflettere fra sé e sé. Infatti, le informazioni più importanti che comunichiamo scambi comunicativi con amici, partner figli ecc. sono le esperienze emotive associate agli eventi che raccontiamo. L’emozione è dunque una esperienza intensa e passeggera che diventa un’occasione per prendere contatto con gli altri in vari modi.

Per natale regalate….foto

Le foto sono da sempre un regalo fantastico per qualsiasi occasione, specialmente per il Natale. Che si tratti di una foto personale inquadrata con una cornice sfiziosa, uno scatto delle vostre ultime vacanze o un album foto pieno di momenti preziosi e ricordi spensierati, scegliere le foto come regali di Natale è sempre la scelta giusta. Le foto infatti non deludono mai e sono ricevute come doni attenti, personali e esclusivi. Per i più attenti alle nuove tecnologie scegliete una cornice digitale, su cui caricare tutti gli scatti che ritraggono la vostra ultima avventura on the road.

Arrivi in ritardo…potrebbe non essere colpa tua

Arrivate sempre in ritardo? Vi preparate in anticipo ma poi qualcosa va storto e arrivate tardi all’appuntamento? La colpa non è vostra. È degli orologi. Non ci credete ? Gli orologi di tutta Europa sono in ritardo. E da diverse settimane. Da gennaio, in particolare. Il responsabile? Due. Kosovo e Serbia. Dal mese di gennaio tutti gli orologi elettronici il cui funzionamento dipende dalla rete elettrica sono ritardo di ben sei minuti.  Prima di tutto sappiate che gli orologi elettronici sono quelli, per esempio, dei forni a microonde oppure i timer dei termosifoni. E non quelli di smartphone e computer. L’Entsoe, organismo che rappresenta gli operatori di reti elettriche in 25 Paesi tra cui l’Italia, ha spiegato come si è verificato il problema. In Europa la frequenza di elettricità è di 50 Hertz e questo è solamente un valore medio e non stabile. A gennaio il Kosovo non ha generato elettricità necessaria e la Serbia, che avrebbe dovuto compensare eventuali mancanze, non ha fatto nulla. Se vi state chiedendo il perché sappiate che le ragioni sono politiche. I due Paesi hanno al loro attivo un passato di conflitti e dispute non ultima la secessione del Kosovo. Quindi cos’è successo? Si è modificata la frequenza dell’elettricità e gli orologi del Continente si sono rallentati. E ecco fatto, un bel ritardo di 6 minuti! Non preoccupatevi però. La portavoce dell’Entsoe, Susanne Nies, ha dichiarato che l’errore ovvero il ritardo è stata fermato martedì. Ci vorrà tempo però per tornare al giusto orario perché prima serve che venga rilasciata energia in eccesso per andare a compensare le mancanze passate. Ora sta voi decidere cosa fare. Potete mandare avanti gli orologi. Ricordatevi però di riportarli indietro quando la frequenza sarà corretta. Oppure potete far finta di niente. E se qualcuno vi accusa di ritardo rispondetegli che non è colpa vostra. “È colpa dell’orologio. Prenditela con lui!”.

E’ in arrivo il conta..morsi

Così come esistono i conta passi per chi vuole avere sempre la situazione sotto controllo quando si allena, a breve potrebbe esserci anche un conta morsi che tiene aggiornato chi è a dieta di quanti bocconi butta giù.Il conta-morsi si indossa come un orologio e riconosce il movimento del polso. Tanto incredibile quanto di notevole  aiuto per la dieta Il professor Eric Muth e Adam Hoove  rispettivamente professore di psicologia e di  Ingegneria Elettrica presso la Clemson University hanno sviluppato un Bite Counter un conta morsi che sembra un normale orologio. Una volta indossato e attivato è in grado di riconoscere il movimento del polso che indica quando si sta portando un boccone alla bocca. Molto preciso  I test di laboratorio, spiegano i due professori, hanno mostrato che il “conta morsi” offre una precisione di oltre il 90% a prescindere se si stia mangiando un primo piatto, una verdura o  della carne, e dagli accessori usati per mangiare. Inoltre potrebbe essere molto utile anche per tenere traccia delle calorie ingerite se abbinato a un conta-calorie.

La dieta dell’orologio biologico

La dieta dell’orologio biologico  “Mangiare in un intervallo di tempo limitato non solo ha agito sulla prevenzione, ma ha anche fatto perdere peso a persone che già avevano qualche chilo di troppo” spiega Satchidananda, uno dei ricercatori che ha curato lo studio. La soluzione è, quindi, consumare i pasti, dalla colazione alla cena, entro un arco temporale che può andare dalle 9 alle 14-15 ore, rispettando il proprio orologio biologico. Sforata la soglia delle 15 ore si rischia di andare incontro all’obesità. Se fate colazione intorno alle 8.00, ad esempio, cercate di cenare entro le 20 ed evitate di concedervi aggiuntivi spuntini dopo la cena o durante la notte. L’orologio scatta di nuovo con la prima tazza di caffè del mattino successivo. Lo studio è stato condotto su cavie di laboratorio che hanno seguito quattro diete diverse a base di grassi, grassi e saccarosio o solo fruttosio,. Ad alcuni è stato permesso di mangiare quando volevano durante le ore di veglia, altri sono stati limitati a periodi di alimentazione di 9, 12 o 15 ore. La quantità di calorie introdotte per tutti è stata la stessa. Risultato? Indipendentemente dal tipo di dieta seguita chi a mangiato in un arco di tempo di 8-12 ore ha sviluppato meno grasso corporeo ed è rimasto agile e sano rispetto ai “colleghi” che hanno avuto libero accesso al cibo a tutte le ore, diventati obesi e malaticci. Quindi domani, dopo la colazione del mattino, iniziate a contare i minuti.

Le cose che non devi mai fare appena sveglio

Il risveglio è un momento delicato, che può influenzare quello che sarà il tuo umore per l’intera giornata. Per aiutarti a non comprometterlo, ecco che cosa non devi assolutamente pensare di fare prima di andare al lavoro. Qualche timido raggio di sole si insinua tra le fessure delle persiane, andando a illuminare il cuscino accanto a te in un divertente gioco di colori e geometrie. Tu apri lentamente gli occhi, sorridi e ti alzi spalancando braccia e cuore al nuovo giorno, pronto a tuffarti in quel meraviglioso viaggio che è la vita. Se abiti in uno spot dei nuovi biscotti per la colazione ai 62 cereali, questo è probabilmente il resoconto del tuo risveglio. Se invece, come tutti noi, fai parte del mondo reale, sai bene quanto traumatico possa essere quel momento, soprattutto durante la settimana lavorativa. Cose a cui, non devi neanche lontanamente pensare in quel surreale limbo temporale che va dalla sveglia alla macchina per timbrare il cartellino. Fare la lavatrice “Ho un’ora di tempo prima di uscire, potrei approfittarne per lavare qualcosina”. Scordatelo. Innanzitutto perché la tua lavatrice fa più rumore di un airbus in fase di decollo, e il vicino di casa  potrebbe non impazzire di gioia all’idea di essere svegliato all’alba da una centrifuga impazzita. Secondo, perché sicuramente prima o poi ti dimenticherai il bucato nel cestello, che finirà per assumere in modo semi-permanente un gradevole aroma di spinone bagnato post battuta di caccia nelle campagne inglesi. Entrare in bagno senza orologio. Non succede quasi mai, ma quando accade è un dramma. Perché nel triangolo delle Bermuda tazza, doccia e specchio si sono smarrite più ore che in qualsiasi altro luogo del mondo. Nessuno sta dicendo che tu non possa goderti la toelettatura mattutina in santa pace, per carità, ma tieni d’occhio l’orologio. La puntata della sera prima ti ha galvanizzato. Hai una voglia matta di aprire il frigorifero e sfogare il tuo estro creativo a colpi di frusta elettrica, e saresti addirittura pronto a collaudare per la prima volta la piastra che ti hanno regalato due Natali fa. Tutto molto bello, Cracco è orgoglioso di te, ma la mattina non è un buon momento per giocare al piccolo cuoco. Innanzitutto perché avresti i tempi compressi, e poi perché la tua dolce metà potrebbe forse snobbare le tue estrose creazioni per gettarsi sul solito caffè in corsa  Odiandoti per la confusione che hai lasciato in cucina.

Come fai a fare tutto???

Il ritornello che vorremmo sentirci dire. E che al tempo stesso assomiglia più ad un affronto che ad un complimento. Come faccio a fare tutto….datemi giornate da 50 ore. Che non ho mai tempo di fare nulla, e forse nemmeno 50 ore al giorno mi basterebbero tra lavoro, casa, impegni. Il doppio giro dell’orologio è implacabile con tutti e la lista delle cose da fare per conciliare lavoro, famiglia, amici e passioni si allunga sempre di più. Come si fa davvero a fare quel tutto così importante da vincere la razionalità? Come si organizza il tempo senza che una parte della nostra vita scavalchi l’altra, nell’eterna lotta tra vita privata, lavoro e tempo libero incastrando tutti  e tutto nei calendari o sullo smartphone? Viviamo nel paradosso delle priorità: se tutto è prioritario o urgente, nulla lo è davvero. E di conseguenza non sappiamo a chi o a cosa dare la corsia preferenziale col verde fisso, secondo un ragionamento logico ed emotivo. Risultato: stress, all’ennesima potenza. E ci avvitiamo su noi stessi perdendo tempo in una serie di mansioni inferiori che portiamo avanti per illuderci di avere davvero il controllo. Come fai a fare tutto? Prendi un foglio e traccia una linea verticale e una linea orizzontale che la taglia a metà  Otterrai quattro quadranti da riempire con le tue priorità. Gli affetti, la carriera, gli hobby e se stessi: 4 punti non negoziabili dai quali partire, ad esempio. Ma ciascuno di noi ha i suoi e possono essere gli amici, può essere un hobby, può essere il lavoro, può essere la famiglia di origine o quella che stai pensando di allargare. Prendi il tuo tempo e pensaci su: sono le priorità fondamentali che ti formano e ti rendono quella che sei. In base alle 4 priorità espresse stila la vera lista. Ti accorgerai che molti punti della tua vecchia lista di impegni non coincideranno con quelli della nuova. Naturale: hai individuato ciò cui tieni davvero, personalmente e professionalmente. Che sia un viaggio che richiede tempo e organizzazione, che sia una consegna veramente urgentissima di lavoro, che sia un impegno con amiche che non vedi da troppo tempo, la priorità di domani non è mai quella di oggi Inizia qui la vera selezione per dire di no a qualunque cosa ti distragga dalle tue priorità. E soprattutto, impara a delegare lasciando ad altri impegni che consideravi tuoi e in realtà ti facevano perdere un sacco di tempo, del resto l’orologio gira….veloce

Come essere felici in pochi minuti

E se vi dicessimo che basta esercitarsi 60 secondi al giorno per essere davvero felici? Prendete appunti…e orologi.Orologio…. set: 60 secondi. Il tempo adeguato per un piccolo gesto e per essere felici. Lo sgomento di chi annaspa sotto pianificazioni, scelte a lungo termine, incastri quotidiani è palese: basta meno di un minuto e la strada verso la felicità è estesamente spianata. Malfidati, ricredetevi, ecco come si può quantificare il tempo da dedicare alla felicità personale. Non parliamo di grandi aspirazioni o sogni ad occhi aperti: la felicità sta nella realtà di tutti i giorni. In un minuto che dedichiamo a qualcosa che può aiutarci ad essere felici. La più sfuggente delle emozioni, quella che dura pochissimo e che è tale solo se condivisa, dipende dal suo negativo, l’altra faccia della sua medaglia di esistenza: i pensieri no, che possono trascinarci in una spirale triste dalla quale diventa difficile uscire. Invece la felicità è un esercizio quotidiano: praticare l’ottimismo invece del pessimismo e del “tutto nero ma lo affronto con ironia” è la chiave. Essere ottimisti non significa per forza non essere realisti, ma guardare oltre la situazione brutta senza perdere le speranze: un modo per dire “Ok, sarà difficilissimo superare questo ma mi aiuta a capire qualcosa in più di me”. Eliminare le negatività passa dai rapporti sociali e da come ci poniamo noi nei confronti del mondo, non solo dalla sicurezza degli oggetti di cui ci circondiamo. Stop all’accumulo inutile, ok. Ma non buttare tutto-tutto: ci sono oggetti apparentemente insignificanti che sono simboli di una vita. Il biglietto di auguri per un compleanno passato ti ricorda un momento bello o una persona cara? Non buttarlo. Invece potresti continuare a tenere un regalo sgradito solo perché costosissimo o “prezioso”, nonostante sia stato il dono di qualcuno che è fuori da tempo dalla tua vita. In questo caso, pensaci bene: ti piace davvero, lo usi?. Togli da casa, dai mobili, dalla tua vita tutto quello che è superfluo in modo negativo. rivalutiamo quanto peso diamo agli oggetti riteniamo indispensabili per la nostra storia personale. Felicità, come trovarla? Preparati con guanti e sacchetti e butta via, ti sentirai molto meglio. Sono questo tipo di cose che durano un minuto o anche meno ad essere un training perfetto per la felicità, perché sono esperienze. La verità sta qui: sono le esperienze che ci rendono felici, non le cose legate a quelle esperienze, che funzionano solo nel ricordo.