Corna sì o corna no? La domanda è quella che si sono posti in Svizzera e, a differenza da quanto si possa immaginare, è riferita alle mucche da carne e da latte. Nello specifico si parla di vacche e capre con le corna o senza. E per sostenere la prima opzione è stato indetto un referendum con l’obiettivo di far sì che non si pratichi la decornazione. L’iniziativa di carattere popolare, che si chiama “Per la dignità degli animali da reddito agricoli iniziativa per vacche con le corna”, vuole fare in modo che vengano messi a disposizione incentivi di carattere economico per quegli allevatori che decidono di non tagliarle. Le ragioni sono numerose: dal dolore che provano gli animali durante questa pratica, alla loro utilità. Infatti le corna servono a comunicare, ma anche a tante altre cose, come scegliere le gerarchie all’interno del gruppo. In genere vengono tagliate per evitare che gli animali si feriscano e perché le stalle, in caso di corna, devono ovviamente essere più grandi. Quindi, se nel caso di persone le corna sono una cosa da non avere, quando si parla di mucche si tratta di una presenza non solo gradita, ma a quanto pare essenziale. Però in Svizzera al momento soltanto il 10 per cento di mucche e capre ha ancora le corna, la restante parte ne è infatti priva.Il referendum non impone il divieto di tagliarle, al contrario incentiva economicamente chi non lo fa. Se dovesse passare si tratterebbe di investire nel progetto una cifra pari a 15 milioni di franchi l’anno, Soldi che gli iniziativisti, ovvero i promotori del referendum, ritengono facili da reperire nel capitolo economico destinato all’agricoltura. Per di più, non c’è da stupirsi che per prendere questa questione sia stata scelta la strada del referendum, infatti in Svizzera si tratta di una pratica molto comune. Da quelli sul cibo, fino al referendum che ha sancito che la tutela delle piste ciclabili sia anche competenza dello Stato, sono tantissime le volte in cui i cittadini sono chiamati ad esprimersi in maniera diretta.Ora lo dovranno fare sulle corna.
Tag: Mucche
Le mucche che bevono birra
Ha fatto molto discutere l’idea di un allevatore di nome Hugues Derzelle, della città belga di Chimay, che ha deciso di dare alle sue mucche quattro litri di birra al giorno. Il motivo? La birra aiuterebbe le mucche a stare meglio e migliorerebbe il sapore della carne. L’idea sarebbe venuta all’uomo dopo aver letto che i manzi in Giappone vengono massaggiati, ascoltano musica rilassante e bevono birra. In realtà la storia è una semplice leggenda metropolitana che, però, l’allevatore ha in parte trasformato in realtà. La birra viene servita quotidianamente ai bovini e secondo Derzelle, non sarebbe nociva per la salute degli animali. Quattro litri possono sembrare molti ma, per una mucca adulta di 700kg è una quantità non smisurata. L’allevatore spiega anche che i batteri presenti nel rumine andrebbero a digerire immediatamente l’alcol che raggiungerebbe quindi il sangue solo in minima quantità. Insomma: niente mucche ubriache!
Il gorgonzola abbinalo a…
Il Gorgonzola in realtà è stato chiamato così solo in tempi relativamente recenti; negli anni infatti, perlopiù si indicava come “stracchino di Gorgonzola” o “stracchino verde”, perché realizzato con il latte delle mungiture autunnali delle mucche che tornavano stracche dalle malghe e dagli alpeggi; solitamente la prima tappa di questa transumanza era proprio Gorgonzola e lì si realizzava questo formaggio dal gusto intenso e dai profumi inconfondibili. La personalità decisa di questo formaggio offre una tale varietà di gusti che influenzano, inevitabilmente, anche la scelta dei vini: dolce o piccante ? e tu per che tipo sei ? Il gorgonzola piccante richiede un vino rosso, ben strutturato, caldo e generoso, invecchiato: Barolo, Barbaresco, Chianti Classico Riserva, , Brunello di Montalcino, il gorgonzola dolce predilige vini, siano essi rossi o bianchi, caratterizzati da una certa morbidezza e sapidità, Ma si può abbinare anche a un bicchiere di birra L’abbinamento fra birra e formaggi trova il suo culmine nelle classiche birre d’abbazia belghe che si sposano felicemente con il gorgonzola: noto è l’abbinamento tra gorgonzola del tipo piccante e le birre trappiste per il tipo dolce ottimo è l’abbinamento con un birra bionda doppio malto. Notevoli gli abbinamenti con gli alimenti Chi non conosce il classico abbinamento con il mascarpone, magari con una guarnitura di noci. E poi frutta, verdura, marmellata, miele, mostarda, cioccolato… ma con quanti alimenti si accosta il gorgonzola? Ogni stagione ha il suo abbinamento: con le verdure crude (sedano, pomodorini, peperoni, ravanelli), o sulle insalate dopo aver creato una delicata salsa dressing. Quindi abbinato alle verdure cotte (patate, zucche, broccoli, zucchine).Con la frutta di stagione (fichi, pere, mele, kiwi, fragole) o con quella secca, ma soprattutto con le varie marmellate (confettura di agrumi), le mostarde di frutta mista o di castagne o fichi e con le salse di verdura (salsa di cipolla rossa), in particolare il gorgonzola piccante. Infine con il miele, preferito quello di acacia o millefiori.
Il Perdono a Terranuova
La festa del perdono di Terranuova, conosciuta più comunemente come la Fiera, oggi è una delle più grandi e importanti della Toscana e anno dopo anno si ripresenta al suo appuntamento settembrino più vitale che mai.Le radici della Fiera risalgono al periodo immediatamente successivo alla fondazione della nuova terra murata: già nel 1598 «umilmente» ma inutilmente, il consiglio comunale aveva supplicato il granduca Ferdinando I de’ Medici, perché concedesse la grazia «che si facessi una fiera l’anno…, la prima domenica fatto il Corpus Domini, e durassi dua giorni seguenti, in tutto tre giorni». Ferdinando I de’ Medici Granduca di Toscana la Fiera nei secoli scorsi era pensata come una grande piazza commerciale di animali da fattoria ricoperti da bubboli e nastri, accompagnata ad una mostra degli uccelli e da un mercato di mercerie manufatture, vasi vinarili terre cotte ceste ed altri oggetti come riferisce il sovraintendente all ufficio Statistico del Gran Ducato di Toscana Attilio Zuccagnini Orlandini in una cronaca di metà Ottocento. Tuttavia alla fiera non sia andava solo per commerciare e tessere accordi, ma anche per i vari “sollazzi” che vi si potevano incontrare, come le corse dei cavalli, la grande tombola in piazza, il concerto della Banda e l’immancabile spettacolo pirotecnico di chiusura.