I piatti più instagrammati della nostra tradizione

Un’indagine ha individuato quali piatti della nostra tradizione sono più instagrammati Aprendo Instagram è evidente quanto il cibo occupi un posto di notevole importanza nella nostra alimentazione  e nelle nostra storia. Con ottimi risultati: in media, il livello dei «post gastronomici» è notevole. Già, perché non tutto può finire sul nostro profilo social. Servono innanzitutto colori che catturino l’occhio; una presentazione un po’ audace, meglio se nello stile dei ristoranti stellati, aiuta; poi c’è da valutare la luce, il piatto, il tovagliolo, perfino il tavolo. Il rischio, non troppo raro, è che un piatto caldo si raffreddi. Alcuni ristoratori hanno intuito e cavalcato questa tendenza. Ma ecco cosa si tagga di più della nostra cucina scoprite chi vince il primo premio…Pasta alla carbonara Un grande piatto  della nostra cucina che molti turisti hanno modo di conoscere nel corso dei loro viaggi nel nostro Paese. Vanta oltre 92mila hashtag. Sebbene spesso la presentazione non sia super fotografica, la parmigiana conquista ben 293mila hashtag  Anche questa per alcuni sarà una sorpresa: la porchetta con i suoi 295mila hashtag sfiora la top five. Lasagne alla bolognese La lasagna conquista i cuori di tutti noi anche degli amici  vegetariani nella versione senza carne e la medaglia di bronzo con 986mila hashatag. Seconda posizione per il risotto che con le sue numerose interpretazioni vanta oltre 3 milioni di menzioni negli hashtag di Instagram Pizza Sempre lei, sempre in vetta a tutte le classifiche: la pizza italiana è il simbolo della nostra tradizione culinaria e vanta su Instagram oltre 86milioni di hashtag.

Giornata mondiale del sonno

Si celebra ogni anno nel venerdì che precede l’equinozio di primavera. La giornata mondiale è nata nel 2008 per sensibilizzare sui disturbi del sonno e sui relativi costi sociali per la collettività.Lo scorso anno la giornata ha coinvolto 72 Paesi in tutto il mondo e centinaia di iniziative. Quasi inaspettatamente, un hashtag #worldsleepday è diventato trending topic sia su Twitter che su Facebook. A testimonianza dell’efficacia di queste campagne di sensibilizzazione e della crescente attenzione che le persone cominciano a riporre su questo terzo della nostra vita che trascorriamo dormendo. Disturbi del sonno possono avere conseguenze molto negative sull’organismo stress, bassa produttività, stanchezza cronica, aumento di peso e indebolimento del sistema immunitario. I consigli per un riposo migliore sono molto vari: innanzitutto, è bene cenare con piatti leggeri, e cercare di non mettersi mai a letto troppo tardi. La ‘regola  resta comunque quella di avere orari del sonno uniformi e regolari, senza particolari stravolgimenti tra un giorno e l’altro.Gli esperti, poi, sconsigliano l’esposizione, prima di andare a dormire, a determinate luci come quelle a led: assolutamente nemici del sonno sono, ad esempio, smartphone e tablet utilizzati a letto.Inoltre, è bene evitare, poco prima di andare a dormire, sostanze eccitanti come la nicotina, l’alcol e, ovviamente, la caffeina. Attenzione anche a lavarvi i denti: cercate di farlo almeno mezz’ora prima di andare a dormire, perché alcune sostanze contenute nei dentifrici possono avere un effetto eccitante su tutto l’organismo.Siete soliti concedervi un riposino pomeridiano? Potete farlo, ma solo per qualche minuto e mai per  più di un’ora. Se siete sportivi, fare esercizio va bene, ma non la sera.

Un fotogramma del cortometraggio Disney Drip Dippy Donald (1948)

 

Partire a Settembre

Il mondo si divide in due: chi viaggia a giugno, massimo inizio luglio, e chi affonda la testa nel lavoro per tirare il fiato a settembre. In entrambi i casi complimenti!. Peccato che il 79 % degli italiani viaggi in agosto quindi il mondo delle partenze intelligenti è davvero poco abitato. Perché andare in vacanza a settembre? Perché costa meno, è meno frequentato e, spesso, più soddisfacente. Certo ma se non tutti viaggiano nelle due finestre da imbarco i motivi sono principalmente: figli e scuole, ferie obbligate per chiusure aziendali. Anteposto ciò, dedichiamo i nuovi sogni di un’estate che si allunga fino ai primi giorni d’autunno. In pratica: dove andare in vacanza a settembre visto anche che non esistono più le mezze stagioni. E questi luoghi confermano.Salento. Parliamo un attimo del Salento? Recale è l’angolo di Puglia salentina che non dovrete ignorare. Ora che nessun trentino posta più tramonti con hashtag in dialetto pugliese. Ora che la stragrande maggioranza è stata in Puglia ad agosto godetevi gli animi più sinceri, il mare più azzurro i caffè  locali. California. Lontana, ma così vicina  A Malibu il mare vi aspetta sempre e si surfa tutto l’anno. A Los Angeles nessuno sposta la scritta Hollywood dalla collina. A San Diego nessun tacos bar vi negherà un Margarita se il calendario segna la metà  di settembre. Tokyo. Sì!  picchi da brividi da metà aprile per la fioritura dei ciliegi fino ai primi di luglio. Poi stop per il troppo caldo e a Natale non fingete neppure di crederci: settembre è il mese che vi vuole nipponici. Tour: Tokyo, Kyoto, Osaka semplicemente meraviglioso . Pantelleria. L’isola dei non locali, l’isola dove i dammusi sono diventati resort privati affittati nei mesi più torridi a cifre…torride. A settembre i tramonti più spettacolari del Mar Mediterraneo vi attendono, le vigne di passiti hanno assorbito tutto il sole del mondo. E i dammusi in questione, a stagione finita, costano decisamente meno.Namibia. Mal d’Africa farsi travolgere nel profondo. Le silhouette lunghe delle giraffe, le ombre introvabili dei rinoceronti, le meraviglie di madre natura nel Parco Nazionale d’Etosha. La Namibia a settembre è la meta dove non farsi rintracciare dalle mail, da Facebook, dai Whatsapp etc. Il deserto più vecchio del mondo con le migliori amiche. Può bastare?

Il cappuccino dentro la moda

Un look ricercato non può dirsi completo senza un cappuccino. Parola di Ryan Glick, fondatore del blog di urban fashion Swgnt, ma soprattutto mente dell’account Instagram da oltre 300 mila follower @coffeenclothes. L’idea cavalca il fenomeno della latte art, i cappuccini decorati a fantasia che sui social hanno trafugato la scena ai soliti drink, e la unisce a idee di stile nelle forme più brillanti. Nella stessa foto campeggiano una it bag e un cappuccio extra large, un milkshake in primo piano e scarpe griffate sullo sfondo, oppure ancora caffè, latte e una spruzzata di cacao a riprodurre esattamente il logo di una casa di moda. Quelli dedicati a Gucci, Burberry, Yves Saint Laurent,  Chanel sono i designer latte che vanno per la maggiore, ma dà spazio anche a cremose riproduzioni delle scarpe da corsa di Nike, delle Converse All Star e degli accessori di Balenciaga. Perché una foto venga scelta da Ryan Glick e postata sull’account, nessun dettaglio deve essere lasciato al caso e non può mancare l’hashtag #coffeenclothes. L’engagement più significativo, fanno sapere gli  amministratori della pagina, arriva dagli Stati Uniti, da Toronto, Londra, Parigi e dall’Indonesia, ma è difficile scoprire dove si possono ordinare dei cappuccini “brandizzati”. La popolarità del profilo Instagram ha ovviamente regalato traffico al sito coffeenclothes.com, dove è stata inaugurata anche la sezione e-commerce.

La giornata dei bermuda in ufficio

Il 7 luglio 2017, è la giornata dei bermuda in ufficio. Comodi, pratici e  perché no chic, sono i pantaloni più amati dagli uomini. Perfetti per il tempo libero, ideali per il mare, i bermuda in quest’occasione diventano uno dei capi da sfoggiare anche durante il lavoro. Ora che l’estate è arrivata e che le temperature si alzano nessuno ha più molta voglia di indossare vestiti pesanti, principalmente gli uomini, che spesso si ritrovano a trascorrere ore in ufficio con indosso completi eleganti. La rivoluzione parte dagli Stati Uniti, dove tantissime aziende hanno dato il via libera ai bermuda  sul posto di lavoro. E così quando la temperatura sale, manager, giornalisti e professionisti dicono addio agli abiti sartoriali.Dopo il casual Friday, le sneakers e le polo, cade dunque l’ultimo tabù legato all’outfit da ufficio. Si racconta che a rinunciare per primo ai pantaloni lunghi in ufficio qualche anno fa, un avvocato di Manhattan. Hyman Gross, che lavorava per un prestigioso studio legale, era convinto che il completo sartoriale anche d’estate fosse una  tradizione del passato così si presentò in ufficio con i bermuda. La sua scelta non incontrò il favore del suo capo la risposta sarebbe stata “questo è un ufficio non uno stabilimento balneare” e Gross si licenziò.La giornata dei bermuda in ufficio si festeggia il 7 luglio perché, secondo i canoni sartoriali, 7 sono i centimetri che devono passare tra l’orlo del pantalone e il ginocchio. Un’altra curiosità riguarda il nome di questo capo di abbigliamento: deriva infatti dalle Bermuda dove venivano indossati non solo nel tempo libero, ma anche in situazioni più formali e spesso abbinato al classico duo giacca e cravatta.Pochi lo sanno, ma la loro origine è femminile. Nacquero infatti per aggirare il divieto secondo cui le donne non potevano mostrare le gambe nude. Con il tempo contagiarono anche gli uomini, che si innamorarono di questo capo. L’hashtag ufficiale di questa ricorrenza è #stayShorts: se il 7 luglio indosserete i bermuda in ufficio, utilizzatelo per postare una foto sui social

 

 

 

Giornata mondiale dell’ambiente

Sui social si possono condividere immagini sotto l’hashtag  #WithNature per creare un enorme album fotografico della TerraOggi è la giornata mondiale dell’ambientela  anche Google la ricorda, con un doodle che ‘rinverdisce’ la scritta colorata e fa spuntare un paio di foglie sull’immaginario albero della ‘L’. Cliccando sul nuovo logo verde natura si accede a tutta una serie di informazioni sulle condizioni di salute del nostro pianeta ma si scopre anche la storia di questa Giornata. Anche Papa Francesco ha contribuito alla causa ambientale con un tweet: E’ intervenuto anche il presidente Sergio Mattarella. Dagli anni  Settanta questa ricorrenza – nota nel mondo come World Environment Day  è diventata l’occasione per parlare delle tematiche ambientali, spesso bistrattate dai tavoli politici: inquinamento, surriscaldamento globale, sovrappopolazione. Ma ogni anno la Giornata dell’ambiente si dà un tema d’approfondimento diverso, ovvero il rapporto tra uomo e natura. Cambia ogni anno anche il Paese ‘ospitante’: per il 2017 è il Canada, mentre due anni fa fu l’Italia. Il Canada ha deciso per l’occasione di rendere l’accesso ai suoi numerosi giardini, parchi naturali, riserve marine, bio parchi etc gratuito per tutto l’anno. Ma anche l’Italia ha un suo ruolo quest’anno: tra pochi giorni, l’11 e 12 giugno, a Bologna si terrà il G7 sull’ambiente

Bambini….si o no….

Sedie a sdraio, sabbia bianca, ombrelloni ed una bellissima vista sul Reno: il  Sonnendeck Dusseldorf potrebbe essere un eccezionale giardino della birra, per famiglie se solo il suo gestore, Patrick Weiss, non avesse pensato e deciso di vietarlo ai bambini oltre che ai cani. “Non è che non mi piacciano i piccoli e gli animali. Io stesso ho tre figli e due cani, ma il vero problema sono i genitori e i padroni: non si prendono cura di loro, non li controllano come dovrebbero. E così ecco bambini che mettono le dita in mezzo alle sedie,  si tagliano su pezzi di vetri di bottiglie appena rotte si o, se ancora bebè, fanno la cacca accanto al pasto di un altro ospite come ci è successo qualche giorno fa”. Come riporta il Tagesspiegel   in realtà non tutto il giardino della birra è zona vietata ai bambini. Un’area per loro c’è, solo che è staccata da tutto il resto e si raccomanda la supervisione dei genitori. Le reazioni, sia su twitter con l’ hashtag  # sonnendeckche sulla pagina facebook del biergarten, non si sono fatte attendere. “Ho ricevuto sia offesegratis che commenti incoraggianti anche da genitori che condividono appieno il mio punto di vista”.Quanto fatto da Weiss non è una novità per la Germania, Nel 2010  il  caffè Nilsen di Prenzlauer Berg, zona nord est di Berlino (leggenda vuole che sia uno dei quartieri cittadini in cui nascono più bambini in tutta Europa) vietò l’ingresso a neonati e ragazzini. Per una delle nazioni con il più basso tasso di natalità al mondo non è certo un buon bigliettino da visita, ma nessuno tocchi il giardino della birra ai tedeschi.onlineimage