Mangiare ottimi piatti, che siano essi primi, secondi, verdure, muoversi tanto, conoscere a fondo il proprio corpo e la propria mente: ecco la ricetta perfetta per vivere in salute e in armonia.
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Dente di Leone in cucina
Diffuso in tutto il pianeta, più precisamente nella fascia a clima temperato,il dente di leone, è piuttosto rustico e non richiede condizioni ambientali particolari sembra che preferisca le distese erbose soleggiate e ventilate. Si tratta di uno dei maggiori esponenti delle così chiamate erbe spontanee e viene coltivato solo in parte. Di rado è impiegato a scopo decorativo; al contrario, è considerato dagli amanti del giardinaggio come una vera e propria pianta infestante. Il dente di leone appartiene al gruppo di alimenti ricchi di vitamina A e C, ed è anche noto per l’abbondante quantità di fibre e minerali. Si colloca tra le erbe spontanee più consumate in Italia; se ne fa un grande uso nel Centro Italia. Il dente di leone si può mangiare crudo in insalata o cotto. Nel primo caso è essenziale coglierlo giovane, prima che fiorisca e fruttifichi, quando le foglie sono color verde chiaro e brillante, e di consistenza tenera; di solito in questa fase hanno un sapore meno amarognolo e più dolciastro. Per la cottura invece, che dev’essere per lessatura e / o saltato in padella con olio e aglio possono venire impiegate anche le foglie di maggiori dimensioni; L’insalata di tarassaco è solitamente accompagnata da uova sode Cotto, il dente di leone selvatico può essere un ingrediente per ricette più elaborate di ogni tipo. In alternativa agli spinaci strizzato e tritato, può colorare di verde la pasta Miscelato a formaggio , spezie, ricotta o patata invece, arricchisce la farcitura di paste ripiene,quali lasagne; può costituire anche un sugo per la pasta . Molti lo usano anche per imbottire gli arrosti, ma l’utilizzo più diffuso è invece nelle quiche o torte salate
Giornata mondiale dell’acqua lo sapevi che….
Oggi è la Giornata mondiale dell’Acqua. Un buon modo di festeggiare è metterci alla prova sapete quanta acqua ci vuole per fare…… un chilogrammo di pomodori, di banane o di mele? Di mele. 822 litri, contro i 790 delle banane e i 214 dei pomodori, e ci vuole più acqua per fare una tazza (125 ml) di caffè, una tazza (250 ml) di tè, un bicchiere (125 ml) di vino o un boccale (250 ml) di birra? Per un bicchiere di vino (109 litri). Seguono il caffè (132), la birra (74) e il tè (27). Se il vino, però, viene prodotto in Italia o in Francia, Stati virtuosi, i litri dell’acqua consumata scendono a 90…Ci vuole più acqua per fare una T-shirt di cotone (250 grammi), un chilogrammo di pizza Margherita, o di datteri? Una T-shirt con di cotone (2.495 litri). A seguire, i datteri (2.277) e la pizza (1.737). L’acqua è un bene preziosissimo facciamo attenzione anche a quanta ne sprechiamo nei nostri gesti quotidiani ad esempio quando ci laviamo i denti, quando facciamo il bagno o la doccia chiunque tu sia, ovunque tu sia, l’acqua è un tuo diritto. L’accesso all’acqua è alla base della salute pubblica ed è quindi fondamentale per lo sviluppo sostenibile e per un mondo stabile e prospero.

Come quando fuori …
Ecco che piano, è arrivata la pioggia. Prima a piccole dosi, poi più scrosciante. Il cielo è pesante, la dolce malinconia prende il sopravvento e non si resiste a farsi fare compagnia da un cesto di legna scoppiettante che brucia dentro il caminetto. Proprio noi , che solo qualche giorno fa ci lamentavamo del caldo che non voleva finire, ora l’umidità penetra nelle ossa. Ci facciamo coccolare dal calore delle nostre case, il clima preferito, la felicità è una cosa semplice in fondo e quando fuori piove non si sta poi così male. Perché, diciamolo, nonostante i tanti buoni propositi maturati lo scorso anno durante il lockdown, l’autunno e l’inverno ci regalano le migliori scuse per non uscire, per ascoltare la pioggia sotto le coperte, prendersi un tè con dei biscottini, guardare la televisione un intero week end senza sentirsi troppo in colpa. Come quando fuori piove ed il calore di casa ti avvolge pian piano.
Iniziamo bene la giornata
Iniziamo la giornata sempre con una colazione lenta, fatta di calore coccole e sorrisi… preparare dei muffin per la colazione, giocando e sorridendo, anche siete a casa oppure se siete in vacanza al mare e magari fa brutto tempo. Perché possiamo trovare l’antidoto della serenità nelle piccole belle abitudini,e nel cioccolato… Ci piacciono le ricette #sprecozero e da realizzare con ingredienti che abbiamo in casa senza dover andare a fare spese non necessarie. Occorrono 180 gr farina, 25g cacao amaro, polvere lievitante ,cannella in polvere, 60gr zucchero di canna, una bevanda di soia senza zucchero 250 g 40gr olio extravergine di oliva 50gr cioccolato fondente, 1 Pera abate Accendi il forno a 180° C. In una ciotola setaccia insieme la farina, il cacao, la cannella e la polvere lievitante. Aggiungi il sale. Miscela. A parte emulsiona la bevanda e l’olio. Trita al coltello il cioccolato, pela e taglia a cubetti la pera. Aggiungi i liquidi nella ciotola dei secchi. Incorpora con una frusta. Quando il composto sarà liscio e omogeneo, aggiungi cioccolato e pera. Mescola. Versa il composto nei pirottini fino all’orlo circa. Inforna e lascia cuocere per 20-25 minuti. Fai la prova con lo stecchino e sforna quando risulterà asciutto. Si conservano per 3-4 giorni chiusi in un barattolo, sono buonissimi accompagnati da un caffè un the e anche del latte.

Muffi al cioccolato e arancia
Muffin al cioccolato e arancia, ecco la ricetta per prepararli senza burro e senza pirottini, da cuocere e servire direttamente nelle bucce. Dolcetti soffici e sfiziosi di, sono perfetti per la merenda o per la prima colazione del mattino. Questi muffin permettono di utilizzare tutta l’arancia, senza sprechi oltre a conferire un tocco di originalità che piacerà di sicuro a grandi e piccini. Ingredienti per 6 muffin3 arance,12 gr di polpa di arancia,1 uovo,80 gr di zucchero di canna,130 gr di farina 110 gr cacao amaro,1/2 bustina di lievito per dolci. Ecco come preparare i muffin arancia e cioccolato: procedimento. Tagliare a metà le arance e spremere il succo con uno spremiagrumi; porre i gusci delle arance nello stampo per muffin, mettere in una ciotola capiente l’uovo sgusciato e mescolarlo con il succo e la polpa di arancia, incorporare anche lo zucchero e a seguire la farina, il cacao e il lievito, mescolare con una frusta per sciogliere eventuali grumi e versare il composto nelle bucce d’arancia riempendoli per tre quarti della loro capacità, infornare in forno caldo e cuocere a 180° per circa venti minuti, a cottura ultimata sfornare e far raffreddare su una gratella, gustateli tiepidi o freddi accompagnati da una tazza di thè o latte o dopo pranzo o cena come dessert
Le patatine fritte che salvano l’atmosfera…
I grassi rilasciati nell’atmosfera dalle fritture all’aperto causano la formazione di nuvole che sono indispensabili per rinfrescare il nostro Pianeta ormai annientato dal riscaldamento globale. Messa così sembrerebbe quasi che le patatine fritte salveranno la Terra dagli effetti dell’uomo e, per quanto ci piacerebbe pensarlo, purtroppo non è così. I ricercatori hanno studiato gli effetti delle fritture all’aperto sull’atmosfera e hanno pubblicato i loro risultati. Frittura e nuvole. In pratica quando siamo in giardino o in occasione di sagre e fiere, e friggiamo all’aperto si formano delle molecole di acidi grassi che a loro volta formano delle strutture complesse tridimensionali nelle gocce di aerosol atmosferico. Queste formazioni, spiegano gli scienziati, aumentano la durata delle vita atmosferica di queste molecole e influenzano la formazione delle nuvole. Le nubi sono indispensabili per rinfrescare l’aria. Quindi ciò che incrementa la formazione di nubi, permette anche di rinfrescare l’aria.E le patatine fritte? I ricercatori hanno testato gli effetti di queste molecole di acidi grassi e, attraverso alcuni esperimenti, hanno notato che influenzano l’assorbimento dell’acqua dall’ambiente attiguo un processo chiave per la nucleazione delle nubi e la viscosità, che influenza i tassi di reazione chimica. Inoltre, queste molecole sono più resistenti agli attacchi chimici e quindi perdurano più a lungo e viaggiano più lontano: tutto ciò facilita la formazione delle gocce e quindi delle nuvole Controlliamo l’entusiasmo. Quanto scoperto ovviamente non significa che le patatine fritte salveranno il mondo….


