Un cuore che batte

La parola giapponese ikigai è un termine giapponese che non ha una vera e propria traduzione nella nostra lingua. Il suo significato letterale è “ragione per alzarsi la mattina” racchiude un enorme significato. Definisce, infatti, il motivo per cui vivere, il “senso della vita”. Per questo, i ricercatori della Tohoku University in Giappone hanno realizzato uno studio approfondito su oltre 45.000 adulti di un’età compresa tra 40 e i 79 anni, chiedendo loro se avessero un ikigai. Poi, per sette anni hanno seguito e monitorato il loro stato di salute. Il 95% degli intervistati che riferivano di avere dato un significato alla propria esistenza erano vivi sette anni dopo l’indagine iniziale contro circa l’80% di coloro che non avevano dichiarato alcun buon motivo per vivere. La mancanza di ikigai, secondo i ricercatori, sarebbe in particolare associata con la morte a causa di malattie cardiovascolari. Non serviva una ricerca scientifica per dimostrarlo, ma il nostro cuore, per battere ogni giorno ha bisogno di un motivo. Allora forza, diamo un ikigai anche al giorno che nascerà domani

Scegli chi sei

Un giorno un  uomo si trovò con un amico a confidarsi, si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò  “Non ce la faccio più, questa vita mi è insopportabile l’amico  prese una manciata di sabbia e la lasciò cadere in un bicchiere pieno acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: Queste sono le tue sofferenze. Tutta l’acqua del bicchiere s’intorbidì e s’insudiciò. Poi prese un altra manciata di sabbia, identica alla precedente, la fece vedere all’amico, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare. La sabbia si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente com’era prima. Vedi? spiegò all’amico … Ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare … ogni giorno scegli di essere il mare prima o poi la vita ti sorriderà

“hic et nunc” …..“qui e ora”

Avete mai sentito parlare di “hic et nunc” o più semplicemente di “qui e ora”? Questa semplicissima espressione racchiude un concetto davvero molto vasto e spesso si fa corrispondere con altre frasi tipo “carpe diem” ovvero “cogli l’attimo”; in ogni caso queste definizioni indicano sempre un modo di vivere che ha come filosofia gli insegnamenti zen.  Per comprendere il “qui e ora” i buddisti fanno riferimento ad una storiella abbastanza famosa che parla di un uomo che inseguito da una tigre raggiunse il bordo di un precipizio, disperato e non sapendo più dove fuggire, per mettersi in salvo si aggrappò ad un ramo sporgente e abbastanza debole per reggerlo a lungo.In ogni caso in fondo al dirupo c’erano altre tigri pronte a sbranarlo e poiché l’uomo non vedeva nessuna alternativa e certo che in ogni caso sarebbe stato attaccato da una tigre staccò una fragola che era su quel ramo e se le gustò meditando su quanti doni e meraviglie ci regala la natura in ogni istante. Ora di certo avete ben capito cosa significa “hic et nunc” e cosa l’aneddoto ci abbia voluto insegnare: ammirare tutto ciò che ci circonda cercando il bello in ogni cosa… al di là se la situazione è a nostro favore o discapito. Ai nostri giorni attuare gli insegnamenti zen è ancora più complicato a causa dello stress e della mancanza di una concentrazione e pace interiore.Ma ritrovare la pace interiore non è poi così complicato, è sufficiente pensare alla bellezza ed irripetibilità di ogni istante, alla dolcezza che può avere l’abbraccio di una persona che ci vuole davvero bene, osservare un vaso con un  fiore  che sboccia, ascoltare il rilassante ticchettio della pioggia e respirare la freschezza dell’aria in quegli istanti, il caffè che profuma tutta la casa e invita a svegliarsi… Questa continuo cercare il bello e il positivo in ogni cosa, ci rende sempre più consci che in fin dei conti la “felicità” può essere in ogni cosa e certamente questa ricerca ci trasforma in esseri positivi e propositivi ad affrontare il domani che sarà certamente migliore di ieri e di oggi.

 

Moby Dick Festival la rassegna culturale a Terranuova

Dopo il successo dell’anno scorso è tornato  a Terranuova dal 3 al 7 aprile il  Moby Dick Festival, la rassegna culturale curata dal Comune di Terranuova Bracciolini. Oltre trentacinque ospiti si alterneranno, nella tensostruttura di piazza della Repubblica,  nei cinque giorni di Festival.Il Festival ha già avuto la forza di ingaggiare relatori internazionali del calibro di David Grossman che terrà una lectio magistralis sul valore e il potere del racconto e delle parole, in programma il prossimo 18 maggio, fuori calendario dunque. Moby Dick Festival è cultura, storia, giornalismo, scrittura, filosofia, musica, politica, economia, antropologia, sociologia. Ecco allora alcuni nomi degli ospiti: Gianrico Carofiglio, Federico Rampini, Federica Angeli, Massimo Cacciari, Alessandro Barbero, Alessandra Sardoni, Nando Dalla Chiesa, Giovanni Veronesi, Niccolò Fabi, Ferruccio De Bortoli, Carlotta Sami, Enrico Letta, Laura Morante, Vittorio Sgarbi, Stefano Massini, Anais Ginori, Marco Aime, Stefano Vastano, Marina Calculli, Sebastiano Caputo, Antonio Caprarica, Beppe Severgnini, Ferruccio De Bortoli, Lucio Caracciolo, Vittorio Emanuele Parsi Marcello Fois, Massimo Bray. Mantenendo intatta la spinta dell’edizione 2018, quest’anno è stato scelto come tema il potere delle parole, lo strumento con cui articolare ed esprimere i pensieri e i sentimenti, dando forma alla nostra stessa vita. Al centro dunque la narrazione, il racconto che definisce la comunità e allo stesso tempo la trasforma.

La pausa pranzo è da intenditori

Insalata di salmone aromatizzata agli agrumi, pollo allo zenzero in insalata verde, farro biologico alle verdure, vellutata di cavolo, fagioli e ceci. Chi ha detto che a pranzo al lavoro si deve rinunciare a qualità e gusto? Grazie all’idea di due giovani imprenditrici, basta un click per ritirare direttamente in ufficio un pranzo buono anche per l’ambiente perché ogni piatto, dalla pappa al pomodoro alla macedonia, arriva confezionato in un packaging a bassissimo impatto ambientale. A lanciarsi nell’avventura del “delivery gourmet” sono due imprenditrici che hanno deciso di cambiare vita lavorativa, restando in Italia. Grazie al loro “Food on the road” è possibile, a Roma, ordinare la propria “schiscetta” di qualità e riceverla dopo due ore, con la possibilità di scegliere menù vegetariani o vegani, senza glutine o lattosio, nelle confezioni prodotte con materiali di origine vegetale, rinnovabili e totalmente compostabili nell’organico .”La filosofia che ci diversifica è quella della qualità, così seguiamo quattro direttrici per scegliere il cibo che sia buono e sano; che sia da filiera certa, preferiamo cibo biologico; prediligiamo il km zero”. Fondamentale anche la scelta del metodo di cottura: il sottovuoto a basse temperature. Il punto vendita aperto nel 2014 con wi-fi libero acqua gratuita, spazio cani e spazio bambini, oltre ai  giornali sempre a disposizione. L’ attività si è guadagnata il premio come “formula innovativa” della Guida ai locali di Roma

Giardini e culture

Tipico della cultura giapponese, il giardino zen sta diventando popolare e amato anche nel nostro paese. I giardini zen, nella cultura paesaggistica giapponese, sono conosciuti per il loro effetto rilassante e calmante; sono luoghi in cui si ritrova il proprio benessere circondati da elementi naturali, l’aspetto del giardino segue l’alternarsi delle stagioni: è una continua evoluzione, proprio come è in continuo movimento il mondo. Il giardino, nella filosofia, zen crea un vero e proprio spettacolo, dove ogni cosa è manifestazione di un concetto e dove gli elementi acqua, piante e pietre  sono riprodotti in maniera metaforica da sassi, ghiaia e fontanelle. Vivendo in città non tutti hanno la fortuna di possedere un’giardino all’esterno ma ne potete comunque acquistare uno, in miniatura e che ha tutte le caratteristiche di uno grande e all’aperto,  di tanto in tanto così vi potete prendere dei secondi per sedervi e rilassarvi, l’effetto è lo stesso: raggiungere la pace interiore attraverso il tempo speso nella meditazione di questo piccolo spazio dedicato solo a voi. Insomma, l’aspetto così minimalista e rigoroso del giardino zen vi porta all’essenzialità e alla ricerca di quanto più semplice e armonioso ci sia in voi.

 

 

 

I giardini zen

Chi segue la filosofia orientale sa bene che il principio di non dualità si ritrova in ogni aspetto della vita quotidiana. Per questo motivo, i cultori della filosofia zen, ritengono che la creazione, e la passione, di un giardino zen abbia numerosi benefici sulla salute, ma soprattutto sulla psiche umana. La visione occidentale si distacca totalmente dalla visione orientale nel capire l’essenza del giardino. Se per noi, nati in occidente, la cura di uno spazio verde può rappresentare un semplice passatempo, per la cultura orientale sta a significare la cura dell’anima, dell’essenza di noi stessi. Il giardino zen è, infatti, il luogo della meditazione, della scoperta di se stessi. Curare un giardino zen è come curare la propria salute, coccolarsi. Sposare la filosofia zen non può far altro che creare benefici alla salute umana. In apparenza, per chi non la conosce, la cura di questo giardino potrà apparire noiosa o monotona ma, secondo gli esperti, lo studio degli elementi essenziali del paesaggio zen aiuta l’individuo ad entrare in contatto con il suo io più profondo, quello più nascosto dalla superficie. E’ in grado di offrire calma, di ripristinare la concentrazione perduta e riordinare la pace che alberga in noi. Il rituale zen è dominato dall’elemento del silenzio, della non parola, che invoglia alla meditazione e alla contemplazione, cosicché il benessere possa farsi strada nell’animo umano.