Svesti la frutta

Da quando i sacchetti dell’ortofrutta sono diventati a pagamento il mercato dei consumatori si è orientato ad acquistare frutta e verdura confezionata in vaschette di plastica, polistirolo o cartoncino. Forse è sfuggito a molti che anche questi imballaggi sono a carico dei compratori, nonostante il costo non sia “visibile”, ma anzi il confezionato alla fine è un po’ più caro Oltre all’aspetto economico bisogna considerare l’impatto ambientale delle vaschette e del film plastico di copertura che ha un peso notevole. Partendo dal problema della sostenibilità del packaging utilizzato per frutta e verdura, è nata la campagna social “Svesti la Frutta” #svestilafrutta, lanciata dal portale greenMe.it. I promotori si sono chiesti quanto abbia “senso imballare frutta e verdura che già per natura, grazie alla buccia, hanno una loro protezione”, e invitano a lottare in maniera attiva e social contro l’abuso degli imballaggi in plastica. L’obbiettivo è educare l’opinione pubblica, i produttori e i supermercati per favorire un’inversione di tendenza che rispetti l’ambiente e limiti gli sprechi.Partecipare alla campagna “Svesti la Frutta” è molto semplice. Ogni qualvolta il consumatore si trovi davanti a un prodotto imballato in maniera assurda e senza senso una mela, una banana, un’arancia etc..) può scattare una foto e caricala sui social Facebook, Twitter, Instagram usando l’hashtag #svestilafrutta, taggando @greenMe_it e inserendo anche il nome del supermercato o del negozio. Il problema della plastica (oggi tra l’altro è la giornata mondiale dell’ambiente) è già un’emergenza, come ricordano in molti, e purtroppo,si prevede che entro il 2050, nei mari nuoteranno più bottiglie che pesci.

 

Primavera stagione dell’amore? Anche no….

Casomai la primavera fosse veramente la stagione dell’amore, occorrerebbe precisare ‘dei nuovi amori’. Perché quelli vecchi, quelli in corso d’opera, quelli vissuti nei mesi precedenti, vedono invece con una certa ciclicità la parola fine. Con la bella stagione lasciarsi diventa più facile. I divorzi piovono come acquazzoni di aprile, perché succede? Ne ha dato una parziale spiegazione la psicologa Forshee E’ tutta questione di ormoni.Un’indagine del  sui social media ha permesso di quantificare il numero di persone che su Facebook cambiava il proprio stato da ‘impegnato/a’  a ‘single’ in un anno. Ebbene, il picco annuale risultava visibile con l’arrivo della bella stagione. Ma cosa succede? Non è una banalità immaginare che con la primavera ci si senta ‘uccel di bosco’, e che riemergano in noi, uomini e donne, sentimenti che reclamano libertà sentimentale.Spiega la Dottoressa che c’è una ragione che potrebbe essere collegata al ciclo ormonale. Durante i mesi freddi infatti, la luce diminuisce, e il corpo produce più melatonina, che serve a regolare il sonno, e meno serotonina, il che ci fa sentire felici. Ecco che la presenza di una persona al proprio fianco rende l’inverno più facile da affrontare. Al contrario, quando la luce aumenta, si riduce la produzione di melatonina e aumenta quella della serotonina. Sentendoci più felici finiamo per avere più voglia di uscire, di conoscere nuove persone. Ci sentiamo più sicuri di noi, attraenti, pronti a vivere nuove avventure. Le coppie meno abituate, o quelle che magari da tempo vivono momenti di crisi, potrebbero non superare questo tempo in cui si prova questa sorta di felicità individuale. Che ci porta a togliersi le ‘manette’ e a lasciarsi.

La felicità la somma di tante piacevoli cose

La felicità è una somma di piccole cose, canterebbe Niccolò Fabi. E ce ne sono tante, di cose semplicissime, che possiamo fare per allenarci alla felicità. L’elenco delle cose da fare in meno di un minuto per essere felici e di una semplicità sorprendente. Semplici gesti quotidiani. Pulizia e ordine mentale nel caos di consegne, scadenze e impegni che affollano le nostre giornate: e non dite “sembra facile”. Serve meno di un minuto. Più facile che bere un bicchiere d’acqua. Iniziate da qui: appendi correttamente il cappotto: non si stropiccerà e sarà sempre perfetto e pronto all’uso. Non lasciarlo a caso sul divano o buttato su una sedia. Leggi una lettera e buttala via: evadi la tua posta un pezzo alla volta, con costanza. Rispondi ad una email: confessa, quante ne hai in giacenza?  Appunta una frase sulla felicità o una citazione che ti piace: fallo su Facebook, sul tuo diario personale, sull’agenda o su Twitter. Dove vuoi, ma fallo. Rispondi ai messaggi: liberati dalle notifiche in attesa su WhatsApp, ti sentirai subito meglio. E se non vuoi essere disturbato, tieni il telefono in modalità aereo mentre finisci di fare qualcosa di importante. Lava i piatti subito dopo aver mangiato: non lasciarli nel lavello, resteranno lì per sempre. Il trucco è lavarli rapidamente o “lanciarli” subito in lavastoviglie.  Butta i giornali che non servono più: cosa te ne fai dei numeri del 1990?! Non sei un emeroteca! Per gli archivi sono preziosissimi, per te sono solo un peso, quindi telefona e concorda un appuntamento per portarli allo smaltimento.

 

Cosa è meglio non ordinare al ristorante

Dopo anni e anni di moda del food sempre più diffuso, tendiamo ad esaltare per partito preso tutto ciò che ha a che fare con il cibo: ogni ristorante dove abbiamo mangiato dignitosamente diventa nelle chiacchierate con gli amici un luogo dell’anima, tutti i cuochi sono chef e anche il toast al bar della stazione merita di essere fotografato e condiviso su Instagram, facebook,twitter Eppure anche il mondo della ristorazione è pieno di mode stupide, locali che fanno proposte sbagliate e clienti che fanno richieste soltanto assurde. Chi più dei grandi chef può avere esperienza diretta di questo lato oscuro? Ecco alcuni consigli che dovreste sempre tenere in considerazione. Non ordinate il pesce il lunedì  La maggior parte dei ristoranti riceve gli ordini di pesce il giovedì o il venerdì per il weekend, e poi di nuovo il martedì per la settimana. Il lunedì spesso si smaltiscono gli avanzi del fine settimana, ma il pesce fresco mantiene intatte le proprie qualità per tre giorni al massimo. Per evitare guai, comunque, potete sempre chiedere da dove viene il pesce e quando è stato acquistato. Non ordinate cose diverse dalla specialità del locale. Sembrerebbe una regola banale, ma in molti non la seguono e di recente la ha ribadita Michael Armstrong, non ordinate gli spaghetti allo scoglio in pizzeria, il pesce al circolo dei cacciatori, gli spiedini di pollo in un ristorante di sushi. O se lo fate, poi non lamentatevi se il risultato è tutt’altro che gradevole. Non chiedete cambi di ingredienti. A patto che non siate allergici, non chiedete mai di sostituire, togliere o aggiungere un ingrediente in un piatto presente in carta. Se il ristorante è di buona qualità, lo chef sa quello che fa e cosa si abbina bene. Se gli ingredienti non vi piacciono, scegliete un altro piatto. Questo vi metterà al riparo anche dal rischio di stizzire i camerieri, il che come insegna la saggezza popolare non è mai consigliabile.

Un trucco per sneakers sempre bianche

Su Twitter e facebook qualcuno ha trovato la soluzione a uno dei tuoi problemi vitali: come  fare a far  tornare bianche un paio di sneakers bianche, come le Converse, che a un certo momento diventano così sporche da sembrare sdrucide? Come te, un sacco di altre persone stavano cercando la soluzione definitiva tanto che, quella che è stata trovata e condivisa sul social network, è diventata virale in pochissimo tempo. In sostanza è una di quelle trovate che ti svolta il bucato, la serata, ma pure la scarpiera. Sarahtraceyy ha aperto il mobile della sua cucina, ha impastato qualche giusto prodotto da biancheria, ci ha messo un po’ di olio di gomito, e ha ottenuto il risultato che chiunque indossi un paio di scarpe bianche in tela sogna da sempre. Con un sbattimento limitato è riuscita a fare risplendere il suo paio di scarpe contro ogni attesa e la gioia era così immensa che ha pensato bene di diffonderlo in un impulso altruistico. Quello che devi fare è armarti di acqua, bicarbonato e detersivo la proporzione è di 1 a 1,5, uno spazzolino e una bacinella d’acqua. Metti le tue sneakers dentro, le strofini con lo spazzolino e poi le butti in lavatrice per la passata finale. Il risultato, senza troppo sforzo, è accecante.

Le ore della giornata

La giornata è formata da 24 ore, ma sono solo due quelle in cui siamo più fruttuosi. Invece di sfruttarle al meglio, però, le lasciamo scivolare via senza neanche rendercene conto. “Le due ore più produttive del giorno sono realmente quelle che passano tra il momento in cui ci alziamo dal letto e quello in cui arriviamo a sentirci davvero svegli“, ha “riferito” il professore di psicologia ed economista comportamentale della Duke University Dan Ariely Ma qual è la prima cosa che facciamo appena si è un po’ dileguata la nebbia del sonno? Ci immergiamo in attività che non richiedono lo sforzo di pensare, come girovagare su facebook o Twitter oppure cancellare le email.C’è un momento della giornata, insomma, in cui potremmo smuovere il mondo: leggere il giornale, fare il cambio degli armadi, prendere appuntamento, portare a fine quel progetto su cui stiamo lavorando, tutto in 120 minuti. Ma non li sfruttiamo perché non siamo consapevoli del potere che si potrebbe sprigionare da noi. Le ore che passano sono ore rapinatrici: passando, portano sempre via qualche cosa. Ogni ora che passa ti porta via un’ora di vita, di giovinezza, di affetti, di tempo per fare, fare soldi, fare carriera, fare affari. Un’ora che passa ti fa arrivare in ritardo e puoi perdere il treno, la nave, l’aereo, un appuntamento. Le ore che passano t’inducono a correre, più veloce, più veloce! Ci sono poi le ore che suonano sono come le prove per un concerto. Gettano al vento le note, talora anche incerte e qualcuna persino stonata: ma quando il maestro darà l’attacco, sentirete che musica! Vivi il tuo tempo nel migliore dei modi il tempo è vita….!!

Camminare cambia la vita

Un modo rilassante e stimolante per cambiare aria e beneficiare della luce del sole c’è anche in inverno. Voglia di restare avvolti nel piumone? Bersi una tisana davanti al camino o fare una doccia calda? In inverno vince la voglia di “rintanarsi”, ma esistono almeno 5 motivi per ricredersi, appendere la copertina al chiodo, uscire allo “scoperto” e andare a camminare anche solo mezzora in qualsiasi posto abitate, al mare in montagna ma anche in città  Camminare è un ottimo modo per disintossicarsi. Meno stressante per le ginocchia della corsa e molto molto più distensiva per i nervi la camminata  si consiglia di camminare per 30 minuti di seguito, un po’ più  veloce della passeggiata possibilmente 2/3 volte a settimana  è anche un bellissimo esercizio di meditazione e respirazione. Passeggiare soprattutto all’ aria aperta può trasformarsi nell’ abitudine più rilassante che ci sia. Addio Instagram, Facebook e Snapchat. Oltre a polmoni e mente, dopo un mese le gambe si fanno più reattive e toniche e ti sentirai in formissima…. evvai !!

Un offerta di lavoro da sogno

Da qualche anno le aziende sembrano aver capito che offrire benefit è un modo relativamente economico per tenere alto il morale dei dipendenti e ottenere anche un notevole ritorno di immagine. La lavanderia o il telefono aziendale, ma anche concessioni più banali come il caffè gratis in ufficio, hanno un grande impatto sui dipendenti, e tutto sommato costano meno di un aumento di stipendio. Aziende come Google e Facebook sono riuscite a costruire intorno a questi benefit una piccola mitologia del “posto di lavoro ideale”, che forse ha restituito loro in termini di immagine molto di più di quello che hanno speso. Benché il trend sia in crescita esponenziale, nessuno che si sappia aveva finora toccato i livelli dalla Base camp, un’azienda di Chicago che offre ai suoi dipendenti un pacchetto da far girare la testa. Ecco il trattamento dorato che promettono :Salari vincolati al 5% più alto del mercato  Assicurazione sanitaria e dentistica Copertura pensionistica integrale 100 dollari al mese per l’iscrizione alla palestra 100 dollari al mese per massaggi 100 dollari al mese per una postazione in un co-working Settimana lavorativa di 4 giorni (32 ore) in estate Ferie pagate e 3 settimane di vacanza totalmente spesate 1000 dollari all’anno da spendere in formazione o educazione 16 settimane di congedo parentale Un mese sabbatico ogni tre anni Il sito della compagnia tiene anche a evidenziare che il lavoro alla Base camp richiede di aderire a molti meno meeting e rispondere a molte meno mail della media. Pare che il lavoro si svolga in “piccoli team indipendenti” e su “cicli di sei settimane”. Se state già mettendo mano al cv, fermatevi. Quelle che abbiamo descritto finora sono le condizioni generali che si applicano a tutti gli impiegati, ma in questo momento la Basecamp non ha offerte di lavoro aperte. Non vi resta quindi che tenere gli occhi aperti, e monitorare il sito della compagnia.

I paesi dove si mangia meglio nel mondo

Un importante istituto di indagini ha chiesto ai suoi lettori su Facebook di scegliere, tramite un sondaggio, le mete gastronomiche ideali per i viaggiatori alla ricerca di esperienze del gusto autentiche. Ecco la lista dei Paesi in cui si mangia meglio nel mondo, con molte sorprese principalmente tra i contendenti del podio. Al primo posto della top ten, con rilevante stacco dal secondo e dal terzo, vi è Taiwan, che viene eletta come la regina del settore food a livello mondiale, dalle materie prime alla ristorazione passando per lo street food, l’isola si è aggiudicata la medaglia d’oro . La medaglia d’argento va ancora ad un Paese orientale, le Filippine. Terza in classifica, porta a casa la medaglia di bronzo, l’Italia, che si aggiudica anche la medaglia d’oro in Europa e tra tutti i Paesi occidentali, con 8 su 10 voti e una menzione d’onore per la varietà di ricette tra le Regioni. I piatti e gli ingredienti preferiti della nostra isola? Pasta fresca, olio extra vergine d’oliva, Parmigiano Reggiano, pizza, salsa di pomodoro e arancini. La classifica prosegue con un altro Paese orientale, la Thailandia, e un altro ancora, il Giappone, , la Malesia, e ancora Hong Kong e l’India, per ritrovare un altro Paese europeo, la Grecia, e terminare con il Vietnam. L’Oriente ha indubbiamente vinto la supremazia mondiale gastronomica, l’America non ha portato a casa voti, così come la Gran Bretagna, mentre resta sorprendente che nemmeno Francia e Spagna, abituate ad essere individuate come mete del gusto, non siano rientrate nella top ten.

I social network fanno male o no?

La questione è di quelle ambigue. Tanto che a porsela è perfino Facebook nella sua Internet nella sua newsroom, , in un post di due ricercatori di Menlo Park, David Ginsberg e la psicologa sociale Moira Burke.”Passare tempo sui social midia ci fa male?” si domandano, cercando di capire se le persone che trascorrono molte ore on line li utilizzino in modo importante e positivo oppure se consumino semplicemente status e aggiornamenti banali, togliendo in questo modo tempo prezioso ad amici e familiari. Queste sono domande cruciali per la Silicon Valley e anche per noi, la quale ha studiato l’impatto di Internet sulla vita delle persone per oltre un decennio Citando alcuni studi,  secondo cui i cellulari ridefiniscono le relazioni moderne, rendendoci “soli insieme” e notando un aumento della depressione adolescenziale in funzione dell’uso della tecnologia Ginsberg e Burke cercano di scoprire dove sia la verità sul tema.Per farlo, oltre al bicchiere mezzo vuoto, indicano anche quello mezzo pieno di cui fanno parte le tesi del sociologo Claude Fischer, secondo il quale le affermazioni per cui la tecnologia allontani le persone sono supportate da aneddoti ma ignorano i benefici della tecnologia stessa.Oppure, del mezzo pieno fa parte anche lo studio di Hampton sugli spazi pubblici che suggerisce come le persone trascorrono più tempo in mezzo agli altri ora e che gli smartphone sono usati spesso da persone che passano il tempo da sole. Perché, “non è solo un problema di Facebook ma un problema di Internet”.E per avere le risposte, bisogna farsi le domande. Eccoci, quindi, alla questione centrale: i social media sono buoni o cattivi? Secondo esperti e ricercatori, si tratta ancora una volta di “come” si utilizza la tecnologia.Ad esempio, si legge, “sui social puoi scorrere passivamente post, come a volte si guarda la TV, oppure interagire attivamente con amici e commentare pagine altrui. Proprio come di persona: interagire con qualcuno a cui si tiene può essere utile, mentre osservare gli altri da bordo campo può farti sentire peggio”. Insomma, si tratta di come si utilizzano i social media ad essere il fattore determinante in tema di benessere personale.