Ultimamente il foraging va molto di moda e proliferano anche corsi amatoriali sull’utilizzo di erbe e fiori in cucina. Diverse specie però appaiono anche nei menu di ristoranti, gastronomie e bar senza cognizione di causa. Di recente ho visto delle foto pubblicate sui social network di una gastronomia che descriveva i piatti con nomi botanici di specie in realtà non presenti nel piatto stesso: questa si chiama truffa e può essere davvero fuorviante.Il foraging dà dignità a ingredienti che hanno caratteristiche organolettiche così interessanti da poter sconvolgere un piatto. Non deve essere visto come un trend passeggero o un brillantino da buttare nel concetto dei piatti perché “fa figo”. Quando si utilizzano ingredienti di questo tipo bisognerebbe comunicare anche la vera missione di questa disciplina che è la connessione con l’ambiente che ci circonda.Le tue ricette preferite? Adoro i sapori veri, forti che all’inizio sembrano ostili. Serviamo un brodo con fiori fermentati che sprigionano i propri aromi modificando le caratteristiche che avevano appena raccolti. Oppure il risotto alla rosa cotto nel tè nero fermentato di foglie selvatiche tanniche. E poi le caramelle di acacia, che sprigionano il profumo avvolgente dei fiori freschi e nostri vini di fiori. In cucina, inoltre, possiamo giocare con gli infusi di fiori selvatici: modificando il ph della bevanda cambiamo il colore senza alterarne il gusto.Quali sono le scoperte relative al cibo selvatico ? Tutto il lavoro è fatto di sperimentazioni, scoperte e analisi. Negli ultimi tempi stiamo lavorando sulla commestibilità del legno, andando oltre al concetto di farina di sussistenza che abbiamo già sviluppato con le farine di ghiande, di cortecce interne e di licheni.
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Vivere off-grid
Una vita off-grid, fuori dalla rete, per vivere in punta di piedi, nel pieno rispetto dell’ambiente. Non più una scelta radicale, ma una possibilità per tanti.Vivere off-grid significa essere completamente autosufficienti dal punto di vista energetico e non consumare nessuna risorsa naturale, essere quindi fuori dalla rete pubblica per non inquinare. Si tratta di una soluzione che non solo garantisce la consapevolezza di essere completamente autonomi ed eco-sostenibili e la soddisfazione di un risparmio elevato, ma che può rappresentare un nuovo inizio, un’avventura verso uno stile di vita più naturale e consapevole.Non hai la possibilità di avere una casa autosufficiente, vuoi vedere cosa significa prima di iniziare a vivere fuori dalla rete. I motivi possono essere tanti, ma sicuramente è arrivato il momento di sperimentare di persona lo stile di vita off-grid, per una vacanza davvero speciale in una di queste 10 location in giro per il mondo. Tra le montagne e l’oceano in una Spagna off-grid. Un posto dove stare scalzi, immersi nella natura, senza alcun contatto digitale. Docce solari, cibo biologico, arredi ottenuti dal riciclo di vecchi oggetti e pannelli solari fanno di questa struttura un luogo davvero speciale. È possibile soggiornare nel giardino con il proprio furgone o nella deliziosa casetta ecologica. Le esperienze da non perdere: la struttura si trova a pochi minuti dalla città di Tarifa e l’oceano si può facilmente raggiungere a piedi. Esperienza off-grid nel cuore dell’Italia Tra le verdi colline dell’Umbria, si trova il Podere Vallescura, una fattoria biologica che può offrirti una vera esperienza off-grid. Tutta l’energia essenziale per la fattoria e le case è autoprodotta, senza pali del telefono o fili elettrici, ma solo dai pannelli fotovoltaici e dal generatore eolico. Qui potrai soggiornare all’interno di un romantico appartamento all’interno della casa coloniale principale, da poco ristrutturato in chiave green.Le esperienze da non perdere: anche se sembra lontanissimo dal mondo, l’agriturismo è a pochi chilometri da Perugia e dai borghi incantevoli di questa regione. Se preferisci potrai invece rimanere immerso nella natura e aiutare nelle attività quotidiane della fattoria.
L’intramontabile fascino di una baita di montagna
L’intramontabile fascino di una baita di montagna immersa nella natura fa di essa il luogo ideale dove trascorrere le vacanze invernali per poter ritrovare la giusta carica.Circondati dalla neve fresca e dai boschi di alta quota, le vacanze in montagna si addicono a tutti, dalle famiglie con bambini che possono divertirsi all’aperto, alla fuga romantica di coppia davanti all’intima atmosfera di un camino, mentre gli sportivi hanno a disposizione grandi discese innevate e percorsi per meravigliose escursioni.Essendo la vita di montagna fortemente legata al rispetto per l’ambiente e per la natura, ecco tre proposte per una vacanza in baita all’insegna dell’eco sostenibilità, senza rinunciare alle comodità moderne.Un piccolo villaggio di chalet in legno e pietra, nel cuore delle Dolomiti, Orse Rose in, Val di Zoldo, Veneto è quello che ci vuole per rigenerarsi in mezzo al verde. permette un soggiorno in completa autonomia, organizzando uscite ed escursioni come si desidera, e riesce a trasmettere storie e tradizioni del luogo anche tramite gli elementi d’arredo delle baite. E’ presente un orto biologico e un servizio di dog sitting, quando non è possibile portare con sé gli amici a quattro zampe sugli impianti sciistici o mentre si prova un’arrampicata o una partita a tennis.Nel cuore delle Dolomiti puoi dormire negli chalet di montagna del Pineta Naturalmente Hotel. L’hotel ha anche un centro benessere con saune, piscina e idromassaggio e un ristorante dove scoprire i sapori del Trentino. Da qui potrete partire alla scoperta della Val di Non, potrete vivere l’esperienza di una romantica gita in carrozza attorno ai laghi di Coredo e Tavon o raccogliere le mele nel frutteto di famiglia.Eco villaggio Sagna Rotonda, Marmora, PiemonteUn suggestivo borgo montano nella provincia di Cuneo è stato recuperato in modo eco-sostenibile e trasformato in struttura ricettiva green. Questo bellissimo villaggio è composto da 13 tipiche baite di montagne. L’energia della struttura è 100% green e, tra le altre cose, offre un’immensa area giochi all’aperto per i bambini e un bellissimo forno a legna.La location è mozzafiato: il villaggio è immerso nella Valle Maira, ancora poco conosciuto e lontano dal turismo di massa. In ogni angolo si nascondono sentieri romantici e i segni dei trincee militari. Qua riscopri la natura incontaminata e gli scenari incredibili che solo questa sa regalarci.
Esperienze incredibili
Vi ricordate Claudia Gerini in “Viaggi di nozze” di Carlo Verdone del 1995?Ecco, se Jessica era per la ricerca del bizzarro nelle sue effusioni affettuose, c’è qualcuno che non può esimersi dal “famolo strano” per quel che riguarda le vacanze.Camera d’hotel con morbido letto, lenzuola pulite e bagno in camera? Vade retro.Ecco gli hotel che sono loro stessi il fulcro del soggiorno; non più punto di partenza per esplorare nuove destinazioni, ma destinazioni e ambientazione di esperienze fuori dall’ordinario loro stessi. Insomma hotel incredibili, strani, ma assolutamente da visitare. La Balad des gnomes: novelli Ulisse nel Cavallo di TroiaMa non solo. Potete anche provare l’emozione di dormire in una casa dei troll, i fiabeschi e dispettosi personaggi della mitologia nordica.Se non è abbastanza potete farvi rapire dalle linee sinuose della camera dedicata a Gaudì o dalle atmosfere esotiche dell’Africa.Tutto questo a pochi chilometri da Durbuy, medievale cittadina del Belgio. Volete provare l’emozione di essere “Tre metri sopra il cielo”? O anche sei? Ecco il Treehotel, cioè un hotel le cui camere sono sugli alberi.Provate a dare un occhio alla camera UFO.Niente paura; nessun albero è stato sacrificato o danneggiato per realizzare le camere di questo hotel e ogni aspetto della sua creazione e operatività inneggiano, anzi, al rispetto e alla cura dell’ambiente: l’elettricità viene da una centrale idroelettrica verde a pochi passi da dove si trova il Treehotel, i led per l’illuminazione sono a basso consumo, le toilet non scaricano acqua in fogne, ma inceneriscono tutto a 600° e l’acqua di recupero è davvero recuperata e riusata.Ci piace: qui basta un buon libro, i nostri sensi aperti ai suoni e ai colori della Natura e la mente si rigenera. Kolarbyn Ecolodge: vuoi un caffè? Prendi l’ascia e vai Dodici casupole ricoperte di terra, erba, frutti di bosco e funghi in mezzo a una foresta fitta.Siete arrivati nel regno degli Hobbit? No, siete a un paio di ore da Stoccolma di fronte al Kolarbyn Ecolodge.Anche qui siamo in presenza di un riuso di spazi precedenti o quasi: qui già 400 anni fa, gli svedesi bruciavano la legna in apposite carbonaie per produrre carbone e vivevano in piccole e spartane casupole. Qualcuno ha pensato di ricostruire qualcuna di quelle capanne per consentire a chi voleva farsi il carbone di poter riusare il sito. Qualche anno dopo l’idea, in partnership con l’ufficio del Turismo svedese: offrire un ‘esperienza un pò “fuori dai sentieri battuti” ai turisti. Che accorrono da ogni dove per provare a stare qualche giorno senza doccia ma ci sono le cristalline e rinvigorenti acque del lago Skaersjoen e per dormire su tavolacci di legno coperti da vello di pecora Preoccupati? Se migliaia l’hanno già fatto, grazie anche alla presenza e all’aiuto discreto dello staff, “Yes, we can”.Ci piace: qualche giorno senza doccia, ma con un intero lago da affrontare per temprare anima e corpo. Ci piacciono le sfide.
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Un villaggio di ghiaccio con sauna in Svizzera
Tra gli igloo d’Europa, c’è ad esempio l’Igloo village Davos è situato nella famosa località dei Grigioni, uno dei più grandi centri sciistici d’Europa. Ogni inverno viene costruito il villaggio con l’aiuto di artisti internazionali che lo decorano con sculture di ghiaccio. È possibile scegliere tra 5 tipologie di stanza: da quella standard che può ospitare sino a 6 persone sino alla suite romantica, con una bellissima jacuzzi privata.A disposizione di tutti gli ospiti, una bellissima vasca riscaldata circondata dalle montagne e una sauna. Il letto matrimoniale è una lastra di ghiaccio ricoperta da pelle di pecora, sulla quale si dorme con un sacco a pelo da spedizione a prova delle temperature più difficili. Nel prezzo è sempre incluso un aperitivo di benvenuto, la colazione e la cena e una passeggiata con le ciaspole. Un modo davvero insolito per vivere la montagna d’inverno
In arrivo le buste 100% riciclabili
Il problema dell’accumulo di rifiuti di plastica diventa sempre più grave. Addirittura in India, la regione di Delhi ha deciso di mettere al bando la plastica usa-e-getta dal 2017. Come risolvere la situazione? Arrivano le buste di plastica vegetale 100% biodegradabili e addirittura commestibili. Il giovane imprenditore Hegde si è reso conto che le buste di plastica usa-e-getta rappresentano non soltanto un problema ambientale, ma anche economico. Infatti non tutti si possono permettere di acquistarle quando vanno a fare la spesa,quando acquistano frutta e verdura, ma anche indumenti, in più si tratta delle classiche buste di plastica usa-e-getta che una volta rotte non si possono né riutilizzare né riciclare.Ha dunque pensato alla realizzazione di buste di plastica formate da composti vegetali che siano biodegradabili in breve tempo. Le buste di plastica vengono descritte come 100% biodegradabili Queste nuove buste di plastica si biodegradano naturalmente in 180 giorni e all’istante se vengono immerse in acqua bollente. In più il materiale con cui sono composte è così naturale che le buste vengono considerate commestibili. Infatti si sciolgono in acqua bollente e dopo questa operazione la stessa acqua utilizzata risulta potabile. Per risultare più sostenibili le buste biodegradabili dovranno essere realizzate con scarti di verdura e frutta. Hedge afferma inoltre che di fronte ai sacchetti monouso, anche quando sono biodegradabili e realizzati con materie prime vegetali, rimane sempre qualche dubbio, perché è preferibile che le buste di plastica non riciclabili vengano sostituite con borse per la spesa resistenti, ad esempio in tela juta o in materiale robusto e impermeabile, in modo che possano essere riutilizzate per anni e non gettate poco dopo.
Il mare attorno allo Stockholm Waterfront
Il mare attorno allo Stockholm Waterfront sembra alzarsi e avvolgere uno dei più importanti centri congressi sostenibili del Nord Europa.Non si può non notarlo, visto che caratterizza tutta la parte di città che lo ospita. La struttura nel suo complesso comprende una sala congressi con alloggi per 3000 delegati e un salone per banchetti per ospitare 2000 ospiti, un albergo a quattro stelle con 414 camere, metà delle quali hanno una vista incantevole sulla baia e sul Municipio di Stoccolma, un caffè,e un complesso di uffici con vista panoramica sull’acqua e sulla città.Una sfida far stare tutte queste funzioni su un lotto triangolare stretto tra edifici esistenti e il mare. Gli architetti dello studio svedese White Arkitekter sono riusciti a dedicare a ogni funzione richiesta un edificio che avesse un senso compiuto e che dialogasse con gli altri in grande armonia, come a costruire un puzzle volumetrico di grande effetto.Dal punto di vista della sostenibilità, il centro congressi si presenta come un esempio completo di Green Building, e ne ha ottenuto anche l’ attestazione ufficiale. L’aspetto esterno del centro i è la parte che suscita l’interesse, con la sua sezione superiore configurata in sinuosi contorni che si inseriscono in maniera decisa nei contorni circostanti. La pelle del guscio esterno è costituita profili in acciaio inox e montata a una distanza dalla parete che crea una camera d’aria attorno alla facciata, con un’importante funzione termica. La stessa pelle ha la funzione di controllo dell’illuminazione che nel nord Europa è molto forte.Le altre facciate in vetro agiscono come enormi canali solari, mentre la capacità di raffreddamento è garantita da sistemi di distribuzione a soffitto e a parete del fresco proveniente dall’acqua del vicino lago e dalle 250 tonnellate di ghiaccio sotterraneo. Nel totale, l’intero complesso, costituisce a oggi uno dei complessi direzionali a minore consumo e minore impatto ambientale in Europa.
Un hotel “portatile” tutto eco sostenibile
Un hotel “portatile” da posizionare dove si vuole, è l’ultima rivoluzionaria proposta sostenibile a zero emissioni CO2 per venire incontro a viaggiatori innovativi.Il suo predecessore è il Capsule Inn di Osaka, sistema di hotel a occupazione densa, che però assomigliava più a un alveare di loculi in cui bisognava infilarsi gattoni che ad un hotel. Niente a che vedere con la Sleepbox, una recente proposta a grande efficienza energetica dello studio russo Arch Group che in soli 3.75 mq racchiude una stanza d’albergo.Pensata per gli uomini d’affari sempre in giro per il mondo e in transito da un aeroporto all’altro, la Sleepbox può essere installata nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti e in tutti quei luoghi in cui ci possa essere un gran numero di persone che ha bisogno di riposo. In paesi con un clima temperato può essere anche utilizzata per strada.Elemento funzionale principale della “scatola”, delle dimensioni di 2×1.4 metri per 2.30 m di altezza, è il letto (2×0.6 m), dotato di sistema automatico di cambio delle lenzuola rigorosamente in fibre naturali che vengono riavvolte da un estremo all’altro, cambiando il letto. Se il cliente vuole dormire nel massimo comfort, può prendere il normale set di biancheria da letto per un costo aggiuntivo.Sleepbox è dotata di un sistema di ventilazione, allarme acustico, TV LCD integrato, Wi-Fi, piattaforma per un laptop e dispositivo per ricaricare il cellulare. Sotto il pavimento c’è lo spazio per borse e valige All’uscita del cliente avviene il cambio automatico della biancheria da letto e si accendono le lampade al quarzo esterne che indicano la disponibilità della “camera”. È possibile effettuare il pagamento presso i terminali speciali che forniscono la chiave elettronica di accesso ai clienti che possono acquistare da un minimo di 15 minuti a diverse ore. Cos’ha di sostenibile? Dal punto di vista della attuazione, i materiali sono tutti originati da materie seconde da riciclo. L’automazione è massima, regolata da un sistema di microdomotica che riduce i costi energetici di utilizzo per tutte le funzioni alimentate da energia elettrica: massimo risparmio energetico dovuto alla organizzazione dei consumi, massima efficienza, zero emissioni di CO2, basso impatto ambientale.Ma soprattutto la sostenibilità sta in un aspetto che normalmente non viene tenuto in conto: alloggiando in questo tipo di hotel, vengono azzerati gli altissimi costi di gestione delle parti comuni degli alberghi, vaste e spesso inutilizzate, e i costi di trasporto per raggiungere e lasciare gli alberghi. Un risparmio in inquinamento ambientale non indifferente!
Quanto cibo sprechiamo?
Allevamenti intensivi per la produzione di carne, latte, uova e formaggi, campi coltivati per frutta e verdura: ogni giorno la popolazione mondiale consuma circa il 10% in più di cibo rispetto a quello di cui ha bisogno, mentre il 9% degli alimenti finisce in spazzatura. Questo significa che miliardi di tonnellate di cibo vengono sciupate, mentre ci sono persone che muoiono di fame. Limitando il sovra consumo e lo spreco, potremmo aiutare l’ambiente e migliorare le nostra salute con diete bilanciate. A darci questa notizia sono i ricercatori della University of Edinburgh che hanno esaminato i vari step del sistema di produzione di cibo per comprendere come ottimizzare gli sprechi. Secondo i calcoli infatti 2,1 miliardi di tonnellate di prodotti messi sul mercato vengono perse tra il consumo eccessivo, i rifiuti e l’inefficienza dei processi di produzione. Nel caso di allevamenti, i ricercatori spiegano che il loro settore è ancor più Circa 1,08 miliardi di tonnellate di raccolto vengono utilizzati per produrre 240 milioni di tonnellate di prodotti animali, inclusi carne, latte e uova. Il problema è che la domanda di queste prodotti di origine animale è in continuo aumento, così come il numero di persone che non ne hanno accesso. Il nostro futuro è vegetariano? Non è questo l’obiettivo dei ricercatori che invece mirano ad favorire la riduzione del consumo di prodotti di origine animali, degli sprechi e degli abusi come unica soluzione per invertire il trend inquinante in cui ci troviamo adesso.
Niente più caffè e api
Entro il 2050 in America Latina l’88 percento del territorio adatto alla coltura del caffè andrà perso a causa dei cambiamenti climatici. Non solo. Nella stessa regione si registrerà anche un calo nel numero di specie di api, i principali insetti impollinatori delle piante del genere Coffea, dalle quali si estraggono i chicchi del caffè Sono gli angosciosi risultati di una ricerca dello Institute di Panama, alla quale hanno collaborato studiosi di vari enti I ricercatori dello Smithsonian, consigliano che benché il declino sia inevitabile, tra le cinque e le dieci specie di api riusciranno a sopravvivere anche negli scenari peggiori previsti dal modello matematico, salvaguardando così il salvataggio di almeno una parte delle coltivazioni nelle aree ‘superstiti. Per coloro che potrebbero perdere le colture di caffè e di conseguenza il lavoro nei prossimi decenni, gli studiosi consigliano di essere lungimiranti e di iniziare un graduale passaggio ad altre tipologie di piantagioni o a nuovi sistemi di produzione. Nelle aree in cui è previsto il declino maggiore delle api ma dove il terreno rimarrebbe adatto per il caffè, Roubik e colleghi indicano di agire sugli habitat per aumentare le popolazioni degli imenotteri. Piantando per esempio alberi alti, dato che diverse specie di Coffea, di origine africana, preferiscono la crescita all’ombra di grandi piante. Un altro consiglio è quello di tutelare le foreste naturali e pianificare una rotazione delle colture. Se si interviene con anticipo, molti produttori potrebbero dunque salvare il proprio prezioso business e noi non rischiare di rimanere senza caffè!