Aprile dolce dormire, si usava dire, ma in primavera pochi, secondo le statistiche, avranno questo privilegio. C’è chi si distende sul divano e si addormenta subito c’è chi ha una amaca nel giardino e come ci sale sopra si addormenta, chi va a letto e si addormenta di botto, e chi come circa nove milioni di italiani soffre di disturbi del sonno ed a addormentarsi, con risvegli continui durante la notte o precoci la mattina. Le cause sono diverse e talvolta alla base possono esserci le apnee notturne, con conseguenze anche molto gravi. Se è vero che quattro persone su dieci in Italia dormono male, o meno del necessario. Per trattare le diverse tipologie di insonnia, importante quindi individuare le cause, migliorare il comfort domestico e affidarsi alle cure del medico.
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L’importanza di dormire
La notte ti giri e ti rigiri nel letto anche per ore ?Sei stanco, ma non riesci comunque a chiudere occhio ?Ti capita di svegliarti di notte, anche più volte, o di svegliarti prima del gallo ?Non preoccuparti: questi disturbi del sonno sono frequenti e diffusi nella popolazione. Ecco qualche suggerimento per dormire meglio Le “abbuffate” serali di liquidi possono essere un problema per chi soffre di insonnia, perché possono far insorgere il bisogno di urinare durante la notte, interrompendo il sonno. Se sei un appassionato di infusi e tisane o del tradizionale bicchiere di latte caldo bevile al massimo un paio d’ore prima di andare a dormire, per dare al corpo il tempo di assimilarle e di espellere i liquidi in eccesso prima di prendere sonno. Cena leggera, sonno pesante Ormai lo sanno tutti: la digestione influisce sul sonno in maniera importante. Cene particolarmente abbondanti, o il consumo di cibi ad alto contenuto di grassi o proteine di origine animale carne, burro, uova… ostacolano il sonno perché richiedono all’organismo un’attività più intensa per la loro digestione. Da evitare anche i cibi piccanti o acidi, perché favoriscono il reflusso e disturbano il sonno. Proteine vegetali, come quelle contenute nei legumi sono invece più digeribili di quelle della carne, e andrebbero preferite, magari in unione con carboidrati pasta, riso che ne favoriscono l’assorbimento e che, essendo ricchi di triptofano, sono alleati del sonno. Il corpo umano è metodico. Cambiare continuamente i propri orari, andando a dormire un ora prima, o un ora più tardi, e variando spesso anche il numero di ore di sonno e l’orario del risveglio, non fa bene alla salute e di certo non ci fa dormire bene. È come se spostassimo continuamente avanti e indietro le lancette del nostro orologio biologico! Per ottenere e mantenere un sonno di buona qualità, cerca di andare a dormire e di svegliarti sempre alla stessa ora. Qualche piccola trasgressione ogni tanto va bene, purché non diventi un’abitudine e si dia poi al corpo il tempo di recuperare il sonno perduto.
Sonnellino pomeridiano una buona abitudine non per tutti
Il pisolino è previsto dal nostro orologio biologico afferma la psicologa Farina La nostra naturale propensione al sonno è regolata dalle cosiddette ‘finestre’ permissive: una è quella serale, una è quella postprandiale. Sono questi i momenti in cui il nostro corpo si dà il permesso di lasciarsi andare al sonno. Concedersi una pennichella dopo pranzo, dunque, è buona norma, ma non per tutti: solo chi dorme bene la notte può farla, tutti gli altri dovrebbero evitarla. Chi soffre di insonnia non dovrebbe mai dormire di giorno, puntualizza l’esperta: Per loro si tratterebbe solo di un finto recupero. Il pisolino potrebbe seriamente danneggiare la già delicata struttura del sonno di chi dorme male. Il tavolo dove si è appena finito di mangiare ma meglio il divano morbido e accogliente, il silenzio della casa concilia il sonno: tutto sembra essere un invito ad addormentarci. La pennichella, però, non dovrebbe durare oltre i 30 minuti. È un riposino ristorativo, il tempo di cui il nostro corpo ha bisogno per recuperare è breve. Superando di molto la mezz’ora, c’è il rischio di svegliarsi scombussolati o con un forte mal di testa. Alla lunga i pisolini prolungati possono portare il soggetto a sviluppare disturbi del sonno. Il pisolino va fatto dopo pranzo e non in altri momenti della giornata. L’orologio biologico ci dice che siamo pronti a due riposi: uno è quello serale, un altro è quello postprandiale. Non ne prevede altri, non è nella nostra natura. Sentire il bisogno di addormentarsi nel tardo pomeriggio o in altri momenti della giornata potrebbe essere il sintomo di notti vissute male. Insomma, se ci viene sonno sull’autobus o se sentiamo il bisogno di sdraiarci e chiudere gli occhi in un orario in cui il nostro corpo dovrebbe essere attivo, dovremmo iniziare a valutare la qualità del nostro sonno notturno.

Alzarsi dalla sedia due minuti ogni 30 migliora la salute
Un équipe di ricercatori ha valutato l’impatto metabolico e vascolare acuto dello stare seduti a lungo e dell’interruzione di questa pratica. I risultati dell’analisi hanno permesso di rilevare che, rispetto allo stare seduti in modo prolungato, brevi periodi di attività ripetuti regolarmente riducevano le concentrazioni di zucchero nel sangue e insulina fino a nove ore dopo un pasto. Anche per quanto riguarda le concentrazioni di grasso nel sangue era possibile abbassarle, ma effetto sembrava essere ritardato, solo dopo 12-16 ore dall’inizio dell’attività. Secondo Peddie, autrice principale dello studio, la scoperta più interessante è che l’entità delle riduzioni dello zucchero nel sangue, dell’insulina o dei grassi non sembra essere influenzata dall’intensità dell’attività svolta, da ciò che si è mangiato, dall’età o dal peso. Muoversi di più e stare meno seduti è una regola che vale per tutti. “La maggior parte di noi trascorre circa il 75% della giornata seduto o in attività sedentarie, e questo comportamento è stato collegato a un aumento dei tassi di diabete, malattie cardiovascolari, di alcuni tumori e della mortalità generale. Dovremmo evitare di stare seduti per lunghi periodi e aumentare la quantità di movimento”. Servono ulteriori ricerche, però, per definire con esattezza la migliore durata e modalità dei break dalla sedia che dovremmo fare spesso.

Perché ti alzi la mattina?
I gatti, passano almeno due terzi della loro vita dormendo. Una giraffa ha bisogno, in media, di 2 ore di sonno al giorno. Un pipistrello ne richiede almeno 20 e non di notte. Nella sua vita un essere umano dorme in media per 230.000 ore. Circa 26 anni. Il sonno è praticamente l’altra metà della nostro arco vitale. Dormire è un momento, intimo, privato, vissuto senza bisogno di relazione. È un appuntamento con l’inconscio. Dormire è concedersi all’io più profondo, il momento in cui il nostro cervello dà il meglio di sé, producendo i nostri sogni. E allora, per cosa vi sveglierete domani mattina? Per quale ragione lascerete il vostro letto? Per quale sogno da realizzare, quale obiettivo da raggiungere, quale missione da compiere? Per quale guerra da combattere? Cosa vi accende, cosa vi muove? Cosa vi appassiona? Qual è il vero motivo per cui vi svegliate domani mattina? Forse è una domanda insolita ma, trovare una risposta, potrebbe dare un senso nuovo alla giornata
La conquista dell’indipendenza inizia dalla tavola
Dal punto di vista psicologico lo svezzamento del bambino è il primo importante momento di distacco dalla figura materna. Lo svezzamento rappresenta per il bambino un percorso delicato, non solo dal punto di vista della nutrizione ma anche dello sviluppo della sua autonomia. È quindi importante condurlo in questo percorso di consapevolezza, affinché possa scoprirsi più autonomo e indipendente, boccone dopo boccone.L’atteggiamento dei genitori durante lo svezzamento del bambino influenza l’approccio verso il cibo, che lo accompagnerà fino all’età adulta. Per questo motivo il momento della pappa non deve essere accompagnato da ansie e tensioni, né il cibo deve essere utilizzato come premio. Le migliori ricette per uno svezzamento riuscito sono il vostro esempio e la vostra infinita pazienza, insegnare a stare seduto a tavola al vostro bambino è un grande obbiettivo, il seggiolone è un elemento essenziale che lo farà sentire autonomo e in sicurezza .Acquistalo da www.ferrinigift.it
Dopo i 40 anni dovresti lavorare 3 giorni a settimana
Superati i 40 anni bisognerebbe lavorare di meno: questi i risultati di uno studio condotto in Giappone, dopo aver analizzato le capacità cognitive di un gruppo di uomini e di donne australiani ed averle incrociate con le loro abitudini lavorative. Il risultato è stato chiaro: superando le 25 ore di lavoro a settimana, il cervello di un 40enne inizia ad essere meno efficiente. Ma questo non significa che il riposo assoluto faccia bene: neanche i disoccupati hanno ottenuto punteggi alti.I protagonisti dello studio sono stati sottoposti ad un test cognitivo sotto pressione e il risultato più alto è stato raggiunto da chi aveva lavorato 25 ore a settimana. I disoccupati hanno ottenuto punteggi dal 15 al 25% più bassi, seguiti a stretto giro da chi aveva lavorato più di 40 ore. A quanto pare lo stress e la fatica, fisica e psicologica, compromettono la funzionalità del cervello: questo significa che per sfruttare a pieno le proprie capacità cognitive bisognerebbe mantenere un equilibrio fra lavoro e vita privata, con 3 giorni a settimana in ufficio e il resto del tempo impegnato in altre attività. Lavorare tre giorni a settimana è un obiettivo abbastanza irreale: e lo stress per i quarantenni di oggi, una generazione che viene chiamata “sandwich” perchè si trova stretta fra la cura dei figli ancora piccoli e quella dei genitori già anziani, di certo non manca! Per aiutare il vostro cervello a riprendersi dallo sforzo delle 40 ore e più settimanali, di lavoro, vi consigliamo due bicchieri di vino oppure un bel pezzo di cioccolata: oppure, al limite, convincete il vostro capo a fare una pausa in ufficio magari difronte a un bel cesto di frutta fresca!
WorldNutellaDay
Oggi 5 febbraio i social più popolari, quali Twitter, Instagram e Facebook, si riempiono di post con l’hashtag #WorldNutellaDay. Un’occasione per condividere con gli amici foto, ricette e ricordi legati alla squisita crema di nocciole Il 5 febbraio si celebra infatti il World Nutella Day, la giornata mondiale dedicata alla Nutella.La ricorrenza, ideata nel 2007 da Sara Rosso, blogger americana, ha come obiettivo quello di riunire sui social network e sulle piattaforme digitali tutti gli appassionati della nota crema di nocciole spalmabile, per condividere preziose e gustose ricette che hanno come ingrediente principale la Nutella. Sui social infatti regna l’hashtag #WorldNutellaDay In questa giornata ideata in onore della famosa crema di nocciole, realizzata nel 1964 da Michele Ferrero, i social più popolari, quali Twitter, Instagram e Facebook, si riempiono di post con l’hashtag #WorldNutellaDay. Tutti gli appassionati della Nutella possono condividere con amici digitali e reali foto, ricette e ricordi legati alla crema di nocciole. Per celebrare il World Nutella Day non si può far altro che gustare almeno cucchiaio del gustoso dolce. Un’occasione squisita, non solo per i più piccoli, ma anche per le persone attente alla linea che oggi hanno la scusa per deliziare il proprio palato gustando un dolce con Nutella, magari prendendosi un caffè e passando del tempo con gli amici.Nel 2018, in occasione della giornata dedicata alla Nutella, ogni 0,5 secondi sui social è stato postato un post in cui veniva citata la nota crema della Ferrero. Dal mese di gennaio 2019, sugli scaffali dei supermercati è arrivata la crema Pan di Stelle, il dolce spalmabile ideato da Barilla, per contrastare il ruolo della Nutella nel mercato nazionale e internazionale. Ciò che la differenzia dal gustoso dolce di Ferrero è l’assenza dell’olio di palma, sostituito dall’olio di girasole. La crema comprende nocciole al 100% italiane e cacao selezionato, a cui si aggiunge la nota granella dei biscotti Pan di Stelle. Non sarà facile per Barilla gareggiare contro la Nutella: adesso, infatti, la crema gustosa di Ferrero domina il mercato del settore, con il 53% delle vendite.
Giardino zen fai da te
Luogo simbolo dell’armonia interiore e della salvezza dello spirito, il giardino zen è un ottimo alleato per combattere lo stress e generare la calma e la tranquillità di cui si ha bisogno. Per questo la filosofia orientale ha successo nella civiltà occidentale, poiché è in grado di contrastare lo stress quotidiano. E’ possibile acquistarne uno, ma è anche possibile realizzarne uno, comodamente a casa, con la tecnica del fai da te,sarete in grado di costruire il giardino più adatto alle vostre esigenze. In modo da poter ritrovare il benessere psichico una volta rientrati nella propria abitazione, lasciandosi lo stress del lavoro alle spalle e ritrovare la serenità persa. Abbracciando la filosofia orientale è possibile rilassarsi, lasciando che il nervosismo abbandoni il nostro corpo.Come abbiamo già accennato, è possibile creare in casa il proprio giardino zen con pochi e semplici passaggi. Un’operazione davvero elementare. Tutto ciò che vi occorre, sono dei materiali di facile reperibilità, affinché possiate creare da soli questo elemento portante della filosofia orientale. Vi occorre per realizzare questo giardino fai da te della sabbia bianca, una base di legno delle stecchette di legno per i bordi, tre pietre grandi ed altre più piccole, piccole piantine, olio essenziale e un piccolo rastrello. Questi sono i materiali che dovrete procurarvi per realizzare il vostro giardino zen da tavolo fai da te. Riempite il rettangolo di legno che avrete assemblato con la sabbia,disponete: le pietre, la piantina e l’olio essenziale. Con l’utilizzo del rastrello, disegnate le forme più varie, in modo da poter scaricare la tensione.
La mescola di vernice e detersivo per i piatti crea….
Ti ricordi ancora quando soffiavi bolle nella tazza con una cannuccia e ti fermavi soltanto quando tua madre ti dava uno scapaccione? Per fortuna quel periodo è passato! Perché per questo progetto devi proprio soffiare delle bolle! Rimarrai stupito dal fantastico risultato di questo progetto. Cosa ti serve? Vernice, detersivo per piatti, misurino, tazza o pentolino, cannuccia Scegli una vernice con un bel colore e versala nel misurino o in una ciotola. Puoi utilizzare la vernice bianca, ma ovviamente puoi utilizzare anche la vernice rossa o gialla! La quantità di vernice dipende dall’intensità della tinta desiderata. Se vuoi delle bollicine rosse accese, dovrai utilizzare più vernice. Aggiungi circa 100 ml di acqua, in modo da ottenere un amalgama omogenea. Aggiungi un po’ di detersivo per i piatti e mescola tutto bene. Il colore del detersivo per i piatti non influisce sul colore della vernice di cui disponi. Adesso arriva il momento più divertente! Prendi la cannuccia e soffia nella ciotola, così si formano delle bolle. Una volta formate molte bolle, poggiale lentamente sul pentolino o sulla tazzina che vuoi decorare. Lascia che le bolle si asciughino da sole, e poi otterrai un effetto incredibilmente bello! Ovviamente potrai applicare questo metodo anche ad uno straccio o ad un foglio di carta.

