Polenta: una ricetta perfetta in tutti i momenti dell’anno, ma soprattutto, per le tavole imbandite per le feste, quando può assumere un significato nuovo e assolutamente goloso. Tradizionalmente la polenta si cuoceva nella pentola di rame sospesa sul camino nel paiolo, si mescolava con il tarello, un bastone di nocciolo, e veniva tagliata con un filo di cotone. Oggi per la preparazione si utilizza una normale pentola in acciaio, meglio se con il fondo spesso, mescolando inizialmente con uno frusta per poi continuare con un cucchiaio di legno bello robusto. Infiniti sono i modi di cucinare e gustare la polenta Friggere la polenta è un ottimo modo per riutilizzare sapientemente gli avanzi, senza sprechi, ma può diventare anche un piatto gourmet. Si può infatti tagliare in bastoncini da intingere in una fonduta di formaggio o una salsa aromatica. Può diventare una base per originali crostini, magari con il tartufo o del baccalà mantecato. Ancora può accompagnare il cotechino o un succulento arrosto.
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Cibi anti depressione
È scientificamente provato: ci sono cibi che aiutano ad allontanare ansia e depressione e a far tornare il buonumore. Scopriamo insieme quali. Tra le carni vi segnaliamo il pollo e il tacchino, povere di grassi ma ricche di proteine e di vitamina B12, che aiutano a contrastare insonnia e malumore. Cioccolato. Di certo l’avrete provato anche voi, non c’è niente di meglio di un quadretto o di una tazza di cioccolato per allontanare la tristezza. E ora ce lo dice anche la scienza: ricco di polifenoli e triptofano, il cioccolato soprattutto fondente favorisce la produzione di serotonina e endorfine. Legumi. Lenticchie, fagioli e tanti altri legumi comuni, sono ricci di vitamine del gruppo B, che svolgono un’attività antidepressiva naturale e aiutano a combattere l’insorgere di ansia. Inoltre sono fonti preziose di selenio, ottimo alleato per la nostra salute. Noci, frutta secca e semi oleosi sono ricchi di magnesio, potassio e oligoelementi essenziali in grado di agevolare il nostro benessere sia fisico che emotivo. Sgranocchiateli a merenda o aggiungeteli alle insalate per dare quel giusto tocco croccante.
Fritto si fritto no
Frittura sì, frittura no: il dilemma di tutti i golosi che vogliono far attenzione alla linea. Croce e delizia dei buongustai, bistrattata da molti esperti dell’alimentazione, questa modalità di cottura ha una storia lunga e travagliata, fatta di influenze e cambiamenti. Le sue origini risalgono a ben 2500 anni fa, in Egitto. Fu proprio la patria della Sfinge e dei faraoni, infatti, a darle risalto. Il suo successo, però, arrivò dopo, nella terra della multiculturalità Roma. Qui la frittura divenne il metodo privilegiato per la cottura degli alimenti, i cibi che venivano presentati durante i ricchi banchetti erano fritti in olio di oliva o strutto. E non solo: quello che era considerato lo street food dell’epoca era costituito soprattutto da fritti. Le numerose botteghe di friggitorie erano luogo privilegiato per i viaggiatori e per le persone appartenenti alle classi più facoltoise. La frittura è famosa in tutto il mondo ed ogni Paese conserva una tradizione legata ad essa, ma, negli ultimi anni, col diffondersi di numerose tendenze salutiste, è stata spesso messa da parte poiché considerata dannosa per la salute Se realizzata in modo corretto, nonostante lo shock termico subito dall’alimento sulla parte superficiale, ha la capacità di preservare al massimo i nutrienti interni provocando un’alterazione minore rispetto alle altre modalità di cottura.Per riconoscere un buon fritto bisogna vedere l’interno, che deve presentare ancora una traccia di umidità. In ogni caso per ottenere un buon fritto bisogna usare olio extravergine di oliva e fare attenzione che la temperatura sia elevata, ma sempre al di sotto del punto di fumo. L’intensità del processo ossidativo viene contrastata dalla presenza di sostanze antiossidanti, di cui l’olio extravergine di oliva è ricco. Queste sostanze antiossidanti, oltre ad avere effetti benefici, spiegano la stabilità dell’olio d’oliva e la resistenza al calore, in modo specifico alla frittura. Il fritto ha anche un’azione dimagrante che si realizza grazie allo stimolo che esercita sulla funzione epatica e colecistica, con rilascio della bile nell’intestino. La bile contiene sali biliari, indispensabili per corretto funzionamento dei processi di digestione e assimilazione. In assenza di una buona funzionalità biliare si riduce la velocità di transito intestinale e sarà più difficile dimagrire, perché si verifica un rallentamento metabolico. Inoltre il fritto riduce l’aumento della glicemia nel sangue, e quindi la liberazione dell’insulina.
Cucinare ci rende tranquilli e rilassati
Cucinare è un piacere, a volte una vera e propria passione. Ma qual’è il vero motivo per cui ci piace preparare piatti prelibati? In passato preparare il pranzo e la cena era considerato un dovere. Ma anche in quel tempo le donne si dilettavano a cucinare cibi speciali per poi farsi onore durante feste e banchetti. Saper cucinare era considerato una grande dote che ogni donna sognava di avere. Oggi la società è cambiata. Gli uomini sanno cucinare quasi più delle donne. Il lavoro non permette di spendere molto tempo alla preparazione degli alimenti ma quando si tratta di invitare amici e parenti bisogna esibire le nostre doti culinarie. Allora si sfogliano libri e siti di cucina per dare il massimo di noi . In realtà saper cucinare è una dote innata che ognuno di noi ha. Il motivo è molto semplice. Quando noi gustiamo un piatto ne apprezziamo a primo impatto l’aspetto, l’odore, il sapore, l’emozione che evoca. Quando cuciniamo succede la stessa cosa. Cerchiamo di produrre l’aspetto che noi vorremmo, di creare il gusto che a noi piace e di trasmettere l’emozione che noi proviamo. Forse non tutti siamo in grado di dosare in maniera esatta tutti gli ingredienti ma quando lo facciamo con il cuore i risultati sono per la maggior parte dei casi positivi. Ci piace cucinare perché ci piace gustare prima di tutto e poi ci sentiamo soddisfatti quando gli altri apprezzano le nostre specialità. E’ un modo per sentirci apprezzati e valorizzati. Aumentiamo la nostra autostima e ci allontaniamo dai sintomi della depressione.
Buona Pasqua
Siamo già arrivati agli auguri di buona Pasqua Un momento felice per tutti, dai più piccoli che non vedono l’ora di aprire regali e uova di cioccolato, ai più grandi che tempo permettendo sfrutteranno questo primo caldo sole primaverile per organizzare un pranzo fuori porta, un pic-nic o una breve scampagnata. Con l’augurio che questa Pasqua vi porti serenità e gioia di vivere e custodisca i valori essenziali della vita: la famiglia, l’amore e l’amicizia. Buona Pasqua! Da tutti noi…www.ferrinigift.it
Conservare il pane
Alimento primario, simbolo di convivialità e cultura gastronomica italiana, il cestino con il pane non può mancare sulle nostre tavole. E che sia di grano duro, o tenero, ai cereali o di farina integrale, non importa. L’unica regola da seguire è che sia fresco e croccante . Certo è che esistono due grandi categorie: il pane comune a base di farina di grano, acqua e sale tranne quello di tradizione toscana che non lo contiene e i pani speciali arricchiti con mix di farine, grassi oli e frutta. Le altre distinzioni si basano sul tipo di lievito: di birra, chimico o naturale. Il lievito naturale a pasta acida è il migliore in assoluto per la salute e per il sapore.Il pane più buono si compra da chi lo produce direttamente, e non da un rivenditore. Se dopo poche ore dall’acquisto la mollica diventa gommosa vuol dire che il pane è scadente. E se affettandolo la crosta si stacca dalla massa significa che è stato congelato. Diffidate del pane troppo leggero: significa che di certo le farine sono molto raffinate. Ed evitate i panini completamente vuoti, frutto di una lievitazione troppo rapida: molto meglio una grossa pagnotta da consumare a fette. Ma come mantenerlo fragrante il più a lungo possibile? Il profumo e il sapore del pane fresco, non ha eguali, ma con i ritmi frenetici capita spesso di recarsi una sola volta a settimana a fare la spesa e si deve quindi approfittare per acquistare tutto l’occorrente fino alla spesa successiva, compresa un’abbondante scorta di pane: è quindi d’obbligo, conservare il pane nel modo corretto, cosicché il giorno successivo all’acquisto risulti ancora fresco e morbido, alcuni accorgimenti ci aiuteranno, avvolgere il pane in un panno leggermente umido,e collocatelo in un cesto contribuirà a tenere la freschezza fino al giorno successivo. È possibile porre il pane avanzato, in un contenitore o un recipiente sottovuoto, impedendo il contatto con l’aria, mantenendo così il pane, come appena comprato ancora per qualche giorno. Si può anche conservare il pane in un sacchetto di tela o utilizzare sacchetti di plastica ben chiusi avendo l’accortezza di far uscire tutta l’aria al suo interno e di avvolgere la pagnotta senza residui di ossigeno. Non utilizzate il frigorifero, renderebbe la mollica e la crosta gommose, mentre è possibile mettere il pane in freezer avvolgendolo in carta forno e sigillandolo definitivamente con la carta di alluminio.
Un piatto ricco e profumato
Lo stufato è un piatto ricco, profumato e dalle radici antiche. Deve il suo nome alla cottura che avveniva sulla stufa nelle case campestri e ancora oggi è una vera e propria esplosione di sapori: la carne cuoce lentamente e per lungo tempo nel brodo o nel vino diventando morbida e saporita. Infatti la differenza tra brasato e stufato è soltanto nei nomi perché tanto tempo fa la carne era cucinata in una casseruola messa sulle braci. Stufato, invece, deriva da “stufa” che molti anni fa era adoperata per cuocere gli alimenti. Lo stufato, inoltre, è un modo per cuocere gli alimenti e potrete anche usarlo per preparare pietanze di pesce o verdure. Lo stufato di carne è perfetto nelle fredde sere invernali e può essere accompagnato ad una purea di patate o a delle verdure saltate. Se volete preparare uno stufato con carne di manzo i tagli migliori saranno: spalla, muscolo, cappello del prete e fiocco. Nel caso in cui preferiate uno stufato a base di carni bianche, potete utilizzare sovra cosce e fusi di pollo. Nella ricetta originale la carne viene cotta in due momenti: una prima rosolatura in padella con burro oppure olio e una seconda in casseruola con brodo, verdure e aromi. La prima cottura è molto importante perché permette alla carne di caramellarsi all’esterno rimanendo morbida all’interno. Usate una pentola antiaderente, fate sciogliere una noce di burro e rosolate la carne tagliate a pezzi non troppo grandi su tutti i lati. Ricordate che lo stufato ha bisogno di tempo: per una cottura ideale servono almeno 2 ore e mezzo, rigorosamente a fiamma dolce. Per la base del vostro stufato vi consigliamo di utilizzare un trito classico di cipolla, carote e sedano: rosolatele in olio Evo in una padella prima di cuocerli in casseruola con gli altri ingredienti. La verdura che per eccellenza accompagna lo stufato è la patata: la sua consistenza infatti le permette di assorbire il sugo e acquisirne il sapore. Per una variante saporita potete utilizzare funghi e piselli: il vostro stufato acquisterà un gustoso sapore dolciastro.
Disegnare agisce sul cervello
In generale disegnare, dipingere e realizzare oggetti a mano modellando la creta sono attività particolarmente indicate per stimolare le funzioni cognitive, ridurre lo stress e renderci felici. Non temete se non siete provetti pittori, si tratta di attività che potete fare anche se la vostra capacità artistica equivale a quella di un bambino piccolo, perché nessuno vi valuterà, lo potete fare soltanto per voi stessi. E i benefici saranno evidenti, in particolare per il vostro cervello. Ecco sette cambiamenti che accadono dentro di noi semplicemente disegnando. Stimola la creatività, anche se ci sembra di non averne. Come in tutte le cose è la pratica a renderci bravi o a farci migliorare. Quindi lavorare sulla nostra capacità di immaginare non può fare altro che aumentare la nostra creatività. Rende più forti dal punto di vista psicologico. Forse perché, disegno dopo disegno, diventiamo più consapevoli e capaci di trovare nell’arte un eccellente alleato e una valvola di sfogo dalle emozioni. È ormai assodato che chi fa arte visiva riesce a reagire in maniera più energica e propositiva alle avversità. Felicità assicurata, infatti il disegno spesso viene utilizzato anche come sostegno per chi soffre di lievi stati di depressione. Forse perché aiuta a incontrare una parte molto nascosta di noi stessi e a tirare fuori quello che fa soffrire. Fa bene alla memoria. Non solo cibo ricco di fosforo, ma anche dedicarsi a un’attività artistica allena le nostre capacità cognitive. Inoltre, è risaputo che, ad esempio, realizzare mappe concettuali come dei grafici colorati ci aiuta nel tenere a mente le cose. Tutto ciò che è disegnato si ricorda meglio. Combatte l’ansia a colpi di disegni e colori, oppure manipolazione. Dedicarsi a un’attività artistica ci fa concentrare e fa allontanare la mente da quei meccanismi che ci portano sensazioni sgradevoli di stress e agitazione. È un po’ come meditare, ma con una matita in mano. Aiuta quando si sta male. Anche in questo caso non si tratta di magia, ma soltanto di distrarre e allontanare la mente da una sensazione dolorosa o di malessere, per farla concentrare su come realizzare al meglio il nostro progetto. Ancora più concentrati grazie al disegno: dedicarsi a questa attività migliora la memoria, ma anche la nostra capacità di essere totalmente presenti in quello che stiamo facendo, riuscendo così a trarne il meglio.
La cucina Toscana
Conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, la cucina toscana è semplice e genuina, fatta di pochi ingredienti che, saggiamente accostati tra loro, danno vita a piatti unici e prelibati.A farla da protagonista assoluto sulle tavole toscane è il pane, rigorosamente privo di sale e preparato in forme e con sapori diversi. Accompagnato ad altri e gustosi ingredienti diventa la base di numerose ricette. Gli antipasti della cucina Toscana: è proprio il pane, soprattutto quello casereccio, a dar vita a numerosi e sfiziosi antipasti come la panzanella, dove il pane è abbinato a pomodori maturi, cipolla, basilico e cetriolo, o la fettunta, in cui il pane è condito con olio di oliva, fresco di frantoio, aglio, pepe e sale. Da non dimenticare, poi, i crostini dei butteri, i crostini di beccaccia, i crostoni di cavolo nero, tutti rigorosamente a base di pane, accompagnato, di volta in volta, da tipici e particolari ingredienti. Tra i piatti Tipici Toscani spiccano la famosissima ribollita, a base di fagioli, cavoli, spinaci, pomodori, pane raffermo e osso di prosciutto o cotenne di maiale, il tutto condito con olio extravergine di oliva, sale e pepe. Molto semplice e allo stesso tempo molto gustosa e saporita è l´acquacotta, protagonista della cucina maremmana e preparata con olio, cipolle rosse, aglio, peperoncino, carote, sedano, pomodoro e pane. Da provare, poi, il celebre cacciucco, a base di pesce e molluschi, l´altrettanto celebre pappa col pomodoro e le pappardelle condite con sugo di lepre, cinghiale o coniglio. Da provare, rigorosamente a Firenze, la rinomata bistecca alla fiorentina, alta almeno tre centimetri e condita con olio extravergine d´oliva, sale e pepe.Molto diffusa ed apprezzata è, inoltre, la carne di cinghiale, preparata in tanti modi diversi: alla cacciatora, al vino bianco, con funghi e polenta o in salsa. Altrettanto diffusa è la carne di lepre, da provare nella versione “in dolce forte” ovvero aromatizzata con vino e accompagnata da un dolce fatto di pinoli, uvetta, e cioccolato fondente. Ma sulle tavole toscane non mancano pietanze a base di pesce come il baccalà ai porri, alla maremmana o alla fiorentina, le sardine ripiene, il tonno, cotto nel vino e nella farina, e lo stoccafisso.
Cani gatti ma non solo
Cani, gatti, ma non solo. Chi ha detto che gli animali da compagnia devono chiamarsi per forza Fido o Ginger? Ci sono cuccioli di diverse specie che hanno lo stesso bisogno di amore e che possono offrire, a modo loro, significative dimostrazioni di affetto e tenerezza. Cani, gatti, furetti, invertebrati escluse api e crostacei, pesci tropicali decorativi, numerose specie di anfibi e rettili, gli uccelli con l’eccezione di alcuni volatili protetti, ed infine roditori e conigli domestici, ecco alcuni esempi Il maialino “pancia a tazza“, ha stregato il cuore di numerosi vip, Si tratta di un suino dalle dimensioni abbastanza contenute, che non supera i 90 kg. Attenzione però: nonostante sia un maialino tascabile ha bisogno comunque dei suoi spazi. Meglio tenerlo solo se si dispone di un ampio giardino. Tenero e grazioso a dispetto dei suoi aculei, il riccio è un animale da compagnia molto affettuoso con i suoi padroni. Vanno rispettate, però, le sue abitudini: è un animale notturno e potrebbe darsi da fare nel corso della notte. Inoltre, naturalmente, va maneggiato con cura, ideale tenerlo in giardino sarà un ottimo guardiano. Insieme a canarini e pappagalli, tra i volatili nelle case italiane c’è il merlo indiano. Vivace e sensibile, assicura compagnia con il suo canto e la sua curiosità. Ci sono poi degli animali da compagnia adatti anche per i più piccoli, il furetto domestico, ad esempio, è un animaletto molto allegro e giocherellone, sempre a caccia di coccole e di attenzioni che è pronto a ricambiare. Non sopporta la solitudine ed è sempre vicino a chi si prende cura di lui. Anche il coniglio nano Nella classifica delle specie più diffuse in Italia, è al terzo posto dietro gli inarrivabili cane e gatto. Molto sensibile e giocoso, è un animale sociale che predilige la compagnia.

