La notizia che la pasta di sera possa essere un’alleata contro insonnia e stress, senza far ingrassare, ha fatto il giro del mondo e ha sollevato molte curiosità. Ma c’è del vero in tutto questo? La pasta è una buona fonte di triptofano, un amminoacido precursore della serotonina, il neurotrasmettitore del buonumore e del rilassamento. Le vitamine del gruppo B, anch’esse presenti nella pasta, supportano il sistema nervoso e contribuiscono a regolare il ciclo del sonno. Diversi studi, come quello pubblicato su The Lancet Public Health, hanno dimostrato che consumare un piatto di pasta a cena può favorire un sonno più riposante. Certo, come per ogni alimento, la quantità e la qualità degli altri cibi consumati durante il pasto e nell’arco della giornata fanno la differenza. Ma un piatto di pasta di per sé non è un alimento “nemico” della linea. Tuttavia, è importante sottolineare alcuni punti Anche se un piatto di pasta può essere consumato la sera, è fondamentale rispettare le porzioni consigliate circa 80 grammi di pasta secca. Preferire condimenti leggeri, a base di verdure, olio extra vergine d’oliva e poco sale. La pasta integrale, più ricca di fibre e vitamine, è da preferire rispetto a quella raffinata. Non è una panacea: La pasta può essere un valido aiuto, ma non risolve da sola problemi di insonnia o stress cronici. In questi casi, è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico. Concludendo Mangiare un piatto di pasta di sera può essere un’ottima abitudine, soprattutto se si sceglie la pasta giusta e si prepara con i condimenti adatti. Tuttavia, è importante ricordare che un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano sono fondamentali per il benessere generale.
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Un pizzico di…..sale
Il sale è uno dei condimenti che più si utilizzano in cucina, ma mai provato quello aromatizzato? In commercio se ne trovano di tutti i tipi: al limone, alla lavanda, al peperoncino, alla salvia. Perché però acquistarlo quando lo si può realizzare in casa e personalizzarlo come più si desidera? Noi ti proponiamo la ricetta del sale aromatizzato al finocchietto. Voglia di preparare un sale aromatizzato davvero originale ? Provate quello al finocchietto. Realizzarlo in casa è davvero semplicissimo. Puoi personalizzare la ricetta come più preferisci aggiungendo magari altre piante aromatiche Mescolate il sale con un cucchiaio di finocchietto tritato, due rametti di cerfoglio e un pezzetto di scorza di limone, sempre tritati, completate con 5-6 grani di pepe bianco pestati e versate nei barattoli. Perfetto per piatti di pesci e di verdure
Insaporire per stupire
La primavera è il momento ideale per utilizzare in maniera creativa i condimenti da insalata. Indossa i guanti da giardinaggio e cogli le erbe nel tuo giardino, o del tuo orto. Le erbe possono davvero fare la differenza tra un condimento scarso e uno ricco di sapore. Prova a mescolare menta con succo di limone e olio d’oliva per una combinazione frizzante e rinfrescante. Questo condimento è particolarmente adatto ad una insalata di verdure al vapore o saltate in padella.

Il cibo più consumato in tempo di covid
Quando parliamo di alimentazione e cibo, noi italiani non abbiamo nulla da imparare da nessuno. Abbiamo inventato la dieta mediterranea. Produciamo e coltiviamo in effetti tutti gli alimenti presenti sulla terra. La nostra cucina e i nostri vini sono da sempre tra le eccellenze mondiali. Ma, proprio parlando di classifiche mondiali, ecco che sono stati pubblicati i tre cibi più consumati al mondo. E, senza apparenti sorprese, 2 su 3 sono tipicamente tricolori: pasta e pizza. Al primo posto, però, il riso, che può vantare comunque delle ottime coltivazioni anche in Italia, specialmente in Piemonte, Lombardia e Veneto. Piatto tipico nazionale di paesi giganteschi quali Cina, India e Giappone, è tuttavia presente in quasi tutti i paesi del globo. L’intero continente asiatico, contando più di 1 miliardo persone, è risultato decisivo nella vittoria finale. In questi paesi va anche ricordato che il riso ha tantissime varietà, e spesso, costando molto poco, è l’alimento base sulle tavole dei ceti medio bassi. Negli ultimi anni, però, anche grazie a cuochi e chef rinomati, il riso ha conquistato gli europei e gli italiani. Nel nostro paese è molto apprezzato sia nella versione invernale del risotto, che in quella estiva del riso freddo ,ma in quest’anno di covid è stato toccato il record di consumo di pasta. Nel nostro paese è risultata anche molto gradita la versione integrale, sempre più inserita nelle diete per perdere peso. Ricordiamo che tutti i recenti studi in ambito alimentare, hanno confermato che assumere carboidrati fa bene al nostro corpo. L’importante è cercare di non abbinare il pane alla pasta e di non esagerare con sughi e condimenti.
Le giuste temperature per pane e pizza fatti in casa
Pizze, focacce, dolci. Il profumo dei prodotti da forno preparati in casa inonda le stanze e fa venire l’acquolina in bocca. Ma capita, per chi si improvvisa pasticciere o panettiere per chi è alle prime armi, che qualcosa vada storto e che l’odore di pane diventi puzza di bruciato. Nella maggior parte dei casi l’errore sta proprio nelle temperature che si utilizzano per cuocere gli impasti. Ecco perché è importante non andare ad occhio ma seguire regole precise, che vanno poi calibrate a seconda delle caratteristiche del proprio forno. Infatti ogni prodotto necessita di una temperatura differente per essere cotto ad arte, e questa ne determina le caratteristiche finali, sia in termini di fragranza e sapore che di conservabilità.
Per fare una pizza in casa, è buona norma aumentare il grado di idratazione dell’impasto oppure la percentuale di grassi al suo interno olio extravergine, burro, strutto che, con la loro azione protettiva sull’amido, consentiranno all’acqua rimasta a fine cottura di permanere più a lungo nel prodotto finito».
Diverso è il discorso per il pane o i dolci che necessitano di temperature più basse.Per i panini che hanno pezzatura più piccola, vanno bene 250 gradi. Per il pane comune bisogna partire da 220 e far scendere la temperatura a 180, per fare asciugare bene la mollica e renderlo più conservabile oltre ad essere più fragrante. Per i dolci invece, ad esempio un Pan di Spagna, bisogna rimanere su temperature più basse: 170/175 gradi. Stessa cosa per i croissant poiché sono ricchi di grassi e cuocendoli a temperature più elevate rischieremmo di tirarli fuori dal forno crudi. I biscotti, invece, vanno cotti a 170 gradi per 15 minuti tranne che per le brioches, ad esempio, la cui conservabilità è in po’ più alta, come per i panini.
La polenta
Polenta: una ricetta perfetta in tutti i momenti dell’anno, ma soprattutto, per le tavole imbandite per le feste, quando può assumere un significato nuovo e assolutamente goloso. Tradizionalmente la polenta si cuoceva nella pentola di rame sospesa sul camino nel paiolo, si mescolava con il tarello, un bastone di nocciolo, e veniva tagliata con un filo di cotone. Oggi per la preparazione si utilizza una normale pentola in acciaio, meglio se con il fondo spesso, mescolando inizialmente con uno frusta per poi continuare con un cucchiaio di legno bello robusto. Infiniti sono i modi di cucinare e gustare la polenta Friggere la polenta è un ottimo modo per riutilizzare sapientemente gli avanzi, senza sprechi, ma può diventare anche un piatto gourmet. Si può infatti tagliare in bastoncini da intingere in una fonduta di formaggio o una salsa aromatica. Può diventare una base per originali crostini, magari con il tartufo o del baccalà mantecato. Ancora può accompagnare il cotechino o un succulento arrosto.
Pesti e salse speciali
Pesto, creme e salsine per condire gustosissimi piatti di pasta. Non buttate gli scarti delle verdure. Spezzettateli e frullateli con un pochino d’olio extravergine per ottenere dei condimenti per i primi piatti o delle delizie da spalmare sul pane. Una salsina sfiziosa si prepara con le foglie dei broccoli, da cuocere al vapore, ripassare in padella e frullare con il peperoncino e l’aglio. Le salsine preparate con gli scarti sono ottime anche per il pinzimonio. Potrete utilizzare, ad esempio, le parti verdi dei porri e dei finocchi, i gambi degli asparagi e dei carciofi, i baccelli dei piselli, le bucce di carota e i talli d’aglio.![]()
Anche la pizza subisce il coronavirus
Il lungo periodo di lockdown e le chiusure forzate non hanno giovato nemmeno a sua maestà la pizza Margherita che, dopo 131 primavere, rischia il collasso. In pericolo, causa il coronavirus, è il futuro di ben 63mila pizzerie e quello di circa 200mila addetti. Un settore, insomma, che pure ora conta i danni della terribile pandemia.A lanciare l’allarme è Coldiretti che in un’analisi ricorda come il fatturato della pizza nel mondo abbia superato di gran lunga i 100 miliardi di euro, confermandosi una pietra miliare del Made in Italy e un simbolo del successo della dieta mediterranea nel mondo, tanto che l’Unesco ha proclamato l’arte dei pizzaioli patrimonio immateriale dell’umanità.Nel periodo pre-Covid 19 solo in Italia si sfornavano circa 8 milioni di pizze La chiusura forzata dei locali ha avuto dunque un impatto devastante non solo sulle imprese e sull’occupazione ma anche sull’intero sistema agroalimentare che ha visto chiudere un importante sbocco di mercato per la fornitura dei prodotti. Durante il lockdown dovuto all’emergenza gli italiani non hanno comunque voluto rinunciare alla Margherita provando a farla in casa con il raddoppio delle vendite di preparati per pizze Con le prime riaperture in molti sono invece ricorsi prima alla consegna a domicilio e poi all’asporto pur di non farsi mancare il piatto simbolo del Made in Italy, anche se la ripartenza per i locali resta comunque difficile a causa di una diffusa diffidenza da parte di chi ha ancora paura, della chiusura di molti uffici con lo smart working e dell’assenza totale dei turisti stranieri, da sempre tra i più accaniti consumatori di pizza.
Salse e conserve renderanno la vostra dispensa più allegra .
L’unica cosa da decidere è con quale conserva vogliamo fare: per il resto, ci mancano soltanto le indicazioni e i trucchi da seguire per non sbagliare! Come si preparano i vasetti? Per le vostre conserve servono prima di tutto recipienti di buona qualità e, se i vasetti sono riciclati, sarebbe ancora meglio se li riutilizzaste con dei tappi nuovi. Cosa preparare per conservare nella nostra dispensa? La marmellata, se scegliete di fare la marmellata, vi servirà certamente la frutta. Fate attenzione che sia matura al punto giusto e procuratevi una pentola dal fondo spesso più larga che alta. La cottura della marmellata è piuttosto rapida e se scegliete di utilizzare albicocche, ciliegie, fragole o pesche unite sempre qualche buccia di mela, che contiene naturalmente la pectina, cioè l’addensante e gelificante necessario per ottenere un composto con una piacevole consistenza. Per capire se la consistenza è “giusta” mettetene un cucchiaino sopra un piatto e inclinatelo: se la marmellata scivola “lentamente”, è pronta! Invasatela ancora calda, chiudendo poi i barattoli e capovolgendoli fino a completo raffreddamento. La verdura: dopo aver scelto le verdure che preferite conservare pomodori peperoni, cipolle, carote diventano davvero sfiziose! lavatele con cura, tagliatele a pezzetti e scottatele per 5 minuti in acqua e aceto. Asciugatele con cura e sistematele a strati nei barattoli, cercando di eliminare ogni spazio di aria. Potete disporre tra gli strati, se vi piacciono, erbe aromatiche fresche oppure essiccate. Dopo aver riempito il barattolo sino a 2 cm dall’apertura, coprite le verdure con olio. Chiudete il coperchio e lasciate riposare al buio per qualche giorno. Buon lavoro!
E pizza sia!! ma attenti alla scelta
Basta scorrere la lista di una qualsiasi pizzeria per rendersi conto delle mille facce che può assumere la più italiana delle ricette: a fianco delle classiche Margherita e Marinara si sono ormai guadagnate un posto fisso la pizza con mozzarella di bufala insieme alla sempre più diffusa Ortolana. Fin qui tutto bene, ma come non rimanere perplessi davanti a un’inquietante Katerpillar con una farcitura così piccante e indigesta da perforare ogni difesa gastrica o allo sviamento di una Patatosa devastata da una montagna di patatine fritte e ketchup? Le differenze non sono solo nel gusto, ma anche nella sostanza energetica .Se tra una Marinara con pomodoro, olio e origano e una Capricciosa condita con carciofini, funghi, olive, prosciutto e abbondante mozzarella ci possono essere anche 500-600 calorie di differenza, l’ibrida pizza patatosa può sfondare il muro delle 1300 calorie. E a proposito dei grassi, una curiosità certamente da americani: gli esperti del Georgia-Pacific di Atlanta hanno studiato la pizza e hanno ideato un modo per renderla meno calorica. Basta appoggiare una salvietta di carta assorbente evitando quella che si sfalda facilmente sulla superficie di una pizza calda per rimuovere fino al 14 per cento dei grassi.E le pizze surgelate? Vendute in confezioni con tutti gli ingredienti necessari per prepararle, sono pronte in una ventina di minuti, richiedono solo un piccolo sforzo per l’impasto ma il gusto e la fragranza sono tipici del prodotto appena sfornato. Possono essere farcite a piacere, ma per un giusto equilibrio la farcitura deve costituire più o meno il 50% del peso totale. Le pizze surgelate già pronte e farcite, sono il massimo della praticità e della velocità: si mettono nel forno già caldo e dopo 5-10 minuti si possono portare in tavola. Rispetto alle prime arrivate sul mercato, quelle di oggi vantano gusti e compattezze migliori, grazie ai progressi delle tecniche di conservazione. È importante però dare un’occhiata a ingredienti ed etichetta nutrizionale

