Essere felici è un arte

Essere felici è un arte che disapprendiamo ogni giorno che diventiamo più grandi, quando mettiamo il piede in una pozza  e invece di ridere a crepapelle come facevamo da bambini  ci preoccupiamo delle scarpe, quando non guardiamo un arcobaleno, perché dobbiamo guidare e non possiamo fermarci. Quando sdraiati in giardino su un comodo divano una farfalla  diventa un fastidio e non più qualcosa di cui sbalordirsi Quando lasciamo che il mondo diventi una inquietudine e non qualcosa da guardare con desiderio di conoscere e felicità . L’ allegria arriva così, ogni giorno e se non la si riconosce, diventa rammarico, nostalgia. Rimpianto per tutte quelle volte in cui avremmo potuto essere felici, ma non l’abbiamo fatto. Ad essere felici ci vuole allenamento e coraggio

Il rituale del mattino

Una delle cose che più ci è mancata secondo un sondaggio nel periodo di quarantena è stato , sicuramente il caffè ma a vincere la sfida  è stato  il  cappuccino al bar  piazzatosi tra le prime dieci cose. Il profumo del latte caldo e di caffè che ti investe quando entri nel bar la mattina presto, il sibilo del caffè che esce dalla macchina, lo sbuffare del beccuccio che lo schiuma… Il cappuccino ci è mancato, sì. Ma cosa succede al corpo quando beviamo un cappuccino, ora che avevamo perso l’abitudine di farlo? “La prima cosa che è venuta a mancare durante il lockdown, riguardo al nostro cappuccino, è l’abitudine L’abitudine di andare al bar, la socialità, il rituale mattutino che ci aiuta a svegliarci. Quindi non dobbiamo parlarne solo da un punto di vista nutrizionale: è stato un pezzo di vita importante che ci è mancato. Ma che succede al nostro corpo ora che ricominciamo a bere il cappuccino? In realtà il cappuccino, ossia latte più caffè, non è un abbinamento dei migliori, spiega la dottoressa Vincenzo, perché l’unione di questi due ingredienti produce il tannato di albumina, che è una sostanza non facile da digerire. Quindi può essere che in questi due mesi, chi ha rinunciato ad abbinare latte e caffè perché se non schiumati come al bar non li beve, potrebbe aver visto la pancia appiattirsi un po’. Tornando a berlo la mattina, potrebbe riscontrare il ritorno di qualche piccola difficoltà digestiva. Chi addirittura non ha bevuto affatto il latte in questi due mesi, sempre perché era abituato a berlo solo al bar in cappuccino, potrebbe avere qualche problema di intolleranza che dovrebbe sparire nei prossimi giorni, per un processo di disabituare/riabituare. Quali sono le conclusioni che possiamo trarre? Il cappuccino non è proprio l’alimento più sano della nostra alimentazione giornaliera,  averne fatto a meno per un po’, se così è stato, non è stato poi così male. Ma questo non vuol dire che dobbiamo rinunciarci perché i benefici psicologici che apporta quel rituale quotidiano bilanciano tutto. E ci sta aiutando a tornare alla normalità”.

Non sopportare…… essi felice

Leggere di più aiuta sicuramente, tiene allenato il cervello ci accultura, ma molte sono le cose che fanno bene a noi stessi, sedersi fuori in giardino ad ammirare il paesaggio senza pensare alle erbacce da tagliare, trascorrere molto più tempo con la famiglia anziché al lavoro.Nella vita non dobbiamo sopportare ma dobbiamo goderci i bei momenti. Adesso tutti quei momenti provate  a coglierli ed a ottenere piacere, Mangiate su piatti importanti, bevete su bicchieri splendenti,non aspettando l’occasione o l’evento importante fatelo tutti i giorni. Siate contenti anche quando spendete qualche soldo, siate orgogliosi, siate felici anche quando il vostro lavandino risplende dopo che lo avete accuratamente lavato, e non conservate i vostri profumi preferiti per le occasioni speciali, usateli anche quando andate  a fare la spesa.Le parole “prima o poi” e “allora” cancellatele Ricordate che tutto deve essere ascoltato, visto e toccato proprio ora e non domani o chissà quando. Ogni giorno chiamate  i vostri amici e i vostri  figli, godetevi ogni singolo momento che condividete con loro .Fermatevi e rendetevi conto di quanta bellezza avete intorno Ogni giorno quando aprite  gli occhi, ditevi  che questo giorno sarà speciale..la vita non può essere una continua festa ma finché siamo qui finché siamo vivi dobbiamo ballare anche sotto la pioggia.

 

Traditi si …ma non da un’amica

Essere tradite da un’amica è, molto probabilmente, una delle delusioni più pesanti che si possano subire. A volte è più dura rialzarsi da una delusione in amicizia che in amore. Perché un’amica, specie se una delle migliori amiche, è spesso detentrice di confidenze più intime di quelle che siamo in grado di fare ad un partner. Una vera amica è una consigliera, uno specchio e un’alleata. Ma allora, se l’amicizia racchiude valori così elevati e l’amicizia ha così tanta importanza, perché, anche gli amici, a volte, si tradiscono? In amicizia, come in amore, o in qualunque altro tipo di relazione dovremmo imparare a dosare l’accelerazione che imprimiamo alle nostre emozioni in fase di partenza, se solo fossimo un po’ capaci di analizzare in maniera più razionale, rispondendo con la testa, anziché con la pancia,  probabilmente avremmo eliminato un primo 10% di rischio di tradimento. La seconda cosa che dovremmo imparare a fare è quella di smettere di proiettare sull’altra persona i nostri comportamenti. Pensare “io farei così” è sbagliato. Impariamo a pensare che ogni persona è diversa da noi e il nostro modo di agire e di pensare non è per forza quello degli altri. Se riuscissimo a raggiungere questo step, avremmo tolto, con molta probabilità, ancora un altro 40% di rischio di tradimento. Infine, se ci troviamo di fronte ad un’amicizia, vera e sincera, il restante 45% di rischio di tradimento, potremmo eliminarlo mantenendo sempre un confronto diretto e schietto con l’altra persona. Senza paura di dire o di non dire, perché qualunque malinteso potrebbe creare delle spaccature in un rapporto.   C’è ancora un 5%. Quello è dato dall’ imprevedibilità. È un rischio che dovremmo mettere sempre in conto. Ricordate che l’amicizia, quella vera non è mai mossa da alcun tipo di interesse e se si riesce a mantenere la relazione senza interessi, quell’amicizia è destinata a durare a lungo. In caso contrario, fatevene una ragione, non era un’amicizia, era soltanto una conoscenza finalizzata ad un qualche scopo. A volte, purtroppo, per riempire gli spazi lasciati dalla solitudine

Alzati prima e trasforma la tua vita

Ti sembra di iniziare la giornata come se stessi sempre in ritardo? Di corsa per far uscire i ragazzi mentre ricordi a tuo marito che avete un impegno per cena, tutto mentre ti prepari per la giornata che ti aspetta? Non sei sola. Per la maggior parte di noi, una volta che si inizia in questo modo, è difficile assestarsi a un buon ritmo per il resto della giornata. Quindi, vediamo in che modo mettere la sveglia 30 minuti prima e alzarsi effettivamente dal letto invece che premere “snooze” una o due volte può trasformare la tua vita. Innanzi tutto, resettando il modello di sonno potresti ritrovarti semplicemente ad essere una persona più simpatica. Numerosi studi hanno riscontrato che le persone mattiniere mostrano tratti caratteriali come l’ottimismo, la piacevolezza e la coscienziosità. I nottambuli, invece, sono spesso dotati di creatività e intelligenza ma sono più inclini a depressione, pessimismo e nevrosi. Secondo gli esperti ciò è dovuto al fatto che chi va a letto e si alza prima è più in sintonia con i ritmi della terra, di conseguenza sperimenta un sonno più ristoratore.Secondo il biologo di  Randler, chi si alza presto è più probabile che si senta “responsabile di far succedere le cose” nella propria vita. La ricerca condotta da Randler  ha inoltre rivelato che le persone mattiniere sono più proattive e più inclini a prevedere i problemi e ridurli al minimo in modo efficace. Interessante, no?Alzarsi 30 minuti prima significa avere quel momento di quiete, quel momento incredibilmente fruttuoso per pianificare la giornata, sbrigare qualche incombenza e prepararsi fisicamente e mentalmente per qualsiasi cosa ci aspetti. Se parti in vantaggio sul resto del mondo, avrai meno difficoltà a fare e rispettare la tabella di marcia. Molte persone di successo si alzano la mattina presto per fare ginnastica prima di iniziare la giornata, sostenendo di sentirsi così rinvigoriti non solo nel corpo ma anche nella mente. Studi confermano tale tesi, sostenendo che allenarsi di prima mattina stimola la produttività, aumenta i livelli di energia e migliora il benessere a lungo termine. Che tu faccia del leggero stretching sul tappetino da yoga in camera da letto, esca per correre nel parco, segua un mini-allenamento di 15 minuti nel soggiorno o ti fermi in palestra prima di andare a lavoro, fare attività favorisce il rilascio endorfine, aumenta l’apporto di ossigeno al cervello e ti regala un senso di soddisfazione generale che ti accompagnerà per il resto della giornata, Aggiungi una sane e  nutriente colazione…..  E allora…..buongiorno sia !!!

Il riscaldamento globale minaccia anche il caffè

La maggior parte delle varietà selvatiche di caffè potrebbe andare definitivamente perduta nei prossimi decenni, a causa di un mix letale di cause di cui fanno parte deforestazione, cambiamenti climatici e parassitosi. La sentenza che arriva da uno studio appena pubblicato su Science Advances getta un’ombra di angoscia anche sulle piantagioni commerciali, oggi dominate da due specie prevalenti: arabica e robusta. La prima è sensibile alle alte temperature, la seconda all’aridità del suolo. Le 124 varietà di piante selvatiche del caffè potrebbero favorire i coltivatori a potenziare la resistenza verso l’uno o l’altro tratto, ma con meno specie a disposizione, anche le opzioni per rinforzare arabica e robusta contro le condizioni ostili si ridurrebbero. I ricercatori del Royal Botanic Gardens, hanno impiegato due decenni per catalogare accuratamente tutte le varietà selvatiche di caffè con la loro distribuzione, i rischi che corrono e le caratteristiche salienti come quantità di caffeina contenuta, resistenza alla siccità e ai parassiti. Dal confronto di questi dati è emerso che 3 specie su 5, rischiano di scomparire nei prossimi decenni. Su 124, ben 75 sono minacciate di estinzione e tra queste 13 sono gravemente minacciate.Il 72% delle specie selvatiche di caffè cresce in aree protette, tuttavia questi paletti sulla conservazione rimangono spesso soltanto “sulla carta”, perché queste stesse zone non sono immuni da deforestazione e cambiamenti climatici. Mantenere la diversità genetica del caffè fuori dai suoi habitat naturali è difficile e molto costoso: rimangono le banche dei semi ma sono soluzioni di emergenza, afflitte da una cronica carenza di fondi. In Paesi come l’Etiopia, dove un quarto della popolazione vive delle attività legate al caffè, occorre trovare soluzioni con urgenza: una di quelle oggi sperimentate è la suddivisione delle foreste in cui crescono le varietà selvatiche in aree più piccole e facili da monitorare. L’onere di preservare le specie più a rischio non può spettare soltanto ai Paesi produttori. Se tutti beneficiano del caffè, tutti dovrebbero contribuire.