Più zanzare meno orsi

Non c’è tregua per il nostro Pianeta. Come dimostra il dossier realizzato dal WWF, la situazione di generale difficoltà che piante e animali stanno vivendo, provocata dal riscaldamento di globale di cui siamo responsabili, non proclama nulla di buono per il futuro prossimo a cui stiamo andando incontro. L’innalzamento delle temperature ha portato, ad esempio, i pascoli d’alta quota a non avere il foraggio adatto alla nutrizione e quindi alla conservazione, Per una specie che diminuisce, ce ne sono altre però che continuano, purtroppo, a crescere mettendoci in pericolo. Il WWF fa sapere infatti che la Terra è ormai invasa da zanzare portatrici di varie patologie, ma anche da parassiti, come il punteruolo rosso che uccide le palme italiane, e da meduse, ormai onnipresenti nel mar Mediterraneo.A tutto ciò dobbiamo aggiungere la continua trasformazione dei ghiacciai che minaccia le specie alpine, come il leopardo delle nevi in Tibet, il pinguino Adelia in Antartide o l’Orso polare in Artico. Anche gli animali dei nostri mari non sono messi bene. Tra questi le balene, a causa dell’aumento delle temperature dell’Oceano Artico, si ritrovano con un numero maggiore di orche, loro principali predatrici. E ancora le barriere coralline che rischiano di scomparire entro il 2050 in seguito all’acidificazione degli oceani Per concludere, spiegano i responsabili del WWF, non possiamo scordare del rischio di danneggiare i cicli naturali, come fioriture e migrazioni.

Giornata mondiale dell’orso polare

Entro i prossimi anni rischiamo di perdere il 30% della popolazione di orso polare finora stimata tra i ghiacci artici. È il messaggio che il WWF lancia alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Orso polare, che si celebra oggi, martedì 27 febbraio.Gli orsi polari spariscono perché sparisce il loto habitat. Per questo la giornata di oggi è uno spunto per riflettere sulla conservazione della natura da parte dell’uomo. A gennaio l’estensione dei ghiacci artici era al di sotto della superficie rilevata in passato, secondo i rilevamenti della NSIDC che utilizza misurazioni satellitari. Si tratta complessivamente di almeno 1,36 milioni di chilometri quadrati sotto la media delle rilevazioni e il mese di febbraio si sta concludendo con un ulteriore flessione rispetto alla media».  Nell’Artico il cibo spesso scarseggia e anche d’estate, quando la bancisa polare si ritrae può essere difficile per gli orsi trovare abbastanza da mangiare e spesso devono nuotare per lunghe distanze prima di approdare sui ghiacci che si stanno ritraendo e da cui l’orso riesce a cacciare. I ghiacci artici estivi così importanti per la vita dell’orso potrebbero essere praticamente scomparsi entro il 2040. Quando il cibo scarseggia gli orsi polari cercano di trovare fonti alternative di cibo sulla terra ferma fra cui buoi muschiati, renne, piccoli roditori, molluschi, pesce, uova, alghe bacche e addirittura spazzatura. Qualche volta gli orsi polari cacciano beluga, balene e trichechi adulti.