Se avete ricevuto il tradizionale mazzolino di mimosa per la Festa della Donna, vorrete certo farlo durare il più a lungo possibile. Saper conservare la mimosa recisa non è scontato. Se la si mette semplicemente in acqua tenderà a seccarsi in pochissime ore. Inoltre, i rametti tendono velocemente a marcire. Ecco alcuni consigli per conservare la mimosa più a lungo.I fiori recisi spesso trovano beneficio dalla presenza di vodka e zucchero nell’acqua. Il fiore della Festa della Donna è molto più delicato di altri, e tende a esaurirsi velocemente. Per conservare la mimosa recisa in vaso, occorre prima di tutto pulire il ramo da foglioline rovinate e anzitutto da quelle che spuntano alla base del gambo. Altrimenti, inserendole in acqua, creeranno marciume. Mettete i gambi nell’acqua immergendoli solo per un paio di centimetri: non serve che siano sommersi! Un trucco per conservare la mimosa è quello di mettere qualche goccia di limone dentro l’acqua L’acqua inacidita manterrà il gambo fresco più a lungo. Naturalmente i fiori andranno scartati dalla confezione se ne hanno una. Ponete quindi il vaso in un luogo lontano dalla luce diretta dei raggi solari. E piuttosto in un ambiente umido cucina, bagno, in modo che i fiorellini non si secchino velocemente. Sembra che l’usanza di regalare una mimosa alle donne nel giorno dell’8 marzo derivi dal primo dopoguerra. Alcune esponenti e attiviste dell’UDI, la proposero come simbolo in quanto fiore che sboccia i primi di marzo. Ma soprattutto economico e diffusissimo. Ma se oggi riceverete comunque un mazzetto di mimosa, vale la pena provare a farla durare il più a lungo possibile.
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Cos’è la tristezza?
Potremmo definire la tristezza come una reazione emotiva di passività e ritiro associata a un vissuto di perdita un oggetto, una persona cara, la salute, scopi o valori esistenziali ecc.. Vivere un lutto, una mancanza, una privazione di qualche tipo è dunque direttamente connesso all’emozione della tristezza.Si tratta per altro di un’emozione primaria, dunque innata e adeguata agli aspetti più basilari della nostra sopravvivenza. Tuttavia, poiché le vicende della nostra vita di homo sapiens sono molto più complesse e sofisticate di quelle dei nostri antenati delle caverne, la tristezza può associarsi ad altri stati emotivi dando luogo a emozioni più ampie come il tradimento ad esempio quando si unisce alla rabbia o l’ansia quando si unisce alla paura.Può anche essere il primo gradino di un più complesso processo di lutto che porta la tristezza iniziale e sfumare in altre emozioni e in sentimenti e stati d’animo via via più vari. Rimpiazzare una perdita con qualcos’altro senza darci tempo di fare esperienza del vuoto e dell’assenza ci impedisce di risanare quella perdita condannandola a rimanere paradossalmente davvero incolmabile. Passare attraverso emozioni come la tristezza e il dolore psichico a esse associato ci rende invece più forti, ci aiuta a far tesoro delle piccole e grandi perdite o delusioni della vita e ci insegna che è anche grazie ad esse che possiamo andare avanti. In Giappone è l’arte del Kintsugi: “Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell’oro. Essi credono che quando qualcosa ha subito una ferita e ha una storia, diventa più bella.”
Perché proviamo emozioni?
Le emozioni di base hanno scopi di adattamento molto semplici ma importanti per la nostra sopravvivenza. Per quanto riguarda le emozioni piacevoli gioia, felicità ecc., si può affermare che la descrizione precisa di un’emozione positiva ha la funzione di rafforzare i legami affettivi e sentimentali con le altre persone. Gli scienziati che si occupano di emozioni da poco hanno ribadito la centralità dell’esperienza emotiva quale “canale comunicativo” agevolato nei rapporti con gli altri. La funzione adattiva delle emozioni spiacevoli o dolorose paura, rabbia, tristezza ecc., invece, sembra essere quella di “avvisarci” e di descrivere situazioni da noi interpretabili come ostili anche dal punto di vista psicologico oltre che fisico e quindi di comportarci di conseguenza ad esempio la reazione di paura di fronte ad un pericolo permette di reagire prontamente per evitarlo. Le emozioni sono esperienze che le persone evocano con grande frequenza sia per comunicarle ad altri, sia per riflettere fra sé e sé. Infatti, le informazioni più importanti che comunichiamo scambi comunicativi con amici, partner figli ecc. sono le esperienze emotive associate agli eventi che raccontiamo. L’emozione è dunque una esperienza intensa e passeggera che diventa un’occasione per prendere contatto con gli altri in vari modi.
Il riscaldamento globale minaccia anche il caffè
La maggior parte delle varietà selvatiche di caffè potrebbe andare definitivamente perduta nei prossimi decenni, a causa di un mix letale di cause di cui fanno parte deforestazione, cambiamenti climatici e parassitosi. La sentenza che arriva da uno studio appena pubblicato su Science Advances getta un’ombra di angoscia anche sulle piantagioni commerciali, oggi dominate da due specie prevalenti: arabica e robusta. La prima è sensibile alle alte temperature, la seconda all’aridità del suolo. Le 124 varietà di piante selvatiche del caffè potrebbero favorire i coltivatori a potenziare la resistenza verso l’uno o l’altro tratto, ma con meno specie a disposizione, anche le opzioni per rinforzare arabica e robusta contro le condizioni ostili si ridurrebbero. I ricercatori del Royal Botanic Gardens, hanno impiegato due decenni per catalogare accuratamente tutte le varietà selvatiche di caffè con la loro distribuzione, i rischi che corrono e le caratteristiche salienti come quantità di caffeina contenuta, resistenza alla siccità e ai parassiti. Dal confronto di questi dati è emerso che 3 specie su 5, rischiano di scomparire nei prossimi decenni. Su 124, ben 75 sono minacciate di estinzione e tra queste 13 sono gravemente minacciate.Il 72% delle specie selvatiche di caffè cresce in aree protette, tuttavia questi paletti sulla conservazione rimangono spesso soltanto “sulla carta”, perché queste stesse zone non sono immuni da deforestazione e cambiamenti climatici. Mantenere la diversità genetica del caffè fuori dai suoi habitat naturali è difficile e molto costoso: rimangono le banche dei semi ma sono soluzioni di emergenza, afflitte da una cronica carenza di fondi. In Paesi come l’Etiopia, dove un quarto della popolazione vive delle attività legate al caffè, occorre trovare soluzioni con urgenza: una di quelle oggi sperimentate è la suddivisione delle foreste in cui crescono le varietà selvatiche in aree più piccole e facili da monitorare. L’onere di preservare le specie più a rischio non può spettare soltanto ai Paesi produttori. Se tutti beneficiano del caffè, tutti dovrebbero contribuire.![]()
Vivere bene le emozioni
Per vivere bene con le nostre emozioni, per poterle gestire e quando necessario controllare dobbiamo prima di tutto imparare a identificarle e accettarle. Non serve a niente dirsi “non voglio essere arrabbiato” se la rabbia sta ormai serpeggiando dentro di noi, e non serve neppure chiudere gli occhi di fronte a una passione se questa ormai ha messo seme in noi e ci sta trainando dove vuole lei. E poi? E poi l’emozione va vissuta, non c’è via di scampo. Quello che può cambiare è il ritmo, il tempo e lo spazio che vogliamo dare all’esperienza. Se un’emozione è piacevole non c’è nessun problema a lasciarsi avvolgere e trasportare e durerà finché durerà. Spesso poco, perché le emozioni sono intense ma se vissute si dissolvono rapidamente. Ci sono invece emozioni che se ignorate e represse o, al contrario, espresse senza alcun freno, possono fare male, a se stessi e agli altri. Sono emozioni più difficili da gestire, come la rabbia, la paura, l’ansia che richiedono un metodo che permetta di far fronte al loro sorgere. Il metodo è semplice parte dal presupposto che un’emozione va scaricata, sempre e comunque ma i modi di scaricarla sono tre: diretto, indiretto e sublimato. Un moto di irritazione scaricato senza deviazioni si traduce in un attacco, fisico o verbale, nei confronti di chi ha causato l’irritazione; se, invece, la scarica è indiretta, l’aggressione sarà rivolta verso terzi, come quando l’impiegato frustrato urla a casa con la moglie. Ma la forma che lascia più spazio e libertà d’azione è la esaltazione, cioè la trasformazione dell’emozione in “forza lavoro” che può essere scaricata in tantissimi modi diversi: correndo, urlando, prendendo a pugni un cuscino, camminando all’aria aperta, parlando con l’amico del cuore, ballando a suon di musica, scrivendo una lettera con tutti gli insulti e offese che si vorrebbero dire ,senza però mandarla, e così via. Imparando a costruire un buon rapporto con le proprie emozioni cioè dando loro dignità di realtà e modalità di espressione, si potranno evitare i danni dei due possibili estremi, da una parte la inibizione, quindi “aridità” e dall’ altra l’espressione incontrollata, quindi “alluvione”. E si potranno trasformare le volubili e mutevoli colorazioni del nostro animo non in una croce da subire, ma in una ricchezza da gustare.
Perché proviamo emozioni?
Le emozioni di base hanno scopi di adattamento molto semplici ma importanti per la nostra sopravvivenza. Per quanto riguarda le emozioni piacevoli gioia, felicità ecc., si può affermare che la descrizione particolareggiata di un’emozione positiva ha la funzione di rafforzare i legami affettivi con le altre persone. Gli studiosi che si occupano di emozioni recentemente hanno ribadito la centralità dell’esperienza emotiva quale “canale comunicativo” privilegiato nei rapporti con gli altri.La funzione adattiva delle emozioni spiacevoli o dolorose paura, rabbia, tristezza ecc., invece, sembra essere quella di “avvisarci” e di descrivere situazioni da noi interpretabili come minacciose anche dal punto di vista psicologico oltre che fisico e quindi di comportarci di conseguenza ad esempio la reazione di paura di fronte ad un pericolo bambino piccolo si avvicina al fuoco o a una pentola di acqua permette di reagire prontamente per evitarlo.Le emozioni sono esperienze che le persone evocano con grande frequenza sia per comunicarle ad altri, sia per rimuginarle fra sé e sé. Infatti, le informazioni più importanti che comunichiamo con amici, familiari,o anche il parrucchiere piuttosto che il dottore che ci cura ecc. sono le esperienze emotive associate agli eventi che raccontiamo.L’emozione è dunque una esperienza intensa e passeggera che diventa un’occasione per prendere contatto con gli altri in vari modi.
L’Epifania tutte le feste….le porta via!
Nella storia popolare italiana la Befana è una dolce vecchietta che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, a cavallo di una vecchia scopa, passa sopra i tetti delle case. E mentre tutti dormono si cala dai camini riempendo le calze di doni, caramelle, dolciumi se i bimbi durante l’anno si sono comportati bene, altrimenti troveranno solo carbone, aglio, e cipolle . Ed i bimbi per la vecchina preparano un bicchiere di vino e un mandarino o un’arancia in un piatto. Il mattino dopo per chi è stato più cattivello oltre ai regali e al carbone i bambini troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto Si dice anche che la Befana rappresenti l’anno appena trascorso che chiude, con la sua venuta, il lungo periodo delle feste, portando con sé tanti regali come buon auspicio per l’anno che verrà. E per rafforzare l’antica credenza c’è un noto proverbio che recita: “L’Epifania tutte le feste porta via”.Ma qual è l’origine di codesto modo di dire? Il proverbio popolare a sfondo religioso si riferisce al viaggio che i Re Magi, Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, intrapresero da Oriente per arrivare a Betlemme.Volevano portare a Bambin Gesù oro, incenso e mirra. L’oro per onorare la sua regalità, l’incenso per ricordare la sua divinità e la mirra per sottolineare la sua umanità, ma non sapevano come arrivarci. Ecco perché picchiarono alla porta di una vecchina e la invitarono a unirsi a loro, però rifiutò.Anche senza il suo aiuto i Re Magi il 6 gennaio arrivarono a Betlemme e omaggiarono Gesù e la vecchietta, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli. Ma inutilmente, non incontrò né mai più i tre sapienti né il Prescelto.E così cominciò a bussare ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da quel giorno sono passati millenni ma la Befana non si arrende, cerca ancora il bambino speciale… porta con sé i doni ma anche la fine delle feste… E se doveste incontrarla, indicatele la strada!
Risparmio sembra essere diventato una parola d’ordine.
Nessuno vuole spendere di più per qualcosa che può avere ad un prezzo minore, a costo di astenersi dall’acquisto. Il bene però a cui nessuno può rinunciare è la luce, e con il costo dell’energia quasi sempre in aumento, Ecco alcuni suggerimenti per evitare errori e passi falsi, sarà così più facile ridurre il prezzo della bolletta.Il frigorifero è uno degli elettrodomestici che stanno sempre accesi, e per svolgere al meglio il proprio dovere deve rimanere alla stessa temperatura. Evitare di collocare il frigorifero vicino a fonti di calore può essere un buon metodo per risparmiare. Un altro valido consiglio è quello di scostare leggermente il frigorifero dalle pareti facendo sì che la ventola di raffreddamento possa svolgere il proprio lavoro al meglio. A volte svolgendo più di un’attività insieme ci scordiamo di aver acceso un elettrodomestico che sta consumando energia. È il caso, ad esempio, del forno che impiega qualche minuto per arrivare a temperatura e presi da altre faccende potremmo non accorgerci che ha raggiunto la temperatura ideale per la cottura dei nostri cibi: il suggerimento è impostare un timer che ci ricordi di controllare la temperatura quando pensiamo che sia stata raggiunta. Una buona abitudine è quella di non aprire lo sportello durante la cottura troppo spesso per evitare che la temperatura si alteri e di spegnerlo qualche minuto prima e sfruttare il calore raccolto per ultimare la cottura dei cibi.La lavatrice e la lavastoviglie sono molto utili in casa che possono permetterci di risparmiare se utilizzati con buon senso: la temperatura ideale per un lavaggio che non consumi troppa energia non deve superare i 60°, l’ideale sarebbe sui 30°C. I nostri piatti e bicchieri saranno comunque perfettamente puliti Un altro semplice consiglio è avviarli solo a pieno carico per evitare sprechi anche di acqua e detersivo.Sia d’estate che d’inverno è importante tenere le nostre case ad una temperatura tale da rendere confortevole la nostra permanenza. In inverno, per evitare sprechi, è importante controllare che le finestre non permettano al freddo di insinuarsi attraverso le guarnizioni danneggiate. La temperatura interna non deve superare i 18-19°C. Far penetrare il più possibile i raggi del sole attraverso le finestre per riscaldare in maniera naturale l’ambiente è un buon metodo per risparmiare sulla bolletta. Al contrario in estate è necessario tenere l’ambiente più scuro possibile per evitare che il sole riscaldi la nostra casa.
Approfitta delle feste per ricaricarti
L’atmosfera è quella giusta: il freddo, poco traffico per le strade, il silenzio e perché no? una sana voglia di prendersela comoda. Se abbiamo qualche giorno di vacanza possiamo dimenticarci la sveglia per un pochino: lasciamo dunque da parte i sensi di colpa e scopriamo cinque suggerimenti utili per approfittare delle festività per coccolarci un po’. ll buongiorno si vede dal mattino: affrontare la giornata con il sorriso è già un regalo enorme che ci dobbiamo fare. Pensiamo positivo e liberiamo la testa da pensieri e angosce per quanto possibile. I ritmi sono sempre troppo frenetici e a volte si procede per forza d’inerzia, quindi scendiamo dalla giostra e beneficiamo del momento. Anche una tazzina di caffè gustata tra le lenzuola invece che di fretta al bar è un momento magico: prendiamoci il nostro tempo, non c’è proprio nulla di sbagliato. Saper dire no quando non abbiamo voglia di fare una cosa, di partecipare a una festa, di un caffè con le amiche o anche solo a un giro di shopping, è importantissimo. Difendiamo i nostri piccoli spazi senza timore di offendere nessuno. Durante l’anno siamo oberati da mille impegni, e non sempre possiamo declinare inviti o evitare di presenziare a partite di calcio dei figli, riunioni scolastiche, aperitivi di lavoro. Almeno per qualche giorno dedichiamoci solo a quel che ci piace fare: già questo sarà un modo di trattarci bene e ci farà sentire liberi e leggeri. Diamo tempo al tempo: durante le feste abbiamo tutto il tempo di tirare un respiro di sollievo, sederci un attimo e sgombrare la mente. Arrivare un pochino in ritardo al pranzo con amici e parenti o non aver ancora finito di incartare i regali non è certo un dramma, cerchiamo di non farci stressare da cose dall’importanza davvero relativa. Una boccata d’aria: purtroppo per molti di noi la giornata trascorre davanti a un computer o comunque seduti dietro a una scrivania, ma la vita sedentaria di certo non è una alleata di benessere. Oltre a indurci in depressione, può influire anche sull’aumento di peso e sulla buona circolazione sanguigna. Sfruttiamo dunque dei ritmi meno frenetici delle feste per cercare di limitare l’uso dell’auto e preferire qualche passo a piedi. Potremmo accorgerci di nuovi negozi che non avevamo ancora notato e guardare la città con occhi diversi: a volte la felicità è fatta davvero di piccole cose. Infine quando la giornata volge al termine, possiamo finalmente dedicarci qualche minuto solo per noi. Che si chatti con le amiche, ci si svaghi con i social o guardando un film, non ha importanza: quel che conta è sentirci liberi e finalmente senza troppi pensieri. Il consiglio intelligente? Una bella tazza con una tisana fumante da sorseggiare pian piano per scaldarci e coccolarci sarà perfetta per addormentarci sereni e godere di un prezioso e benefico sonno ristoratore.
I regali di Natale per lui
I regali di Natale da uomo meritano attenzione speciale: qui perle, diamanti e bijoux , ovviamente, c’entrano poco o nulla. Stupite piuttosto il vostro partner, vostro fratello o vostro papà con i biglietti per il concerto dell’anno o una partita di calcio della sua squadra del cuore. O ancora, per i più tecnologici, optate per un’elegante custodia per pc o tablet. E’ un tipo atletico? Regalategli un capiente borsone da palestra o un orologio con cronometro e gps per registrare tutti i suoi progressi nella corsa. Per gli amanti della musica optate invece per dei regali di Natale a tema: delle cuffie colorate o una cassa portatile, un originale porta cd. Se invece il suo lavoro è in un ufficio allora un set da scrivania sarà perfetto. E’ un amante del buon vino regala allora un ottimo vino italiano. E’ la scelta perfetta per stupire, offrendo qualcosa di unico, prezioso, raffinato, segno inconfondibile di stile ed espressione del miglior Made in Italy enologico