Chicche di piacere quotidiano

Stabiliamolo una volta per tutte e per sempre: le fragole sono il frutto più bello che esista in natura, più delle mele rosse appena colte. Così lucide, dolci e profumate, difficile trovare chi ne è violentemente contrario  anche perché il loro arrivo significa: che l’estate non è lontana. Troppo buone per non essere considerate peccati di gola. E invece non lo sono affatto. Visto che sono composte per la maggior parte da acqua, le calorie delle fragole sono solo solo 33 Kcal per 100 grammi. In realtà è l’aggiunta di zucchero e panna a renderle un dolce calorico e comunque peccato di gola minore di molti altri alimenti dolci. Le fragole, così come i crostacei, contengono istamina. Cos’è l’istamina? La sostanza che produce il nostro corpo quando entra in contatto con un allergene. Quindi le persone che si macchiano mangiando fragole non sono allergiche al frutto, è solo il loro corpo a rispondere alla circolazione delle istamine come se lo fosse. Per la maggior parte delle persone l’istamina contenuta nelle fragole non produce alcun effetto, a quelle più sensibili può dare però fastidi che in genere non sono pericolosi. Ma la fragola proprietà ne ha davvero. I benefici della fragola sono diversi e si manifestano già dalla prima settimana di consumo regolare. le fragole fanno dimagrire. Stimolano il metabolismo e riducono l’appetito. Sono perfette mentre si segue una dieta anche perché, come dicevamo sopra, hanno un apporto calorico irrisorio, se non vengono condite e se non vi consolate dalle restrizioni alimentari con le fragole con cioccolato. Per cui: una settimana di consumo regolare di fragole migliorerà la nostra vista, ci farà venire meno fiatone, ci renderà scattanti nel corpo e nella mente. E ci regalerà benefici di cui le potremo ringraziare negli anni a venire.

Pasta e… dieta

Spesso si sente dire che la pasta è un alimento che non deve essere presente all’interno della dieta, poiché questa fa ingrassare, ma in realtà la sua caratteristica negativa è assolutamente sbagliata, perché i carboidrati devono comunque far parte della nostra dieta sana. Grazie al suo basso indice glicemico  i picchi di zucchero nel sangue sono minori rispetto quelli causati dai carboidrati raffinati è senz’altro un alimento da aggiungere alla nostra dieta. A darne conferma è lo studio condotto dal St. Michael’s Hospital, in Canada: stando a quanto  ha riferito la ricercatrice di origini italiane, Dott. Chiavaroli, non è la pasta a far aumentare il grasso corporeo. Anzi, grazie ad una dieta accurata si è visto un calo del peso leggero nelle persone coinvolte in questa ricerca. Dai controlli, difatti, è emerso che mangiando in media 3,3 porzioni di pasta a settimana, invece di altri carboidrati, sono riusciti a perdere mezzo chilo in 12 settimane. Naturalmente, è importante consumare questo alimento insieme ad altri cibi a basso contenuto glicemico, così da poter capire se davvero vi è un calo di peso. E voi avete già fatto una dieta dove la pasta è stata completamente eliminata?

L’ hamburger vegetariano che sembra carne

Il clone è il frutto del lavoro del dott. Patrick Brown,  e il suo segreto è stato l’Eme,  ovvero quella che si considera l’emoglobina delle piante. L’Eme si estrae dalle radici di piante, come  piselli e fagioli.Questa molecola  a seguito dell’attrazione dell’ossigeno, attraverso l’atomo di ferro contenuto, cambia colore divenendo rossa  come il sangue. Inoltre, se esposta  all’azione di zuccheri e aminoacidi, riesce anche a prendere il sapore dalla carne. L’Eme è la molecola che dà sapore alla carne. Ed è  il motivo per cui la carne rossa, che ne contiene quantità maggiori, ha un sapore più gustoso rispetto alla carne bianca. Dopo essere arrivati a replicare il gusto di carne, gli scienziati hanno fatto in modo che l’alimento ricordasse il più possibile ad un hamburger vero. Hanno lavorato, dunque, per replicare i tessuti, i grassi e le fibre muscolari di origine animale. L’obiettivo era quello di ottenere un alimento simile  sia nel  gusto che nell’aspetto, poiché finora tutte le riproduzioni a base di tofu e seitan non sono all’altezza di quanto offrono. L’hamburger vegetale, dunque è stato ideato per soddisfare sia chi non riesce a smettere di mangiare carne sia  coloro che già non la mangiano. Gli esperti, inoltre, evidenziano che la produzione di carne è causa di gravissimi impatti negativi sull’ambiente, senza contare poi  gli effetti  per la salute spinti da un consumo eccessivo. La produzione di carne ha effetti ambientali terribilmente distruttivi, inoltre, molti scienziati e medici credono che sia intrinsecamente malsano mangiare carne, devono quindi reinventare un intero sistema per la produzione del cibo, puntando su prodotti come la frutta e la verdura. E il risultato finale è stato quindi un prodotto incredibilmente delizioso che può competere con esito positivo contro un prodotto che la gente ha amato per migliaia di anni. Per quanto riguarda i costi il nuovo alimento è ancora abbastanza caro: circa 20 dollari ad hamburger.

Diecimila api prendono d’assalto una macchina

Diecimila api che sorvegliano a vista una macchina. Non è la trama di un film horror in cui una specie geneticamente modificata si lancia furiosa contro gli uomini, piuttosto quello che è successo a Haverfordwest, contea sulla costa gallese. Ad assistere allo spettacolo Tom Moses, guardia parco locale che ha subito notato una macchia marrone che ricopriva l’intero portabagagli di una Mitsubishi grigio metallizzato. Dopo essersi avvicinato ha realizzato cosa stava succedendo: “Non avevo mai visto cosi’ tante api in tutta la mia vita. È stato spettacolare. Ero in auto e ho visto questa enorme nuvola marrone. Tanta gente si è fermata e ha scattato delle foto”. La macchina, era stata parcheggiata  per fare al volo la spesa. Tom, preda dello stupore, ha deciso di chiamare un gruppo di apicoltori sul posto, i quali sono riusciti a portare via la maggior parte delle api in una scatola. Un fenomeno meno insolito di quanto si possa pensare. Pensiamo che l’ape regina sia stata attirata nella macchina da qualcosa, probabilmente qualcosa di dolce. Poi è rimasta incastrata nello spazio tra la copertura di plastica e il tergicristallo del parabrezza. Lo sciame, di circa 10.000 api, l’ha seguita e si è raccolto intorno al bagagliaio. Per le api è naturale stare con la loro regina Ma è certamente strano che abbiano seguito una macchina per ben due giorni!”.  L’ape regina, del resto, è la leader della colonia e la madre della maggior parte degli altri esemplari operaie e fuchi, se non di tutti. Affinché sia sano tutto l’alveare, è basilare che goda di buona salute, dato che quando invecchia o muore, muore anche la colonia, se non trova una nuova ape regina in tempo utile L’ape regina è un individuo adulto, fertile, femminile ; è normalmente la madre di tutte le api presenti nell’alveare. La regina si sviluppa da una larva selezionata dalle api operaie e nutrita con pappa reale al fine di renderla sessualmente matura. Il miele è un alimento prodotto dalle api a partire dal nettare e dalla melata che possiede innumerevoli proprietà, è inoltre un eccellente dolcificante naturale

 

 

 

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Pomodoro al posto del tonno rosso

Per gli amici vegani, e non, sta arrivando una novità anche nel campo del sushi, secondo lo chef statunitense James Corwell le prospettive per il tipico piatto giapponese a base di pesce sembrano orientarsi verso un orizzonte vegano nonché “cruelty-free”. L’idea è venuta allo chef statunitense nel 2007, quando in visita al mercato del pesce di Tokyo si trovò di fronte a centinaia di carcasse di tonno rosso Una specie a sempre maggior rischio estinzione e tra gli ingredienti principali del sushi tradizionale, che potrebbe di conseguenza sparire dalle tavole nei prossimi anni a causa della pesca insostenibile. Il tonno, e quello rosso in particolare, è così richiesto proprio per l’eccelsa qualità e bontà della carne, e anche per questo largamente utilizzata nella cucina giapponese, in particolare per la preparazione del sushi. Anche in Occidente, questo piatto ha spopolato sempre di più negli ultimi anni, diventando un must degli appuntamenti mondani e persino degli incontri di lavoro. Per gli amici vegani e vegetariani che troppo spesso hanno dovuto rinunciare o limitare questo modo di mangiare e socializzare, Fresh&Co, mette sul mercato questa nuova proposta che pare entrerà di diritto tra le mirabilia degli alimenti sostenibili e golosi. In partnership con il brand Tomato Sushi hanno infatti creato questa ricetta a base di pomodoro, che grazie a una lavorazione quasi alchemica riesce ed emulare il sapore e la consistenza del tonno rosso. Confidando quindi che questo prodotto invada il mercato e riesca a scalzare retaggi e convinzioni,  il tonno, come tutti gli altri abitanti degli oceani, tornerà presto a nuotare felice. Qualora voleste provarlo anche voi vi consigliamo di sperimentare una delle ricette, sostituendo al tonno rosso la nuova alternativa veggy: Tonno subito, tonno in camicia di papavero e tonno alla provenzale. Buon appetito e se lo provate fateci sapere cosa ne pensate!

Mela, ti sbuccio o no?

Quando assaporiamo un bel frutto, come una mela, una pera o anche verdure come i pomodori, siamo abituali ad eliminare la buccia, perchè è dura da masticare, oppure ha un sapore diverso, o ancora perchè nella salsa quelle bucce che girovagano sono brutte da vedersi o da avvertire sotto il palato.In natura lo scopo della buccia è quello di difendere la morbida polpa dall’attacco degli insetti e dall’ambiente circostante, questa peculiarità fa sì che la buccia sia anche la parte del frutto più ricca di sostanze antiossidanti e protettive. Nella buccia delle mele si trova più del 50% della vitamina C totale, mentre per i flavonoidi la percentuale sale addirittura al 95%, nella buccia delle carote i flavonoidi presenti sfiorano l’85% del totale, e nei pomodori la maggior parte dei licopeni sono contenuti proprio nella buccia! Questi dati scoraggerebbero vivamente di togliere la buccia a frutta e verdura, ma d’altro canto esistono diversi elementi che ne consigliano invece l’eliminazione, quali la possibile presenza di pesticidi e lo sporco dell’ambiente. Come fare allora per gustare un frutto completo di buccia? E’ fondamentale scegliere frutta biologica con una provenienza sicura, frutta che va SEMPRE lavata accuratamente sotto acqua corrente ed casomai spazzolata per eliminare i residui di terra e prevenire rischi igienici. Le patate meritano un discorso a parte, la loro sottilissima buccia è ricca di vitamina E lo strato di polpa subito sottostante è invece ricco di vitamina C. Di contro la buccia può presentare tracce di solanina, una sostanza tossica che si sviluppa quando la patate viene esposta alla luce solare, il consiglio è di mangiare con la buccia solo patate biologiche novelle che non presentino striature verdi sulla buccia,. l problema “buccia si buccia no” si ripresenta anche quando si parla dei cereali, che quando vengono raffinati perdono totalmente il rivestimento che è l’unica parte del cereale ad essere ricca di acido ferulico, un valido rivale di tumori ed infezioni, sarebbe proprio il caso di abituare il nostro palato al gusto particolare dei cereali integrali ed utilizzare in massima parte questa tipologia di alimento.

Arriva l’etichetta “parlante”

La tecnologia, e le applicazioni ad essa correlate, fa ogni giorno passi da gigante, oggi sono possibili cose che solo qualche anno fa sarebbero state ritenute opera di stregoneria! Anche il mondo dell’alimentazione è coinvolto in questa frenetica corsa al progresso, dai frigoriferi con monitor integrato che controlla le scorte ed avverte nel caso di qualche alimento mancante, all’abbattitore che si va diffondendo nelle nostre case come pure la conservazione sottovuoto che è diventata di uso comune. Un’evoluzione in tal senso è quella che stanno subendo anche le etichette dei cibi, quelle scritte in caratteri così piccoli, o con colori tali da risultare a volte quasi illeggibili, che cerchiamo di capire quando andiamo al supermercato. Si sta sviluppando infatti una nuova tecnologia che consente, tramite il nostro smartphone, di accedere ad una serie di contenuti multimediali che ci spiegano tutte le caratteristiche del prodotto che stiamo pensando di comperare. L’idea, di un italiano, l’avvocato Roberto Brazzale, prende i nome di “Nutriclip”, ed è al momento attiva solo su pochi prodotti, alcune marche di burro e di formaggio, ma ne auspichiamo caldamente il diffondersi graduale a tutti i prodotti alimentari. Come funziona? Sull’etichetta dell’alimento è stampato un codice QR, puntando semplicemente il nostro smartphone verso questo codice, sullo schermo si aprirà una clip dove un dottore ci illustrerà brevemente pregi e difetti dell’alimento, spiegandoci quali vitamine e sali minerali contiene e le malattie che eventualmente combatte.  Per una volta almeno la tecnologia è al servizio del consumatore!

Cioccolato al microonde tutti i trucchi per sciogliere il cioccolato al meglio

I forni a microonde di ultima generazione, infatti, vanno ben oltre il semplice riscaldare o scongelare gli alimenti. Sono veri e propri arnesi di cottura, adatti ad una molteplicità di utilizzi: cottura di verdure, carne, pesce, crostate. E rappresentano spesso uno strumento indispensabile presente in molti dei laboratori dei Maitre Chocolatier più famosi, che li impiegano per la lavorazione del cioccolato. Hanno infatti la peculiarità di scaldare il “cibo degli dei” in maniera molto uniforme, rendendone più facile la lavorazione per la creazione di cioccolatini ripieni, creme da spalmare, fondute al cioccolato, biscotti, frutta ricoperta di cioccolato, cioccolata calda, bonbons di cioccolato, salame di cioccolato… E chi più ne ha più ne metta!Temperare il cioccolato Ma come fare per temperare il cioccolato al microonde, ossia ottenere e conservare una corretta temperatura di utilizzo dell’alimento? Basta eseguire alcune semplicissime operazioni: Disponete il cioccolato in gocce o pezzettini in un contenitore adatto al microonde Riponete il contenitore nel forno, impostando la potenza a circa 750 Estraete la ciotola dal forno ogni 15-20 secondi, mescolandolo con una spatola per distribuire uniformemente la temperatura Ripetete questa operazione fin quando il cioccolato non si è sciolto completamente Dopo circa 4 minuti circa tirate fuori il cioccolato dal forno. Vi accorgerete che sarà pronto quando diventerà asciutto e brillante.

 

La lotta allo spreco

La lotta allo spreco di cibo inizia con la scelta e la organizzazione degli acquisti e dei pasti. Prima di fare la spesa, bisogna controllare bene cosa serve e cosa si ha già senza farsi prendere dalla “sindrome della dispensa vuota  Fare una lista delle cose da acquistare, può aiutare ad evitare acquisti inutili che potrebbero trasformarsi presto in rifiuti. Negli acquisti, soprattutto di frutta e verdura, bisogna seguire la loro stagionalità. Non essendo soggetta a lunghi tempi di trasporto, e a diversi passaggi lungo la filiera della logistica, l’ortofrutta offre maggiori garanzie di freschezza e di durata, ed è più difficile che finisca tra i rifiuti. Passo successivo è scartare le confezioni e riporre la spesa nel frigorifero. Bisogna fare attenzione al ripiano giusto dato che la temperatura non è omogenea. Così, dal basso all’alto mettiamo: frutta e verdura cruda; pesce e crostacei, carne cruda ; pesce e carne cotta, insalata prelavata, piatti cucinati, pasticceria fresca, panna ; affettati, carni, formaggi ; uova, conserve aperte Molti prodotti alimentari possono essere congelati senza particolari problemi per prolungarne la durata nel tempo e mantenerne la freschezza. Possiamo congelare i prodotti freschi, il pane e gli avanzi già porzionati se non abbiamo la possibilità di mangiarli prima che vadano “a male”. In questo modo potranno essere consumati nei giorni successivi A parte la scelta dei prodotti in base alla confezione che dovrebbe essere la più sicura e leggera possibile, capita spesso di dover buttare prodotti come farina, pasta, legumi, cereali, quando ci accorgiamo che il prodotto è stato infestato da farfalline o tignole della farina. Prevenire è possibile, mantenendo pulita la dispensa e conservando questi prodotti in contenitori rigidi ad esempio in barattoli di vetro o di latta. Cucinare in eccesso, porta spesso a dover gestire avanzi che non siamo in grado o che non abbiamo voglia di consumare nei giorni successivi e che finiscono poi dritti nel cestino della spazzatura. Quando cuciniamo bisogna fare sempre attenzione alle quantità. Per riutilizzare gli alimenti avanzati e gli scarti alimentari esiste ormai una “letteratura” vastissima: in questo campo non c’è nulla inventare ma soltanto da provare. Si può inoltre dividere la cucina degli scarti, bucce di patata, gambi di spinaci, insalata appassita, latte cagliato, teste di pesce da quella propriamente degli avanzi riso, pane, carne.

Le uova contengono quasi tutte le vitamine.

Le uova sono uno degli alimenti più perfetti presenti in natura. Contengono tutte le proteine e le vitamine, eccetto la vitamina C, e i minerali essenziali per una buona salute. Hanno un’alta densità di nutrienti perché tutto ciò è contenuto in sole 71 calorie.Il suo valore nutrizionale però si divide tra tuorlo e albume. Il primo contiene tutto il grasso, poco meno della metà delle proteine ed è uno dei pochi alimenti in natura a contenere la vitamina D. Il secondo contiene il resto delle proteine, potassio, sodio, magnesio, zolfo e tutto lo zinco dell’uovo. Il colore del tuorlo dell’uovo dipende da ciò che mangia la gallina e in particolare dalla quantità di xantofille che acquisisce attraverso la dieta. Le xantofille sono sostanze pigmentanti della famiglia dei carotenoidi, utilizzate anche come coloranti naturali. Oltre a conferire diverse gradazioni di giallo e arancione, sono antiossidanti e, nell’uovo, prevengono l’ossidazione e la distruzione delle vitamine. La maggior parte dei pigmenti che colorano il tuorlo delle uova delle galline allevate naturalmente si trovano nell’erba fresca. In particolare, l’erba medica è molto ricca di xantofille gialle. Affinché il tuorlo sia invece di colore arancio intenso la gallina deve assumere xantofille rosse, normalmente non presenti nei mangimi naturali. Per questo gli allevatori possono arricchire i mangimi con capsantina, presente negli estratti di paprica, presente in alcune alghe e batteri.