La dieta e le porzioni piccole possono rivelarsi una soluzione adeguata per perdere peso in modo corretto e graduale. Ebbene sì, stare attenti alla quantità di cibo è fondamentale per seguire un’adatta alimentazione. Quante volte a tavola vi siete trovati davanti un piatto di pasta e lo avete consumato tutto anche se eravate già sazi ? Si tratta di uno degli errori più comuni. Non ci sono dubbi, il cibo è uno dei piaceri della vita e rinunciare certe volte ad un dolce o una pizza può essere davvero difficile.In realtà, non c’è alcun bisogno di vivere la dieta con sofferenza o fare grandi rinunce. E’ possibile mangiare di tutto moderando le porzioni ed evitando l’esagerazione, la prima causa responsabile dell’aumento di peso. Bisogna considerare che un pugno di patatine fritte equivale a ben 153 caloie, mentre un biscotto a cui non riuscite a fare a meno equivale a circa 70 calorie. Le porzioni per una dieta che non prevede particolari rinunce sono 70 grammi di pasta, 120 di carne rossa e 80 di frutta. Per quanto riguarda la verdura invece, potete concedervela anche più volte al giorno. Purtroppo, l’abitudine di consumare tutto il piatto ignorando il senso di sazietà impedisce di seguire un’alimentazione regolare. Dimagrire dunque, non significa mangiare poco o restare a stomaco vuoto. Basterà consumare i pasti giornalieri nella giusta dose di cui il fisico ha bisogno. Il segreto per seguire una dieta con porzioni piccole inoltre è evitare di acquistare al supermercato alimenti come pacchi di patatine per non cadere in tentazione. Concedetevi qualche piccolo piacere di tanto in tanto, ma seguite la dieta con determinazione.
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Il durian
Il durian è un frutto molto particolare, che tende ad essere amato o odiato per via per del suo odore e sapore intenso. Questo originale frutto è diffuso soprattutto in Paesi asiatici come Malesia e Thailandia, dove esistono locali adibiti alla vendita ed al consumo dei durian, che vengono aperti su tutti e quattro i lati per evitare che le esalazioni del ‘re dei frutti’ si accumulino al chiuso.. L‘odore del frutto è, in effetti, tra le sue caratteristiche decisamente la meno attraente, visto che i gas esalati ancor prima dell’apertura ricordano qualcosa di putrefatto o andato a male. I commenti di chi lo descrivono come l’odore di un formaggio particolarmente puzzolente secondo noi non rendono l’idea. Pensate che nei paesi dove viene coltivato esistono anche particolari divieti nell’adoperarlo negli ambienti chiusi.Il particolare odorato del frutto è dato dalla presenza in quantità assai rilevante di acido solfidrico e solfiti. Anche il sapore del durian è molto ricco ed intenso, tanto da non essere adatto a tutti i palati: chi lo assaggia, infatti, deve essere pronto ad un’esplosione di sapori molto diversi tra loro dal dolce al piccante con una consistenza burrosa. Il frutto si presenta con una buccia dura di colore verde o marroncino chiaro ricoperto da spine; è composto prevalentemente da acqua ma contiene anche carboidrati, proteine, sali minerali in particolare fosforo, potassio, magnesio, ferro, calcio, sodio, rame, manganese e zinco, grassi e fibre.Si tratta di un frutto di dimensioni piuttosto considerevoli. Pensate che un durian può arrivare fino a 8 kg di peso, anche se di solito nelle bancarelle dei mercati vedrete frutti da uno a tre, massimo quattro kili. Va anche detto che la parte commestibile al suo interno arriva a meno di un terzo del suo peso. Nel durian è presente anche un’elevata concentrazione di vitamine Grazie alle sue proprietà antiossidanti il durian è in grado di rallentare l’invecchiamento cellulare oltre a favorire il benessere del sistema cardiocircolatorio con l’apporto di magnesio. L’alto contenuto di flavonoidi, inoltre, rende questo frutto esotico in grado di svolgere una importante azione antivirale e utile anche in chiave preventiva di patologie tumorali.Nella medicina tradizionale cinese, inoltre, il durian è utilizzato per accelerare il metabolismo in gravidanza. Per di più, è considerato utile per favorire il benessere di tutti gli organi.
Alimenti anti influenza
Sembra estate nonostante che siamo il 20 Ottobre in gran parte della nostra penisola sembra essere in estate, cielo azzurro voglia di mare anziché di castagne e camino, ma secondo gli esperti da lunedì calo delle temperature e influenza sono in arrivo: così, con l’approssimarsi dei mesi più freddi e dell’inverno, è importante non farsi trovare impreparati contro la minaccia dei virus influenzali. In questo senso, un’efficace azione di prevenzione può essere effettuata con una giusta dieta, ricca di quelle sostanze, in particolare vitamine, che rafforzano il nostro organismo.Ovviamente, si tratta di un alimentazione nella quale devono farla da padrone verdura e frutta, da consumarsi preferibilmente cruda o poco cotta, evitando così di perdere sostanze preziose con la cottura. Addirittura, si possono piazzare una serie di alimenti ideali per combattere l’influenza in tutte le varie portate di un pranzo tipicamente invernale. Uno di questi, ad esempio è la zucca gialla, ricchissima di betecarotene e pro-vitamina A, un ortaggio facilmente utilizzabile anche nei ‘primi’, come nelle vellutate, nei risotti o come ripieno dei tortelli.Verdure per i secondi o contorni? Ecco a voi peperoni, magari da fare ripieni, o verze e broccoli al vapore. I peperoni sono ricchi di vitamina C e betacarotene, in particolare quelli rossi. vitamina C presente anche nel broccolo, utile pure nell’apporto di della vitamina B, e nel cavolo verza, che offre anche vitamina E. Senza contare che broccoli e cavoli sono ottimi per l’apporto di antiossidanti e per allargare una dieta ipocalorica.E’ però nella frutta che si può pescare a piene mani per arricchire la ‘cesta’ degli alimenti anti-influenza,si può puntare sugli agrumi: arance, limoni e mandarini sono ricchissimi di vitamina C, In questo periodo, poi, si trovano facilmente uva, , kiwi, melograno, utilissimo non solo contro l’influenza ma pure contro mal di gola e raffreddore, altri mali di stagione.E per finire, ecco lo zenzero: una bella tisana con l’ormai nota radice vi aiuterà contro tutte le forme influenzali.
I cibi che non scadono mai
Forse non lo sapevate, ma alcuni cibi che avete in cucina non scadranno mai e, se li conserverete bene, potrete usarli per sempre. Quando acquistiamo dei prodotti al supermercato la prima cosa che facciamo è guardare la data di scadenza. E che rabbia quando, controllando la dispensa, ci accorgiamo che qualcosa è scaduto e siamo costrette a buttarlo. Se già state pensando di dare una pulita alla cucina ed eliminare i cibi che sono lì da troppo tempo, fermatevi. Esistono infatti alcuni alimenti che non si deteriorano con il tempo e possono essere utilizzati e conservati per diversi anni.Al primo posto troviamo il sale, ingrediente essenziale per ogni piatto. Se lo conserverete nel modo giusto, durerà per moltissimo tempo. Riponetelo in un contenitore di vetro con qualche chicco di riso per evitare che si formi troppa umidità, tenendolo sempre in un luogo fresco e secco. Anche la fecola di patate e l’amido di mais, se riposti in credenza nel modo giusto, possiedono una durata pressoché infinita. Conservateli in barattoli chiusi ermeticamente, lontano dalla luce e in un ambiente privo d’umidità. Se avete ricevuto in eredità una bottiglia di liquore o avete trovato un whisky che vi avevano regalato anni fa, non buttateli. L’alcol infatti è un custodente per eccellenza, per questo non si deteriora nel tempo e non consente lo sviluppo di batteri. L’importante è che rimanga al buio e in un luogo fresco.Stesso discorso per il caffè solubile, che si può conservare nel congelatore, soprattutto se non si usa spesso, riponendolo negli appositi sacchetti per alimenti. In questo modo manterrà la sua fragranza e il gusto per diversi anni. Lo sciroppo d’acero è un altro cibo che non si usa molto spesso, ma che nel corso del tempo può capitare di voler riutilizzare per preparare dolci e colazioni sfiziose. Riponetelo nel freezer e vedrete che durerà a lungo.Infine non buttate mai il miele. Spesso il cambiamento di colore o la cristallizzazione ci fanno temere per la nostra salute e così finiamo per buttare questo alimento anche se è ancora buono. In realtà quando il miele presenta questo aspetto basta immergere il vasetto a bagnomaria e tornerà come prima.
Ciotola sana
Si tratta dell’ultima disposizione in fatto di cibi sani, si serve in una ciotola e si chiama healthy bowl. Buona, saziante e bella da vedere, la versione cool del classico piatto unico, è composta da ingredienti naturali, semplici e colorati: verdura, cerali integrali, semi, germogli, frutta e proteine vegetali o animali. Il tutto mixato per poter fornire all’organismo gli alimenti di cui necessita per mantenersi in salute, senza però trascurare il gusto. L’healthy bowl è infatti accompagnata da dressing, salsine e marinature varie, sempre preparate con ingredienti naturali, che rendono più appetibile e stuzzicante il piatto e non pesano sulla linea. Sulla preparazione ci si può veramente sbizzarrire. Un esempio? Le Buddha bowls, ispirate alla tradizione orientale e che in origine venivano preparate per stimolare cognizione e gratitudine. Oggi si tratta di ciotole ricche di ingredienti naturali: riso, semi di sesamo, edamame, salmone, tonno, alghe e scaglie di mandorle. Pesce crudo tagliato a cubetti accompagnato da riso, alghe, e tanti altri ingredienti tipici della tradizione hawaiana sono invece caratteristici delle cosiddette Pokè bowls. Non manca la versione dolce delle bowls con frutta fresca e secca, yogurt, bacche, semi e avena, validissima alternativa alla prima colazione. E quando la temperatura si fa rovente basta congelare la frutta e poi frullarla per creare una bowl gelato naturalissima da inserire nella ciotola insieme ad altri ingredienti. La “ciotola della salute” sta divenendo una vera e propria tendenza in tutto il mondo, tanto che nelle grandi città molti locali servono solo bowls, mentre altri ne hanno introdotte all’interno del menù, accanto ai piatti più classici. Tra i privilegi nutrizionali garantiti da questo “nuovo” piatto c’è la possibilità di assimilare in un’unica soluzione molteplici alimenti che forniscono il giusto apporto di carboidrati, proteine, grassi buoni e fibre. Una soluzione ideale, ad esempio, durante la pausa pranzo, quando solitamente si ha poco tempo a disposizione.
I cibi dietetici ci fanno ingrassare
Senza zucchero”, “senza grassi”, “low fat, “light”: girando tra le corsie del supermercato, non facciamo altro che vedere alimenti confezionati privi di zuccheri e grassi, che dovrebbero ridurre l’aumento di peso per non parlare del “senza olio di palma”. La parola “senza” è quasi diventata, di fondamentale importanza per la vendita del prodotto. I cibi light magari aiuteranno i nostri sensi di colpa e il portafogli di chi li produce, ma non è detto che facciano bene alla nostra salute. La produzione di alimenti “leggeri” risale al secolo scorso: in America, alcuni studi mostrano una correlazione tra cibi a elevato contenuto di grassi e malattie cardiovascolari, e suggeriscono che una dieta povera di grassi possa essere d’aiuto ai pazienti con problemi di colesterolo o di pressione alta. Vent’anni dopo, la dieta low fat viene consigliata all’intera popolazione, non solo a chi soffre di problemi cardiovascolari. Altri 20 anni e il regime low fat diventa una vera e propria ideologia, animata anche dai canoni di magrezza imposti dalla società. Inizia così il boom dei cibi dietetici.Dalle tavole vengono banditi il latte intero, i formaggi e i grassi animali in generale, e l’industria alimentare inizia a studiare nuove formule per produrre cibi che a parità di forma e sapore abbiano meno grassi, o addirittura ne siano del tutto privi. I grassi animali vengono così sostituiti da grassi vegetali insaturi, ma c’è un problema di consistenza: mentre a temperatura ambiente i grassi animali sono solidi, quelli vegetali sono liquidi, quindi il prodotto finale non ha né l’aspetto né il sapore di quello originale. Ecco quindi che per rendere il sapore del prodotto il più simile possibile a quello originale, viene aggiunta una notevole quantità di zuccheri. Leggendo bene le etichette si nota che, anche se in un prodotto c’è il 59% di grassi in meno, normalmente il numero di calorie è inferiore solo del 15% a quello del prodotto “intero”. In uno studio Susan Swithers, si scopre che i cibi low fat, in realtà, fanno ingrassare. Lo studio, è stato condotto su due gruppi di topolini, alimentati con cibo in polvere e con patatine fritte. Il primo gruppo ha ricevuto tutti i giorni patatine fritte normali, l’altro un’alternanza di patatine normali e patatine light, contenenti un grasso sintetico, che ha zero calorie I ricercatori hanno scoperto che, dopo alcuni giorni di questa dieta, i topolini alimentati con l’alternanza di patatine normali e light avevano mangiato di più, guadagnato peso e sviluppato più grasso corporeo rispetto ai topolini che avevano mangiato solo le patatine normali. Anche eliminando le patatine dalla dieta, i topi non avevano più perso peso,tale studio smentisce del tutto l’utilità dei prodotti light nelle diete, aggiungendo che, a lungo andare, una dieta “poco grasso” potrebbe anche far aumentare il colesterolo e condurre all’obesità, causando problemi metabolici e infiammazioni cerebrali.
Miele più buono e costoso del mondo
Il miele lo si usa spesso, come dolcificante, come alimento ed è appurato che è persino curativo…Quello che non si sa è che c’è un tipo particolare di miele che costa “solo”45.000 euro al chilo! La ragione di questo pezzo stratosferico è il fatto che questo miele, chiamato “Elvish Honey” è realizzato in Turchia ed è stato rinvenuto a 1800 metri di profondità, in una caverna Una grotta non comune per altro perchè è una vera e propria miniera d’oro per il miele che conteneva 18 chilogrammi di questo prezioso alimento, solidificato. Dopo una prima analisi un grammo di questo miele speciale è stato venduto in Francia e in Cina. Ora il suo costo è sceso rispetto al 2009, a soli, se così si può dire, 5000 euro al chilo. Costosissimo, ma buonissimo…volete provare? Mettete un po’ di spiccioli da parte!
Tumori e cibo spazzatura
Contengono troppi zuccheri, sale, conservanti, sono poveri di vitamine e di fibre: alimenti come snack, merendine, pasti pronti, oltre alle bibite gassate, non hanno certo fama di giovare alla salute. Aumentano anche il rischio di tumore? Un vasto studio ha rilevato uno dei primi indizi concreti di un possibile legame tra il consumo dei cosiddetti “cibi ultra-trasformati” e il cancro. Gli alimenti ultra-processati, o ultra-trasformati, sarebbero secondo la definizione di un’agenzia dell’OMG quelli che, oltre a zucchero, sale, oli e grassi aggiunti, contengono come additivi sostanze estratte dagli alimenti come caseina, siero di latte e proteine isolate, o sostanze sintetizzate da componenti alimentari come oli idrogenati, amidi modificati e aromi non utilizzate solitamente nella preparazione casalinga dei cibi. alimentazione, cibo processato, junk food, dieta, sale, grassi, zuccheri, cibo spazzatura.Una dieta in cui questi cibi hanno la maggioranza, a scapito di cibi freschi, è stata legata all’obesità e a un aumento di diabete, pressione arteriosa e colesterolo, tutti a loro volta fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. Finora però non c’erano prove e neppure indizi convincenti che il consumo di questi cibi fosse legato anche a un aumento del rischio di tumori. Tenendo conto di altri fattori di rischio conosciuti, tra cui l’età, la storia familiare, il fumo, la quantità di attività fisica, dall’analisi è stato comunque isolato un aumento specifico del rischio di tumore attribuibile all’alimentazione. Secondo lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sul British Medical Journal, a un 10 per cento in più nella proporzione di alimenti ultra-processati nella dieta corrisponde un innalzamento generale del 12 per cento del rischio di cancro. Per alcuni tumori, come quello del seno, l’aumento del rischio è stato dell’11 per cento. Il rischio aggiuntivo identificato riguarda inoltre solo gli alimenti definiti ultra-trasformati, mentre non è stato individuato per altri tipi di alimenti industriali, per esempio le verdure in lattina o formaggi e pane prodotti a livello industriale. D’altra parte, il consumo di cibi freschi frutta, verdura, legumi, riso, pasta, uova, carne, pesce e latte è stato associato a una riduzione del rischio di cancro in generale e di tumore del seno.
Dispensa in ordine
Come il cambio dell’armadio, o del ripostiglio, ogni tanto occorre affrontare anche la questione dispensa: alzi la mano chi non ha stipato in fondo ai pensili della cucina degli alimenti che non tocca più da una vita, o chi nel congelatore non ha dei contenitori non ben identificati di cibi ormai irriconoscibili. Ebbene, ogni tanto serve svuotare e ripulire, cercando però di ridurre lo spreco di cibo in favore di un più corretto consumo. Ci sono molti alimenti che sono ancora totalmente commestibili anche dopo la data di scadenza suggerita e altri che naturalmente avranno perso consistenza, o croccantezza tipo i biscotti, cereali per la colazione ma si possono riutilizzare per fare dolci. Alcuni alimenti come cereali grano, farro, orzo o legumi secchi potrebbero avere dei piccoli ospiti sgraditi al loro interno: se ne avete un sacchetto da molto tempo, non importa tanto la sua data di scadenza i ceci secchi per esempio rimangono buoni per anni quanto la presenza di moscerini o minuscole larve al loro interno: svuotate l’intero sacchetto in uno scolapasta, e se non ci sono ‘ospiti’ riponete il prodotto in un barattolo ermetico. Una volta svuotata la dispensa e i vari ripostigli, come comportarsi per evitare di stiparla di nuovo sprecando altro cibo. Prima di tutto, evitando di comprare le confezioni formato maxi dei prodotti solo perché sono economiche, se non è una quantità che a casa consumate: il risparmio viene spazzato via dallo spreco, e diventa inutile. Poi, un gesto molto importante che dovreste compiere ogni volta che tornate a casa con la spesa, è quello di mettere i prodotti nuovi sul retro della dispensa, e quelli vecchi davanti, in modo da finire di consumarli prima di aprire nuove confezioni. Per quanto riguarda il frigorifero o i prodotti aperti, vanno chiusi con appositi laccetti in sacchetti, barattoli o contenitori, ideale sarebbe oltre che richiuderli con cura porre una etichetta con la data di apertura; lo stesso vale per il congelatore: mettete un’etichetta con data e tipologia di alimento, visto che il congelamento lo renderà irriconoscibile. Naturalmente conservare i cibi nel modo ottimale è la prima regola per non buttarli, e questo significa oltre che sigillarli alla perfezione, evitare di contaminarli con altri alimenti: non mettete nella marmellata lo stesso coltello con cui avete tagliato il burro, non intingete i crostini direttamente nel formaggio cremoso, non inserite le patatine nella maionese per evitare che briciole e rimasugli facciano ammuffire il prodotto prima del tempo.
Cosa mangiare per vivere più a lungo
Negli ultimi anni siamo diventati tutti più attenti all’alimentazione: cerchiamo di mangiare meno e meglio, più verdure e meno carne, più alimenti naturali e meno cibi confezionati. Un bene, almeno finché non si sfocia nell’ossessione salutistica. Dan Buettner, giornalista del New York Times, ha individuato le cinque regioni con la maggior concentrazione di centenari curiosi di sapere le abitudini alimentari delle popolazioni più longeve ? Noci, nelle zone blu se ne consumano due maciate al giorno, come snack e da un recente studio è emerso che chi mangia noci riduce il suo tasso di mortalità del 20% rispetto a chi non ne mangia. La frutta secca in generale inoltre è in grado di ridurre i livelli di colestero cattivo fino al 20%. Consumare cibi interi Senza dividere per esempio il tuorlo dall’albume nel caso delle uova. Secondo le ultime ricerche infatti sembra che gli elementi presenti negli alimenti lavorino insieme per essere benefici. Meglio quindi scegliere prodotti con una lista degli ingredienti chiara e breve, meglio ancora se a km zero. Acqua Bisogna bere almeno 7 bicchieri d’acqua al giorno. Gli studi infatti dimostrano che una buona idratazione riduce anche la possibilità di coaguli nel sangue. Alcol Nelle zone blu si bevono da uno a tre bicchieri di vino rosso al giorno. Un’abitudine che aiuta a il nostro corpo ad assorbire gli antiossidanti. Attenzione agli eccessi però: le quantità massime per una donna sono di un bicchiere al giorno e per un uomo due. Tè verde È dimostrato che riduce il rischio di malattie cardiache e diversi tipi di tumore. Tè verde, elisir di benessere Caffe’ Sull’isola di Nicoya, in Sardegna e in Grecia se ne beve parecchio. Un recente studio ha dimostrato che il caffè riduce il rischio di demenza e morbo di Parkinson che sembrano essersi rivelati veri e propri elisir di lunga vita.