La salvia

La salvia è indubbiamente  una delle piante più diffuse ed gradite tra le  erbe aromatiche al mondo. Ottima in cucina per aromatizzare piatti di pasta e carni è utilizzata anche in erboristeria. Conosciuta dall’uomo sin da tempi molto antichi, nelle sue centinaia di specie: la tipologia che si usa per scopo alimentare è la salvia comune. Un arbusto sempreverde, che cresce disordinato con le sue foglie ovali e vellutate, dal colore verde tendente al grigio e con un profumo inconfondibile, con fiorellini violacei che produce nella stagione calda. Se al momento dell’acquisto scegliete per una tipologia più delicata mettetela in casa in un vaso, in modo da poterla spostare al riparo nel caso di gelate invernali; in generale comunque la salvia sopporta benissimo sia il caldo che il freddo. Si può piantare mettendo direttamente i semi a dimora agli inizi della primavera, oppure, ed è il metodo più consigliato, per talea, incidendo con un taglio netto con un attrezzo disinfettato un giovane germoglio e interrandolo direttamente in un vasetto per permettergli di radicare. A fine primavera inizio estate sarà sufficientemente forte da poterlo trapiantare nella location definitiva, sia essa vaso o giardino. La salvia non ha particolari esigenze per quanto riguarda il terreno, purché sia ben drenato per evitare i ristagni idrici; le annaffiature non devono essere troppo frequenti ma avvenire solo quando il terreno è asciutto; per quanto riguarda l’esposizione, la salvia gradisce almeno 5 o 6 ore di luce al giorno diretta, collocatela perciò in un’area in mezz’ombra. I suoi  fiori si potano solo quando cominciano ad essiccare, mentre a fine stagione di fioritura si possono potare i rami per rinvigorire la pianta; non togliete tutti i fiori come si fa con il basilico, perché sono utili per rilasciare nuovi semini che daranno origine ad altre piante.

I veri polmoni della terra

È facile pensare alle foreste terrestri come ai “polmoni verdi” del pianeta. Gli alberi producono ossigeno, il gas che tutti noi respiriamo, ma in realtà non sono gli unici organismi a fare la fotosintesi clorofilliana. Otre la metà dell’aria respirabile non proviene dalla terra, bensì dai mari e dagli oceani e ciò è possibile grazie ad alcuni tra gli organismi più piccoli al mondo: le alghe e i cianobatteri. Potremmo dire che i veri polmoni della Terra non sono solamente verdi…ma anche blu! Gran parte dell’ossigeno atmosferico proviene dai mari, non dalla terra Sapete da cosa è composta l’aria che respiriamo? È data da un mix di gas presenti in quantità variabile e, nello specifico, dal 78% di azoto, dal 21% di ossigeno e dalla restante parte di altri i gas – tra i quali l’anidride carbonica. Ma vi siete mai chiesti da dove deriva l’ossigeno che respiriamo? Chi lo produce e come? Tutti gli organismi che fanno la fotosintesi clorofilliana producono ossigeno: non solo piante, quindi, ma anche alghe e cianobatteri e tutti gli esseri viventi in grado di auto-prodursi il nutrimento di cui hanno bisogno tramite questo processo. Usano l’energia del Sole per trasformare l’anidride carbonica atmosferica e l’acqua che assorbono dall’ambiente in zucchero e ossigeno, grazie ad un complesso processo che coinvolge le molecole di clorofilla.Con lo zucchero si alimentano e si mantengono in vita ma l’ossigeno per loro è uno scarto, ecco perché viene rilasciato nell’ambiente. Oggi sappiamo che più della metà dell’ossigeno del pianeta proviene dai mari e dall’oceano e, più precisamente, dal suo strato più superficiale chiamato “zona fotica”. Rispettiamo questa vastità di acqua che ci fa vivere meglio

Glicine è arrivato il momento di potarlo

l glicine è una delle piante più amate nella decorazione dei giardini: un rampicante estremamente forte e longevo, con una fioritura copiosa e eccezionale, che trasforma pergolati e muri in una pioggia fiorita, con quelle infiorescenze anche lunghissime a forma di grappolo che possono avere varie sfumature dal bianco al viola. È anche una pianta che non ha bisogno di particolari cure: una volta che ha preso possesso del terreno nel vostro giardino  e che si trova in una posizione sufficientemente soleggiata, l’unica cura di cui ha bisogno è quella della potatura, che si effettua due volte all’anno in estate e in inverno. La prima si effettua tra luglio e agosto per accorciare i rami più recenti e dare ordine alla chioma, così che poi fiorirà meglio. L’altra invece si effettua a fine inverno, quando non c’è più rischio di gelate, soprattutto di notte. Ogni volta che intervenite su delle piante rampicanti, vi renderete conto che in pochi mesi sono in grado di avvinghiarsi a qualsiasi supporto trovano. Quindi dovete sfruttare questa loro straordinaria capacità e guidare i rami nella direzione che volete. Una volta tagliato e pulito tutto, prendete i rami che rimangono sparsi e separati dalla pianta principale, e con dei lacci legateli lungo i supporti del gazebo, tralicci e simili, lungo i rami più vecchi, o dentro un vaso di vetro da collocare sopra un tavolo. Così la pianta assumerà la forma che volete e coprirà la superficie desiderata.

La volpe

La volpe rossa, o semplicemente volpe, è la più grande delle volpi propriamente dette e il carnivoro con l’areale più vasto, essendo presente in tutto l’emisfero boreale dal circolo polare artico al Nordafrica, il Nordamerica e l’Eurasia. Il suo areale si è espanso insieme a quello umano, essendo stata introdotta in Australia, dove viene considerata nociva per i marsupiali e uccelli indigeni. Fra le volpi del genere Vulpes, la volpe rossa rappresenta una forma più specializzata al carnivorismo. Oltre che per le maggiori dimensioni, si distingue ulteriormente dalle altre volpi per la capacità di adattarsi a qualsiasi ambiente. La volpe rossa vive solitamente in coppia o in piccoli gruppi rivolti ad una coppia riproduttiva e la sua prole o da un maschio con varie femmine imparentate. I cuccioli cresciuti tendono a rimanere con i genitori per assisterli nella cura di nuovi piccoli. Si ciba prevalentemente di piccoli roditori, ma caccia anche conigli, uccelli terricoli, rettili, invertebrati e giovani ungulati. Ogni tanto si nutre anche di frutta e vegetali. Sebbene tenda a uccidere i predatori più piccoli, incluse altre specie di volpe, è vulnerabile agli attacchi di predatori più grossi come lupi, coyote, sciacalli e vari felini di grossa taglia. La specie ha una lunga storia d’associazione con gli umani, essendo stata cacciata attivamente come animale nocivo o da pelliccia per molti secoli, ed è protagonista di tante fiabe e leggende e per la sua furbizia, da qui il detto “furbo come una volpe” Dato il suo vasto areale e la popolazione numerosa, è fra gli animali più importanti nel commercio delle pellicce.

Il cibo nudo

Il tempo in cui imballare prodotti alimentari  come frutta e verdura si credeva fosse la scelta migliore per proteggere il cibo, sembra volgere al termine. Non solo evidenze scientifiche hanno dimostrato che questa abitudine può portare allo sviluppo di allergie, ma gli stessi consumatori hanno iniziato ad gradire la natura per come si presenta.Questi involucri che contengono gli alimenti sono realizzati in materiale plastico. Proprio quella plastica che finisce nei nostri mari le acque   e mettendo a rischio la salute di flora e fauna, A lanciare il nuovo trend del cibo al nudo è stata la catena di supermercati della Nuova Zelanda, New World. Gli alimenti non sono confezionati all’interno del solito imballaggio, ma vengono esposti in maniera naturale. Con un risultato straordinario: l’idea piace e le vendite sono salite del 300%.E i sacchetti di plastica? In Italia da oltre un anno è in vigore la legge per cui i sacchetti biodegradabili devono essere obbligatoriamente acquistati, a New York invece sono stati eliminati. I punti vendita incentivano infatti i consumatori a riutilizzare borse da loro fornite offrendo 0,05 centesimi di sconto. O ancora, è possibile portare da casa dei contenitori, dei cesti in vimini, per inserire il cibo acquistato. Un processo semplice, ma allo stesso tempo rivoluzionario che ha come obbiettivo quello di ridurre l’uso e la presenza della plastica sulla terra.

Foglie di banana come incarto

L’iniziativa arriva dalla Thailandia: un supermercato di Chiang Mai ha deciso di confezionare i prodotti del reparto ortofrutta fasciandoli nelle foglie di banana. Un’idea “eco friendly” che ha ricevuto immediato successo: le foto di frutta e verdura imballate nelle foglie verdi che sono finite sui social, ottenendo i “mi piace” entusiasti degli utenti. Le immagini sono belle da vedere e i prodotti acquistano maggior freschezza. Le foglie, inoltre, sono senza pesticidi, come riportato sull’etichetta. L’idea è stata ripresa anche in Vietnam, dove alcune grandi catene di supermercati , hanno iniziato a confezionare gli ortaggi con le foglie di banana. Un portavoce della catena Lotte Mart ha spiegato alla stampa che i nuovi imballaggi sono ancora in fase di prova, ma il progetto è quello di sostituire definitivamente la plastica in tutti i punti vendita del Paese. Oltre a confezionare frutta e verdura, Lotte Mart ha intenzione di usare le foglie di banana anche per la carne