Presto o tardi arriva per tutte le coppie: da quelle che stanno insieme da troppo poco per avere fatto piani comuni per l’estate, a quelle che stanno insieme da qualche anno e non hanno le ferie in concomitanza, fino a quelle che per una volta decidono unilateralmente o di comune accordo di passare le vacanze in modalità di temporanea separazione. Non è un dramma, né necessariamente una spia che il rapporto è finito o in crisi. Ma se capita, come continuare a vivere alla distanza? Capita di voler fare esperienze che l’altro non gradirebbe pienamente, perché anche nelle coppie più compatibili ci sono gusti e desideri che non combaciano. Tipo che lui vuole andare al mare per passare tre giorni in mezzo al mare in barca a vela e tu sei terrorizzata dall’acqua, mentre lui detesta le vacanze pigre e tu vorresti solo sbragarti in un lettino per sette giorni, leggere e dormire lontano da sveglie e ritmi stressanti. La vacanza separata è l’ideale per soddisfare i desideri inespressi. Alcune donne permettono al compagno di andare in vacanza con gli amici e senza di loro, ma trascorrono tutto il tempo della vacanza a casa, lamentandosi e bofonchiando al telefono perché lui è “Lì” che si diverte senza di loro. Il massimo dell’aggressività passiva, e un ottimo modo per ritrovarsi alla fine delle ferie più stressate che all’inizio. Se è stato lui a proporre la vacanza separata, organizzati con amici o amiche e goditi le vacanze da single: avrete sicuramente qualcosa da raccontarvi che l’altro non sa. Un tonico incredibile
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Quando la coppia è in vacanza
«Ferie estive? Ormai le temo come il blackout dei computer il lunedì, », si sfoga Paola, 33 anni, imprenditrice. «Non c’è stato anno con Giulio, che non si sia scoppiati in liti furibonde nel clou della vacanza, e a rimuginare per il resto del tempo. Una volta perché si è persa una coincidenza aerea, un’altra perché il mare non si poteva raggiungere a piedi in dieci minuti, un’altra ancora perché c’era poco campo e ogni giorno si girovagava col cellulare. Confesso, arrivo al giorno del rientro con sollievo: finalmente a casa, fine delle discussioni». Quasi un malefico paradosso, la vacanza tanto sospirata, l’oasi sognata nella traversata annuale del mare agitato da lavoro, figli, parenti, scadenze, si trasforma in una battaglia per la sopravvivenza non solo dell’agognato relax, ma della coppia in breve. Lo scenario di Paola è diventato un tale ritornello nei racconti post-ferie dell’ultima generazione turistica che il gruppo internazionale Club Med ha lanciato di recente una ricerca dal titolo significativo, “Guai in paradiso”, dove il serpente perfido, più che a peccare, è la tentazione a litigare. Sotto esame, infatti, non sono tanto le abitudini o i gusti delle coppie in vacanza, quanto i loro scontri – dove, come, quando e perché si scopriranno divisi e in lotta, anziché uniti e beati. Dato che, questo è il principio da cui si parte, in quei giorni, prima o poi, volenti o nolenti, litigheranno di sicuro. Piuttosto, però, quel che colpisce, leggendo i risultati, è quanto siano a prima vista insipidi i pomi della discordia: il ristorante della sera o il menù, la gita del giorno, la lettura della cartina sulla guida, il tempo per cambiarsi d’abito. Come se, più che di reali motivi, si trattasse di pretesti.«Sempre più spesso ascolto coppie che si lamentano di essere state in vacanza e aver litigato tutto il tempo», commenta Daniela Rossi, psicologa Ma non è certo la vacanza la causa di cui la lite è il sintomo. La questione sono le aspettative che, dopo un anno di stress sul lavoro, sui budget familiari, sui tempi e la gestione di casa e figli se ci sono, si riversano su questa pausa. Non si vede l’ora di fuggire ma, quando il momento arriva, si parte troppo stanchi, già tesi e con un carico di emozioni compresse eccessivo da smaltire.
Il peggior alleato delle vacanze estive…separate
Quale sentimento è il peggiore alleato per le vacanze estive separate? Il sentimento nemico numero uno è la gelosia. È un meccanismo che scatta quasi in automatico e che fa leva sulla paura che lui o lei possa incontrare un’altra. Si nutre delle insicurezze, dei traumi passati, dei fantasmi interiori. Quando due persone si amano sentono di appartenersi e, a volte, perdono il confine della propria individualità. Quando poi la paura dell’abbandono ci mette lo zampino, si rivendica di avere il partner tutto per sé. Il desiderio dell’altro si trasforma in una pretesa di possederlo, anche a distanza. ‘Chissà che starà facendo?’, ‘Mi ha detto che era con gli amici: sarà vero?’, sarà sul mare con un altra? ‘E se ha già conosciuto un’altra?’. La gelosia solleva tante, troppe domande. Difficilmente lei o lui riuscirà a contenersi e la riverserà addosso stando ore e ore al telefono. Dando inizio a tensioni e scenate…Come valido aiutante, invece,(consiglia l’esperta di vita di coppia Kartyl), la libertà. Il che non significa tradire né fregarsene dell’altro. Ma esprimere se stessi, godersi le vacanze anche se si è in due luoghi diversi. Imparare a stare bene anche senza l’altro: d’altronde, che male c’è? Quel che conta è essere trasparenti e fedeli, rispetto ai propri bisogni e alle richieste del partner. Senza sentirsi incastrati, in colpa o traditi. Ma semplicemente liberi”. Nel suo significato più ampio amare è desiderare che il partner sia felice. Che si senta quindi libero, sempre: in presenza o assenza della compagna o del compagno. Che vi cerchi al telefono per voglia, e non dovere, di sentirvi. Insomma: che stia con te perché lo sente davvero, non perché deve farlo. Una vacanza separata ben riuscita consolida il legame, scava il cuore in profondità, offrendo nuovi spunti di crescita, di riflessione di consapevolezza di cosa abbiamo o cosa non potremmo avere più. È un esperimento da fare che consiglio, soprattutto a chi non l’ ha ancora vissuto, troppe volte perdiamo di vista il valore delle cose che abbiamo solo quando subentra la paura di perderle si aprono nuovi scenari
