Ci sono cose che gli uomini dovrebbero conoscere molto bene della donna con cui stanno. Ecco alcune istruzioni per l’uso dell’universo femminile. PS: siete liberi di continuare a ignorarle, a vostro rischio e pericolo.. Non vediamo l’ora che ci chiediate un consiglio. E ci fa piacere quando lo seguite, invece di fare sempre di testa vostra… Quando vi raccontiamo una cosa ci piace prolungarsi, divagare e aggiungere un sacco di dettagli inutili. Sarebbe carino se non continuaste a interromperci. Ci piace quando ci telefonate senza motivo, solo per farci un salutino. O per darci il buongiorno, o la buona notte, o sapere cosa abbiamo mangiato a pranzo. Apprezziamo tantissimo, tranne quando siamo al lavoro. Adoriamo i baci inaspettati. Per esempio, quando siamo insieme in macchina fermi al semaforo, potreste approfittarne per darci un bacio, anziché controllare la mail sul cellulare. Odiamo le frasi tipo «Mi ricordo che la mia ex…». Fate finta di non aver avuto nessun’altra donna prima di noi. È meglio.Ci piace quando mostrate interesse per le nostre passioni. Anche se vi annoiano a morte. Noi facciamo altrettanto quando ci parlate di calcio o dell’ultimo gioco per la Playstation. Quando ci lamentiamo dei casini in ufficio o di quanto sono bastarde le nostre colleghe ci aspettiamo un po’ di umanità. La frase giusta da dire è: «Il tuo capo è davvero un bastardo!» oppure «Quella tua collega è davvero un serpente, oltre che brutta!». Oppure limitatevi ad annuire con aria comprensiva. Ogni tanto un bel massaggio non guasterebbe. Per esempio se vi accorgete che siamo nervose, invece di dire frasi che ci fanno arrabbiare ancora di più tipo: «Che c’è, sei nervosa?», un massaggio è sicuramente più utile per alleviare la tensione. Adoriamo i complimenti. Di qualsiasi genere, da «Questa camicia ti sta benissimo» a «Oggi sei più bella del solito».Quando ci portate qualcosa di buono dal supermercato che non era nella lista, vorremmo riempirvi di baci anche se a volte brontoliamo «No! Hai comprato le patatine! Lo sai che sono a dieta…» nel linguaggio femminile vuol dire «Evviva, hai comprato le patatine, chi se ne frega della linea!»
Tag: supermercati
Uno strano frutto
Dell’estate rovente, molti di noi ricorderanno senza dubbio il sollievo nell’addentare una fetta gelata d’anguria dalla polpa rossa, dolce e succosa. Tuttavia, a molti di noi è capitato di sentirsi smarriti di fronte alla sorpresa di ritrovarsi con una fetta di anguria gialla, anziché rossa, comprata di corsa al supermercato per rinfrescare una pausa di lavoro. Infatti, a uno sguardo veloce, la buccia dell’anguria gialla è abbastanza simile, ma non uguale, a quella dell’anguria. La sorpresa, invece, arriva quando la si taglia: dopo il primo attimo di diffidenza e dopo aver pensato “sarà da buttare”, per istinto l’abbiamo annusata, poi assaggiata con circospezione e, solo dopo aver scoperto che, seppur gialla, la polpa è dolce, succosa e leggermente croccante, dal sapore un po’ diverso dall’anguria rossa che ad alcuni ricorda il fico d’india, ne abbiamo voluto sapere di più.Ecco perché provarla è conosciuta come cocomero-ananas o cocomero giapponese è un innesto botanico non OMG ottenuto dai giapponesi in modo naturale è prodotta in Italia principalmente in Basilicata, Sicilia, Lazio è ricca di vitamina A e betacarotene, come tutti i vegetali di colore giallo (incluso il peperone e le albicocche), mentre quella a polpa rossa è più ricca di licopene, come i pomodori. Come l’anguria rossa, quella a polpa gialla ha: la stessa quantità di acqua di quella a polpa rossa (circa il 95%) e per questo è perfetta in estate proprietà dissetanti, depurative e drenanti come l’anguria rossa.Come usarla?Esattamente come quella rossa, dalla colazione alla merenda, al dopo cena, ma anche per preparare insalate, ghiaccioli e succhi, proprio come l’anguria rossa.
Cocco bello….!!!!
Sole, mare, estate, se in spiaggia al grido di “cocco bello” scattate sull’attenti, forse siete veri amanti di questo frutto esotico. Ecco perché abbiamo pensato di parlarvi di questo frutto ideale anche per preparare delle ricette sia dolci che salate con questo ingrediente eccezionale. Cocco fresco e cocco secco: Dovete sapere che il cocco fresco non è quello che arriva sulla nostra tavola, con il guscio duro e la polpa dura e croccante. In realtà il cocco appena raccolto è verde e ha all’interno una freschissima acqua energizzante e idratante e una polpa dolce e cremosa. Per consumare il cocco fresco basta tagliare la calotta e poi infilare all’interno una cannuccia e un cucchiaio per bere l’acqua e mangiare la polpa. Purtroppo, raramente questo frutto arriva sulle nostre tavole perché va raccolto e consumato in breve tempo. Il cocco che troviamo più facilmente nei supermercati invece, è il cocco secco, quello che viene rotto con il martello perché ha un guscio molto duro e ha all’interno una polpa bianca a marrone tutta da sgranocchiare. Il cocco è un energetico naturale perché ricco di potassio e grazie alla presenza di vitamina B e C è utile in caso di debolezza, nervosismo e problemi urinari. Ha anche un notevole effetto saziante e può essere utilizzato per ridurre l’appetito quando si segue una dieta dimagrante. Attenzione alle quantità, però, perché è molto calorico. Il latte di cocco non contiene lattosio, ma è ricco di acido laurico che mantiene in buono stato la salute delle ossa. Il cocco ha anche proprietà rigenerative a livello cellulare e aiuta a rinforzare il sistema immunitario. Da qualche tempo inoltre è possibile trovare in commercio uno zucchero molto aromatico che si produce con il nettare di cocco. Lo zucchero di cocco non viene ricavato dal frutto, ma della palma e il fluido che si ottiene è molto zuccherino non è da confondere però con lo zucchero di palma, molto meno conosciuto in Italia.Per produrre lo zucchero di cocco viene inciso il fiore della palma da cocco, per poi ottenere il nettare che poi viene essiccato a temperature abbastanza alte finché l’acqua non viene totalmente eliminata Lo zucchero di cocco è ricco di vitamine, ha un indice glicemico abbastanza basso, non contiene conservanti e non viene trattato con agenti chimici.
Patate fritte
Anche preparare le patatine fritte è un’arte: il giusto taglio, il giusto olio, la giusta cottura…le variabili necessarie ad ottenere una patatina fritta perfetta sono molte: vediamo come fare per non sbagliare! Iniziamo a scegliere quale patata: bianca, gialla o rossa? Possono essere utilizzate tutte, purché fresche e della tipologia giusta. La scelta dell’ olio: le posizioni sono molte e spesso in forte disaccordo. I puristi amano friggere in olio extravergine di oliva, altri preferiscono l’olio di arachidi o di semi. Il gusto del fritto cambia in relazione all’olio utilizzato, ovviamente, una cosa fondamentale: la temperatura dell’olio non deve superare mai i 180°. Aiutatevi con un termometro alimentare per misurarla correttamente. Per una buona frittura occorre molto, moltissimo, olio. Gli alimenti devono essere totalmente tuffati e non troppi tutti insieme, ognuno deve avere il proprio spazio di cottura: piuttosto, friggeteli a gruppi, uno dopo l’altro, la friggitrice è comoda, ma la verità è che basta una buona padella di ferro con i bordi alti. Come tagliare le patate: quello classico, a bastoncino, è il migliore, purché non siano troppo sottili, altrimenti il rischio di bruciarle è altissimo. Un centimetro di spessore è l’ideale per avere patatine croccanti fuori e morbide dentro. Per cambiare, potete anche provare a tagliarle a chips, sottili sottili con una mandolina, e passarle nella farina di riso prima di friggerle. Una bontà, ma occhio alla cottura! Ma c’è anche un segreto: una volta tagliate, lasciate a bagno nell’acqua fredda per 5 minuti, quindi scolate e asciugatele perfettamente prima di friggerle. Salatele solo dopo la frittura.
Frutta in campo
In principio sono stati i tulipani, con un grande campo nato alle porte di Milano dove camminare tra i fiori, raccoglierli da sé e portarli a casa: un’idea già diffusa in altre città, come Roma e Firenze. Adesso tocca alla frutta: albicocche, mele, susine, pere, pesche, ciliegie, more e uva da cogliere direttamente tra i filari di un frutteto cittadino grande, con 2mila piante di nove specie diverse, disposte in 26 filari e 60 varietà di frutti con diversi periodi di maturazione. Un’attività, quella di cogliere la frutta direttamente dagli alberi, che sarà magari normale per chi vive in campagna: ma per chi vive in città la frutta è solo quella che si compra al supermercato o, al massimo, ai banchi dei mercati settimanali. L’azienda si chiama “FruttaInCampo” Un’idea commerciale nata dal lavoro di un gruppo di soci, ma che gioca anche sul piacere del ritorno alla natura e sulla scoperta non solo per i bambini della frutta appena raccolta. “Lo scopo è quello di produrre in modo sano frutta che possa essere raccolta direttamente dal consumatore, nel momento della sua massima maturazione. Questo permette di portare in tavola sempre frutta fresca, maturata sulla pianta e quindi ricca di sapori, profumi e sostanze nutritive”. E quindi: niente prodotti chimici, letame come fertilizzante, reti anti-insetto per ridurre al minimo i trattamenti. E tanta frutta pronta da mangiare: proprio come nel campo di tulipani di Cornaredo la filosofia è quella “u pick”, “tu raccogli”. Si passeggia tra i filari con i cestini, si sceglie la frutta, si coglie e si paga all’uscita in base al peso. Dopo il freddo intenso del mese scorso, le fioriture nel campo sono state un po’ ritardate. La scorsa settimana il frutteto ha aperto per un primo giro esplorativo tra gli alberi in fiore. La raccolta inizierà a maggio: il giorno sarà deciso quando ci saranno un numero sufficiente di varietà pronte da cogliere.
Un lavoro bizzarro..
Per il 2018 volete gustarvi una nuova sfida? Allora addentate questa offerta, visto che stiamo cercando uno squisito nuovo collaboratore il cui valore si misuri a peso… di cibo!”. Il proverbiale humour inglese non sembra manifestarsi qui ai vertici, ma questo annuncio sta facendo ugualmente il giro del mondo. La catena di supermercati inglese B&M cerca infatti un “esperto di chicken nugget”, da utilizzare per il controllo qualità di una nuova linea di surgelati che verrà lanciata il mese prossimo. Troppo bello per essere vero? Eppure l’offerta è nero su bianco, e anche piuttosto particolareggiata. Le qualifiche richieste comprendono, tra le altre, essere quello che da McDonald’s prende la party box da 20 nuggets e se la mangia da solo e quella volta che sei inciampato al buffet e ti sei preoccupato di salvare il piatto prima che della tua incolumità. La sede di lavoro è nel Merseyside, la regione di Liverpool. L’unica nota dolente è lo stipendio, non proprio da lavoro full time: il fortunato prescelto sarà compensato, oltre che con una quantità di nuggets non indicata ma probabilmente eccedente i suoi desideri, per mezzo di un voucher da 30 euro al mese da spendere nei supermercati della catena.Insomma, se vi trovate in zona, non avete particolari necessità economiche e avete un’insana predilezione per il junk food surgelato questo potrebbe essere il lavoro dei vostri sogni.
Il primo supermercato senza plastica
Succede ad Amsterdam, dove la catena specializzata in prodotti bio ha inaugurato il primo reparto al mondo senza plastica, sostituendo l’imballaggio dei prodotti con vari materiali biodegradabili e altri materiali riciclabili come metallo, cartone, vetro, e cesti come contenitori. Per il momento si tratta di un esperimento partito dal primo negozio della catena, Non pensate ai piccoli rivenditori di alimenti sfusi, con i dispenser di cereali fissati alle pareti: la novità sta proprio nelle dimensioni dell’offerta, che con circa 700 prodotti privi di imballaggi di plastica diventa un’alternativa credibile ai supermercati tradizionali. Carne, riso, frutta e verdura, salse e latticini di ogni genere; tutto è in vetro, metallo o carta, e alcuni biomateriali sono frutto di pura sperimentazione, messi al banco di prova per la prima volta, come ha sottolineato Com’è facilmente immaginabile non si tratta di un’iniziativa fine a sé stessa, la provocazione serve a dare il buon esempio, a provocare reazioni e, possibilmente, a fare da apripista per altre catene. Secondo i dati diffusi dall’Ue, ogni anno gli europei generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma neanche il 30% viene raccolta per essere riciclata. Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l’85% dei rifiuti su mari e spiagge. A plastic planet, il gruppo ambientalista, è stato categorico: per decenni hanno venduto ai consumatori la bugia che non possiamo vivere senza plastica nel cibo e nelle bevande. Un reparto privo di plastica cancella questa falsa convinzione. Finalmente possiamo vedere un futuro in cui il pubblico può scegliere se acquistare plastica o meno. Allo stato attuale non abbiamo scelta.
Calda sana leggera….la zuppa
Fuori fa ancora molto freddo, il vento ci rincorre, la pioggia è ancora abbondante.Il momento ideale , per accendere il camino, ma perfettamente in tempo per una saporita zuppa calda. Salutari, perfette coi colori dell’autunno, le zuppe possono rappresentare un vero e proprio momento ristoratore, una cena nutriente e inusuale. Ma siamo alle solite: sbuccia le verdure, taglia le cipolle, lessa le patate; trita, sminuzza, passa, filtra; fai rosolare, poi bollire, sobbollire e ci passa la voglia, piuttosto ordiniamo una pizza. Tutte quelle sere in cui vogliamo una zuppa, ma non possiamo accettare di sporcare più di una pentola o di aspettare più di 15 minuti, lasciamoci soccorrere dalle zuppe pronte. Surgelate, in busta, in barattolo, dovremo far solo lo sforzo di aprire, versare, scaldare. Al limite, guarnire. Per zuppe gustose, leggere ma nutrienti, affidatevi alle marche più conosciute nei supermercati. Nella confezione Legumi e Cereali troverete cannellini, borlotti, lenticchie, ceci, uniti a farro e orzo; per riscoprire una ricetta tradizionale, assaggiate la Zuppa Orzo e Funghi, in cui l’orzo perlato è arricchito con champignon, porcini e patate a pezzetti; nella versione Legumi e Verdure troverete invece piselli, fagioli, fagiolini, miscelati a pomodori, patate, zucchine, carote, sedano, spinaci, verza, basterà anche solo arricchirle con un’ abbondante aggiunta di formaggio grana padano e la zuppa è servita.
Offerta di lavoro : assaggiatore di nugget
“Per il 2018 volete assaggiare una nuova sfida? Allora addentate questa offerta, visto che stanno cercando uno squisito nuovo collaboratore il cui valore si misuri a peso… di cibo!”. Il proverbiale humour inglese non sembra esprimersi qui ai vertici, ma questo annuncio sta facendo ugualmente il giro del mondo. La catena di supermercati inglese B&M cerca infatti un “esperto di chicken nugget”, da impiegare per il controllo qualità di una nuova linea di surgelati che verrà lanciata il mese prossimo. Troppo bello per essere vero? Eppure l’offerta è nero su bianco, e anche piuttosto minuziosa. Le qualifiche richieste racchiudono, tra le altre, essere quello che da McDonald’s prende la party box da 20 nuggets e se la mangia da solo, e quella volta che sei inciampato al buffet e ti sei preoccupato di salvare il piatto prima che della tua incolumità. La sede di lavoro è nel Merseyside, la regione di Liverpool. L’Unica nota dolente è ahi noi lo stipendio, non esattamente da lavoro full time: il fortunato prescelto sarà ricompensato, oltre che con una quantità di nuggets non specificata ma facilmente eccedente i suoi desideri, per mezzo di un voucher da 30 euro al mese da spendere nei supermercati della catena. Insomma, se vi trovate in zona, non avete particolari necessità economiche e avete un’insana inclinazione per il junk food surgelato questo potrebbe essere il lavoro dei vostri sogni. Potete mandare il cv o più realisticamente divertirvi a leggere l’annuncio.
Cibo morbido o duro?
Ecco lo studio della Nestlè che verifica le proprietà sia del cibo morbido che di quello più duro. Uno studio effettuato dai ricercatori della Nestlè con gli scienziati dell’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi, ha rivelato che risulta più saziante un cibo solido, che richiede parecchi atti masticatori, rispetto ad uno ‘morbido’, che ne richiede al contrario pochi. Una purea di patate o un‘insalata di pomodori che viene ingerita velocemente non placa il senso di sazietà, mentre la stessa patata, servita all’insalata, richiede maggior tempo per essere ingerita con un aumento del senso di sazietà che richiederà quindi una porzione più piccola Esperimenti condotti su alcuni volontari hanno confrontato l’ingerire una bistecca con verdure a pezzi oppure una porzione di purea di patate. A prescindere dagli atti masticatori, che sono ben 488 nel caso della favore dei cibi solidi, i cibi morbidi vengono assunti in un tempo molto inferiore rispetto a quello necessario per la bistecca, per cui il senso di pienezza arriva più tardi e se ne assume una quantità maggiore. Secondo Ciaràn Forde, ricercatore che ha coordinato il test, “questi studi ci danno la possibilità di conoscere l’impatto che gli alimenti, nelle diverse forme, hanno sul comportamento alimentare, sul senso di sazietà e sull’assunzione di cibo. Il nostro obiettivo finale è aiutare i consumatori a raggiungerà la sazietà mangiando meno calorie”. Oltre all’eventuale morbidezza o durezza del cibo, lo studio ha analizzato anche la forma in cui questo viene servito, confrontando una bistecca con carote e patate con gli stessi alimenti serviti però come carne tagliata a pezzetti e carote e patate in purea, e anche in questo caso si è rilevato un maggior consumo di cibo e una maggiore velocità nell’ingerirlo quando si è trattato della purea. La ricerca, che apparentemente potrebbe sembrare fine a se stessa, è invece decisamente utile in quanto potrà aiutare in un prossimo futuro a “imporre” la forma e la consistenza degli alimenti disponibili nei supermercati, dando un piccolo contributo per un’alimentazione più responsabile e salutare per questa società dove gli eccessi sono all’ordine del giorno.