Spray aggressivi o profumi troppo invadenti spesso rovinano l’atmosfera fresca e piacevole della nostra casa. Ma allora come scegliere le soluzioni migliori? Ecco qualche consiglio per scegliere le fragranze adatte a voi! Le stanze più in evidenza e spesso più giudicate della casa sono certamente il soggiorno che accoglie gli ospiti ed il bagno. Queste zone andranno invase con profumazioni delicate, dolci e/o fruttati. Per il soggiorno ad esempio può andar bene una fragranza alla vaniglia e nel bagno un aroma agli agrumi. In entrambe i casi spray o diffusori troppo forti non vanno bene, sono più adatte delle candele o dei diffusori naturali agli oli essenziali. Altra stanza particolarmente complicata da mantenere profumata è la cucina. In questa zona infatti si mescolano diversi odori, buoni e meno buoni. In cucina si uniscono profumi di spezie agli odori di cucinato. Anche in questo caso, come nel bagno, si consigliano profumazioni a base di essenze agli agrumi. Questi profumi sono i più adatti per togliere i cattivi odori. Nel caso in cui le essenze agrumate non sono di vostro gradimento potete sostituirle con profumazioni al the verde, o alle spezie come rosmarino o menta. La camera da letto è il vostro regno anche per quanto riguarda le profumazioni. In questo caso infatti la scelta appartiene solo a voi. Ma per rendere il vostro sonno più efficace e riposante sarebbe più utile ricorrere a profumi floreali tenui e delicati. Ad esempio potete usare candele o oli essenziali al giglio o al gelsomino. Sono sconsigliate le profumazioni più forti o troppo miste poiché a lungo termine potrebbero nauseare, impedendo anche un riposo corretto. Inoltre non bisogna invadere troppo la camera con il profumo: diffusori troppo invadenti non vanno bene. Resta comunque indubbio che la camera andrà arieggiata per qualche ora, dando anche alle essenze modo di rinvigorire e non ristagnare.
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Il caffè come ingrediente in cucina
Appaiono due mondi lontani, invece si uniscono alla perfezione. Che si tratti di arrosto di vitello o di maiale, preparate a parte una salsa al caffè con cui spennellare la carne durante la cottura e servitela in una salsiera come accompagnamento che ogni invitato può aggiungere a piacere. L’aroma dell’espresso ben si accompagna anche con il sapore delicato del pesce. Il modo migliore è quello di usare il caffè in polvere per marinare filetti di pesce. Abbinate all’espresso, spezie e aromi come origano, aglio, paprika, peperoncino nulla vieta di usare mix diversi di aromi, mescolateli con cura e poi mettete il composto su un solo lato del filetto, lasciate riposare il tutto per almeno un paio d’ore e poi continuate alla cottura in padella. L’uso forse più classico dell’espresso in cucina è quello nei dessert. Se ne fanno torte, semifreddi, sorbetti, gelati, dolci al cucchiaio. Eccellente soprattutto in dolci dove compaiono anche cioccolato, cacao, vaniglia e cannella. Divertitevi a adoperarlo sotto forme diverse: liquido è perfetto se lo dovete unire ad un impasto o se state preparando una salsa; macinato invece è ideale in caso di impanature e marinate; in grani interi è indicato per guarnire. Nel primo caso potete anche optare per un caffè solubile per praticità, fermo restando che l’aroma della moka è certamente più raffinato. Non lasciatevi intimorire dalla caffeina, se temete che assumerla attraverso una pietanza possa agire sul vostro sistema nervoso, ricordatevi che con la cottura la caffeina si degrada, e se proprio volete essere certi di non correre il rischio di avere difficoltà ad addormentarvi, potete sempre optare per il caffè decaffeinato. Il caffè è indicato per caramellare gli alimenti in quanto sigilla gli aromi del prodotto che state cuocendo. In più è in grado di esaltarne il sapore. Nel caso amaste la cucina alla griglia, sappiate che la rende ancora più gustosa. Divertitevi a provare miscele diverse e trovate quella più adatta a ogni circostanza.
Caffè… si ma come
E’ tra i più diffusi, principalmente nella nostra penisola dove per preparare un buon espresso bisogna seguire delle regole precise. Prima tra tutte le regole è scegliere dei buoni fornitori di caffè in grani. Che tra Arabica e Robusta vi consiglieranno le loro migliori miscele. Anche la macchina professionale per il caffè fa la sua parte, ma bisogna seguire anche un processo ben preciso, infatti, per circa 30 ml di caffè servono circa 7/8 grammi di caffè. L’Espresso è alla base della maggior parte degli altri caffè. Caffé ristretto E’ un ancora più breve e concentrato rispetto al caffè espresso. Molto aromatico ed intenso è l’opposto del caffè nero, che in genere va a riempire tutta la tazzina. Caffè macchiato segue lo stesso processo del caffè espresso, ma con l’aggiunta di un po’ di latte caldo o freddo; e si distingue dal Caffe latte per le differenti proporzioni degli ingredienti base. Caffè americano è un espresso annacquato. Non viene molto richiesto nella nostra penisola, ma di tanto in tanto trova qualche estimatore, soprattutto nei luoghi più turistici, pertanto per servirlo a regola d’arte bisogna macinare il caffè in modo grezzo per consentire all’acqua di fluire più facilmente. Si stima che il rapporto corretto acqua/caffè sia 8-9 grammi di caffè in 180 ml d’acqua. Caffè corretto in genere è un caffè con l’aggiunta di liquore. Caffè irlandes è una bevanda complessa, preparata con caffè caldo, zucchero, whiskey irlandese e panna in chiusura. Va servito in un bicchiere pre-riscaldato, per un tocco in più possono essere aggiunte spezie noce moscata o cannella. Caffè brasiliano. al caffè espresso bisogna aggiungere lo zucchero, un dito di baileys, spuma di latte ed una spolverata di cacao. Caffè marocchino, comprende un caffè espresso, cioccolata calda e latte fresco intero, con una spolverata di cacao magro. Caffè bicerin include solo cioccolato, caffè e panna montata, ma la preparazione prevede lo scioglimento del cioccolato a bagnomaria che viene aggiunto al caffè, sopra cui viene poggiata la panna montata Quelli elencati sopra sono solo alcuni dei modi più o meno comuni per preparare il caffè in Italia, ma attenti se pensate di aprire un bar all’estero, perchè “paese che vai usanza che trovi”.
Il pepe nero
Nessun’altra spezia, al pari del pepe nero, spinse tanto la ricerca di nuove vie commerciali verso l’Oriente, tanto che per secoli rappresentò una merce di scambio di altissimo valore. Ad oggi la spezia più divulgata nella cucina europea, il pepe nero, con il suo sapore piccante e aromatico, era apprezzato già nell’Antico Egitto, tanto che alcuni grani di pepe furono trovati nelle tombe dei Faraoni. Conosciuto in Grecia già prima del IV secolo a. C. e consigliato da Ippocrate unito ad aceto e miele contro i dolori mestruali, nell’Impero Romano diventò sinonimo di ricchezza e merce di scambio. Apicio introduceva questa spezia in quasi tutte le ricette del suo De re coquinaria e sembra che durante l’assedio di Roma sia gli Unni che i Visigoti chiesero enormi quantità di pepe in cambio della salvezza della città.Il pepe raffigura nell’immaginario comune arguzia e vivacità tanto che parlare di una persona “tutto pepe” ne sottolinea il carattere vispo e mordace mentre “rispondere col sale e col pepe” significa fare polemica o comunque dimostrarsi decisi per farsi valere. Il pepe nero è davvero il re delle spezie e con i suoi grani piccanti e aromatici insaporisce moltissime pietanze nelle ricette di tutto il mondo. Con i grani interi si insaporiscano brodi, salami e salsicce, mentre macinati al momento aromatizzano con decisione carne e pesce ma anche la pasta pensiamo agli spaghetti cacio e pepe della tradizione culinaria romanesca, zuppe e risotti. Ottimo anche per dare un sapore più deciso ai formaggi e alle verdure dolci come finocchi, carote e piselli. Il pepe nero è così diffuso che compare anche nelle più famose miscele di spezie come il baharat, la creola e il curry.
Un ingrediente passepartout
La frutta può diventare un ingrediente passepartout in cucina. Cotta si presta facilmente nella preparazione non solo di marmellate, confetture e dolci, ma anche di piatti da accompagnare a secondi a base di carne e a contorni di verdure di stagione oppure per sostituire il classico dessert. Anche se l’ideale dal punto di vista nutrizionale è mangiarla cruda perché permette di fare il pieno di tutti i super nutrienti di cui è ricca, in particolare di vitamine, antiossidanti e minerali, cuocerla può essere una soluzione per esaltarne il sapore particolarmente gradevole e per rendere alcune varietà come mele, pere, banane che sono maggiormente digeribili. Le modalità di cottura da preferire sono senza dubbio quella al forno, al cartoccio e al vapore. Meglio invece evitare la classica cottura per ebollizione: rispetto alle altre modalità, quest’ultima comporta la maggiore perdita di sostanze nutritive nell’acqua di cottura. Lo stesso discorso vale per il microonde: le temperature elevate alle quali viene sottoposta la frutta distruggono una buona parte dei suoi nutrienti. Ecco alcuni suggerimenti per accomapagnare i vostri piatti in maniera diversa…. Al forno per fare un contorno leggero basta aggiungere in una teglia ricoperta di carta forno frutti come mele, pere, anche con la buccia se di origine biologica, e infornarli per una decina di minuti. Il risultato è un contorno a base di frutta ideale per accompagnare secondi di carne o di pesce e da abbinare a verdure di stagione condite con spezie ed erbette. Alla piastra per preparare un dessert super veloce Scegli frutti non troppo maturi. Puliscili, affettali e lasciali cuocere per qualche minuto sulla piastra riscaldata. Anche se non aggiungi zucchero bianco da cucina, il gusto sarà particolarmente dolce. Il calore, infatti, tende a far caramellare gli zuccheri spontaneamente presenti nella frutta e quindi a far percepire in maggior misura al palato il sapore zuccherino. Fritta, solo nelle occasioni di festa! Per prepararla basta rosolare con un filo di olio extra vergine d’oliva qualche fetta di mela, pera, banana. Attenzione però: questa cottura rende la frutta più difficile da digerire e calorica. Meglio usarla una volta ogni tanto
Spezie e erbe aromatiche
Ero a casa di un amico e stavamo cucinando insieme. Gli ho chiesto se aveva dell’origano e lui mi ha indicato la scatolina cilindrica bianca, che ho scoperto essere caratteristica di Daphnis & Chloe. Quando l’ho aperta è uscito un profumo intensissimo, che mi ha subito condotto nel cortile della casa di campagna di mia nonna, dove i mazzetti di origano venivano appesi a seccare. Non mi era mai capitato nulla di simile. Evangelia Koutsovoulou è la giovanissima fondatrice di Daphnis & Chloe, un’azienda che esporta le spezie della campagna greca. Dopo avere lavorato a Milano ha deciso di abbandonare tutto e tornare in Grecia per lanciare questo progetto in giro per il mondo, dove, soprattutto per la nostra generazione, cucinare sano con le materie prime di qualità è ormai di moda. Noi come Daphnis siamo fortunati spiega Evangelia perché i nostri ingredienti sono ideali per una cucina semplice e frugale. Voglio dire: quando io uso la pasta italiana fatta a mano insieme al nostro peperoncino affumicato del Nord della Grecia, sto cucinando greco o italiano? Lavoriamo con produttori da tutta la Grecia perché le condizioni climatiche e la composizione del terreno come dicono i viticoltori ha un grande impatto sulla qualità delle piante. Si tratta di collaborazioni che spesso iniziano con un raccolto di pochi chili e poi crescono con gli anni. Tanti dei nostri fornitori producono la nostra selezione su richiesta, quindi si tratta di un processo vincolato dal corso naturale delle stagioni. A volte si tratta di varietà diverse, altre volte la stessa varietà, che si sviluppa con connotati diversi grazie alle differenze climatiche. Più o meno come succede con il vino. Per fare un esempio quando diciamo vino bianco, che vino bianco intendiamo? Per esempio lo Chardonnay è diverso dal Greco di Tufo: uno è di varietà generale, mentre l’altro di varietà locale, e hanno sapori molto differenti. Anche nelle piante, soprattutto quelle più tipicamente mediterranee, ci sono tantissime ramificazioni riguardo alla varietà. Uno dei tanti modi per usarle ?Vi consiglierei una pianta molto amata da noi. Il “Tè della montagna” fa una tisana deliziosa, molto buona e facile da fare, che si beve in tutta la Grecia. In questo periodo uso molto i fiori di timo Capitatus, perché amo le patate al forno con timo pepe e limone. Spesso vediamo le erbe secche come una soluzione d’emergenza quando non abbiamo in casa quelle fresche. Le consideriamo inferiori, ed essendo una cosa che si trova al supermercato, ci aspettiamo abbiano un certo prezzo. Dovremmo cambiare mentalità: certo, al supermercato puoi comprare un vino da 2,50€, ma all’enoteca puoi anche acquistare un vino da 10, 15 o 150 euro. E la differenza si sente sempre, giusto?
Fire paan …mangiatori di fuoco
Hai mai provato a mangiare il fuoco? Senza aver lavorato in un circo, intendiamo. Bene, sappi che è possibile: è quello che sta accadendo in India, per le strade di New Delhi, da qualche mese a questa parte. Pradhuman Shukla è titolare di un banchetto di street food nella capitale indiana. Serve caratteristico cibo di strada locale, tra cui il paan. Si tratta di un curioso snack: una foglia di betel farcita con noce areca, tabacco e spezie. Deve essere masticato un po’, a mo’ di chewing gum, e poi può essere sputato o ingoiato. Non si mangia quindi tanto per il gusto, quanto per le sue ipotizzate proprietà anti infiammatorie e curative. Proprio così è nato il “fire paan”: un cliente si è lamentato che da giorni il paan non gli facesse alcun effetto alle afte che aveva in bocca, e allora un dipendente del chioschetto ha pensato di produrre una versione rinforzata. Voilà, guarito all’istante.Da allora Pradhuman Shukla e i suoi preparano l’involtino in modo tradizionale, e poi all’ultimo momento lo incendiano. Sono loro stessi a deporlo nella bocca dei clienti: non brucia, perché in bocca il fuoco si spegne subito, ma devi fidarti e stare bello fermo. E soprattutto, non provare a rifarlo a casa.
Pepe nero alleato contro l’obesità
Un alleato ‘piccante’ contro l’obesità. E’ il pepe nero che, dai risultati di uno studio, sembrerebbe essere in grado di ridurre gli effetti dannosi di una dieta ricca di grassi. Nella ricerca che arriva proprio dall’India amante delle spezie, gli scienziati lo hanno dimostrato somministrando ai ratti un composto chimico contenuto nel pepe nero. Rispetto agli animali nutriti solo con cibi grassi e senza pepe, i roditori trattati per alcune settimane con un integratore a base di questo composto avevano un peso inferiore, una percentuale di grasso corporeo e livelli di zucchero nel sangue più bassi, oltre a ossa più forti.I ricercatori indiani ritengono che il piperonale possa contrastare alcuni dei geni associati al sovrappeso grave: gli autori del lavoro, pubblicato su ‘Nature Genetics’, hanno scoperto mutazioni in un gene specifico correlato all’obesità una condizione che porta ad anomalie nel controllo dell’appetito e persino nell’olfatto, e si lega al diabete, suggerendo quindi che l’eccesso di peso “non sempre è una questione di gola”, tutt’altro. Per quanto riguarda il pepe nero, i ricercatori indiani hanno condotto l’esperimento su ratti obesi, nutriti con una dieta ricca di grassi per 22 settimane. Hanno estratto il piperonale dai semi della spezia e l’hanno aggiunto alla dieta dei roditori. Alla fine del periodo di studio, il gruppo trattato aveva aumentato la massa corporea magra, il contenuto e la densità minerale ossea dimostrano l’efficacia del piperonale come un potente agente anti-obesità, forniscono evidenze scientifiche al suo uso tradizionale e suggeriscono il possibile meccanismo di azione”.
Spezie scadute ecco come riutilizzarle
Vi ritrovate nello scaffale della cucina delle spezie scadute? Ecco i modi per riciclarle sia in cucina che come rimedio naturale nelle pulizie di casa. Le spezie scadono: non tutti lo sanno, ma dopo qualche tempo tendono a perdere sia il loro aroma sia le proprietà che spesso le rendono preziose anche per la nostra salute. Ma non è detto, però, che debbano finire nel cestino, Le spezie sono l’ideale per la pulizia dei tappetti, soprattutto per deodorarli. Basterà soltanto spargere le spezie sul tappeto, per esempio usando la noce moscata, la cannella e i chiodi di garofano, lasciarle agire per qualche minuto e poi aspirare i tappetti con un’aspirapolvere. Meglio però fare qualche prova su un angolo del tappetto per avere la certezza che le spezie non lo macchino. Le spezie sono un buon rimedio naturale contro piccoli insetti e in particolare le formiche. Provate ad utilizzare le spezie vecchie, soprattutto quelle dal profumo molto forte, versandone un po’ sui davanzali di porte e finestre. Vedrete che gli insetti rimarranno alla larga! Non tutte, ma senza dubbio ci sono delle spezie che si possono utilizzare per lavare gli indumenti: il rosmarino, per esempio, è molto efficace contro i cattivi odori, in particolare contro quello di sudore. Anche il pepe nero può essere usato per il bucato, dato che contribuisce a mantenere vivi i colori dei capi. In entrambi i casi basta aggiungerne un paio di cucchiai in lavatrice durante il lavaggio. Il fatto che le spezie siano scadute non significa che facciamo male, ma che hanno perso gran parte delle loro proprietà, compreso il loro aroma. Ma se prepariamo del pesce o della carne alla griglia possiamo ancora utilizzarle proprio perché il calore favorirà il rilascio del profumo. Potete spargere le spezie scadute sui cibi o direttamente sulla griglia del barbecue Il vantaggio delle spezie è quello di essere in grado di assimilare i cattivi odori, per questo motivo potrebbe essere un’idea usare quelle scadute per profumare armadi e cassetti. Basta sistemare le spezie in piccoli sacchettini di stoffa e riporli nei cassetti e negli spazi di casa che volete profumare.
Frittata che passione
Quando si pensa ad un piatto semplice viene subito in mente la frittata, che proprio semplice non è. Quante volte non siete riusciti a girarla? Quante volte l’avete cotta troppo o troppo poco, quante volte è finita a terra durante il tentativo di girarla al volo? Insomma, la frittata è un’arte un piatto a cui difficilmente si resiste. Immaginate di tornare a casa, la sera, stanchi e provati, decisamente non avete molto spirito per mettervi ai fornelli. Aprite il frigo e adocchiate le uova, un po’ di cipolla, magari qualche spezia e la cena è fatta. E mentre sbattete le uova vi state già godendo il profumo, la morbidezza e la bontà di questa pietanza. A differenza della omelette, la frittata si cuoce in entrambi i lati e le uova non devono rimanere “bavose”. Il bello della frittata è che ci si può aggiungere praticamente di tutto: formaggio, verdure, pasta, salumi, spezie. La tradizione la vuole con cipolla bianca soffritta in olio d’oliva