Rilassarsi nel verde

Passeggiare al mare al tramonto sulla sabbia, lungo la  costa, al buio, con le lucciole, e poi attività con  esperti per conoscere le specie animali autoctone, e bagni di foresta tra  i pini alpini. In Giappone questa pratica semplice di contatto con il mare e il bosco si chiama Shinrin Yoku e non solo viene “prescritta” dai medici ma è diventata oggetto di un’iniziativa pubblica, che da anni spinge i cittadini a rilassarsi nel verde, un atto semplice che può avere grandi vantaggi in un Paese in cui i ritmi lavorativi spesso sono estremi. Chi pensa a una stravaganza zen dovrà ricredersi: i benefici dello stare nella natura sono scientificamente provati e non riguardano solo il relax, che potrebbe anche essere soggettivo: gli alberi e le acque del mare emettono nell’aria sostanze volatili chiamate monoterpeni in grado di ridurre in modo significativo gli effetti dell’ansia. La ricerca peraltro è italiana e condotta dall’Istituto del Cnr e dal Club alpino italiano. Ma le evidenze di laboratorio vanno oltre e riguardano anche la capacità dei monoterpeni di potenziare il sistema immunitario e ridurre la pressione sanguigna.

Il tema di quest’anno: “Investire nel Pianeta”

Oggi  si celebra la Giornata mondiale dell’Ambiente, e quest’anno ricorre il 50esimo anniversario dalla nascita di questa “campagna globale” istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 a Stoccolma, La giornata è organizzata dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente e ogni anno ha un tema specifico e un nuovo Paese ospitante: quest’anno, come 50 anni fa,è  la Svezia e ‘Only One Earth’ (Solo Una Terra), per ribadire la necessità di vivere in modo sostenibile e in armonia con la natura poiché le risorse sono limitate e devono essere salvaguardate. In sostanza, ci viene chiesto di proteggere il nostro pianeta, di prenderci cura della nostra casa comune, dei nostri mari dei nostri monti, e nelle nostre azioni quotidiane dal modo in cui mangiamo, viviamo, lavoriamo, ci muoviamo, ci prendiamo cura dei nostri spazi verdi

La crisi è una brutta bestia: può tirare fuori il meglio e il peggio.

Stiamo imparando a risparmiare. Facendo una breve indagine con amici e amiche abbienti e insospettabili, ho scoperto che tutti, dico tutti, hanno fatto recentemente una visita approfondita ai propri armadi e cassettiere con altri occhi, concludendo che tutto sommato hanno vestiti e scarpe abbastanza per i prossimi 5 anni. Senza esagerare troppo e a parte casi limite che confermano la regola, stiamo diventando più sobri, più saggi e tutto sommato consapevoli che fin qui abbiamo forse accumulato qualcosina di troppo che ora può venire utile in vista di tempi di magra. In questi comportamenti previdenti e risparmiosi siamo del tutto uguali a infinite specie animali che la saggezza e il non spreco ce l’hanno nel DNA. La vera notizia è che non hanno solo questo. Un recente studio condotto a quattro mani dall’etologo Marc Bekoff e dalla filosofa Jessica Pierce. La vita morale degli animali, dimostra che molti dei comportamenti migliori che caratterizzano una società evoluta, sono messi in pratica in maniera automatica da tante specie diverse di animali.Questo accade, sottolinea lo studio di Berkoff e Pierce, quando in una specie animale sono presenti tre caratteristiche: comportamenti empatici,la capacità di sentire la sofferenza dell’altro, cooperativi quando c’è altruismo, reciprocità, fiducia e concernenti la giustizia quando si sa valutare la correttezza dei comportamenti altrui, e si hanno aspettative nei confronti di ciò che si merita.A questo punto viene seriamente da chiedersi l’uomo a quale specie animale appartiene. È probabile che appartenga a tutte. Alla luce di quanto sopra infatti non è vero che discendiamo tutti dalle scimmie….

 

 

 

Più zanzare meno orsi

Non c’è tregua per il nostro Pianeta. Come dimostra il dossier realizzato dal WWF, la situazione di generale difficoltà che piante e animali stanno vivendo, provocata dal riscaldamento di globale di cui siamo responsabili, non proclama nulla di buono per il futuro prossimo a cui stiamo andando incontro. L’innalzamento delle temperature ha portato, ad esempio, i pascoli d’alta quota a non avere il foraggio adatto alla nutrizione e quindi alla conservazione, Per una specie che diminuisce, ce ne sono altre però che continuano, purtroppo, a crescere mettendoci in pericolo. Il WWF fa sapere infatti che la Terra è ormai invasa da zanzare portatrici di varie patologie, ma anche da parassiti, come il punteruolo rosso che uccide le palme italiane, e da meduse, ormai onnipresenti nel mar Mediterraneo.A tutto ciò dobbiamo aggiungere la continua trasformazione dei ghiacciai che minaccia le specie alpine, come il leopardo delle nevi in Tibet, il pinguino Adelia in Antartide o l’Orso polare in Artico. Anche gli animali dei nostri mari non sono messi bene. Tra questi le balene, a causa dell’aumento delle temperature dell’Oceano Artico, si ritrovano con un numero maggiore di orche, loro principali predatrici. E ancora le barriere coralline che rischiano di scomparire entro il 2050 in seguito all’acidificazione degli oceani Per concludere, spiegano i responsabili del WWF, non possiamo scordare del rischio di danneggiare i cicli naturali, come fioriture e migrazioni.