Il nostro fidanzato o partner o anche il nostro amante vive a pochi chilometri da casa nostra, ma le disposizioni del decreto #iorestoacasa ci hanno messi nelle stesse condizioni delle coppie che vivono a migliaia di chilometri di distanza: ci si “vede” solo telefonicamente o con skype nessuna possibilità di contatto fisico, la quotidianità da affrontare senza di lui o di lei. Con in più un’aggravante: due partner che vivono ciascuno per conto proprio, anche molto lontano, lo fanno di solito per libera scelta e possono comunque pianificare incontri e appuntamenti più o meno legali o clandestini. In tempi di coronavirus non si può e non sappiamo per quanto tempo le cose andranno avanti così. Di sicuro ce la faremo e, secondo il claim di questi giorni, “andrà tutto bene”, ma il dolore e l’ansia per l’assenza della nostra persona del cuore sono innegabili. A tutto questo, però, possiamo e dobbiamo reagire. L’ipotesi di violare la quarantena, anche solo per un appuntamento per un caffè o al parco, non è da prendere neppure in considerazione: Non si tratta di vedere il bicchiere mezzo pieno a tutti i costi, ma di considerare la situazione con realismo. Una coppia stabile ha tutti gli strumenti per affrontare un periodo di solitudine forzata, meglio, magari, se non troppo lunga, più difficile per i rapporti clandestini dove il solo pensiero che lui o lei si trovino a casa con il marito o la moglie per l’intera giornata fa crescere dubbi e paure. Questo periodo di allontanamento va vissuto però con serenità e si, può trarre perfino giovamento da questa situazione: il fatto di non vedersi rafforza la percezione di sé, aguzza la fantasia nell’inventare nuovi modi per mantenere vivo il rapporto anche a distanza, migliorando la consapevolezza. Ci sono poi gli stati di ansia, il fatto di sentirsi “persi” senza il partner, la sensazione di non essere in grado di affrontare questo periodo senza di lui o di lei, sono stati reali dei quali diventiamo improvvisamente consapevoli. L’isolamento forzato di questi giorni può essere vissuto come uno straordinario “esercizio” di autonomia che in questi giorni ci farà probabilmente soffrire, ma dal quale usciremo con la consapevolezza che ce l’abbiamo fatta e che in fondo, è andato davvero tutto bene. Una bella iniezione per la nostra autostima. 
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L’età giusta per sposarsi
Ecco l’età giusta per sposarsi L’ha svelata una ricerca di un giornalista e di uno psicologo cognitivo.C’è un età giusta per convolare a nozze. Lo hanno stabilito Brian Christian e Tom Griffiths, rispettivamente giornalista e psicologo cognitivo, che hanno realizzato una analisi “Algorithms to Live By: The Computer Science of Human Decisions” e raccolta anche in un libro. L’età giustà è 26 anni.Secondo gli esperti per rendere la nostra vita più semplice dovremmo seguire sempre la regola del 37%.In pratica, consiste nella teoria per cui il momento migliore per fare una scelta arriva dopo aver preso in considerazione il 37% delle scelte alternative. In questo modo si hanno a disposizione tutte le informazioni necessarie per non sbagliare e prendere la decisione giusta. Questa regola si applica sul lavoro, ma soprattutto sulla vita privata. Il motivo? Per gli esperti l’età perfetta per scegliere il coniuge, avendo la possibilità di vagliare il 37 per cento delle opzioni, sono i 26 anni. A quell’età, infatti, non si è troppo giovani, né troppo maturi. Esistono diverse sfumature per cui il periodo indicato dai due ricercatori potrebbe cambiare. In ogni caso sembra che il matrimonio prima dei 30 anni sia una garanzia di felicità. Secondo lo studioso per evitare il divorzio ed essere felici, bisognava sposarsi entro i 32 anni e non prima dei 28.In base ai dati raccolti infatti superando gli anta la possibilità di andare incontro ad una separazione aumentava ogni anno del 5%.
Siete appena rientrati dalle vacanze..attenzione ai tradimenti
Siete appena ritornati dal mare, in ferie vi siete rilassati e divertiti, molto bene ma attenzione ai rientri, il ritorno alla normalità per molti rappresenta un fatto traumatico: secondo alcune stime almeno una persona su due soffre della cosiddetta “sindrome da rientro”. Che, secondo un sondaggio, mette a rischio la coppia… Perche’ si tradisce Per superare la stanchezza, la percezione di confusione e la perdita di entusiasmo che contraddistinguono questa sindrome, al rientro dal mare aumenta la propensione al tradimento. Lo rivela un nuovo sondaggio realizzato su un campione di duemila iscritte e iscritti . Il 64% degli utenti di entrambi i sessi intervistati dal portale sostiene che a fare aumentare il desiderio di tradire il partner è proprio la «sindrome da rientro» il riprendere la stessa vita il vivere il quotidiano. Ma quali sono le motivazioni che spingono a tradire il partner? Al primo posto c’è la monotonia del rapporto preesistente: è il motivo principale che spinge sia gli uomini che le donne a cercare una relazione extraconiugale al rientro dalle vacanze. Poi, il desiderio di provare emozioni forti e il desiderio di essere poste al centro dell’interesse di qualcuno che soddisfi il loro bisogno di attenzione. Ma c’è anche chi tradisce per evitare un divorzio o una separazione
Ti prometto amore eterno ed eterna infedeltà.
Ti prometto amore eterno ed eterna infedeltà. Tanto poi va a finire così, anche dopo aver ufficialmente giurato ci sarai solo tu, per sempre. Ma chi l’ha detto poi che “essere infedeli vuol dire davvero non amare?” Domanda oziosa, essendo l’amore “quell’alleanza tra immaginazione e corpo” un sentimento forte quanto volubile. Il tradimento? Praticamente inevitabile, che si ami o no. “Cesare,Pompeo, Antonio e Catone portavano le corna così come altri galantuomini… “. Anche perché la gelosia è la peggiore malattia dello spirito dopo l’invidia Cinque secoli dopo il cinico De Montaigne, si interroga sulla fedeltà ai tempi delle tentazioni social? Il 38 per cento degli uomini che sta per sposarsi secondo un sondaggio condotto da Victoria, uno dei maggiori siti per persone in cerca di avventure si concede scappatelle Nessun dramma e nessuna tragica colpa, ci si lascia per noia più che per corna. Il tradimento non è tra i primi motivi di crisi coniugali, spiega Gassani, È semmai l’infedeltà di vita a portare alla separazione nel maggior numero di casi, quando ci si trova accanto una persona con cui non si riesce a condividere altro che il silenzio e la routine. Solo il 30 per cento delle coppie si dice addio per via di storie clandestine. Capita così che lui o lei si affidano agli investigatori per scoprire la tresca, raccolgono le prove e poi non ne fanno nulla. Cornuti e pazienti. Gli uomini oggi, contrariamente al passato, tollerano il tradimento ma non l’abbandono. Lo fanno tutti, lui o lei in ugual misura, la fedeltà non c’è più, i social hanno moltiplicato all’infinito le occasioni di incontri. Ne approfittano le giovani cacciatrici, puntano su Facebook il cinquantenne con una buona posizione e lo tempestano di foto ammiccanti finché lui non cede. Anche i giudici sono cambiati. «Non tutte le infedeltà portano a una dichiarazione di responsabilità in tribunale – aggiunge Gassani il tradito ha l’onere di dover dimostrare che il tradimento è all’ origine della crisi di coppia e non ne è la conseguenza. Insomma, prima c’era la famiglia dei biscottini del Mulino bianco e poi è arrivato il/la guastafeste.
Coppia celebra il matrimonio di separazione
Quando un matrimonio o una storia finisce non di rado le situazioni prendono pieghe non facili da gestire: litigi, urla e incomprensioni. Nella storia che stiamo per raccontarvi, invece, le cose sono andate in modo decisamente diverso. Una ragazza di nome Doudou ha infatti deciso di celebrare un finto matrimonio con la persona con cui si era lasciata. Tutto era iniziato con l’incontro di un uomo d’affari 11 anni più grande di lei. Per un po’ i due si sono frequentati ma presto la ragazza ha scoperto che l’uomo era già sposato. Nonostante la delusione iniziale, dato il forte amore, ha deciso di continuarlo a vedere, finchè la moglie dell’uomo ha scoperto la situazione e lui ha deciso di troncare definitivamente. Ma la ragazza voleva rendere questo momento simbolico, celebrando un matrimonio di addio. Alla festa non c’erano invitati ma c’era un buffet con tanto di fiori ed un gruppo che suonava. La promessa è stata modificata per dire che non si sarebbero mai più rivisti.