Rinunciare alle ferie aumenta lo stress

Tutti sappiamo quanto ci facciano bene le vacanze. Tutti ascoltiamo e facciamo discorsi alla macchinetta del caffè, in autobus, in metro, dal parrucchiere, sui luoghi paradisiaci verso i quali ci immaginiamo di rifugiarci, per “staccare la spina” dai ritmi di lavoro insostenibili e dalle vite frenetiche che non lasciano mai spazio al riposo. Eppure… Nonostante la consapevolezza dei benefici delle vacanze e dell’effettivo bisogno per il recupero delle energie, lavoriamo troppo e spesso non usufruiamo dei giorni di ferie a cui, tra l’altro, abbiamo diritto. Sono stati pubblicati di recente i risultati di uno studio, che mostra gli effetti del superlavoro sulla performance, il successo e il benessere. Gli autori dello studio si sono chiesti:?  siamo consapevoli dell’impatto reale che il superlavoro o la rinuncia alle ferie ha sulla produttività, sulla salute e in generale? L’ipotesi da cui è partito lo studio era che senza periodi opportuni di recupero, la nostra capacità di continuare a lavorare in maniera efficace e produttiva si riduce significativamente. Questa ipotesi è chiaramente opposta al pensiero diffuso che più lavori più produci e più perseveri, più successo ottieni. Fermatevi un attimo a ragionare di cosa vi private, voli, hotel, ristoranti, mare, montagna attrazioni varie come musei, esperienze, città senza voler pensare agli effetti sulla riduzione dello stress per le persone stesse. Soprattutto provate a pensare che le ferie sono tempo “pagato”. In genere le vacanze pianificate un mese prima della partenza sono più efficaci, perché non si trasformano in ulteriori fonti di stress dovute a scelte last minute, organizzazioni frenetiche, compromessi su mete e cose da fare. Andate dunque in vacanza, perché utilizzando tutti i giorni di ferie che avete a disposizione e pianificando con un po’ d’anticipo il vostro viaggio, sarete meno stressati e avrete più possibilità di fare carriera, lavorare meglio ed essere più felici.

Spaghetti con asparagi di mare

La salicornia, o asparagi di mare, è una pianta erbacea stagionale e spontanea Si trova soprattutto nelle zone litoranee del Mediterraneo e del Sudafrica. In Italia la troviamo anche sotto Trieste, nella zona  del mar Adriatico, sotto Livorno e nelle isole mar Tirreno. L’alimento si presenta ricco di sali minerali, liquidi e vitamine, ed è utilissimo per chi ha problemi di drenaggio e per chi ha bisogno di sostanze depurative e diuretiche. Giuseppe Torella amante delle Harley-Davidson, non s’è mai perso un motoraduno di quelli dove si beve birra e si mangiano hot dog, ma da buon vegano, con il suo bel giubbotto in “vera finta” pelle, si limitava a patatine fritte col ketchup. Fino a quando non s’è stancato e, forte della passione per il cibo e la cucina che ha sempre avuto, ha iniziato a rivoluzionare le ricette di streetfood, preparando salamelle e porchetta 100% vegetali. Da allora, complice anche l’arricchente esperienza in ristoranti, serve pietanze e stuzzichini cruelty free agli amici motociclisti e spiega, a chi lo desidera, ricette e benefici scoperti in seguito. Cuociamo la pasta. Nel frattempo mettiamo a scottare in una pentola la cipollina con l’aglio e il peperoncino nell’olio bollente. Appena comincia a frizzare, uniamo la salicornia pulita. Togliere le foglie grandi partendo dalla base e tenendo intera la testa. Non usare il resto del gambo. Portiamo a cottura aggiungendo poco brodo ottenuto con l’alga nori in un pentolino a parte. Salare e pepare. Una volta cotta la pasta e scolata, farla saltare in padella con il sughetto. In ultimo aggiungere poco prezzemolo tritato fresco e servite in tavola

Ceviche il nuovo sushi

A voler essere semplicistici, si potrebbe affermare che “ceviche è il nuovo sushi”, ovvero quel piatto esotico che piace a tutti e che spopola in questa estate in cerca di nuove influenze gastronomiche. A questo giro tocca infatti alla cucina peruviana sedurre con la sua specialità, il ceviche appunto: bocconcini di pesce marinato nel lime che sembrano aver fatto tramontare il tempo del “banale” sushi  giapponese, e dei suoi rotolini di riso con o senza alga e i trancetti di sashimi nudi, oltre che crudi, solo intinti in ciotolini di soia.Il raw fish che viene dal Perù vince per sapore, grazie al ricco intingolo in cui è marinato. Ma anche perché potete prepararlo in casa facendo sicuramente una figura migliore di quella volta che vi siete cimentati in nigiri e maki. La ricetta è di Sheilla Diaz, chef del ristorante milanese Inkanto. Per 200 g di polpa di pesce finger per 4 persone, frullate 1/2 cipolla rossa, 1 peperoncino peruviano, 1 cucchiaio di foglie di coriandolo, 1 cucchiaio di zenzero grattugiato, una generosa presa di sale, 1 costa di sedano, 1-2 spicchi d’aglio secondo il vostro gusto Ottenuto un trito grossolano, mescolatelo in una ciotola con 250 ml succo di lime e 350 ml di brodo di pesce e fate riposare in frigo per una ventina di minuti.Filtrate al colino trasferendo il miscuglio ottenuto in un piatto largo e fondo. Unite il pesce tagliato a grossi dadi, mescolate e fate riposare 5 minuti prima di servire guarnendo, a piacere, con coriandolo fresco, peperoncino a rondelle, cipollotto rosso tritato o ad anelli. Poi, che ve lo dico a fare: se c’è chi nel mondo fa la pizza con l’ananas il ceviche di mango diventa un’opzione. La versione colombiana con l’astice è molto chic. E voi potete osare un ceviche aromatizzato al jalapeño messicano o, per i più nazionalistici al diavolo calabrese. Non dimenticate, infine, che la cucina peruviana ha comunque influenze jap, così le vostre marinate possono essere arricchite da salsa di soia, olio di sesamo o mirin vino di riso.

Il ristorante senza cucina

Ci sono diversi tipi di ristoranti, ma il denominatore comune è sempre uno: sono locali dotati di una cucina dove vengono preparati dei pasti. Eppure anche a questa caratteristica basilare c’è un’eccezione: si tratta di un “ristorante” di Helsinki, dove i camerieri prendono le ordinazioni, ma invece di portarle in cucina, le girano ad uno dei 20 ristoranti associati in giro per la città. Il locale si chiama “Take In”, che è un gioco di parole con “take out”, che è il cibo da asporto, in questo caso consumato in un altro locale. Il locale ha aperto lo scorso novembre e rimarrà attivo fino alla fine di maggio di quest’anno. L’idea è sponsorizzata da American Express e Wolt, una applicazione per ordinare cibo da asporto. Se l’idea di ordinare del cibo da asporto e consumarlo in un altro locale può sembrare quasi sciocca, a ben vedere porta dei vantaggi non proprio banali. E’ vero che normalmente si ordina del cibo da asporto quando non si vuole uscire, ma in questo caso la possibilità di ordinare da 20 diversi ristoranti permette di mettere d’accordo tutti quando si vuole uscire ma ciascuno vorrebbe andare in un posto diverso. Allo stesso tavolo si possono ordinare pizza, hamburger, cinese, vegano vegetariano praticamente qualunque tipo di piatto. Vogliamo essere un salotto in città. Sappiamo come succede: state per uscire e uno vuole pizza, uno sushi, uno provare quel nuovo ristorante, un altro vuole mangiare vegano. Cosa puoi fare? La soluzione è andare al Take In, perché puoi fare tutte quelle cose assieme”, ha spiegato il suo creatore

 

 

 

Inguaribili romantiche….

Se ti consideri un’inguaribile romantica, probabilmente consideri la cena in un ristorante con la persona che ami una delle cose più romantiche da fare. Sogni di cenare a Londra? A Parigi? A Roma? A New York?Ti segnaliamo questi romantici ristoranti,  fai il buon proposito di provarli. naturalmente, non da sola! Clos Maggiore per molti è il ristorante più romantico di Londra, il non delude, con i fiori di ciliegio, la penombra, il caminetto accesso. Prova le prelibatezze francesi accompagnate da uno dei prestigiosi vini della cantina del ristorante. Una cena al ristorante Aroma combina l’ottima cucina italiana con una splendida vista sul Colosseo. Non è amore, questo? Turtle Island Figi Il ristorante del resort offre il massimo in fatto cenette romantiche: un tavolo per due, su una base galleggiante in mezzo alla laguna blu, con la luce delle lanterne. Santorini dovrebbe già stare sulla tua lista delle vacanze. Ambrosia Santorini L’isola greca è rinomata per le sue alte scogliere, splendide acque, e le bianche case dei paesi. Dal ristorante Ambrosia è possibile godere di tutto questo panorama, gustando piatti tipici della cucina greca e mediterranea, tra piatti a base di pesce, carne e specialità vegetariane.

 

 

Arriva il ristorante solidale

Più che di ristorante, si potrebbe parlare di una vera e propria catena di ristoranti che doneranno le eccedenze di cibo alle associazioni caritatevoli avvalendosi della consegna a domicilio gratuita. Il progetto si chiama progetto “Ristorante solidale”, nato da un’idea di JUST EAT, insieme alla Caritas ha come primario obbiettivo quello di ridurre gli sprechi alimentari, consegnando le eccedenze dei ristoranti direttamente agli enti caritatevoli. Il progetto partirà da Milano, ed è auspicabile che si estenda a altre città italiane e sono già 12 i ristoranti ad aver aderito all’iniziativa. Il giapponese Kombu,  C’era una volta una Piada, Lapa Milano – Ristorante brasiliano, Tram  Laboratorio del tramezzino Veneziano, Il bue e la Patata, l’Hamburgheria di Eataly e 4 Store della catena Panini Ecco come funziona: seguendo un calendario concordato, le eccedenze alimentari di materie non lavorate, i prodotti freschi, la verdura,il pane e i prodotti integri non utilizzati verranno ritirati dal servizio a domicilio e consegnati in tempo per la cena direttamente agli enti caritatevoli. La nascita di questo progetto è stata ispirata anche dalla nuova legge contro lo spreco alimentare, che offre benefici fiscali per i ristoranti che cedono a titolo gratuito prodotti alimentari ad indigenti. Per incentivare azioni di questo tipo, i Comuni possono applicare una riduzione della TARI proporzionata alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita ed oggetto della donazione.

La sindrome del lunedì….

Alzi la mano chi non ha mai una volta sollevato gli occhi al cielo, al pensiero di dover riprendere la routine settimanale dopo un weekend ad alto tasso di divertimento, viaggi, relax! Uno stato d’animo che può anche sfociare in veri e propri disturbi quali ansia, stanchezza, malumore, mal di testa… È la cosiddetta “sindrome del lunedì”, Le cause possono essere molteplici e spesso soggettive. Studi hanno però messo in luce che poiché durante la settimana si tende a dormire poco, il weekend diventa il momento in cui si recupera il sonno perduto e ci si riallinea su un ritmo rilassato. Ecco, allora, che il ritorno al lunedì può generare un piccolo shock non sempre facile da contrastare. Ecco alcuni suggerimenti…Trasforma il tuo lunedì in una giornata speciale: organizza una cena a base di sushi o base di pesce o un’uscita con gli amici per un’ape-ricena. In previsione di una serata diversa, l’umore sarà senz’altro più vispo sin dal mattino. È un piccolo trucco, ma efficace! Se ti senti ansiosa potrebbe essere la preoccupazione per ciò che si ha da fare al lavoro l’ideale è chiudere sempre ogni impegno il venerdì senza lasciare cose da fare. Se ti senti svogliata meglio svagarsi richiamando alla mente situazioni piacevoli da poco vissute, pensa che tra qualche giorno arriverà di nuovo un week end. Se ti senti irritabile condividi pensieri e parole con i tuoi amici o meglio  con i tuoi colleghi di lavoro magari facendo colazione al bar, seduti difronte a un cappuccino o un caffè la tua giornata inizierà sicuramente meglio e in pieno relax

 

Stravaganti ristoranti

Lo sapevate che il ristorante più piccolo del mondo è in Italia? Si chiama Solo per Due ed il nome dice tutto. Il ristorante ha un solo tavolo per due persone e tutto lo staff, dallo chef al cameriere, è dedicato a voi. Il locale è sito nella casa di campagna del poeta Orazio ed è l’ideale per una romantica serata a lume di candela. Ogni paese comunque ha i suoi locali tipici ma siccome la concorrenza è grande, il management cerca tutti i modi per attirare i clienti. Nascono così i ristoranti stravaganti, aperti in delle location assurde o con arredamento e servizio a tema. I paesi dell’Asia hanno l’offerta più fantasiosa un esempio è Dinner in the Sky” di Bruxelles vi offre l’occasione di assaporare i piatti della cucina belga sospesi per aria, ad alta quota. Il ristorante arriva solo a 22 coperti, con l’obbligo di usare la cintura di sicurezza (Ci mancherebbe altro). Un pasto a persona costa circa 800 euro. Scendiamo dal cielo per andare in mezzo al mare. L’Hilton Maldives Resort ha aperto nel 2007 il primo ristorante subacqueo del pianeta, a cinque metri sotto il livello del mare. I clienti possono ammirare gli animali marini dell’Oceano Indiano e la barriera corallina. Insomma uscire dall’ordinario è possibile…

 

Gli Italiani? Kitchen People!

Ben 1.000 italiani e 1.000 inglesi maggiorenni, e le loro abitudini a tavola, sono alla base della ricerca “Gli Italiani? Kitchen People!” un gruppo di studiosi si sono interessati al concetto di ospitalità e agli argomenti di conversazione oltre che a nuove abitudini sempre più comuni. Tavola e convivialità, chi può negare lo speciale rapporto che lega queste due dimensioni della nostra vita quotidiana? Ma ecco cosa sta cambiando, fra uno snack e un pranzo alla scrivania, una chiacchierata sulle vacanze e un invito. Chi l’avrebbe mai detto? A tavola siamo più veloci degli Inglesi. Togliendo infatti il tempo necessario per preparare i piatti, passiamo a mangiare 1,12 ore al giorno, ovvero ben 20 minuti in meno rispetto al popolo britannico. Durante la settimana dedichiamo circa 30 minuti sia alla cena che al pranzo, mentre nel weekend questi tempi si allungano. Il posto ideale dove mangiare? A casa! Italiani e Inglesi preferiscono mangiare tra le mura domestiche sia durante la settimana che nel weekend. Si chiama “desk food”: un modo di mangiare che era impensabile fino a poco tempo fa e che oggi indica l’abitudine sempre più comune di utilizzare la pausa pranzo in ufficio per consumare direttamente alla scrivania un pasto veloce, magari chattando con gli amici. Il 42% degli Italiani e il 57% degli Inglesi, che pranza fuori casa, consuma il proprio pasto alla scrivania. Chi mangia fuori, dove e cosa mangia? Si mangia in ufficio e mensa aziendale mentre nel weekend vincono ristorante e pizzeria Questi ultimi sono i luoghi prediletti dagli Italiani anche per una cena fuori sia in settimana che durante il weekend. Vince il piatto unico durante la settimana, seguito dal pasto completo e lo snack mentre nel weekend ci regaliamo il pasto completo. Argomenti passe-partout e tabù. Al primo posto il cibo, lavoro, poi i figli, la loro educazione e scuola e infine le vacanze. Agli italiani non piace parlare di politica, di economia e di soldi, ma l’argomento tabù per eccellenza è il sesso. Anche per gli Inglesi il sesso è l’argomento più imbarazzante.bento-box-pausa-pranzo-gatto

Ristoranti indiani

La cucina indiana è molto varia come la sua cultura, geografia e clima. Il più famoso piatto indiano, il carry o masala in indiano, è una miscela di spezie. I masala più famosi sono garam masala, il tandoori masala e il pav bhaj masala. La formulazione sta a indicare il gusto di curry, mediamente piccante o molto piccante.  Curry per gli indiani non è solo un condimento, ma un gruppo di piatti, uniti da una particolarità comune – una solidità densa e una combinazione di spezie appena macinate, facendo un piatto diverso da un altro.  Ma quali sono i più famosi, piatti  che potete mangiare in un ristorante indiano? Sabji, uno dei piatti più popolari della cucina indiana. E’ uno stufato di verdure con l’aggiunta di curry. Subji viene servito con il riso e con le focacce. Nelle diverse ricette di verdure viene aggiunto lo yogurt, latte di cocco, formaggio indiano – paneer, varie spezie ed erbe aromatiche Dal – una tradizionale piccante zuppa vegetariana di fagioli bolliti. Spesso per arricchire il gusto si associa la polvere di curry, latte di cocco, succo di limone, pomodoro, aglio e cipolle fritte. Dal tradizionalmente viene servito con focaccine calde ed è preparato con vari legumi, tra cui lenticchie rosse, ceci, piselli. Aavakaaya, o più semplicemente sottaceti indiani.  Frutta o verdura marinata in olio di senape o di sesamo La combinazione può essere diversa, ma la ricetta è una sola: tagliare le verdure o frutta, condirle con spezie e marinarli in olio caldo per circa 3 settimane.  La frutta e la verdura di solito usata per preparare i sottaceti sono mango, carota, cipolla, cavolfiore, aglio, lime. Chapati, più conosciuti per noi italiani come le focacce. Sono veloci da preparare, non richiedono un sacco di prodotti e sono anche salutari perché preparati con una farina a base di crusca. Poi sono cotti su una padella assolutamente asciutta, quindi senza l’olio. In genere viene servito con delle zuppe di lenticchie o con verdure spesso accompagnate da speziethali2