Un piatto di riso bianco = 200 calorie. Bene ma non benissimo. Perché se da un lato il riso se integrale ancora meglio è un vero jolly per dimagrire in fretta e senza troppa fatica perché sazia e si presta a infinite combinazioni, dall’altro è appurato che abbia un alto indice glicemico fa salire rapidamente gli zuccheri nel sangue e per questo andrebbe sempre accompagnato da un alimento proteico come carne, pesce e formaggio. Proprio nel mezzo tra i pro e i contro, ecco che si inserisce l’olio di cocco. Sì, proprio il superfood che riesce a dividere fior fiori di esperti, da un lato esaltato come fosse la panacea di infiniti mali grazie alla sua capacità di bilanciare gli ormoni e metabolizzare i grassi, dall’altro ritenuto «veleno puro» a causa della sua alta percentuale di grassi saturi, noti per aumentare i livelli di colesterolo e di conseguenza il rischio cardiovascolare per la precisione contiene oltre l’80% di grassi saturi, più del doppio della quantità che si trova per esempio nel lardo. Ma in questa ricetta ipocalorica, l’olio tanto amato a Hollywood non viene usato come condimento ma come parte del processo di ebollizione del riso. Come riporta il Daily Mail, gli scienziati del College of Chemical Sciences avrebbero trovato un trick niente male per abbassare drasticamente le calorie del riso. Tutto ciò che devi fare è aggiungere giusto un cucchiaino di olio di cocco al processo di cottura, per poi lasciarlo raffreddare durante la notte. Fine. In pratica, aggiungendo questi due passaggi al semplice processo di bollitura del riso puoi ridurre l’apporto calorico del 60% e se la matematica non è un’opinione è proprio un bel traguardo. Il motivo per cui l’aggiunta di una sostanza come l’olio di cocco funziona per ridurre le calorie complessive è relativamente semplice: le molecole di grasso dell’olio, infatti, trovano la loro strada all’interno del riso durante il processo di ebollizione e raddoppiano così la barriera digestiva. Lasciarlo poi raffreddare per 12 ore enfatizza ancora di più questo legame rendendo difficile la disgregazione degli enzimi digestivi è un nuovo modo di affrontare il problema dell’obesità», sostiene il dott. Sudhair,. Riso e olio di cocco, questo matrimonio s’ha da fare.
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Spiedini di tonno
Gli spiedini di tonno fresco orientali,facili e veloci, sono un antipasto finger food di ispirazione giapponese da servire con due saporite salsine.Preparate la salsa orientale: tagliate finemente il cipollotto, oppure tritatelo, e disponetelo in una ciotolina con lo zenzero e la salsa di soia. Mescolate e mettete da parte.Realizzate l’altra salsa: stemperate il wasabi con l’aceto di riso, unite lo zucchero, mescolate e disponete in una ciotolina.Mondate, lavate e sbucciate il cetriolo, quindi tagliatelo a pezzi spessi 1 cm. Tagliate a cubotti le fette di tonno fresco.Disponete i semi di sesamo in un piatto, mescolateli e passatevi i cubotti di tonno: non rivestiteli completamente, ma impanate solo i bordi. Ponete sul fuoco una padella antiaderente e, quando sarà ben calda, scottate leggermente il tonno sui lati ricoperti di sesamo, rigirandolo di tanto in tanto. Formate gli spiedini alternando sullo stecco di legno il tonno ai pezzi di cetriolo, e serviteli accompagnandoli con le salse, disposte in due ciotoline per ogni commensale.
Il Bon Ton del sushi
Gustare una cena con sushi, sashimi ecc. In modo elegante, proprio come fanno i giapponesi? Non è impossibile: se sapete tenere in mano le bacchette…il resto è tutto in discesa! Ecco alcune regole più importanti per consumare una vera cena giapponese rispettando il bon-ton: Utilizzate la salvietta calda e bagnata che vi portano per pulire le mani. Non chiedete mai le posate occidentali. Fate di necessità virtù e, osservando chi è intorno a voi, ce la farete: sembra più difficile di quel che è in realtà. Se vi trovate in difficoltà, piuttosto usate le mani, è tollerato. Ogni pezzo di sushi e sashimi va mangiato in un sol boccone. Non si fuma mai in un ristorante giapponese. Non rifiutate mai un brindisi e riempite sempre il bicchiere di chi è più anziano di voi: se siete astemi, portate il bicchiere alla bocca e vi inumidite semplicemente le labbra. Le fettine di zenzero vanno consumate tra una portata e l’altra, per “ripulire” le papille gustative. In Giappone non mischiano la salsa di soia con in wasabi: la salsa va versata, con parsimonia, nel piattino apposito, mentre il wasabi viene preso a piccoli ciuffi con i bastoncini. Nella salsa di soia si intinge sempre e solo il pesce, mai il riso, che infatti si sfalda, creando un pasticcio. Non infilzate il cibo con le bacchette: anche in questo caso, se siete in difficoltà utilizzate piuttosto le mani. L’usanza di infilzare il cibo con le bacchette è riservata alle cerimonie in cui si offre cibo ai defunti. Tra una portata e l’altra riponete le bacchette a lato del piatto e non sul piatto.
Il Bon Ton del sushi
Gustare una cena con sushi, sashimi ecc. In modo elegante, proprio come fanno i giapponesi? Non è impossibile: se sapete tenere in mano le bacchette…il resto è tutto in discesa! Ecco alcune regole più importanti per consumare una vera cena giapponese rispettando il bon-ton: Utilizzate la salvietta calda e bagnata che vi portano per pulire le mani.Non chiedete mai le posate occidentali. Fate di necessità virtù e, osservando chi è intorno a voi, ci riuscirete: sembra più difficile di quel che è in realtà. Se vi trovate in difficoltà, piuttosto usate le mani, è tollerato. Ogni pezzo di sushi e sashimi va mangiato in un sol boccone. Non si fuma mai in un ristorante giapponese. Non declinate mai un brindisi e riempite sempre il bicchiere di chi è più anziano di voi: se siete astemi, portate il bicchiere alla bocca e vi inumidite soltanto le labbra. Le fettine di zenzero vanno consumate tra una portata e l’altra, per “ripulire” le papille gustative. In Giappone non miscelano la salsa di soia con in wasabi: la salsa va versata, con parsimonia, nel piattino apposito, mentre il wasabi viene preso a piccoli ciuffi con i bastoncini. Nella salsa di soia si intinge sempre e solo il pesce, mai il riso, che infatti si sfalda, creando un pasticcio. Non infilzate il cibo con le bacchette: anche in questo caso, se siete in difficoltà utilizzate piuttosto le mani. L’usanza di infilzare il cibo con le bacchette è riservata alle cerimonie in cui si offre cibo ai defunti. Tra una portata e l’altra riponete le bacchette a lato del piatto e non sul piatto.
Il pranzo a sacco in spiaggia
Torna di moda il pranzo al sacco per gli italiani in spiaggia con il menu che varia dalle insalate di riso, pasta fredda, pollo, o insalatone di mare preferite dal 25% delle persone, alle tradizionali lasagne E’ quanto emerge da un indagine che ha tracciato una classifica. In testa alle preferenze c’è quindi l’insalata fatta in vari modi, seguono la caprese e la macedonia Non manca pero’ chi porta sotto l’ombrellone piatti tradizionali come la sostanziosa parmigiana o la frittata di verdure o la pasta al sugo. “L’attenzione all’alimentazione è diventata un obiettivo degli italiani anche in spiaggia. La novità dell’estate 2018 in Italia è proprio il forte aumento della richiesta di benessere a tavola che si allarga dal supermercato ai ristoranti fino ai pic-nic. La motivazione principale non è più solo il risparmio ma anche la ricerca della forma fisica. Tra i cibi sani e amici dell’abbronzatura, ci sono carote, albicocche, meloni, ciliegie, ma anche lattuga e radicchio.
Il caradamomo
Il caradamomo è una spezia che si ricava da una pianta originaria del Sud Est asiatico, nota come Elettaria. La pianta di cardamomo appartiene alla famiglia , dello zenzero. La sua espansione ha radici molto antiche, conosciuto fin dai tempi dei Greci e dei Romani, oggi il cardamomo resta tra le spezie più care al mondo preceduta solo da zafferano e vaniglia. La pianta di cardamomo può raggiungere un’altezza di 20 metri e le sue foglie hanno un colore molto particolare, simile al rosso porpora. Il frutto si presenta come una capsula ricca di semi di colore marrone-neri.. I semi in cucina, si possono usare integri soprattutto per la fase di preparazione di dolci o macinati, dando vita alla polvere impiegata come spezia. In Italia il suo impiego è legato principalmente a scopi culinari, tuttavia c’è chi usa il cardamomo per combattere l’alitosi e alleviare tosse o mal di gola effettuando gargarismi con l’infuso. Gli amanti dei rimedi naturali possono riscoprire nel cardamomo un buon alleato nella dieta, la polvere ricavata dai semi può avere un effetto stimolante e antidepressivo, soprattutto se la si assume bollita. Il cardamomo in polvere può essere aggiunto al tè, alle tisane o agli infusi di solito preparate. Questa spezia, infatti, si può usare per aromatizzare bevande anche centrifugati, frullati a base di latte e panna… o insaporire dolci e biscotti. Per il suo sapore, si può usare anche per aromatizzare brodi, risotti e secondi piatti a base di carne.I semi di cardamomo, interi, si possono usare per preparare liquori o per preparare infusi dal sapore molto delicato. I semi di cardamomo interi si possono impiegare per preparare dolci o plum cake fortemente aromatizzati.
Il risotto più buono
Si sono sfidati a Milano alcuni chef internazionali qualificati alla finale del Risotto World Challenge. Obiettivo, cucinare il risotto migliore del mondo. Fra le ricette in gara, risotto rosa con salsa di zafferano; al Nero di seppia con peperoncino e menta; con mortadella, fichi e Castelmagno; con variazione di cavolfiori, coda di rospo e cacao; Carnaroli mantecato all’olio extra vergine d’oliva e timo, con acciughe, gelato di peperone e colatura…Facendo un passo indietro, verso l’originale, possiamo dire che il primo documento in cui si parla di risotto è datato 1574, data storica in cui Milano sancisce una sorta di doc per specialità come il panettone, michetta, risotto e l’ossobuco. Eyck Zimmer ha conquistare il titolo di miglior risotto nel 2011 di questa gara gastronomica con un evoluto Risotto con cavolfiore, tartufo nero, foie gras e schiuma parmigiano. Il vincitore dell’edizione 2012, lo chef Carmine Calò de Il Salviatino di Firenze ha invece presentato un piatto di elevata complessità come il Risotto al pomodoro, parmigiano reggiano, sorbetto al pomodoro e basilico. Non si abbandonano gli ingredienti tradizionali, La chef di New York, milanese di origine, ha affiancato all’eccentricità della barbabietola con una salsa allo zafferano a richiamo della sua terra, e una punta di zenzero, citazione della propria patria di adozione. Lo chef di Mosca, ha presentato un risotto al nero di seppia con uvetta, ingrediente principe della loro cucina”. Presentazioni d’effetto e giochi di sapori inediti, anche se il piatto forse più apprezzato dai presenti è stato il classico, ma magistrale nell’esecuzione, Risotto con mortadella, fichi L’interpretazione creativa e l’innovazione associate al piatto sono frutto della grande internazionalizzazione della nostra cucina, ma resta comunque quello di preservare una tradizione italiana, nella preparazione e nella cottura del risotto.
Come rendere delizioso il minestrone
Buono, sano e versatile, il minestrone è una di quelle portate che permettono di seguire un’alimentazione equilibrata senza rinunciare al gusto. E’ un vero condensato di benessere ed è perfetto per grandi e piccini. Non è, verosimilmente, il piatto preferito di molti bambini ma, grazie agli infiniti modi in cui è possibile personalizzarlo, riesce ad accontentare anche i palati più esigenti l ’approfondimento ha fornito anche alcuni interessanti consigli per preparare un minestrone più sfizioso e diverso d al solito. La possibilità di utilizzare gli ingredienti più svariati rende il minestrone un piatto in grado di soddisfare ogni palato. Ma se anche con la scelta delle componenti più originali si dovesse incontrare la resistenza dei più piccini, bisognerà giocare di fantasia. Senz’altro l’aggiunta di pasta o riso aiutano a renderlo più appetibile ai bambini. Ma potrebbero non bastare. In tal caso si potrà rendere il piatto ancora più saporito e divertente frullando il tutto e decorandolo, ad esempio, con del formaggio semiduro tagliato con forme simpatiche. Può essere arricchito con dei noodles o con uovo in camicia, o ancora con polenta o polpettine di pane. Può essere, inoltre, servito in un cestino di parmigiano e sesamo o può essere proposto in interessanti varianti regionali con i prodotti tipici della tradizione. Un minestrone lombardo per esempio può essere preparato con riso carnaroli e zafferano. Quello trentino può essere arricchito con speck e mela verde. In Toscana è delizioso con del pecorino e del prosciutto di cinta senese. Nel Lazio stupisce con guanciale, pecorino e stracciatella d’uovo. In Campania delizia il palato con la mozzarella di bufala e il pomodoro. In Abruzzo, infine, diventa ancora più ricco e nutriente grazie a farro integrale e lenticchie.
Il primo supermercato senza plastica
Succede ad Amsterdam, dove la catena specializzata in prodotti bio ha inaugurato il primo reparto al mondo senza plastica, sostituendo l’imballaggio dei prodotti con vari materiali biodegradabili e altri materiali riciclabili come metallo, cartone, vetro, e cesti come contenitori. Per il momento si tratta di un esperimento partito dal primo negozio della catena, Non pensate ai piccoli rivenditori di alimenti sfusi, con i dispenser di cereali fissati alle pareti: la novità sta proprio nelle dimensioni dell’offerta, che con circa 700 prodotti privi di imballaggi di plastica diventa un’alternativa credibile ai supermercati tradizionali. Carne, riso, frutta e verdura, salse e latticini di ogni genere; tutto è in vetro, metallo o carta, e alcuni biomateriali sono frutto di pura sperimentazione, messi al banco di prova per la prima volta, come ha sottolineato Com’è facilmente immaginabile non si tratta di un’iniziativa fine a sé stessa, la provocazione serve a dare il buon esempio, a provocare reazioni e, possibilmente, a fare da apripista per altre catene. Secondo i dati diffusi dall’Ue, ogni anno gli europei generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma neanche il 30% viene raccolta per essere riciclata. Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l’85% dei rifiuti su mari e spiagge. A plastic planet, il gruppo ambientalista, è stato categorico: per decenni hanno venduto ai consumatori la bugia che non possiamo vivere senza plastica nel cibo e nelle bevande. Un reparto privo di plastica cancella questa falsa convinzione. Finalmente possiamo vedere un futuro in cui il pubblico può scegliere se acquistare plastica o meno. Allo stato attuale non abbiamo scelta.
Salvare il telefono dall’acqua
Secondo alcune statistiche, a ben il 19% delle persone è capitato di fare cadere il proprio telefono nel water: Hack College ha creato un video per aiutare ad affrontare questa sgradita situazione e cercare di salvare il telefono. Secondo alcune statistiche, a ben il 19% delle persone è capitato di fare cadere il proprio telefono nel water. Innanzi tutto, il primo passo è quello di tirare fuori il telefono il prima possibile “vi laverete le mani dopo”, e cercare di asciugarlo quanto più possibile con salviette o carta igienica, A questo punto bisogna rimuovere rapidamente la batteria, nei modelli in cui è possibile, oltre alla custodia. Soprattutto ve evitato di accendere il telefono: i danni dovuti all’acqua sono tipicamente effetto dell’ossidazione che si produce quando c’è anche la corrente nei circuiti, per cui eliminare il passaggio di corrente può dare qualche speranza di salvare il telefono. Dopo di questo, mettere il telefono e le varie parti dentro ad un sacchettino contenente riso crudo e mettere il sacchettino in un posto caldo. Il riso assorbirà l’umidità dal telefono. E’ necessario aspettare almeno 24 ore meglio qualche giorno prima di provare a riaccendere il telefono. Se anche questo non funziona, il video spiega come tentare, come soluzione disperata, una strada che però va detto subito che è illegale: infatti in molti telefoni ci sarebbe un materiale che ha proprio lo scopo di indicare all’assistenza se il telefono è stato a contatto con l’acqua cosa che fa decadere la garanzia, cambiando di colore da bianco a rosso.