Niente più caffè e api

Entro il 2050 in America Latina l’88 percento del territorio adatto alla coltura del caffè andrà perso a causa dei cambiamenti climatici. Non solo. Nella stessa regione si registrerà anche un calo nel numero di specie di api, i principali insetti impollinatori delle piante del genere Coffea, dalle quali si estraggono i chicchi del caffè Sono gli angosciosi risultati di una ricerca dello Institute di Panama, alla quale hanno collaborato studiosi di vari enti I ricercatori dello Smithsonian, consigliano che benché il declino sia inevitabile, tra le cinque e le dieci specie di api riusciranno a sopravvivere anche negli scenari peggiori previsti dal modello matematico, salvaguardando così il salvataggio di almeno una parte delle coltivazioni nelle aree ‘superstiti. Per coloro che potrebbero perdere le colture di caffè e di conseguenza il lavoro nei prossimi decenni, gli studiosi consigliano di essere lungimiranti e di iniziare un graduale passaggio ad altre tipologie di piantagioni o a nuovi sistemi di produzione. Nelle aree in cui è previsto il declino maggiore delle api ma dove il terreno rimarrebbe adatto per il caffè, Roubik e colleghi indicano di agire sugli habitat per aumentare le popolazioni degli imenotteri. Piantando per esempio alberi alti, dato che diverse specie di Coffea, di origine africana, preferiscono la crescita all’ombra di grandi piante. Un altro consiglio è quello di tutelare le foreste naturali e pianificare una rotazione delle colture. Se si interviene con anticipo, molti produttori potrebbero dunque salvare il proprio prezioso business e noi non rischiare di  rimanere senza caffè!

La longevità

Ad aprile ha compiuto 89 anni di cui oltre 63 trascorsi da regina. Elisabetta II d’Inghilterra è la testa coronata più longeva di sempre.  Chissà se anche lei segue le abitudine delle persone più longeve del Pianeta. Da uno studio effettuato, nell’ambito di un progetto sviluppato con il National Geographic, è emerso infatti che alcune regole “salutari” che riguardano l’alimentazione sono condivise dagli abitanti delle cosiddette Blu Zones: quelle aree cioè in cui vivono le popolazioni che risultano essere le più longeve del pianeta. Che siano cereali, legumi, frutta o verdure sono la parte predominante dei pasti di queste popolazioni. Gli alimenti vengono anche conservati in salamoia o tramite la procedura di essicazione.  Particolarmente benefiche poi sembrano essere le verdure a foglia verde: sembra infatti che le persone di mezza età che ne mangiano almeno una tazza al giorno, anche cotte, dimezzino il rischio di morire nei successivi quattro anni rispetto a chi non ne consuma.