Capodanno è ormai alle porte e per chi si sta preparando a festeggiare l’arrivo del 2019 a casa con amici e parenti, è già tempo di pensare a cosa portare in tavola. Per chi è a caccia di consigli, ecco allora qualche suggerimento per un menu tradizionale in grado di accontentare tutti. Immancabile cotechino e lenticchie Considerate fin dai tempi degli antichi Romani sinonimo di prosperità e fortuna soprattutto per la loro somiglianza con le monete, le lenticchie non possono mancare a tavola in occasione del Capodanno. La preparazione classica è quella delle lenticchie in umido: dopo averle tenute a bagno per un’intera nottata, basta cuocerle per una quarantina di minuti in una casseruola con un soffritto cipolla, sedano e una carota tritate, oltre ad un poco di concentrato o di passata di pomodoro, e poi servire ancora calde con l’aggiunta di sale, un filo d’olio e pepe. Le lenticchie in umido sono il contorno ideale per un altro grande classico di Capodanno: il cotechino. Oltre a questo insaccato di maiale, preparato con cotenna, carne di diversi tagli, pancetta, sale e spezie, sulle tavole degli italiani il primo giorno del nuovo anno ma anche e soprattutto durante la notte di San Silvestro è facile trovare il suo “cugino” originario di Modena, lo zampone. E l’abbinamento con le lenticchie rimane quasi d’obbligo. Cotechino e lenticchie, ad ogni modo, vanno bene sia come secondo piatto al pranzo del primo gennaio che come portata da servire durante il cenone allo scoccare della mezzanotte, accompagnato ovviamente da un bel po’ di bollicine. Ogni regione o località ha le sue tradizioni in cucina in occasione delle feste. Di certo, però, esistono diversi punti in comune nonostante le distanze. Ad esempio, a Capodanno è difficile immaginare un antipasto senza formaggi o senza verdure. Al Sud non mancano mai i latticini, dalle mozzarelle alla ricotta, mentre ad altre latitudini sono le patate, in diverse forme e cotture, ad essere sempre presenti. Per un menù tradizionale in vista del cenone del 31 dicembre, è bene comunque ricordarsi di preparare degli antipasti con formaggi misti e salumi, olive e bruschette: il classico antipasto all’italiana, insomma. Il primo non può invece prescindere dal profumo di salsedine, dunque spaghetti o risotto ai frutti di mare rappresentano la soluzione più diffusa, ma con le dovute eccezioni. Preparare cappelletti, agnolotti, anolini o tortellini in brodo significa infatti rimanere lo stesso tra i grandi classici di questa festività. Oltre alle lenticchie in umido col cotechino, secondi tradizionali del cenone di fine anno sono anche il polpo, il baccalà, l’arrosto e la salsiccia. Un po’ di frutta secca, di melagrana e di uva, cibi portafortuna proprio come le lenticchie, e poi non rimane che concludere i festeggiamenti coi dolci: da panettone e pandoro ai cantucci, dallo zuccotto alla torta con pere e cioccolato.
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Padella per caldarroste come pulirla
L’autunno è iniziato, e si stanno vendendo anche le prime caldarroste. Si possono acquistare per strada, ma dà più soddisfazione dotarsi di un cesto e andare a cercarle per boschi per poi cucinarle da soli. L’attrezzo principale è la padella di ferro per alimenti, perfetta per cuocere le castagne. Non rilascia sostanze nocive, non inquina e non si rovina. Certo, il più delle volte è pesante, ma l’ostacolo principale è il tenerla pulita.Ovviamente il nemico numero uno della padella di ferro è la ruggine. Una volta acquistata va immersa in acqua calda, cui va aggiunto un cucchiaio di detersivo per i piatti. Dopo un quarto d’ora passato a lavarla accuratamente con una spugna, va risciacquata e asciugata. Usando la lana d’acciaio, o una mezza patata cruda e una spolverata di bicarbonato di sodio, è possibile rimuovere con facilità la ruggine. Per pulirla dopo usi ordinari la si deve dapprima cospargere con uno strato d’olio di semi. Dopo aver steso un foglio di carta da cucina, mettere la padella in forno 250 gradi. Aspettare fino a quando non diventa grigia, tendente al blu: teme gli sbalzi di temperatura, non inserirla nel forno già caldo. Pulire la padella dopo l’uso, mentre è ancora calda, aggiungendo dell’acqua, calda. Senza però immergervi la padella. Lavarla a mano aiutandosi con una spugna o una spazzola, evitare la lavastoviglie.Per la pulizia quotidiana bisogna invece prima eliminare i residui di cibo con della carta da cucina oppure con una spatola. Quindi mettere la padella sul fuoco e versare del sale fino e del sale grosso. Il sale, infatti, pulisce e uccide i batteri. Previene le muffe ed allontana gli odori. È opportuno far raffreddare il sale prima di gettarlo ed ungere di nuovo la padella con uno strato di olio di semi.
Saper dire le bugie
Sì, tesoro, sei molto carino. Con quella camicia a fiori che ti fa sembrare un alieno in pigiama. Una frase come questa, di fronte a una situazione drammatica come il pigiama da alieno, non è una grande bugia, è soltanto rassicurarlo in un momento in cui non è in grado di farlo da solo e in cui ne ha assolutamente bisogno: chi si sentirebbe bene infatti in una camicia a fiori oggettivamente orribile???Grazie del regalo, amore, grazie per avermi pensata. Anche se quella borsa così di moda ce l’ha pure Maria la tua peggior nemica. Pare che dire schiettamente “questo regalo non mi piace” non sia proprio carino, né costruttivo: in questo caso dire “grazie per avermi pensata” non è in realtà una bugia e ti può salvare, perché lo ringrazi per la dolcezza del suo interesse per te. Certo poi trova anche un modo per fargli capire che la borsa è il tuo accessorio preferito ma magari diversa da quella di Maria. Che buono questo piatto di pasta, tesoro, grazie per aver cucinato per me. La seconda parte della frase, per lo meno, è sempre vero. Non è necessario che sappia che hai mangiato di meglio nella tua vita, visto che il tuo ex era un cuoco. Ci ha messo l‘amore e tanto basta, per questo quella pasta sciapa era così buona. Ti amo più del cioccolato.La bugia si commenta da sé.
Ribes per stimolare il metabolismo
Gustosi, leggeri e amici della linea: i ribes rossi sono perfetti per la dieta poiché agiscono direttamente sul metabolismo, stimolandolo. Questi piccoli frutti rossi sono originari dell’Europa e vengono coltivati anche in Italia. Hanno un sapore leggermente acidulo e sono spesso utilizzati per decorare cocktail e dolci, grazie al loro colore rosso acceso. Pochi però sanno che sono ottimi per tornare in forma, grazie al loro basso contenuto di calorie e alle sostanze nutritive che si trovano nella loro polpa.I ribes rossi sono l’ideale per tenere sotto controllo il peso e si possono mangiare in qualsiasi occasione. A colazione sono deliziosi insieme allo yogurt o nella macedonia. Si possono assaggiare con una pallina di gelato alla frutta a fine pasto oppure freschi a merenda. Sono perfetti per realizzare piatti sia dolci che salati, come carpacci, insalate e crostate light. Sotto forma di succo di frutta e di composta sono un ottimo spezza fame, perfetto per riattivare il metabolismo. Il bello di questo alimento è che potete mangiarne quanto volete. I ribes rossi infatti hanno un basso indice glicemico e pochissime calorie, a fronte dell’ottima quantità di vitamine e sali minerali. I ribes rossi contengono anche licopene e antocianine, due fotocomposti che svolgono un’azione antiossidante e prevengono l’invecchiamento. Se fin dai tempi antichi il ribes veniva utilizzato come antinfiammatorio, oggi è l’alleato perfetto per chi ha voglia di tenersi in forma senza troppi sforzi. Le proprietà diuretiche e l’alta percentuale di fibre permettono di eliminare la ritenzione idrica e di risvegliare l’intestino, garantendone una buona funzione.100 grammi di prodotto contengono per lo più acqua, ma anche fibre e carboidrati, per un totale di 28 calorie. Mangiateli tutti i giorni per fare il pieno di potassio, calcio, fosforo, vitamina C e A, per la salute della pelle e per modellare al meglio la silhouette.
Microbi in agguato
Dopo spugne, lenzuola e asciugamani ecco a voi un altro ricettacolo di germi: lo strofinaccio, quello che usate per asciugare piatti e bicchieri. La spugna da cucina non è lo strumento più igienico per lavare i piatti, questo lo sappiamo. In cucina, però, ci sono anche altri pericoli: uno studio recente condanna senza appello anche lo strofinaccio con cui asciughiamo le stoviglie. Secondo la ricerca può essere infatti responsabile della diffusione di germi, batteri e addirittura di intossicazioni alimentari. A sostenerlo sono i ricercatori dell’University of Mauritius La classica spugnetta non è l’ideale per lavare i piatti sporchi: l’analisi al microscopio ha rivelato che sulla sua superficie ci sono in media 10.000 batteri ogni 6 centimetri di tessuto. Va insomma cambiata molto spesso. L’analisi si basa su un esperimento durato un mese, fatto su 100 strofinacci. Il test ha rivelato che, dei 100, almeno 49 erano contaminati da una significativa crescita batterica e oltre un terzo era positivo ai batteri coliformi Mentre la proliferazione di colonie batteriche è tipica degli asciugamani umidi, i batteri coliformi e lo Staphylococcus aureus sono più frequenti tra gli strofinacci usati da famiglie numerose e dove si mangia carne.Nel complesso, il 37% degli strofinacci oggetto di test ha prodotto batteri coliformi, il 37% è risultato positivo a Enterococcus e il 14% a Staphylococcus aureus. Come evitare di entrare troppo in contatto con questo universo di microrganismi, alcuni dei quali possono provocare serie patologie? In mancanza della lavastoviglie, il consiglio più sensato è quello di lavare ogni giorno gli strofinacci oppure di usare salviette di carta monouso
Un antipasto sfizioso dolmadakia…… foglie di vite ripiene
Le foglie di vite ripiene, in Grecia, terra d’origine di questa ricetta, vengono chiamate dolmadakia . Ecco come realizzare questo antipasto Sbollentate le foglie di vite fresche e lasciatele sgocciolare. Se sono conservate, invece, sciacquatele in acqua calda ed asciugatele. Mescolate accuratamente la carne tritata, il riso, la cipolla pulita e finemente tritata, il sale, una macinata di pepe, il prezzemolo, l’aneto, l’olio ed un paio di cucchiai di acqua. Stendete quindi su un telo le foglie di vite con il lato lucido rivolto verso il basso, e ponete una cucchiaiata di ripieno su ciascuna foglia, ripiegatene i bordi ed arrotolate Sistemate quindi questi involtini in una teglia, bagnateli con una tazza di acqua calda e con il burro fuso, schiacciate con un piatto, coprite e tenete in forno a 150° per circa 1 ora. Per la salsa di accompagnamento: unite alle uova il succo di limone, mescolando fino ad ottenere un composto spumoso ed aggiungete, poco alla volta, una tazza di acqua calda a fuoco lento sino a quando la salsa si sia addensata. Unire infine il prezzemolo tritato. Quando sarete pronti coprite i dolmadakia con la salsa e servite con il vino. Una variante di questa ricetta prevede l’uso delle foglie di lattuga che andranno preparate allo stesso modo delle foglie di vite.
Mangiare avanzi rovina la dieta
Mangiare gli avanzi è una di quelle abitudini piacevoli che mette d’accordo due esigenze piacevoli. Quella del palato e della voglia di rilassarsi senza dover cucinare. Cosa c’è di meglio infatti di riscaldare un piatto buono a fine giornata senza dover reggere lo sforzo di prepararlo? Questo è il bello e l’utile dell’avanzo riscaldato. Eppure, oggi l’avanzo è interprete di una accesa discussione. Fa male? Fa bene? Qual è l’impatto sulla dieta? Un articolo del Daily Mail prova a rispondere a questa domanda e sottolinea come il consumo di avanzi abbia non poche conseguenze. La prima riguarda la dieta e le calorie ingerite. Infatti, mangiare avanzi fa sentire in maniera erronea la sensazione di aver mangiato poco. La seconda, che deriva dalla prima, è che questa sensazione farebbe mangiare più snack o porterebbe a saltare la palestra di frequente. A segnalare questi risultati è uno studio della ‘University of Michigan’ che in una ricerca ha sottolineato l’effetto realmente negativo degli avanzi. Sappiamo che le porzioni maggiori fanno crescere il consumo. Ma le porzioni grandi causano anche più avanzi da mangiare in seguito”. Così ha commentato sul magazine Aradhna Krishna, In un secondo tempo accade che: “Gli avanzi, seppur abbondanti danno comunque la sensazione di un minor cibo ingerito rispetto al solito. E per questo le persone si sentono meglio e sentendosi meglio tendono a non seguire quegli accorgimenti sul controllo del peso”. Ad esempio, la palestra o il calcolo delle calorie. Insomma, con gli avanzi a disposizione per il consumo il pasto sarebbe qualcosa sì di più rapido ma anche di meno soddisfacente e ingannevole dal punto di vista di sazietà e di conteggio corretto delle calorie. Insomma, i piatti avanzati farebbero gradualmente perdere l’obbiettività.
In amore vince chi…
Che stiate insieme da giorni, mesi, anni a poca importanza: i problemi di coppia esistono e ammetterlo è il primo passo. Il lato positivo? Non tutti i mali vengono per nuocere. Quando si spartiscono giornate, vacanze al mare, bagno, e nel peggiore dei casi anche l’armadio, è normale che qualche complicazione possa insorgere. Da questioni di ordinaria follia come chi si fa la doccia per primo la mattina chi toglie i piatti da sopra il tavolo,ed altri simili, esistono. A raccoglierli è stata una giornalista che oltre a elencarli si è preoccupata di consultare i migliori esperti per suggerire efficaci soluzioni. Cosa faccio? Glielo dico? Non glielo dico? La paura di essere valutate ci assale e ci frena dall’aprirci con il partner: mi crederà un’egoista o peggio un’ingrata? Finiamo per fare lunghe conversazioni con noi stesse nei quali spesso optiamo per lo scenario peggiore e di conseguenza ci teniamo tutto dentro per evitare lo scontro. E se la soluzione migliore fosse proprio una sana e sincera discussione? Secondo gli specialisti il conflitto può addirittura diventare vitale per la crescita di una relazione. Controindicazioni? Qualcuna, ma solo se comunicate nel modo sbagliato. Lasciate decantare la rabbia del momento e siate specifiche quando parlate. Indicare semplicemente ciò che vi ha ferito o generalizzare i suoi comportamenti peggiorerà la situazione, optate invece per spiegazioni precise e massima empatia. Rivelare la parte più intima del proprio io non è per niente facile, richiede tempo e può diventare addirittura snervante quando il timore di non essere compresi prende il sopravvento. Eppure aprirsi emotivamente e far cadere tutte le barriere costituisce, a detta degli esperti, uno degli ingredienti più importanti per il successo di una relazione. Come fare dunque? Qualche trucco c’è, l’attività fisica di coppia, per esempio. Dall’arrampicata alla maratona, fare esercizio fisico aumenta il livello di fiducia reciproca e in più avrete unito l’utile al dilettevole. Sceglie il film, il ristorante e anche da che lato del letto dormire. Lo stai rendendo felice? Forse. Ma stai davvero facendo il bene della tua relazione? Molto spesso compiacere il partner in tutto e per tutto porta solo a conseguenze tutt’altro che positive. Si finisce infatti per esercitare un controllo assoluto sui sentimenti dell’altro con risultato distacco e tensione. A volte dire di no fa bene sia a voi che al vostro partner.
Il tuo cervello non si inganna
Mangiare in un piatto più piccolo per persuadersi di avere di fronte una porzione abbondante è un imbroglio a cui il nostro cervello non cede, soprattutto quando abbiamo fame: la moda delle diete degli ultimi anni sarebbe del tutto inutile e abbiamo comprato un servizio di piatti nuovo che potevamo evitare. Questo è quanto sostengono i ricercatori della Ben-Gurion I ricercatori sono partiti dall’illusione ottica osservando la moda dei ristoranti e delle diete degli ultimi anni di servire le portate in piatti più piccoli, facendoci credere di avere di fronte a noi portate più grandi, gli scienziati si sono chiesti quanto in realtà il nostro cervello ci cascasse. Per capirlo gli esperti hanno analizzato il modo in cui la privazione del cibo influenza la nostra sensazione del cibo in diversi contesti, hanno così chiesto ad un gruppo di persone che non mangiavano da almeno tre ore di individuare le proporzioni di pizza messe in piatti più o meno grandi e hanno scoperto che erano in grado di distinguerle molto meglio rispetto a coloro che invece dovevano affrontare lo stesso compito però a stomaco pieno. Dopo, gli esperti hanno chiesto di eseguire la stessa richiesta però confrontando dei cerchi con delle figure geometriche: in questo caso i gruppi, a digiuno e non, hanno dato gli stessi risultati. Nell’ultimo decennio affermano gli esperti i ristoranti e le altre aziende alimentari hanno utilizzato piatti via via più piccoli per adeguarsi al pregiudizio intuitivo che ci avrebbe portati a ridurre il consumo di cibo. Questo studio smentisce questa convinzione: quando le persone hanno fame, specie quando stanno a dieta, hanno meno probabilità di essere ingannati dalle dimensioni del piatto, più probabilmente rendendosi conto che stanno mangiando di meno.
Trucchi in cucina
Pulisci mentre cucini ?Non rimandare mai la pulizia a dopo. Vuoi veramente ritrovarti con una montagna di piatti e stoviglie da lavare dopo una cena? Affronta un passo alla volta e pulisci le superfici con un panno man mano che le utilizzi. Una volta finito di affettare e sminuzzare, getta le bucce della verdura direttamente nel cestino dell’umido la carta nel cestino e metti il coltello e il tagliere in lavastoviglie. Hai finito con il colapasta? In lavastoviglie. La grattugia non ti serve più? In lavastoviglie. Insomma, hai capito. E quando avrai finito di cucinare? Non vorrai certo metterti a lavare tutto prima di sederti a tavola e gustare la magnifica cena che hai appena preparato! Però puoi già mettere in lavastoviglie le pentole e le padelle, così il piano di lavoro sarà sgombro e pulito. A questo punto potrai goderti la cena sapendo che in cucina non c’è una montagna di stoviglie sporche ad aspettarti. Dopo mangiato, non ti resterà che mettere in lavastoviglie piatti, bicchieri e posate. Voilà, finito!
