Dormire bene è fondamentale per una corretta salute psico-fisica, ma non tutti riescono a prendere sonno facilmente o ad avere un sonno rilassante. Non c’è niente di più stressante che passare le ore a fissare il soffitto o a rigirarsi nel letto sperando che una nuova posizione possa magicamente farti piombare nelle braccia di Morfeo. Se sei arrivato a contare oltre 1000 pecore, quasi certamente è il momento di migliorare il tuo riposo cambiando strategia. Ecco alcuni consigli Oltre a scegliere materiali naturali e traspiranti per la biancheria da letto è importante scegliere materassi e cuscini con il giusto appoggio. Nell’ora precedente all’orario scelto per addormentarsi sarebbe meglio evitare di usare cellulari, smartphone e schermi di pc. La luce blu caratteristica di questi dispositivi stimola i sistemi del cervello a simulare uno stato di veglia che ci impediscono di addormentarci facilmente. Appena prima di dormire il corpo si deve tranquillizzare. Per questo è meglio non sottoporlo a stimoli come allenarsi intensamente, fare attività frenetiche prima di dormire. Come è più facile addormentarsi presto in inverno piuttosto che in estate, così è più facile prendere sonno in una stanza dove la temperatura è impostata tra i 16 e i 19 gradi. Il nostro cervello “impara” a seguire delle routine e, come si consiglia per i bambini, anche per gli adulti è importante cercare di rispettare sempre gli stessi orari almeno nei giorni lavorativi. La regolarità aiuta mente e corpo a capire che è arrivato il momento si rilassarsi.
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Come riconoscere il latte buono
Il modo migliore per riconoscere il latte buono da quello andato a male è annusarlo. Non ha dubbi l’esperto di sicurezza alimentare Labuza, che reputa l’olfatto il miglior grado di giudizio. Il latte andato a male emanerà infatti un odore sgradevole. Bisogna fare molta attenzione alla data indicata sul cartone di latte. E’ solo un’ipotesi della durata di vita del prodotto. Ci sono alcuni segni rivelatori da cercare quando si cerca di decidere se il latte non è più buono Ecco alcuni segni che possono rivelare che il latte è cattivo, secondo Labuza. La data indicata sul cartone di latte non è necessariamente una data di scadenza. Potrebbe anche essere una data di scadenza o una data di scadenza consigliata. Il lasso di tempo dovrebbe essere considerato come un barometro di quanto a lungo può essere buono il latte. Questo è il motivo per cui è importante avere familiarità con altri segni rivelatori. “Le aziende che mettono le date sul latte o altri prodotti stanno solo indovinando“, ha detto Labuza. “Quando le aziende mettono una data sul pacchetto di cibo o di cartone, fanno una ipotesi.” ha spiegato Labuza. “Non sanno a che temperatura è il nostro frigorifero. Il frigorifero di tutti non è impostato sulla stessa temperatura“.La temperatura di refrigerazione ha molto a che fare con la data di scadenza indicata sul cartone del latte. Maggiore è la temperatura impostata sul frigorifero, minore è la durata di conservazione del latte buono. Labuza raccomanda 32 gradi Fahrenheit (zero gradi celsius).Uno dei più importanti segni rivelatori è, come già detto, l’odore del latte. Se il latte non ha l’odore del latte, è probabile che sia scaduto. Il latte che è andato male trasuda un odore sgradevole. “Se lo hai bevuto, facilmente vomiterai.” Spiega Labuza. “Non è un’intossicazione alimentare ma è un’obiezione alimentare”. Ci sono, infine, cambiamenti nella consistenza e nel colore del latte andato a male. Il liquido bianco del latte buono dovrebbe apparire liscio e privo di corpuscoli. Se notiamo grumi e cagliatura, è il momento di buttare via il latte.Anche se il latte ha perso il suo colore bianco perlaceo, è indice che la bevanda non è più buona.
Abbinamenti con la ricotta: frutta secca e miele
La ricotta, pur essendo comunemente considerata un formaggio, è in realtà un latticino che si ottiene attraverso un processo di riutilizzo del siero di latte residuato da precedenti lavorazioni di formaggio, che viene riscaldato seguendo precise fasi tecniche. In cucina è un ottimo alleato a infiniti sono gli abbinamenti con la ricotta, eccone alcuni : frutta secca e miele Noci, pistacchi, nocciole, semi di sesamo e ricotta sono buonissimi insieme nelle ricette salate riguardanti gli antipasti. Come decoro nelle tartine o dentro l’impasto di qualche mousse, i finger food realizzati con questi ingredienti saranno sicuramente un successo e, per i golosi di frutta secca, un assaggio tirerà l’altro. Ricotta, mortadella e granella di pistacchi impastati insieme danno vita a squisiti tartufini, a cui sarà impossibile resistere. Con questi farete figura con gli amici, presentando i tartufini anche alle feste. Per crearli, mescolate la ricotta con la mortadella tritata fino a ottenere un impasto omogeneo. Create delle palline e passatele nella granella di pistacchi. Semplicissimo! Con lo stesso procedimento potete impastare la ricotta con il Gorgonzola e le noci e dar vita a una mousse molto saporita. Con ricotta, paprika, miele, noci e pistacchi riempirete poi dei pomodorini e un avocado diviso a metà.Una ricetta veloce per un antipasto garantito che abbina la delicatezza della ricotta, il sapore del tonno e la consistenza croccante delle noci e del sesamo è rappresentata dai cubetti di tonno e ricotta che si preparano con 200 g di tonno sottolio, 200 g di ricotta, 5 noci, un mazzetto di erba cipollina, un cucchiaino di miele e semi di sesamo per la copertura. Lavate e asciugate l’erba cipollina, trituratela e aggiungetela alla ricotta. Sminuzzate anche le noci e mettetele nella ciotola dell’impasto. Aggiungete il tonno e il miele; amalgamate e coprite il composto con la pellicola. Fate raffreddare in frigo per 20 minuti per poi modellare l’impasto a forma di cubetto che passerete su un piatto per avvolgerlo interamente con i semi di sesamo precedentemente tostati. A questo punto non vi resta che assaggiare.
Disegnare agisce sul cervello
In generale disegnare, dipingere e realizzare oggetti a mano modellando la creta sono attività particolarmente indicate per stimolare le funzioni cognitive, ridurre lo stress e renderci felici. Non temete se non siete provetti pittori, si tratta di attività che potete fare anche se la vostra capacità artistica equivale a quella di un bambino piccolo, perché nessuno vi valuterà, lo potete fare soltanto per voi stessi. E i benefici saranno evidenti, in particolare per il vostro cervello. Ecco sette cambiamenti che accadono dentro di noi semplicemente disegnando. Stimola la creatività, anche se ci sembra di non averne. Come in tutte le cose è la pratica a renderci bravi o a farci migliorare. Quindi lavorare sulla nostra capacità di immaginare non può fare altro che aumentare la nostra creatività. Rende più forti dal punto di vista psicologico. Forse perché, disegno dopo disegno, diventiamo più consapevoli e capaci di trovare nell’arte un eccellente alleato e una valvola di sfogo dalle emozioni. È ormai assodato che chi fa arte visiva riesce a reagire in maniera più energica e propositiva alle avversità. Felicità assicurata, infatti il disegno spesso viene utilizzato anche come sostegno per chi soffre di lievi stati di depressione. Forse perché aiuta a incontrare una parte molto nascosta di noi stessi e a tirare fuori quello che fa soffrire. Fa bene alla memoria. Non solo cibo ricco di fosforo, ma anche dedicarsi a un’attività artistica allena le nostre capacità cognitive. Inoltre, è risaputo che, ad esempio, realizzare mappe concettuali come dei grafici colorati ci aiuta nel tenere a mente le cose. Tutto ciò che è disegnato si ricorda meglio. Combatte l’ansia a colpi di disegni e colori, oppure manipolazione. Dedicarsi a un’attività artistica ci fa concentrare e fa allontanare la mente da quei meccanismi che ci portano sensazioni sgradevoli di stress e agitazione. È un po’ come meditare, ma con una matita in mano. Aiuta quando si sta male. Anche in questo caso non si tratta di magia, ma soltanto di distrarre e allontanare la mente da una sensazione dolorosa o di malessere, per farla concentrare su come realizzare al meglio il nostro progetto. Ancora più concentrati grazie al disegno: dedicarsi a questa attività migliora la memoria, ma anche la nostra capacità di essere totalmente presenti in quello che stiamo facendo, riuscendo così a trarne il meglio.
Alla scoperta del Kefir
Il Kefir è un latte fermentato simile allo yogurt, una bevanda rinfrescante e salutare, ricca di fermenti lattici e dal gusto fresco, leggermente acido ma dal sapore piacevole. E sapete che esiste anche il kefir d’acqua? Scoperto e subito gradito dall’uomo già migliaia di anni fa, originario del Caucaso, e tutt’oggi molto usato in Russia, il Kefir viene preparato in modo tradizionale utilizzando latte fresco di pecora, capra o vacca e i fermenti o granuli di Kefir formati da un polisaccaride chiamato kefiran che ospita colonie di batteri e lieviti.Il Kefir nel corso del tempo è stato però preparato anche con altri liquidi con contenuto di zuccheri come il latte di soia o il latte riso e persino solo con l’acqua zuccherata. Questa bevanda è considerata un alimento eccezionale per il nostro organismo, perché contiene, oltre ai fermenti lattici che garantiscono il corretto funzionamento dell’intestino aiutandoci a prevenire allergie e ad assorbire le vitamine necessarie per la nostra salute, minerali quali il calcio, il magnesio, il fosforo e lo zinco. Essendo povero di lattosio, poi, il Kefir può essere ingerito anche da coloro che ne sono intolleranti. Considerato un elisir di lunga vita è particolarmente indicato per chi ha bisogno di energia o per chi si sta riprendendo da un trattamento di antibiotici, agli anziani, e principalmente alle donne in gravidanza grazie al suo equilibrato contenuto di acido folico fondamentale per lo sviluppo del feto.
Il “cacio” è Toscano…..
Oggi come ieri, il formaggio è parte integrante della tradizione alimentare Toscana. Il pecorino è addirittura divenuto una Dop, usata per esportare in tutto il mondo una conoscenza casearia antica e un sapore inconfondibile. Ottenuto dal latte intero unicamente di pecora, il pecorino è un formaggio a pasta tenera o semidura conosciuto da tutti gli amanti dei formaggi per la sua fragranza, il sapore acceso e ben definito che varia al variare delle zone di produzione e della stagionatura. Si va dunque dal pecorino Toscano fresco, dal gusto delicato e dolce, a uno più stagionato, dal sapore più impegnativo ed accentuato, per arrivare infine al pecorino lungamente stagionato a pasta dura e il sapore deciso che viene solitamente abbinato ai gusti dolci, come il miele, le marmellate, le composte. In Toscana, il pecorino ha origini antiche, gli Etruschi praticavano la pastorizia, sui prati dove ancora oggi pascolano le pecore dei moderni allevamenti. Un suggerimento per l’approssimassi delle feste e dei ponti di questa primavera, potrebbe essere quello di recarsi a degustare questo prezioso prodotto, direttamente nei meravigliosi agriturismi o direttamente dai produttori, magari accompagnato da un buon bicchiere di vino Chianti.


