Sono rare ma esistono le persone che ci fanno stare bene anche solo perché ci sono vicino Che ci dicono le cose senza mai avere l’atteggiamento di chi ci vuole insegnare. Quelle che ci cercano con la scusa di un caffè e poi ci raccontano delle sue paure per farci raccontare le nostre. Queste persone fanno bene all’anima, ci riconciliano la vita talvolta le incontriamo quando non le aspettiamo più, forse sono doni che ci vengono dall’universo
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Ogni giorno porta con se ….
Ogni giorno porta con se l’opportunità di vivere, imparare cose nuove e crescere. Sii grato per ogni alba che vedi, festeggia le piccole vittorie della vita e trova gioia e felicità nelle semplici cose. Un caffè con un amico, una telefonata inaspettata, una valigia preparata, una cena con tuo nipote, regalare un complimento. La tua vita diventa un caleidoscopio di esperienze luminose quando impari a d apprezzare il dono di ogni nuovo giorno che vedrai.
Dove vanno i nostri pensieri
Gli esseri umani pensano molto e molto rapidamente; siamo in grado di avere migliaia di pensieri in un solo giorno. Spesso sono utili, razionali e sensati, altre volte al contrario possono essere singolari,negativi e folli, sopraggiungono rapidamente, uno dietro l’altro molto velocemente, escono dal nostro controllo e ci intimoriscono. Per esempio potremmo passeggiare per strada mangiando pacificamente un gelato e vedendo un bell’albero potremmo pensare a come starebbe bene nel nostro giardino e, se fa caldo in quel momento, a quanta bella ombra e frescura potremmo avere o a come sarebbe bello creare un tavolo per aperitivo sotto la sua folta chioma Se fossimo “colpiti” da un pensiero intrusivo potremmo invece, per esempio, pensare a come potrebbe essere arrampicarsi fino in cima e lasciarsi cadere giù. Eccoci qua! Un pensiero intrusivo emerso del tutto involontariamente e il cui contenuto è senza alcuna giustificazione.A renderli davvero disturbanti sono le domande che la persona inizia a porsi sullo stesso pensiero: come mai sto pensando a questo? Perché voglio farmi del male? Sono una malvagia persona? Non è normale pensare a questo, se lo faccio forse sono io a non essere normale… Si inizia cosi a prestare attenzione all’origine dei pensieri e si cerca di formulare un giudizio o di fare un’analisi su quanto appena pensato. Potrà sembrare usuale, ma una delle tecniche che aiuta di più nella gestione dei pensieri intrusivi è proprio imparare ad accettarne l’esistenza, riconoscendo che il pensiero può giungere alla mente, ma che non si è costretti per forza a farsi condizionare da esso, e riportare la nostra attenzione al tavolo con aperitivo sotto l’albero nel nostro giardino
Amarsi al tempo del coronavirus
Il nostro fidanzato o partner o anche il nostro amante vive a pochi chilometri da casa nostra, ma le disposizioni del decreto #iorestoacasa ci hanno messi nelle stesse condizioni delle coppie che vivono a migliaia di chilometri di distanza: ci si “vede” solo telefonicamente o con skype nessuna possibilità di contatto fisico, la quotidianità da affrontare senza di lui o di lei. Con in più un’aggravante: due partner che vivono ciascuno per conto proprio, anche molto lontano, lo fanno di solito per libera scelta e possono comunque pianificare incontri e appuntamenti più o meno legali o clandestini. In tempi di coronavirus non si può e non sappiamo per quanto tempo le cose andranno avanti così. Di sicuro ce la faremo e, secondo il claim di questi giorni, “andrà tutto bene”, ma il dolore e l’ansia per l’assenza della nostra persona del cuore sono innegabili. A tutto questo, però, possiamo e dobbiamo reagire. L’ipotesi di violare la quarantena, anche solo per un appuntamento per un caffè o al parco, non è da prendere neppure in considerazione: Non si tratta di vedere il bicchiere mezzo pieno a tutti i costi, ma di considerare la situazione con realismo. Una coppia stabile ha tutti gli strumenti per affrontare un periodo di solitudine forzata, meglio, magari, se non troppo lunga, più difficile per i rapporti clandestini dove il solo pensiero che lui o lei si trovino a casa con il marito o la moglie per l’intera giornata fa crescere dubbi e paure. Questo periodo di allontanamento va vissuto però con serenità e si, può trarre perfino giovamento da questa situazione: il fatto di non vedersi rafforza la percezione di sé, aguzza la fantasia nell’inventare nuovi modi per mantenere vivo il rapporto anche a distanza, migliorando la consapevolezza. Ci sono poi gli stati di ansia, il fatto di sentirsi “persi” senza il partner, la sensazione di non essere in grado di affrontare questo periodo senza di lui o di lei, sono stati reali dei quali diventiamo improvvisamente consapevoli. L’isolamento forzato di questi giorni può essere vissuto come uno straordinario “esercizio” di autonomia che in questi giorni ci farà probabilmente soffrire, ma dal quale usciremo con la consapevolezza che ce l’abbiamo fatta e che in fondo, è andato davvero tutto bene. Una bella iniezione per la nostra autostima. 
Nulla da perdere tutto da guadagnare
Cosa hanno in comune Google, Amazon, Apple, Disney e alcune band musicali di successo? Sono nati in un garage. Vogliamo poi parlare di Sylvester Stallone, Jennifer Lopez, Halle Barry e l’ex-agente 007 Graig Daniel, sappiamo che hanno in comune tutti un passato molto difficile: prima di diventare delle star, hanno vissuto da senzatetto.Sono partiti dal basso e nessuno all’epoca avrebbe mai e poi mai scommesso su di loro, ma malgrado le difficoltà non si sono arresi e, gradino dopo gradino, sono giunti al successo. È stata solo questione di fortuna? La risposta a questa domanda si nasconde in realtà in un antico proverbio “il destino favorisce chi osa”, ovvero… “la fortuna sorride agli audaci.”Spesso quelli che si lanciano nelle imprese più impensabili sono quelli che non hanno più nulla da perdere perché hanno già perso tutto: l’unica cosa che li spinge a rischiare il tutto per tutto è un’ultima scintilla di speranza, un tentativo disperato di aggrapparsi al’’impossibile e spesso la “fortuna” risponde ma è davvero fortuna? Non proprio.Ciò che in realtà fa la differenza non è la fortuna ma il coraggio di lanciarsi e di abbracciare il rischio, di mettersi totalmente in gioco, senza riserve. Noi chiamiamo fortuna quel momento in cui la nostra vita cambia quando torniamo in superficie dopo aver toccato il fondo, ma non è il mondo a farci risalire in superficie, è il nostro colpo di piede dato con forza e decisione sul fondo del mare dove stavamo affogando che fa la differenza: è grazie alla nostra forza interiore, non alla fortuna che le cose cambiano. In realtà, non ci sarebbe bisogno di arrivare in fondo al mare per dover risalire per cogliere le giuste opportunità nella nostra vita se fossimo in grado di non metterci i bastoni tra le ruote da soli, auto-sabotandoci, e ponendoci dei limiti che riflettono più le nostre paure che le nostre reali capacità. Impegniamo tutte le nostre risorse e il nostro savoir faire in un progetto, in un obbiettivo e crediamoci davvero, senza “se” e senza “ma”.
Le coppie innamorate fanno….
Che cos’è che fanno le coppie che sono veramente intime, che si amano senza troppe complicazioni. Come facciamo a sapere che siano proprio queste cose a dirlo? Un po’ per sondaggi un po’per esperienza e un po’ perché quando regna la spontaneità tra i partner è normale che accadano cose del genere. Ecco quindi alcune cose che fanno solo le coppie davvero innamorate. Si baciano al mattino, anche prima di lavarsi i denti, senza preoccuparsi dell’odore dell’alito proprio e di quello del partner. Iniziano discorsi di ogni tipo, anche quelli che non hanno effettivamente senso. Se manca, lo spazzolino da denti lo usano in due. Si fidano a tal punto che si tagliano anche i capelli a vicenda. Non perdono la voglia di inviarsi messaggi sul telefono romantici o allegri, come quelli che si mandavano quando si sono conosciuti. Non si vergognano a usare il bagno insieme. Cucinano piatti speciali insieme e provano nuove ricette. Si dicono paure, desideri, batticuori e insicurezze. Litigano e discutono perché sanno che sono fin troppo complici da superare i problemi. Si tratta di gesti semplici, piccole azioni quotidiane ma che sono sinonimo di una grande complicità, intimità e fiducia, oltre che di un grande amore.![]()
Il peggior alleato delle vacanze estive…separate
Quale sentimento è il peggiore alleato per le vacanze estive separate? Il sentimento nemico numero uno è la gelosia. È un meccanismo che scatta quasi in automatico e che fa leva sulla paura che lui o lei possa incontrare un’altra. Si nutre delle insicurezze, dei traumi passati, dei fantasmi interiori. Quando due persone si amano sentono di appartenersi e, a volte, perdono il confine della propria individualità. Quando poi la paura dell’abbandono ci mette lo zampino, si rivendica di avere il partner tutto per sé. Il desiderio dell’altro si trasforma in una pretesa di possederlo, anche a distanza. ‘Chissà che starà facendo?’, ‘Mi ha detto che era con gli amici: sarà vero?’, sarà sul mare con un altra? ‘E se ha già conosciuto un’altra?’. La gelosia solleva tante, troppe domande. Difficilmente lei o lui riuscirà a contenersi e la riverserà addosso stando ore e ore al telefono. Dando inizio a tensioni e scenate…Come valido aiutante, invece,(consiglia l’esperta di vita di coppia Kartyl), la libertà. Il che non significa tradire né fregarsene dell’altro. Ma esprimere se stessi, godersi le vacanze anche se si è in due luoghi diversi. Imparare a stare bene anche senza l’altro: d’altronde, che male c’è? Quel che conta è essere trasparenti e fedeli, rispetto ai propri bisogni e alle richieste del partner. Senza sentirsi incastrati, in colpa o traditi. Ma semplicemente liberi”. Nel suo significato più ampio amare è desiderare che il partner sia felice. Che si senta quindi libero, sempre: in presenza o assenza della compagna o del compagno. Che vi cerchi al telefono per voglia, e non dovere, di sentirvi. Insomma: che stia con te perché lo sente davvero, non perché deve farlo. Una vacanza separata ben riuscita consolida il legame, scava il cuore in profondità, offrendo nuovi spunti di crescita, di riflessione di consapevolezza di cosa abbiamo o cosa non potremmo avere più. È un esperimento da fare che consiglio, soprattutto a chi non l’ ha ancora vissuto, troppe volte perdiamo di vista il valore delle cose che abbiamo solo quando subentra la paura di perderle si aprono nuovi scenari
Stare da soli fa bene
Le relazioni sociali sono indispensabili. Ma a volte spendiamo così tante energie nel farle funzionare che dimentichiamo il valore della solitudine. Intesa non come condizione di vita, ma come spazio di relax, di utopia, di separazione dalle dinamiche sociali. Secondo uno studio di recente pubblicazione, condotto da un team di ricerca dell’Università di Rochester, stare soli fa bene. 15 minuti al giorno di solitudine sono sufficienti ad abbassare notevolmente i livelli di stress, ansia, nervosismo .Le emozioni negative si riducono quando ci si prende almeno un quarto d’ora per stare da soli quando ci si sdraia su un lettino a guardare il cielo in giardino, o ci lasciamo dondolare da una amaca, Sono i risultati degli esperimenti, come soggetti sono stati presi studenti ai quali, durante diverse fasi e tipologie di test, veniva chiesto di riportare diversi tipi di emozione provati durante i momenti di solitudine. Incrociando i dati, i ricercatori hanno notato i picchi emotivi, specialmente quelli negativi, scendevano. Meno paure, ansie, nervosismi. Piuttosto, le emozioni riscontrate facevano parte di una sorta di ‘neutralità’. Sensazione di rilassamento, calma, ma anche noia. Durante alcuni test, ai partecipanti veniva chiesto di pensare a ciò che desideravano, mentre altre volte dovevano riflettere su temi stabiliti positivi, negativi e neutrali. Quando era permesso di pensare a ciò che si voleva le emozioni diventavano soprattutto di serenità e tranquillità. Tuttavia, se stare soli diventa una condizione che si ripete, tutti i giorni, per molto tempo, gli effetti benefici tendono a ridursi. Insomma stare soli, per brevi periodi, tutti i giorni, può fare bene a chi tende ad accumulare stress, rabbia, nervosismo. Ma i benefici sembrano dipendere da quanto la solitudine sia una scelta individuale.
Ti voglio bene…ditelo tutti i giorni
È piuttosto singolare e curioso che a pronunciare la frase “Disegna, dipingi ed esprimi ciò che ti piace” sia stato un pittore francese molto timido e riservato come Pierre Bonnard. Che un uomo celebre per la sua sensibilità e sobrietà consigliasse di non lasciar passare un solo giorno senza esprimere le emozioni e i sentimenti, senza rivolgere un ti voglio bene alle persone che più amiamo o vogliamo bene, è davvero fantastico. Se le persone più timide e riservate sono capaci di osservare la bellezza, capirla ed esprimerla dando prova di un’enorme sensibilità, chiunque potrebbe dire ti voglio bene a coloro che meritano il loro affetto e la loro amicizia. Lasciar fluire emozioni e sentimenti non è soltanto un buon comportamento, è anche essenziale. Non bisogna credere che sbandierare le proprie emozioni sia negativo, anzi si tratta di un’abitudine che protegge la salute mentale e fisica. Secondo la Società Spagnola di Neurologia, fino a un 10% della popolazione in tutto il mondo soffre di alessitimia, dunque è evidente che si tratta di un problema che colpisce un buon numero di persone, molte delle quali potrebbero essere prossime a noi.Per poter riconoscere le persone affette da questa malattia, dobbiamo fare attenzione alla loro capacità empatica o espressiva. Il cervello permette a noi esseri umani di provare amore, allegria o paura e ci permette di relazionare i sentimenti e le emozioni con le parole. Una funzione mentale che va oltre il condizionamento sociale, che può essere, in realtà, una necessità. Secondo il dottor Duque, , “l’incapacità di riconoscere e verbalizzare emozioni e sentimenti è provocata da un’interruzione della connessione tra strutture cerebrali”.È evidente che esprimere emozioni, mostrare sentimenti o dire un ti voglio bene o ti amo non è solo bello e piacevole, è anche una necessità psicologica che migliora la salute mentale e fisica.
Costruire e mantenere un’amicizia
Accade spesso di ascoltare lamentele di amiche tradite, rapporti burrascosi fra soci che non riescono a sopportare la vista uno dell’altro o persone che dopo una vita insieme si tolgono il saluto. Per mantenere una buona amicizia bisogna avere la pazienza A volte può scattare, come l’amore, grazie a un colpo di fulmine e un feeling a pelle, ma attenzione: costruire e rendere duratura un’amicizia è un impegno su cui riflettere con cura, perché mette in luce chi siamo veramente e cosa vogliamo. Come ti comporti le amiche? Pensaci e rifletti se sei il tipo di persona che si arrabbia se l’altro non risponde subito al telefono o non è pronto a accompagnarti in quella cosa a cui tieni tanto oppure se appartieni, piuttosto, alla tipologia di chi a volte scompare per mesi. Ascolta – Se le persone coltivassero di più l’ amore a osservare e prendere in considerazione gli altri l’ambiente intorno a noi sarebbe diverso Trova tempo per gli amici – Può essere che, rispetto al momento in cui vi siete conosciuti, siano sbucati una relazione d’amore o dei figli. Illustra le tue nuove esigenze e traduci l’amicizia in formule nuove. Un pranzo insieme, una telefonata o un sms inaspettato per comunicare “Ti penso” mantengono vivo il filo che vi unisce. E chissà che una domenica pomeriggio o un week end non possano variare in un’occasione da vivere insieme a entrambe le famiglie. Create un rito che vi unisca -Una cena al mese con le amiche, il venerdì per una partita e una birra, la mostra di fiori o il corso di cucina, o quella settimana al mare: la parola magica è “insieme”. Abbiamo bisogno di riconoscerci e trovare forza nelle persone di cui sentiamo di poterci fidare, creare spazi di confronto dove esporre le proprie paure, fragilità, esperienze e ritrovarsi più forti, e compresi. Condividere fa bene all’anima e guarisce le ferite.


