Le passioni quelle intime

Le passioni, quelle intime e quelle civili, aumentano le difese immunitarie. Essere entusiasti per qualcuno o per qualcosa ci difende da molte malattie. Leggere un libro distesi su un amaca sotto un cielo limpido piuttosto che andare al centro commerciale.  Fare l’amore piuttosto che andare a mangiare una pizza.  Camminare in campagna o in paesi quasi vuoti.  Capire che noi siamo immersi nell’universo e che non potremmo vivere senza le piante mentre le piante resterebbero al mondo anche senza di noi. Stare un poco di tempo lontani dai luoghi affollati può essere un’occasione per ritrovare un rapporto con la natura, a partire da quella che è in noi. Viaggiare nei dintorni.. La crisi economica è grave, ma assai meno della crisi teologica: La vita è pericolosa, sarà sempre pericolosa, ognuno di noi può morire per un motivo qualsiasi nei prossimi dieci minuti, non esiste nessuna possibilità di non morire.  Informarsi ma senza esagerare. Sapere che abbiamo anche una brama di paura e subito si trova qualcuno che ce la vende. C’è il rischio che il panico diventi una forma di intrattenimento. Stare zitti ogni tanto, guardare più che parlare. Sapere che la cura prima che dalla medicina viene dalla forma che diamo alla nostra vita. Per sfuggire alla dittatura dell’epoca e ai suoi mali bisogna essere attenti, rapidi e leggeri, esatti e plurali.

Affrontare le difficoltà

Un giorno una signora seduta su una comoda poltrona nel suo giardino, gustandosi una tazza di thè, si accorse di un bozzolo di una farfalla. Il bozzolo era completamente chiuso ad eccezione di un piccolo buchino sulla parte anteriore. Incuriosita, osservò attraverso il piccolo buchino, riuscendo ad intravedere la piccola farfalla che si dimenava con tutte le sue forze. La signora osservò a lungo gli sforzi eroici dell’elegante bestiolina, ma per quanto la farfalla si sforzasse per uscire dal bozzolo, i progressi apparivano minimi. Così, la signora, impietosita dall’impegno della piccola farfalla, afferrò il suo coltello con il quale aveva spanto il burro sulle sue fette biscottate e delicatamente allargò il buco del bozzolo, finché la farfalla poté uscirne senza alcuno sforzo. A questo punto accadde qualcosa di strano. La piccola farfalla, aiutata ad uscire dal bozzolo, non aveva sviluppato muscoli abbastanza forti per potersi librare in aria. Nonostante i ripetuti tentativi, la fragile farfalla rimase a terra e riuscì a trascinarsi solo a pochi centimetri dal bozzolo, incapace di fare ciò per cui la natura l’aveva fatta nascere. La signora  si accorse del grave errore fatto ed imparò una lezione che non dimenticò per il resto della sua vita: “Attraverso le difficoltà la natura ci rende più forti e degni di realizzare i nostri sogni” non avere paura di affrontare le difficoltà ti aiutano a crescere e ti rafforzano facendo di te una persona migliore

La paura

Il tuo capo, ha paura. Il presentatore tv, ha paura. Lei,lui hanno paura. Il direttore della banca ha davvero un timore enorme. Il gruppo di ragazzi seduto in fondo al tram di domenica, ha paura. Clint Eastwood quando maneggiava le pistole non era poi così tanto contento di farlo. I bigliettai alle fermate dei tram, non sembra, ma hanno proprio paura. E anche il direttore del personale ce l’ha. E anche  Michelle Hunziker, Alessandro Del Piero, Brad Pitt , Cristina Ricci. Pensa, c’è tutta una  massa di avvocati, militari, lottatori di sumo, strafighi che se la tirano, e tutti hanno paura di perdere qualcosa, di non farcela, di non far tornare i conti, di rimanere soli, di scordarsi di comprare il pane  prima di tornare la sera a casa, di perdere le chiavi,di non aver stirato nulla per il mattino dopo, di voler partire per il mare ma ritrovarsi in montagna. Per cui, quando va davvero male,quando le giornate sembrano tutte storte quando hai paura di andare avanti rifletti su questo e sta tranquillo: il mondo è più spaventato di quanto lo sia tu, capita a tutti di essere confusi di volere una cosa e farne un’altra, importante è avere coraggio, anche domani non avere nessun motivo per avere paura, alzati e via….con un grande coraggio

 

 

Ripartire

  1. Il destino è capriccioso è come le onde del mare va avanti e poi torna indietro: a volte ci regala momenti straordinari, altre volte ci riserva crisi e difficoltà. Più che gli eventi in sé, ciò che conta è la nostra reazione a superare le difficoltà . Non è facile essere degli strateghi delle avversità o dei guru delle oscillazioni esistenziali, ciò che determina la nostra qualità della vita non è solo il modo in cui reagiamo alle difficoltà inaspettate. Le persone reagiscono e intendono le difficoltà in modi molto diversi. Per alcuni, ad esempio, perdere il lavoro significa rimanere fermi o cadere in depressione. Altri, al contrario, sfruttano questa occasione per reinventarsi, per dare vita a nuovi progetti che finiscono per dare grandi risultati. Tutto ciò ci insegna che non solo dobbiamo sapere come reagire, dobbiamo anche sapere come rispondere per riemergere più forti da una situazione che ci ha messo in difficoltà. Al di là di ciò che succede, ciò che conta è la nostra reazione. Sicuramente vi sarà capitato di leggere o ascoltare la frase: “la vita è per il 10% ciò che ti accade e per il 90% come reagisci”. Invece di ossessionarci sull’accaduto, dobbiamo risvegliare gli atteggiamenti. Più che farci domande, dobbiamo progettare delle strategie per reagire a un problema specifico. Si tratta di sostituire l’ansia con il processo decisionale e quindi far scomparire paura e dolore.  Quando succede qualcosa che ci lascia senza fiato e sfugge al nostro controllo, il primo passo sarà accettare l’accaduto. Il secondo, la trasformazione. Solo quando osiamo cambiare e prendere decisioni coraggiose, la nostra realtà cambia. E lo fa in meglio.Tra tutti gli abiti che indossiamo, il più potente e bello è l’atteggiamento. Esso dirige i nostri sentimenti e le nostre emozioni verso uno scopo.L’atteggiamento riduce le insicurezze e le paure, pone degli obiettivi all’orizzonte e ci aiuta anche a prendere le decisioni confidando in noi stessi. Ogni giorno abbiamo l’opportunità di costruire il nostro futuro, scegliete di assumervi la responsabilità di agire, rispondere, avverare sogni e adottare strategie ricordando che il passato è passato importa cosa fate oggi, qui e ora. Reagire e rispondere sono verbi che indicano azione, movimento. È l’attività prediletta di chi sceglie di abbandonare i vecchi schemi per agire con una nuova prospettiva, sapere come reagire ci consente di vivere meglio.

 

 

 

Il lockdown e la sindrome della capanna

La sindrome della capanna è una degli effetti del lockdown che stiamo vivendo per bloccare la catena di contagi del coronavirus. Ora che il Governo ha  iniziato ad applicare misure di rilassamento del lockdown, molte persone hanno paura di tornare ad uscire, nonostante le giornate di sole e la libertà di muoversi di potersi recare al mare piuttosto che in montagna. Gli psicologi avvertono che l’idea di uscire potrebbe generare ansia e questo, a sua volta, potrebbe diventare un disturbo noto come sindrome della capanna. Questo disturbo consiste nella paura di cambiare contesto, nonostante quello attuale non sia dei migliori. Molte persone hanno paura di uscire di casa per la paura del contagio. Nonostante stare a casa possa porre numerosi limiti al proprio stile di vita, è comunque un luogo sicuro e protetto dal virus. Secondo gli psicologi, questa sindrome può colpire sia i bambini che gli adulti. Molti bambini si rifiutano di uscire di casa proprio perché si sentono poco sicuri. Prima di questa situazione, la sindrome della capanna colpiva sopratutto le persone che erano state in carcere o vittime di un rapimento, o addirittura i pazienti costretti per molto tempo in ospedale. E’ consigliabile sfruttare i propri spazzi all’aperto quali  giardini, orti, spazi comuni condominiali dove la sensazione di protezione è ancora alta, per pian piano ritornare a vivere una vita normale anche fuori dalle nostre mura domestiche, sempre tenendo alta l’attenzione e usando i sistemi di protezione

Pensa di farcela e cela farai

Quando nasciamo, ci viene “consegnato” una scatola dentro alla quale, oltre al nostro nome e cognome già belli e pronti ad essere da noi “indossati”, abbiamo trovato anche alcuni schemi di comportamento e di ragionamento a cui attenerci.Già il nome e il cognome non sono cosa da poco: ti assicuro che chiamarsi Fulvio invece di Francesco, Davide, Marco o altri nomi comuni in qualche modo influisce sulla tua vita, così come lo fa il cognome, la città, il periodo storico in cui siamo nati ecc. Nella famosa “scatola” troviamo una serie di elementi che potenzialmente ci influenzeranno. Sottolineiamo potenzialmente perché scopo di un percorso di presa di coscienza di sé, è anche quello di liberarci da questi schemi. Cosa ancora più importante, “che tu creda di farcela o meno, avrai comunque ragione”, è che insieme a tutto ciò nella scatola troviamo anche un paradigma.Il paradigma che troviamo “bello e pronto” nel pacco, quello a cui crede la maggior parte delle persone le quali faranno di tutto per convincerti che è vero… è che il nostro benessere dipende da ciò che troviamo nel mondo.Detto in termini più semplici: gli avvenimenti positivi creano la tua felicità e quelli negativi la tua infelicità. Quando troverai il partner che da tanto desideri, quando otterrai il lavoro tanto sognato, quando avrai la disponibilità economica che da sempre ambisci, allora, finalmente sarai felice. Ma dovrai stare attento, perché basterà perdere una qualsiasi di queste cose perché tale felicità svanisca da un momento all’altro. Nella scatola viene inserita, in genere, anche l’informazione secondo cui la felicità sarebbe una qualità breve, temporanea e destinata ad avere una durata limitata nel tempo.Ma tutto questo non ci piace molto, vero?Forse è possibile rispedire la benedetta scatola al mittente o, se preferiamo , tenertela, meglio inserirci dentro qualcosa di diverso. Siamo noi, attraverso le nostre credenze, a creare la realtà che viviamo,e non viceversa come siamo abituati a pensare abitualmente. Che tu creda di farcela  o di non farcela in ogni caso, le cose avverranno assecondando il tuo schema di pensiero.

 

 

 

Aspettative

Spesso capita di sentir dire dalle persone “Io al tuo posto avrei fatto questo e quello! E’ una persona che se ne frega, che non mi capisce,un egoista, ecc”.Capita a volte, presi dalla rabbia, dalla frustrazione, dalla delusione, di cadere in questa trappola e incastrarsi nelle  stesse aspettative. Ma  non possiamo misurare il mondo in base a ciò che faremmo in una data situazione. Perché? Semplice. Perché non siamo il metro del mondo. Tu sei solo tu. Con le tue esperienze, le tue emozioni, i tuoi pensieri. E ciò che tu faresti, lo faresti proprio perché letto con i tuoi occhi, alla luce di chi sei e di come agisci normalmente. Non è detto che sarebbe in assoluto il modo migliore. Ma sicuramente sarebbe il tuo modo. Le altre persone non sono te. Non hanno avuto la tua stessa educazione, gli stessi valori, le stesse esperienze. Non hanno le tue emozioni, non pensano al tuo stesso modo. Non sono te. Dunque come potresti pretendere che ragionassero “come farei io al loro posto” se sono così diversi da te?Quando ci arrabbiamo con qualcuno perché ci aspettiamo che agisca in un dato modo perché noi faremmo così al suo posto, ricordiamoci che non siamo il metro del mondo, che il mondo non è fatto da nostre fotocopie, ma da persone diverse da noi e che come tali, risponderanno a loro modo e non necessariamente per cattiveria o per mancanza di rispetto, probabilmente perché intrappolate nei sentimenti, in questioni di cuore che non fanno ragionare razionalmente, o per abitudine, per circostanze o per incapacità a dire no all’altro. Dunque, se proprio vogliamo fare qualcosa, non sprechiamo inutilmente energie ad attribuire un colore a comportamenti agiti o mancati di altre persone ragionando con il nostro metro, ma chiediamogli il perché hanno agito così, dicendo loro come questo ci ha fatto sentire. Molto spesso ci accorgeremo che le persone non si sono nemmeno accorte di averci causato dolore e non ne avevano la minima intenzione. Impariamo ad accettare che siamo tutti diversi e che il nostro, sebbene così ci appaia, non è necessariamente il modo migliore di agire, pensare, essere. Non aspettarti dagli altri quel che tu faresti al loro posto così non rimarrai mai deluso,ma conta sempre sempre su di te.

 

Non esagerate…riflettete

Se chi amate vi ferisce, vi delude o non vi comprende la reazione a volte, può essere quella di un’esplosione di rabbia. Nella maggior parte dei casi, la collera è dovuta a una sofferenza mal gestita, tuttavia non bisogna aver paura di ammettere che una determinata cosa fa star male, anzi questo potrebbe essere il primo passo per trovare un equilibrio. Ammettere di soffrire o di rimanerci male per una cosa, per alcune persone può essere sintomo di debolezza che viene nascosto appunto dietro ad una crisi di rabbia che esplode per qualsiasi cosa: un messaggio mancato, un ritardo ad un appuntamento o altre piccolezze del genere. Queste forti improvvise crisi di collera sono caratterizzate da reazioni eccessive rispetto all’episodio e tendono inevitabilmente a distruggere l’altra persona e il rapporto con questa. Nonostante le apparenze, questi episodi di rabbia rivelano una profonda sofferenza interiore. Sono proprio le persone che esplodono in attacchi di ira incontrollata per sciocchezze, le più sensibili e spaventate dalla perdita, dal rifiuto e dall’abbandono. Analizzando con lucidità uno scatto d’ira, possiamo renderci conto che a ferire, non è stato l’evento in sé quanto più l’interpretazione personale. Quando si ha paura, si tende a pensare sempre in maniera negativa e pessimistica pensando dunque che, tutto quello che gli altri fanno, si ritorcerà contro di noi. A volte però basterebbe ammettere di aver paura e di essere spaventati piuttosto che esplodere in un attacco di rabbia improvviso. Questo comportamento infatti, a lungo andare, può creare problemi e rotture anche all’interno delle relazioni più solide. Banalmente, prima di esplodere in una reazione eccessiva, dovreste imparare a contare fino a dieci, e prendersi quel tempo per analizzare l’episodio con lucidità. Una sciocchezza fatta da una persona, magari per distrazione o per poca attenzione, a noi può sembrare una mancanza di rispetto o un tradimento. Piuttosto che esplodere però analizzate la situazione e poi parlatene con l’altra persona, se vi ama, sarà pronta a rassicurarvi e a darvi tutte le spiegazioni di cui necessitate.

Lasciare le cose a mezzo

Un meccanismo dannoso che ci porta a vivere non a pieno. Provando purtroppo ad agire solo a metà, ma abbandonando poi ogni volta, o troppo di frequente e troppo presto, senza portare realmente a termine nulla. In due parole la mania di lasciare le cose a mezzo”di iniziarle ma poi lasciarle a metà. A tutti è capitato, e non si tratta di un vero problema se è accaduto qualche volta. Ma lo diventa se si tratta di una strategia utilizzata troppo spesso o addirittura dell’unica strategia  possibile.Finire ciò che si inizia un elemento necessario.Finire ciò che si inizia è importante non è affatto qualcosa di secondario, ma al contrario è fondamentale ed è anche ciò che da davvero senso a quello che facciamo.  Finire ciò che si inizia è l’unico vero modo per mettersi davvero in gioco, e poter quindi raccogliere dei risultati positivi e soddisfacenti. Lasciare le cose a metà invece significa innanzitutto non mettersi in gioco del tutto, e di conseguenza non ottenerne alcuna soddisfazione concreta. Lasciare le cose a metà significa provare solo un po’.Lasciare le cose in sospeso è indice di poca convinzione, poco impegno, a volte di paure ed insicurezze, che non ci consentono di andare fino in fondo. Proviamo a fare qualche esempio. Se voglio avere un giardino curato tutto l’anno dovrò essere disposto ad andare fino in fondo, servirà a poco lasciare le cose in sospeso. Se voglio farmi conoscere dalle persone, dovrò mettermi davvero in gioco Se voglio costruire qualcosa di nuovo ad esempio un’attività, un progetto, dovrò provarci davvero, e non mollare troppo presto altrimenti non potrò mai sapere come andrà a finire, né raccogliere dei veri risultati. Dobbiamo all’inizio insistere fare leva sulla  pazienza, sulla capacità di gestire l’impulso di evitare o mollare alle prime difficoltà, la perseveranza e la resistenza, la gestione dei pensieri e delle emozioni che inevitabilmente si innescheranno mentre proviamo a fare qualcosa, tra cui ad esempio la frustrazione. Tutte risorse che colui che è abituato a lasciare le cose a metà non conosce e non è abituato ad utilizzare. E proprio per questo motivo risultano essere deboli o quasi inesistenti. Lavorando seriamente su tali aspetti, è possibile fare davvero molto ed iniziare un ottimo processo di cambiamento. Correndo il rischio come conseguenza di poter accedere ad una migliore e più piacevole qualità di vita. Non è importante da dove parti, tu continua a provarci, e prima o poi scoprirai di essere più competente di quanto pensi”.Con il giusto impegno, voglia di mettersi in gioco, tutto può cambiare.

Scatti di rabbia per piccole cose

Se chi amate vi ferisce, vi delude o non vi comprende, la reazione  a volte, può essere quella di un’esplosione di rabbia. Nella maggior parte dei casi, la rabbia è dovuta a una sofferenza mal gestita, però non bisogna aver paura di ammettere che una precisa cosa fa star male, anzi questo potrebbe essere il primo passo per trovare un equilibrio. Ammettere di soffrire o di rimanerci male per una cosa, per alcune persone può essere sintomo di debolezza che viene nascosto dietro ad una crisi di rabbia che esplode per qualsiasi cosa: un messaggio mancato, un ritardo ad un appuntamento per un caffè, un vaso che si rompe,o altre piccolezze del genere. Queste energiche e  improvvise crisi di collera sono caratterizzate da reazioni eccessive rispetto all’episodio e tendono inevitabilmente a distruggere l’altra persona e il rapporto con questa. Nonostante le apparenze, questi episodi di rabbia rivelano una profonda angoscia interiore. Sono proprio le persone che esplodono in attacchi di ira incontrollata per sciocchezze, le più sensibili e spaventate dalla perdita, dal rifiuto e dall’abbandono. Analizzando con lucidità uno scatto d’ira, possiamo renderci conto che a ferire, non è stato l’evento in sé quanto più l’interpretazione personale. Quando si ha paura, si tende a pensare sempre in maniera negativa e pessimistica pensando dunque che, tutto quello che gli altri fanno, si ritorcerà contro di noi. A volte però basterebbe ammettere di aver paura e di essere spaventati piuttosto che esplodere in un attacco di rabbia improvviso. Questo modo di fare infatti, a lungo andare, può creare problemi e rotture anche all’interno delle relazioni più solide. Banalmente, prima di esplodere in una reazione eccessiva, dovreste imparare a contare fino a dieci, e prendersi quel tempo per analizzare l’episodio con lucidità. Una sciocchezza fatta da una persona, magari per distrazione o per poca attenzione, a noi può sembrare una mancanza di rispetto o un tradimento. Piuttosto che esplodere però analizzate la situazione e poi parlatene con l’altra persona, se vi ama, sarà pronta a rassicurarvi e a darvi tutte le spiegazioni di cui necessitate.