La Lucuma è un super food che protegge il cuore, rigenera la pelle, rafforza gli occhi e contrasta l’infiammazione, ed è la migliore alternativa a tutti i dolcificanti in commercio dato il suo basso indice glicemico e la ricchezza di vitamine ed oligoelementi. Usata fin dall’antichità in Sud America per le sue proprietà medicinali, considerata simbolo di fertilità e eccedenza per il popolo Inca, la Lucuma è ricchissima di beta-carotene, ferro, zinco, vitamine del gruppo B, calcio, proteine e recenti ricerche scientifiche dimostrano enormi effetti benefici per la salute tanto che si è cercato di brevettarla così da poterla vendere a caro prezzo. Il frutto di questi alberi è simile ad un avocado come forma: all’esterno una scorza dura e verde che copre la dolce polpa interna, che a sua volta avvolge 4/6 semi dai quali si ricava un olio favoloso. La polpa è di colore giallo ed ha una struttura che per impasto ricorda quella di un tuorlo d’uovo cotto. Molte persone dicono che il gusto della Lucuma sia un accordo tra la dolcezza dello sciroppo d’acero, la patata dolce e la polpa della zucca. Dalla polpa essiccata si ottiene la famosa polvere, per gelati o come alternativa allo zucchero in tutte le preparazioni di pasticceria. Il suo gusto delicato esalta la maggior parte degli alimenti senza comprometterne il sapore. Può essere aggiunta al caffè, tisana, dolci fatti in casa, ecc. La texture della polvere di Lucuma è simile a quella dello zucchero semolato, il gusto è simile allo zucchero di canna, con note morbide e fruttate che ricordano il caramello e la vaniglia
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Niente più biscotti sbriciolati nel tè
l piacere di un buon tè può essere ancora maggiore se questo è associato da una bella scatola di pasticcini. Un piacere che però viene meno se scopriamo, come spesso accade che, all’interno della scatola, parte dei biscotti da tè o latte sono già in pezzi o se ancora peggio il biscottino si sgretola nelle nostre mani cadendo nella tazza.Un problema che ora potrebbe essere risolto definitivamente grazie alla ricerca realizzata da un giovane ricercatore inglese Qasim Saleem in un articolo pubblicato nella rivista Measurement Science hanno fornito delle preziose indicazioni per fabbricare biscotti perfetti. E’ stato possibile stabilire infatti, che il periodo critico durante il quale i biscotti si danneggiano è quello immediatamente successivo alla cottura. Mentre i biscotti si raffreddano l’umidità tende a diffondere dal centro verso l’esterno. In questo modo il volume della porzione centrale si riduce mentre l’esterno si espande, producendo uno stress che può favorire la comparsa di minuscoli crack nel biscotto. Una minima sollecitazione come quella provocata dall’impacchettamento o dal trasporto è sufficiente a questo punto per completare l’opera mandando in frantumi i dolcetti. Il problema è anche legato alla qualità dell’impasto base utilizzato per fare i biscotti e tende a peggiorare nel caso in cui questo contenga una bassa percentuale di grassi e zucchero.Il gruppo di Saleem è giunto a queste conclusioni analizzando con un fascio laser cosa avviene durante la fase di raffreddamento dei biscotti chiamati “Rich Tea”. La tecnica utilizzata è la stessa che permette ai geofisici di controllare, mediante rivelamenti aerei, eventuali movimenti nelle aree interessate dai terremoti. Per i fabbricanti di biscotti, che fino ad oggi hanno potuto garantire la qualità dei prodotti immessi sul mercato solo grazie ad una attenta cernita di quello che veniva sfornato, si offre ora la possibilità di migliorare la resa controllando in maniera opportuna umidità e temperatura dell’intera catena di produzione.
Ricerca scientifica studia l’effetto dei fiori
I fiori sono sempre stati un “mezzo” per fare colpo sulle ragazze. Ma c’è una ragione scientifica per questo? Un gruppo di ricercatori francesi, della Université de Bretagne-Sud ha condotto un’interessante esame. Nello studio, un campione di donne circa 600 tra i 18 e i 25 anni sono state avvicinate da un attore incaricato dai ricercatori, che aveva il compito di chiedere il numero di telefono alle ragazze. Gli approcci sono avvenuti all’interno di un centro commerciale, in tre aree: di fronte ad un negozio di fiori, di fronte ad una pasticceria e di fronte ad un negozio di scarpe. I ricercatori hanno rilevato che gli approcci avvenuti di fronte al negozio di fiori avevano mediamente più successo. Il risultato è stato spiegato con il fatto che “l’esposizione ai fiori induce uno stato d’animo positivo nelle donne”. Non è stato ancora chiarito però perché sia indotto questo stato d’animo dai fiori.
Lo strudel
E’ la bandiera della pasticceria dell’Alto Adige. Il termine tedesco “strudel”, tradotto alla lettera in “vortice”, sottolinea la struttura del dolce fatto involtando nella pasta una farcitura di frutta. Secondo la cultura popolare la giusta compattezza della sfoglia sarebbe quella che consente di leggervi in trasparenza una lettura d’amore. Lo strudel sembra sia una variante dell’antico dolce turco “baclava”, ancora oggi molto comune nel paese della mezza luna. Fu dal 1526 che il sultano Solimano avrebbe diffuso la ricetta nell’area, sconfiggendo gli Ungheresi e iniziando i quasi duecento anni di dominazione ottomana. L’evoluzione del “baclava” in strudel avvenne con l’introduzione tra gli ingredienti delle mele, quasi del tutto assenti in Turchia, ma molto popolari nell’area magiara. Con la conquista dell’Ungheria lo strudel fece il suo ingresso trionfale a Vienna per arrivare poi nelle Tre Venezie.Oggi lo strudel dell’Alto Adige è tutelato con un’apposito disciplinare che ne stabilisce gli ingredienti. Esistono comunque numerose varianti di questo “rotolo”, sia per il contenuto che per le qualità della pasta. Nella sua preparazione si può ricorrere a tre diversi tipi d’impasto: la cosiddetta “pasta matta”, molto elaborata;la pasta frolla, prediletta per la pienezza del sapore; e la pasta sfoglia, apprezzata per la leggerezza. Con qualsiasi tipo di pasta si voglia fare lo strudel è sicuramente un icona del periodo invernale
L’ora del tè
Con questo freddo non possiamo che concederci un buon tè o una tisana, da accompagnare rigorosamente con biscotti o dolcetti mignon. Un esempio sono i macarons, piccoli e raffinati pasticcini francesi composti da due strati di meringa alla mandorla tenuti insieme da una lingua di crema aromatizzata con i gusti più diversi o di ganasce al cioccolato. Sempre francesi ma molto più simili a dei piccoli plum cake che a dei biscotti sono le madeleine, morbidi dolcetti dalla caratteristica forma a conchiglia divenute famose in tutto il mondo grazie a ‘Alla ricerca del tempo perduto’ di Marcel Proust, che all’inizio della sua gigantesca opera ne mangia una proprio inzuppandola nel tè. Quando si parla della piccola pasticceria da servire con il tè, noi italiani non siamo certo secondi a nessuno! Tra le squisitezze tricolori per accompagnare il tè ci sono i baci di dama, nati in Piemonte quasi 200 anni fa e formati da due biscotti alle mandorle o alle nocciole tenuti uniti da un sottile strato di cioccolato, o se preparati in casa di Nutella. Il loro nome deriva dalla forma, simile a quella di due labbra carnose che stanno schioccando un bacio