Colorare migliora la mente e non solo

Per iniziare, colorare riduce l’ansia: secondo uno studio, dedicarsi ad attività legate al colore e in particolare a colorare ha effetti benefici nel ridurre gli stati ansiosi. È d’accordo un noto Istituto che conferma come colorare permette di rilassare il centro del cervello preposto alla paura, l’amigdala. Induce ad uno stato simile alla meditazione, riducendo i pensieri di una mente mai a riposo. Riempire gli spazi vuoti con il colore induce serenità e calma, e permette di decomprimere la mente affaticata. Si tratta inoltre di un esercizio cerebrale, utile a mantenere il cervello attivo e giovane. Sempre secondo l’istituto americano, si tratta di un’attività che richiede ai due emisferi cerebrali di comunicare. Ci serve la logica, per stare dentro i bordi del disegno, ma anche la creatività, per scegliere le tonalità preferite. Oltre a tutto richiede concentrazione, rende complice l’attivazione di tutte quelle aree del cervello dedicate al problem-solving. Consente di mettere da parte i pensieri e le angosce perché, semplicemente, ci si sta concentrando su un’attività gradevole, pertanto dotatevi di pennarelli e fogli sedetevi a tavola e iniziate a colorare alla fine del vostro capolavoro vi sentirete sicuramente più rilassati.

Cioccolato e vino fanno bene alla salute

Non c’è alcuna prova scientifica che dimostri che il cioccolato o il vino rallentano l’invecchiamento. Tuttavia, alcuni studi hanno suggerito che mangiare cioccolato con moderazione e bere vino con moderazione potrebbe avere alcuni benefici ed effetti  positivi per la salute, come il miglioramento della salute del cuore e la riduzione del rischio di alcune malattie. Ma è importante notare che l’abuso di questi prodotti può avere effetti negativi sulla salute e sull’invecchiamento.

Le sfide

Che si tratti di cambiare la casa, di tornare all’università a 40 anni di cucinare una cena a base di piatti esotici, di mantenere un giardino in perfetto stato, tutti noi abbiamo sfide personali da affrontare. Non c’è bisogno di viaggiare in tutto il mondo per superare se stessi. Ogni giorno è pieno di piccole sfide, più o meno pesanti da affrontare. Per alcuni, la sfida può essere chiedere un aumento, per altri cambiare lavoro, per qualcuno affrontare una sfida significa avere il coraggio di uscire dalla nostra zona di confort , interrompere la nostra routine e assumerci un rischio spingendo noi stessi oltre il nostro limite. Perché a volte  non siamo in grado di fare quel salto? Quelle voci dentro di noi che sussurrano «Sei troppo vecchio» oppure «non ce la farai mai». A volte siamo noi a creare degli ostacoli causati da paure o blocchi che derivano dal nostro passato. Ci  rendiamo conto della nostra incapacità o mancanza di tempo i figli, il nostro lavoro e in questo modo non proviamo nemmeno a fare il primo passo. Eppure tutti potremmo essere capaci perché ognuno di noi ha le proprie qualità interiori: il coraggio, la perseveranza e il perdono. Il trio vincente per affrontare una sfida. Possiamo vederli nella nostra vita professionale, personale e amorosa. Come dice il proverbio: “La fortuna sorride agli audaci”. Oltre alla soddisfazione e all’orgoglio, affrontando un rischio, sarà a nostra autostima a giovarne. Infatti, quando abbiamo il coraggio di fare qualcosa, la nostra autostima cresce e scopriamo qualità dentro di noi che non credevamo di possedere. Molte sono le ragioni per vivere una sfida, non ultima la possibilità di raccontarla. Di essa rimane un ricordo significativo e il desiderio del confronto. Di fronte una sfida si prova ad arrivare sino in fondo dando il massimo naturalmente si vince nella misura in cui ci si mette in gioco.

La passione

Il sostantivo femminile passione, dal latino passio-onis, participio passato del verbo pati «patire, soffrire», si oppone direttamente ad azione e indica perciò, il requisito di passività da parte del soggetto, che si trova impiegato a un’impressione esterna e ne subisce l’effetto sia nel fisico sia nell’animo. Il termine passione, indica una sofferenza fisica, immateriale, un dolore morale o qualsiasi sentimento o sensazione che agisce sull’animo e a cui l’animo è sottoposto. Una oppressione. Qualsiasi attitudine vivissima, forte interesse o trasporto per qualche cosa, vissuto con grande intensità di sentimento. L’amore, la passione per qualcuno, per la musica, la letteratura, per l’arte o per uno sport. Quindi, qualcosa che si subisce passivamente e ci paralizza ma, simultaneamente, la spinta che ci muove. Un meraviglioso ossimoro che tormenta le nostra vita. Una cosa così dolorosa senza la quale non potremmo proprio vivere. Pensa all’espressione “ne vale la  pena”. È paradossale ma per vivere bisogna trovare la pena per cui farlo. Bisogna trovare la propria sofferenza. E tu per cosa sei disposto a soffrire oggi per migliorare?

 

In estate si tradisce di più

Se la primavera segna il risveglio dei sensi, l’estate rappresenta il trionfo della sensualità, della libido… e del desiderio sfrenato, compresi i tradimenti. Le avventure di una notte di mezza estate, insomma, non sono un cliché, ma una realtà consolidata, che vive all’ombra di strutture marine e ombrelloni e delle relazioni ufficiali. Quando il gatto non c’è, i topi ballando”: il 65% degli intervistati tradisce durante l’assenza o la lontananza, momentanea o duratura del partner, che viene considerata come un’ottima occasione per combinare qualche marachella e passarla franca. Ma c’è anche un 35% che tradisce comunque. Il dato sorprendete? Tra gli impenitenti recidivi 3 su 5 sono donne! In estate si tradisce di più? Secondo 4 persone su 5 è vero. Insomma, sotto il sole si è più disinibiti e sensibili al fascino di altri potenziali partner, ma le donne sono più propense a controllarsi, e cedono solo se la relazione attuale è problematica. Perché si tradisce in estate?  A istigare i tradimenti sarebbe, per gran parte degli uomini, la visione irresistibile di corpi svestiti, in spiaggia come in città, mentre una parte delle donne cede se si sente desiderata, protagonista di una notte “magica”. E forse questo alleggerisce le colpe dei colpevoli, perché, come spiega Alberto Caputo, conferma una regola biologica: gli uomini sono esseri visivi, hanno bisogno di stimoli concreti e definiti. Le donne preferiscono essere corteggiate e sedotte. Insomma, in estate i punti deboli diventano un po’ più deboli che nel resto dell’anno, quindi: se volete evitare il tradimento, scoprite qualche cm di pelle in più, e, uomini: fateci sentire desiderate!

La differenza tra ti voglio bene e ti amo

Una volta fu chiesto al Buddha: “Qual è la differenza tra “mi piaci” e “ti amo”?”Il Buddha rispose: “Quando un fiore ti piace, lo cogli recidendolo dalla sua pianta. Ma se invece quel fiore lo ami per davvero, te ne occupi e innaffi la sua pianta tutti i giorni”.Chi capisce questo, capisce la vita e l’amore. Bella la storia del Buddha, vero? Spiega molto bene un concetto che per molti pare inafferrabile. E cioè la differenza tra l’attrazione a breve termine e l’attrazione a lungo termine Voler bene e amare sono entrambi sentimenti meravigliosi, ma diversi.Quasi tutti abbiamo un desiderio forte e ostinato nella nostra vita: amare qualcuno con tutto il nostro cuore.Ci pensiamo e lo desideriamo ardentemente per il semplice fatto che lo riteniamo il cammino giusto per avere pienezza nella nostra vita. Ed è vero, questo sentimento è indispensabile; è il pilastro della nostra felicità. Tuttavia, per qualche motivo, finiamo per confondere il voler bene con l’amare; di conseguenza, riempiamo il nostro bagaglio emotivo di falsi “ti voglio bene” e di “ti amo” senza significato. Voler bene significa sperare, attaccarsi alle cose e alle persone a seconda delle nostre necessità. E se non siamo ricambiati, soffriamo. Quando la persona a cui vogliamo bene non ci corrisponde, ci sentiamo frustrati e delusi. Se vogliamo bene a qualcuno, abbiamo alcune aspettative. Se l’altra persona non ci dà quello che ci aspettiamo, stiamo male. Il problema è che c’è un’alta probabilità che l’altro sia spinto ad agire in modo diverso da come vorremmo, perché non siamo tutti uguali. Ogni essere umano è un universo a sé stante. Amare significa desiderare il meglio dell’altro, anche quando le motivazioni sono diverse. Amare è autorizzare l’altro di essere felice, anche quando il suo cammino è diverso dal nostro. È un sentimento disinteressato che nasce dalla volontà di darsi, di offrirsi totalmente dal profondo del cuore. Per questo, l’amore non sarà mai fonte di angoscia. Quando una persona dice di aver sofferto per amore, in realtà ha sofferto per aver voluto bene. Si soffre a causa degli affetti. Se si ama davvero, non si può stare male, perché non ci si aspetta nulla dall’altro. Possiamo amare qualcuno solo quando lo conosciamo davvero. Conoscersi significa sapere quali sono le gioie dell’altro, qual è la sua calma, quali sono le sue ire, le sue lotte e i suoi errori. Perché l’amore va oltre, non è presente solo nei momenti allegri.Amare è attribuire all’altro un posto nel nostro cuore affinché ci resti in qualità di partner, padre, madre, fratello, figlio, amico; amare è sapere che anche nel cuore dell’altro c’è un posto speciale per noi.

 

L’ ikigai

Cosa ti spinge, dopo il suono della sveglia, fuori dal letto al mattino? Alla domanda su quale sia il fattore più potente che contribuisce alla salute e alla vitalità di una persona, il medico Serrallach ha risposto senza esitazione: avere un senso di scopo. Serrallach conferma che, mentre alcuni dei suoi pazienti hanno sviluppato buoni regimi di nutrizione, stile di vita e movimento adeguato per sostenere il loro benessere, quelli senza un chiaro senso dello scopo nella loro vita continuano a lottare con problemi … La qualità distintiva di molti dei suoi pazienti più sani  è che sembrano essere i più allineati verso qualche obiettivo primario legato al significato della loro vita.La cultura giapponese ha in realtà una parola che affronta questo obiettivo. La parola è ikigai e si traduce come “ragione per essere”.Secondo i giapponesi, tutti hanno un ikigai. Trovarlo spesso richiede un’indagine approfondita e una lunga ‘ricerca di sé’ Il termine ikigai è composto da due parole giapponesi: iki, che si riferisce alla vita, e kai, che significa più o meno “la realizzazione di ciò che ci si aspetta e si spera”. Spezzando la parola e il suo simbolo associato, l’ikigai è visto come la convergenza di quattro elementi primari: Quello che ami (la tua passione) Ciò di cui il mondo ha bisogno (la tua missione) In cosa sei bravo (la tua vocazione)in cosa puoi essere pagato (la tua professione) La parola ikigai, quello spazio nel mezzo di questi quattro elementi, è vista come la fonte di valore o ciò che rende veramente utile la vita di una persona. In Giappone, l’ikigai è considerato “un motivo per alzarsi al mattino”. È interessante notare che, mentre incorpora certamente gli aspetti finanziari della vita, la parola è più spesso usata per riferirsi allo stato mentale e spirituale, in contrasto con il nostro attuale status economico.Anche se stiamo attraversando un periodo oscuro o impegnativo, qualora ci stiamo muovendo con uno scopo, qualora ci sentiamo chiamati verso qualcosa o abbiamo un obiettivo chiaro in mente, potremmo ancora sperimentare l’ikigai. Spesso i comportamenti che ci fanno sentire l’ikigai non sono quelli che siamo costretti a prendere in base alle aspettative del mondo che ci circonda, ma piuttosto sono le azioni naturali e le risposte spontanee che emergono da una connessione profonda e diretta con la vita.

Quante rose regalare a San Valentino

Se si vuole seguire la tradizione, sappiate che se si tratta di un amore a prima vista dovete regalare solo una rosa. Se, invece, volete comunicare che, per voi, la vostra storia è quella della vita dovete regalarne nove. Dieci rose indicano la perfezione, 11 che “sei l’unico tesoro al mondo che ho”, 12 che non volete mai essere abbandonati e 13 che la vostra è una folle passione segreta. Salendo ancora di numero, con 15 rose chiederete scusa per i vostri errori, 20 indicano un amore sincero, 33 uno davvero profondo e 100 parlano di una totale adorazione. Allora, qual è il vostro numero? Tuttavia, se volete proprio rispettare le regole del bon ton, è meglio scegliere un numero dispari. Ma sapete perché c’è questa tradizione? E’ una tradizione che risale addirittura alla numerologia, un’arte divinatoria basata sullo studio dei numeri. In base alla cabala, i numeri dispari hanno in sé una carica positiva, mentre quelli pari hanno peculiarità di equilibrio e materialità. In altri paesi, però, la tradizione è opposta: i fiori si regalano in multipli o sottomultipli della dozzina.

La cioccolata più costosa….per San Valentino

San Valentino sta per arrivare e proliferano nel web le idee regalo più stravaganti ed originali. Oggi vi parliamo della cioccolata più costosa del mondo! L’idea di base è unire due regali che piacciono molto alle donne: gioielli e cioccolata. Nasce così la “Chocolate Collection” da Simons Jewelers. La confezione contiene cioccolatini di primissima scelta, corredati da una serie di gioielli molto preziosi diamanti, anelli, bracciali, orecchini. Il costo? Solamente 1 milione di Euro! Un’offerta imperdibile, non credete?

 

Amore di coppia

Quando due persone stanno insieme da tanto tempo è quasi normale che una delle due o entrambe si sentano parte di un’entità unica. Capita, però, che altri trovino questo modo di vivere il rapporto troppo asfissiante. Si sentono minacciati da questa interdipendenza. Secondo una recente ricerca, gli individui delle coppie che si riferiscono a loro stessi come “noi” hanno maggiori probabilità di essere più felici nell’amore rispetto a quelli che non lo fanno.Ricercatori dell’Università della California hanno studiato il legame tra l’uso di pronomi plurali in prima persona come “noi”, “nostro”, “noi” e la salute delle relazioni romantiche. I ricercatori hanno preso in considerazione cinque fattori principali. Per quanto tempo le coppie sono state insieme; il loro atteggiamento all’interno delle relazioni; la salute mentale dei partecipanti; la loro salute fisica; quanto bene si prendono cura di se stessi ogni giorno. Sono giunti alla conclusione che nell’amore di coppia “parlare di noi” porta benefici in tutte le categorie. Di fatto si riscontra nelle relazioni più felici.Il mese scorso, come riporta l’Independent, un’indagine ha esplorato anche quanto tempo ci vuole perché le persone siano così romanticamente coinvolte da sentirsi a proprio agio in coppia.Sono state studiate mille persone. La ricerca ha scoperto che è probabile che un uomo si senta a suo agio mentre cammina in una camera da letto nudo dopo circa 2,8 mesi. Un mese in meno rispetto a una donna.Inoltre, a un uomo bastano 3,8 mesi per sentirsi a proprio agio nel fare la doccia con un partner. Alla donna, invece, ne servono in media 5,2.