Cosa mangiare sulla neve

Se la voglia di mettersi gli sci ai piedi è tanta ora che le piste sono perfettamente innevate, sono necessari alcune accortezze da non sottovalutare. La giusta alimentazione gioca un ruolo fondamentale: mai saltare la colazione, pranzo a base di carboidrati, sì alla merenda, no ai superalcolici Finalmente in montagna è arrivata la neve. E se la voglia di mettersi gli sci ai piedi è tanta ora che le piste sono perfettamente innevate, sono essenziali alcuni consigli importanti da non sottovalutare. Una corretta alimentazione gioca un ruolo basilare per affrontare una giornata sulla neve nel migliore dei modi. Ed è indispensabile capire che tipo di prima colazione privilegiare, se è meglio un pasto o uno spuntino, e se fa bene il grappino per riscaldarsi. La colazione, non solo in montagna, non deve essere mai saltata. L’organismo necessita al risveglio della giusta quantità di nutrienti e soprattutto di zuccheri per cominciare bene la giornata, lavorativa o sportiva che sia. Prima di recarsi sulle piste, dunque, è necessario consumare una buona prima colazione, favorendo alimenti a base di carboidrati come pane, fette biscottate o biscotti  Chi trascorre l’intera giornata sugli sci non deve nemmeno saltare il pasto che deve essere leggero e facilmente digeribile. Ci si deve preparare in modo adeguato non solo con una buona prima colazione, ma anche con un pasto che consenta di recuperare le energie spese nel corso della mattinata e affrontare il pomeriggio sugli sci senza accusare una stanchezza eccessiva, spesso la principale causa di incidenti. La dieta dello sciatore, dunque, deve tenere conto non solo dello sforzo fisico, ma anche del fatto che questo sforzo è compiuto in particolari condizioni di altitudine. Sforzo, altitudine e tensione nervosa inevitabilmente legata a questo sport, non facilitano la digestione. Pertanto, non esiste niente di più errato di mangiate abbondanti nei rifugi, spesso con piatti pesanti come salsicce e crauti, accompagnati da birra e grappa. Il pranzo può essere a base di pasta o riso (carboidrati), con un sugo leggero, o polenta con verdure, magari anche concedendosi una fetta di torta o di strudel.  marmellata o miele ideali una tavoletta di cioccolato o una barretta di cereali. La merenda contro il freddo è un bicchiere di latte o una cioccolata. Sono bensì da evitare gli eccessi di superalcolici: l’alcol rallenta i riflessi e può alterare il centro della termoregolazione favorendo il rischio di assideramento. Inoltre, si possono bere fino a due, tre tazze al giorno di caffè, che come tutte le sostanze nervine ha un leggero effetto eccitante. Ultimi ma fondamentali consigli: non appesantire l’organismo con merendine, cioccolato e dolciumi e ricordarsi di bere adeguatamente per ripristinare l’equilibrio idro-salino.

 

 

A Copenaghen il termovalorizzatore fa da base a una pista da sci

Costruire un termovalorizzatore nel bel mezzo di un’area verde interamente dedicata allo sport e al benessere può sembrare una contraddizione. Ma non se ci si trova in Danimarca, e se dietro l’intero progetto c’è la firma del prestigioso studio d’architettura Bjarke Ingels Group,niente è impossibile  lo studio dell’architetto danese che nel 2017 ha terminato la Lego House di Billund, presenterà quest’anno il Centro di Risorse Amager, un edificio unico al mondo. Questo inceneritore è infatti l’unico impianto per la produzione di energia dal riciclo dei rifiuti ad avere, sul suo tetto spiovente, 500 metri di piste da sci, aree boschive e una parete di arrampicata. L’edificio sarà costruito in un’area di Copenaghen, l’isola di Amager, già meta degli appassionati di sport estremi, grazie alle sue spiagge, ai suoi giardini e a una laguna per il kayak. Con i suoi 100 metri di altezza, l’Amager Resource Center sarà uno degli edifici più alti della capitale danese, accrescendo la lista delle strutture eco-compatibili che oggi diventano vere e proprie attrazioni cittadine.

Una grossa pigna

Un lucernario circolare sulla punta di questa casa sull’albero a forma di pigna dell’architetto Claudio Beltrame nelle Alpi italiane consente all’occupante di guardare in alto il cielo stellato di notte La struttura situata nella città di Ugovizza nelle Dolomiti è disponibile come affitto. L’architetto italiano Claudio Beltrame ha creato la casa sull’albero a forma di pigna, il frutto legnoso dei pini originari delle foreste di  Tarvisio, dove ha sede il suo studio. È stato ispirato a creare la casa sull’albero in risposta alla crescente popolarità dell’ecoturismo e della ritirata di evasione Il rifugio in un albero è sempre stato il posto migliore dove sognare “, ha detto Beltrame. il luogo primitivo dell’uomo e un luogo di libertà e riflessione. “la casa sull’albero è sospesa a 10 metri dal suolo, sostenuta dagli abeti circostanti e accessibile tramite un ponte. L’architetto ha costruito la struttura in collaborazione con un’azienda italiana qualificata in case prefabbricate in legno Il rivestimento in scandole di larice è tagliato in forme sovrapposte che imitano le scale di pigne. Il telaio è realizzato in legno lamellare a strati incrociati, modellato in forme boomerang e isolato con fibra di legno traspirante. Tutto il legno proviene dall’Alpe-Adria, che adesso sta lavorando per diventare la prima bioregione biologica al mondo. Oltre a fare riferimento all’ambiente nella sua forma e aspetto esteriore, Beltrame ha progettato la casa sull’albero per aiutare gli occupanti a sentirsi in contatto con la natura in ogni momento. La casa è disposta su tre livelli, con finestre a 360 gradi al piano terra con vista sulle montagne. secondo piano ha grandi finestre con persiane scorrevoli nella zona del balcone coperto. All’interno c’è un’area salotto, cucina e bagno. La camera da letto si trova all’ultimo piano, con un lucernario scolpito nel tetto sopra il letto. L’Area in cui si trova la casa sull’albero sorge a 1.200 metri sul livello del mare, nelle Dolomiti. Le case sull’albero remote sono particolarmente popolari nel mondo dell’ecoturismo. Baca con sede a Londra, ha ultimamente progettato una casa sull’albero a forma di baccello di cacao per un hotel ecologico su un’isola di Panama accessibile solo in barca

 

 

 

 

 

 

 

 

Un pupazzo di neve gigantesco

Un agricoltore di Gilman, nel Minnesota, ha realizzato un gigantesco pupazzo di neve alto 15 metri e soprannominato “Granddaddy” “Nonnino”.Gren Novak, che per dar forma al suo “nonnino” ha impiegato tutto lo scorso inverno, racconta che il suo intento non era quello di celebrare la brutta stagione, bensì la bella. Se non possiamo combattere il brutto tempo, perché non unirci a lui? Così mentre liberava i tetti delle sue serre dalla neve ha ben pensato di impiegare la stessa in maniera creativa. Combattendo contro lo scioglimento nelle belle giornate e contro la difficoltà di lavorare la neve col vento eccessivo, è riuscito alla fine a modellare il grande monumento che ha per naso un barile da 200 litri, una sciarpa lunga 25 metri e i coperchi dei bidoni della spazzatura per bottoni.

 

Vende neve in bottiglia

Il cattivo tempo è appena arrivato quest’anno, intanto  c’è chi invece di lamentarsi di cieli grigi e nevicate ha deciso di farne un business. Stufo del brutto tempo, che ha portato persino al record di 8 metri di neve a Boston, Kyle Waring ha ben pensato di vendere la neve agli stati più caldi. L’uomo ha così creato la start-up “Ship Snow” e imbottiglia la neve e la spedisce a chiunque la voglia. 0,5 kg di neve viene venduto a $19.99, 3 kg a $89 e 5 kg a $119, ed entro 20 ore il pacco arriva a destinazione. All’inizio c’è stato qualche incidente per cui le bottiglie arrivassero con la neve già sciolta, ma curato un po’ di più l’imballaggio Waring è riuscito ad evitare il peggio quasi in ogni caso. Da quest’idea l’uomo ha deciso di prendere spunto per spedire qualcosa della sua città anche quando la neve sarà finita, come le foglie secche cadute dagli alberi e qualche particolare fiore; chissà se quest’idea avrà successo.

 

Accatastare la legna creando un’opera d’arte

Le piovose giornate e le copiose nevicate di questi giorni ci hanno costretto a stare ben riparati in casa al calduccio di termosifoni, stufe e caminetti accesi. Ma per alimentare il fuoco ci vuole la legna; chi abita in collina o in montagna lo sa molto bene, ed è proprio in questo periodo che trasporta attraverso delle ceste, ciocchi di legna da accatastare vicino al camino da utilizzare durante tutta la giornata, attingendola dalle cataste precedentemente preparate. Le cataste di legna bene o male le conosciamo e le abbiamo viste tutti; si parte dal basso e poi via via si sale, accatastando ciocchi e rami tagliati tutti della stessa lunghezza; in cima alla catasta si mettono poi i rametti più piccoli, quelli ottimi per accendere inizialmente la fiamma. Possiamo dire che le cataste di legna sono solitamente molto precise e funzionali, disposte con precisione all’esterno della casa, in giardino, o comunque in luoghi protetti almeno dalla pioggia e della neve. Esiste però un modo creativo e artistico per accatastare la legna, riuscendo a raffigurare animali e oggetti, sfruttando diverse forme, dimensioni, posizioni e colorazioni della legna tagliata a vostra disposizione. Realizzerete delle Opere d’arte oltretutto effimere, che scompariranno man mano che il freddo reclamerà legna da ardere per il tepore della casa, ma forse questo aspetto di fragilità rafforzerà ancora di più la bellezza delle vostre opere d’arte, e le renderà sospese a metà tra l’ingegno costruttivo e la loro provenienza naturale, in cui tutte le cose nascono, vivono e periscono. Pertanto se anche voi, in questi giorni, siete alle prese con la scorta di legna per l’inverno, provate a cimentarvi nella realizzazione di una catasta di legna artistica, un modo divertente per introdurre un po’ di creatività anche in questa attività tradizionale, forse spesso un po’ pesante….hout-stapelen

Uno dei piaceri più golosi che ci si possa concedere: la cioccolata calda.

Le giornate si saranno anche fatte più corte e meno luminose ma la stagione fredda conserva uno dei piaceri più golosi che ci si possa concedere: la cioccolata calda. Passare un pomeriggio con gli amici o i familiari preparando una energetica cioccolata calda fatta in casa diviene piacevole e naturale. Per prepararla sono sufficienti latte, cioccolato fondente, cacao amaro in polvere, zucchero e un addensante quale l’amido di mais o la maizena. Potete con l’aiuto della fantasia personalizzare la cioccolata fatta in casa creando la vostra versione preferita: Quando degustare una fumante tazza di cioccolata calda? Sempre! Questa bevanda, però, è ideale specialmente quando si è di rientro da una giornata trascorsa all’aria aperta, esposti alle rigide temperature invernali, magari dopo una giornata sulla neve .E, per rendere la vostra merenda ancora più gustosa e nutriente, accompagnate la vostra cioccolata con qualche squisitezzaUn esempio? Delle piccole meringhe da tuffare nel cioccolato, marshmallow da arrostire su una fiamma accesa, o degli amaretti. Se gradite particolarmente il sapore di questo biscotto, potrete insaporire anche la cioccolata con l’omonimo liquore a base di erbe e mandorle amare.cioccolata-calda-82626-3

L’ora del tè

Con questo freddo non possiamo che concederci un buon o una tisana, da accompagnare rigorosamente con biscotti o dolcetti mignon. Un esempio sono i macarons, piccoli e raffinati pasticcini francesi composti da due strati di meringa alla mandorla tenuti insieme da una lingua di crema aromatizzata con i gusti più diversi o di ganasce al cioccolato. Sempre francesi ma molto più simili a dei piccoli plum cake che a dei biscotti sono le madeleine, morbidi dolcetti dalla caratteristica forma a conchiglia divenute famose in tutto il mondo grazie a ‘Alla ricerca del tempo perduto’ di Marcel Proust, che all’inizio della sua gigantesca opera ne mangia una proprio inzuppandola nel . Quando si parla della piccola pasticceria da servire con il , noi italiani non siamo certo secondi a nessuno! Tra le squisitezze tricolori per accompagnare il ci sono i baci di dama, nati in Piemonte quasi 200 anni fa e formati da due biscotti alle mandorle o alle nocciole tenuti uniti da un sottile strato di cioccolato, o se preparati in casa di Nutella. Il loro nome deriva dalla  forma, simile a quella di due labbra carnose che stanno schioccando un baciobaci-di-dama

 

Fiori d’inverno

Il terrazzo rischia di essere un po’ triste e spoglio con l’arrivo dell’inverno. Un attento giardiniere, però, riesce ad avere splendidi fiori anche nei mesi più freddi. Non sono poche le varietà di piante che regalano fiori nei mesi invernali, si tratta di piante che non temono il freddo e continuano la fioritura anche a temperature bassissime. In inverno possiamo arricchire di colore le nostre case  con Viole, gaultheria, ciclamini e altre sempreverdi pronte a incorniciare e proteggere le fioriture. Le viole non temono ne’ neve, ne piogge. In commercio ne esistono di diverse varietà, da quelle più piccole alle più grandi. La varietà Viola hortensis produce continuamente fiori ma l’abbondante fioritura è a discapito delle dimensioni dei petali che sono ridottissime. Le Viole Pansé offrono un fiore più grande e possono essere piantate insieme alle viole hortensis. Regalano coloratissimi fiori quando le temperature sono rigide e… passato il gelo invernale, le viole riprendono la loro fioritura fino a maggio inoltrato.Inoltre chi vuole impreziosire il giardino o il terrazzo riempiendolo di colori, può scegliere anche un’Abelia. Questa pianta non offre fioritura ma propone delle bellissime bacche rosse insieme a un notevole fogliame. Tornando ai fiori, i ciclamini sono immancabili, così come con le viole, in commercio si trovano di diverse varietà e con un gamma di colori considerevolifiori-innevati

 

Quando cade la neve

Il soffice manto bianco che si posa al suolo durante una nevicata si implica proprio come i pannelli fonoassorbenti degli edifici. La tipica forma dei fiocchi di neve e la loro entità voluminosa fanno sì che tra un fiocco e l’altro si crei molto più spazio di quello presente, per esempio, su una superficie d’acqua liquida. Questi piccoli spazi d’aria assorbono il suono e impediscono alle onde sonore di sbalzare facilmente come avviene in altre condizioni: di conseguenza, i rumori risultano attutiti.L’effetto funziona meglio con la neve molto voluminosa, e quindi a temperature molto basse: 25 mm di pioggia a 0 gradi danno luogo a 25 cm di neve; ma se il termometro scende a -6 °C, i cm di neve possono diventare anche 50. Mano a mano che il manto si livella, gli spazi tra un fiocco e l’altro si comprimono e l’effetto isolante scema. Tutti al riparo, naturalmente, al silenzio di un paesaggio innevato contribuiscono anche altri fattori, come il poco traffico dovuto alle strade ghiacciate, la presenza di meno persone all’aria aperta e il fatto che anche gli animali se ne stiano rintanati, anche a causa della minore disponibilità di cibo. E niente c’è di più bello che sedersi difronte ad una finestra magari davanti ad una tazza di tè a godersi questo meraviglioso spettacolofreddo