Se vuoi sapere di più di una persona …mangiaci insieme .Come capiamo davvero i nostri simili? Facile, invitandoli a tavola. La tavola è uno dei luoghi in cui involontariamente riveliamo noi stessi, ci esponiamo, a volte –purtroppo– ci smascheriamo. Può bastare una cena consumata insieme per capire se lui/lei/loro sono le persone che crediamo oppure no. Questi sono alcuni comportamenti da tramandare, da insegnare ai figli, da far ripassare alle mamme e ai papà, che faranno piacere ai nonni, al capufficio e ai fidanzati, alle suocere e ai colleghi. Prima regola il cellulare sul tavolo A volte è difficile resistere allungo alla tentazione di controllare se è arrivato un messaggio del fidanzato o della propria amata su What’s App, ma trattenetevi il più possibile. Seconda regola, aspettate che inizi a mangiare la padrona di casa. E’ lei che apre le danze. Dopo essersi assicurata che tutti siano stati serviti e si siano sistemati comodamente, fa un bel sorriso e comincia a mangiare. Terza regola Non arrivare in ritardo e mai troppo presto. Quarta regola Aspettare che tutti si siano serviti prima di buttarsi sul cibo. Quinta regola non usa le posate del servizio. Sesta regola Non parlate con la bocca piena. Settima Non soffiatevi il naso né starnutite nel tovagliolo. Poche norme che rispecchiano la nostra educazione e cultura…anche a tavola 
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La merenda non ha età
Se per i bambini degli anni ‘50 e ‘60 la merende per la scuola era pane con la marmellata o con il burro e lo zucchero, negli zainetti di chi è cresciuto dagli anni ‘80 in poi ci sono state soprattutto merendine confezionate di quelle reclamizzate all’ ora dei cartoni animati. I ragazzi di oggi sono più fortunati di noi: con una rinvenuta sensibilità alimentare, sono tante le mamme e i papà che si cimentano nel preparare merendine fatte in casa che i propri piccoli possono mangiarsi. Oggi Gianna ci ha deliziato con le sue barrette di cereali e frutta, croccanti snack di avena, pistacchi e mirtilli rossi resi più ghiotti da una ricca copertura di cioccolato bianco. E’ proprio vero non siamo più bambini ma la merenda non ha età!!
Alimentazione e salute
Nell’ambito dell’alimentazione vi sono due scuole di pensiero. C’è chi sostiene che i pasti di una giornata debbano essere solamente tre, ovvero una copiosa colazione seguita poi dal pranzo e dalla cena, e c’è chi sostiene invece che debbano essere cinque, aggiungendovi una spuntino a metà mattina e uno a metà pomeriggio.
Alla seconda scuola di pensiero fanno parte soprattutto i pediatri che consigliano le mamme di suddividere i pasti dei loro figli, in modo da alimentarli al meglio nell’arco della giornata tra scuola, studio e attività sportiva. Quando si parla di merenda si deve intendere un’offerta proporzionata sia dal punto di vista nutrizionale che calorico, ovvero uno spuntino sano, possibilmente ricco di vitamine (la frutta, ad esempio) e povero di grassi. Non va interpretata come un pasto sostitutivo al pranzo o alla cena, ma come un qualcosa che abbia la finalità di spezzare la fame in quei momenti della giornata dove si manifesta un eventuale carico energetico. E questo “break” dovrebbe essere inteso all’insegna della varietà e alternanza degli alimenti.
In molti casi, però, soprattutto per i bambini ma non solo per loro, il momento della merenda si traduce nel consumo delle cosiddette “merendine”. Sicuramente accattivanti per tutti grandi e piccoli ma sarebbe auspicabile che i genitori dessero delle regole alimentari ai bambini, stabilendo quante volte e quando è possibile scegliere di consumare una merendina piuttosto che una fetta di pane con della marmellata o un yogurt o della frutta