Auto, stabilimenti industriali, riscaldamento domestico sono tra le maggiori cause di inquinamento atmosferico. Eppure, secondo gli scienziati, se gli Americani rinunciassero ad 1 dei 3 hamburgher di carne, che in media consumano a settimana, potrebbero eliminare le emissioni corrispondenti a 12 milioni di auto circolanti per un anno! Negli Stati Uniti si consumano circa dieci miliardi di hamburger di carne, in media 3 panini di carne a persona ogni settimana. Secondo una ricerca e ogni americano mangiasse ogni settimana un hamburger di carne in meno si potrebbero eliminare le emissioni di gas serra che equivalgono a 12 milioni di auto in un anno. Sono stati, condotti studi sull’inquinamento dell’hamburger scomponendo gli elementi base della carne rossa. Lo scopo della ricerca è quello di ridurre l’impatto ambientale trovando una soluzione alternativa con un costo ambientale molto più basso. Secondo , la soluzione è l’hamburger vegetale. Un valido sostituto all’hamburger di carne ma prodotto totalmente con verdure e piante. Un hamburger ecologico che richiede dal 75% al 99% di acqua in meno, circa il 90% di emissioni di gas serra in meno di un hamburger normale. La carne prodotta perlopiù da allevamenti intensivi, ha infatti un impatto fortissimo sull’ambiente. Gli allevamenti intensivi emettono quasi il 60% dei gas serra contribuendo enormemente all’inquinamento atmosferico In futuro diventeremo tutti vegetariani?Il cibo preferito dagli americani e cosi di moda nei fast food ha un’impronta ecologica molto negativa. Il problema è che, secondo la FAO, il consumo e la domanda di carne sono in costante crescita. Quindi una soluzione sarà quella di riuscire a produrre carne cercando di essere il più ecologici possibile. Nel frattempo non ci rimane che ridurre il consumo di carne derivante da allevamenti intensivi, magari preferendo legumi e alimenti ad alto livello proteico e optare per una dieta più sana sia a casa che in viaggio.
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Mens sana in corpore sano.
Mai come oggi il consiglio dell’antico scrittore latino Giovenale era stato così corrente. Va detto in ogni caso che all’epoca dei latini anche l’ambiente era più sano. Cosa possiamo fare oggi noi moderni per imitare i fasti dei nostri precursori?Per prima cosa dobbiamo impegnarci in prima persona e prenderci cura di noi stessi. Ormai è chiaro. Molti cibi, oltre a recare danno all’ambiente, ci possono danneggiare direttamente. Dobbiamo ribaltare la convinzione che il cibo sia semplicemente alimentazione: il cibo è anche e soprattutto prevenzione.Per capire quanto detto sopra non bisogna andare lontani: un eccessivo consumo di carne bovina ad esempio può portare il nostro corpo ad ammalarsi. Tumori, colesterolo, problemi cardiovascolari. Lo stesso avviene con un eccessivo consumo di zuccheri, alcol o alimenti ricchi di grassi saturi.Un’alimentazione sana oltre a far bene al nostro corpo migliora la salute del nostro Mondo. La dieta in prevalenza vegetariana può ridurre le emissioni di gas serra del 73% e i terreni sfruttati del 76%, oltre ad essere perfetta per mantenere uno stile di vita sano. È povera di grassi saturi, fornisce proteine a basso impatto, cura il nostro cuore, è nemica dell’obesità. Non scordiamoci che l’industria alimentare animale è piena di ormoni e antibiotici. Di fronte a questa vera e propria calamità l’alimentazione vegetariana è il rimedio necessario. Per liberare i nostri corpi da queste sostanze dannose e ridare slancio e vitalità alla nostra salute
Vivere off-grid
Una vita off-grid, fuori dalla rete, per vivere in punta di piedi, nel pieno rispetto dell’ambiente. Non più una scelta radicale, ma una possibilità per tanti.Vivere off-grid significa essere completamente autosufficienti dal punto di vista energetico e non consumare nessuna risorsa naturale, essere quindi fuori dalla rete pubblica per non inquinare. Si tratta di una soluzione che non solo garantisce la consapevolezza di essere completamente autonomi ed eco-sostenibili e la soddisfazione di un risparmio elevato, ma che può rappresentare un nuovo inizio, un’avventura verso uno stile di vita più naturale e consapevole.Non hai la possibilità di avere una casa autosufficiente, vuoi vedere cosa significa prima di iniziare a vivere fuori dalla rete. I motivi possono essere tanti, ma sicuramente è arrivato il momento di sperimentare di persona lo stile di vita off-grid, per una vacanza davvero speciale in una di queste 10 location in giro per il mondo. Tra le montagne e l’oceano in una Spagna off-grid. Un posto dove stare scalzi, immersi nella natura, senza alcun contatto digitale. Docce solari, cibo biologico, arredi ottenuti dal riciclo di vecchi oggetti e pannelli solari fanno di questa struttura un luogo davvero speciale. È possibile soggiornare nel giardino con il proprio furgone o nella deliziosa casetta ecologica. Le esperienze da non perdere: la struttura si trova a pochi minuti dalla città di Tarifa e l’oceano si può facilmente raggiungere a piedi. Esperienza off-grid nel cuore dell’Italia Tra le verdi colline dell’Umbria, si trova il Podere Vallescura, una fattoria biologica che può offrirti una vera esperienza off-grid. Tutta l’energia essenziale per la fattoria e le case è autoprodotta, senza pali del telefono o fili elettrici, ma solo dai pannelli fotovoltaici e dal generatore eolico. Qui potrai soggiornare all’interno di un romantico appartamento all’interno della casa coloniale principale, da poco ristrutturato in chiave green.Le esperienze da non perdere: anche se sembra lontanissimo dal mondo, l’agriturismo è a pochi chilometri da Perugia e dai borghi incantevoli di questa regione. Se preferisci potrai invece rimanere immerso nella natura e aiutare nelle attività quotidiane della fattoria.
Dagli scarti vegetali materiali ecologici
Gli scarti di frutta e verdura da oggi si possono convertire in plastica biodegradabile. Ogni anno in Europa si producono 25,8 milioni di tonnellate di spazzatura plastica, di cui solo il 31% finisce in discarica, mentre il resto si disperde in natura andando a impattare negativamente sull’ambiente e l’ecosistema inquinando sempre di più mari e fiumi. Il 95% del valore degli imballaggi di plastica viene perso a causa dell’utilizzo usa e getta dei contenitori in plastica. Alla ricerca di sostituzioni ecosostenibili alle plastiche che conosciamo, il team dell’Istituto Italiano di Genova sugli smart materials ha sperimentato e brevettato diverse tecnologie che permettono, già da ora, di ottenere bio plastiche ecologiche che azzerano l’impatto ambientale, arrivando dagli scarti del mercato ortofrutticolo e risultando quindi totalmente biodegradabili. Prestazioni analoghe alle plastiche convenzionali per contenitori e imballaggi che normalmente utilizzano polimeri inquinanti che impiegano fino a 5.000 anni prima di smaltirsi completamente, mentre in futuro potrebbero essere realizzate con gli scarti di carciofi o lattughe, carote o caffè. “Le procedure per la realizzazione di questi materiali sono estremamente semplici e riproducibili per questo ci auguriamo che queste tecnologie raggiungano in breve tempo processi di produzione su larga scala”
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Fiori anziché pesticidi
Fiori al posto dei pesticidi nei campi di grano. Quello che sembra lo slogan di una associazione ambientalista è in realtà una sperimentazione che si sta facendo sul serio in Inghilterra e in Svizzera. Coriandolo, fiordaliso, grano saraceno, papavero e aneto vengono utilizzati per attrarre gli insetti che attaccano gli afidi e i parassiti più dannosi per la pianta. Con risultati importanti: uno studio svizzero ha dimostrato che con l’utilizzo di questa pratica è stato abbattuto del 40% il numero di Oulema melanopus, un coleottero goloso di foglie di cereali. Di conseguenza anche i danni provocati alla coltura sono diminuiti rispetto ad altri campi in cui non erano stati piantati fiori.Le strisce fiorite piantate al bordo dei campi hanno però un limite: gli insetti “buoni” che ospitano non riescono a raggiungere le aree più interne della coltivazione, che hanno comunque bisogno di essere trattate con pesticidi. Ma i macchinari più recenti usati per la raccolta sono sempre più precisi e consentono di mietere il grano senza toccare i fiori.Un nuovo studio del Centre for Ecology sta cercando di verificare se gli insetti portati da margherite, trifoglio dei prati, fiordaliso scuro e carota posti nel bel mezzo di campi coltivati abbiano davvero gli effetti benefici sperati. In Italia, agricoltura biodinamica e biologica a parte, l’inserimento di strisce fiorite non è molto utilizzata in colture estensive. Negli ultimi anni la ricerca sta lavorando per ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura. Una strada è quella di trasformare le monocolture in sistemi, ricchi di biodiversità. “Più un sistema agricolo assomiglia a un sistema naturale, più grande sarà la sua capacità di autoregolarsi”, continua Ciaccia, che sottolinea però come sia delicato l’equilibrio tra esigenze agricole e la necessità di ridurre l’impatto ambientale
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