Il sale fa male, ormai lo sanno anche i bambini…

Purtroppo, anche se si fa attenzione a ridurne le quantità in cucina, molto spesso il sale si nasconde in alimenti considerati insospettabili l’eccessivo consumo di sale provoca l’aumento della pressione e favorisce malattie cardiovascolari, infarti e ictus, ma è associato anche ad altre malattie cronico-degenerative, come i tumori dell’apparato digerente, l’osteoporosi e la malattia renale cronica. Limitare l’utilizzo del sale è utile ma non basta se si considera che gran parte del sale che consumiamo ogni giorno proviene dai prodotti alimentari presenti sul mercato, dal pane ai formaggi. Cioccolata calda Ebbene sì. Pensando a una bella tazza bollente, la prima cosa che ci viene in mente è lo zucchero. Ma la cioccolata contiene anche tanto sale, il cui sapore è ovviamente nascosto dallo zucchero. Cereali per la colazione. Una porzione di cornflakes  contiente 0,34 grammi di sale, la stessa quantità trovata nei cereali più dolci, come quelli al caramello ad esempio. Insalate preconfezionate. Inutile dire che farsele da soli è decisamente la soluzione. Ciò vale ancora di più se si considera che alcune insalate contengono tantissimo sale. Maionese. Anche la maionese contiene troppo sale. Forse non è proprio tra gli insospettati ma magari ad essa è solitamente associata una grande quantità di grassi, il nostro consiglio è di preparla in casa. Hummus e creme di formaggio. Il formaggio è sicuramente un alimento saporito ma le creme lo sono ancora di più. Anche l’hummus acquistato nella grande distribuzione contiene troppo sale. Meglio prepararlo in casa abbondando di spezie e aromi. Cosa si può fare inoltre per ridurre il consumo di sale? Scegliamo gli alimenti che ne contengono meno, meglio se a basso contenuto di sale, inferiore a 0.3 grammi per 100 g. Diminuiamo il sale a tavola favorendo il sale iodato, le spezie, le erbe aromatiche. Limitiamo gli alimenti trasformati ricchi di sale snack salati, patatine, alcuni salumi  formaggi stagionati, e cibi in scatola

 

Non riciclate l’uova di cioccolato !

Eccoci qua, passata la Pasqua, con un sacco di uova  di cioccolato avanzato. O addirittura con uova intere, non aperte difficilissimo, se ci sono bambini in giro. Spunta la classica domanda: che ce ne facciamo di tutto questo cioccolato? E parte la altrettanto classica ricerca delle ricette con il cioccolato, delle modalità per riciclarlo. Ecco: no. Non fatelo. Non che sia sbagliato farlo, ma il cioccolato è così buono, e così benefico di per sé, che diluirlo in pasticci di dubbia riuscita può solo aggravare le cose. A patto ovviamente che sia cioccolato fondente, e di qualità: ma su questo, come dire, non oseremmo mai dubitare. Quindi il nostro consiglio è: consumatelo così. In dosi misurate, e mantenendolo in luogo fresco e asciutto. Una recente ricerca della Penn State ha scoperto che la procedura di tostatura delle fave di cacao, lungi dall’ammazzare i principi attivi e benefici della pianta, addirittura li preserva, e moltiplica le sostanze chimiche come fenoli e antociani che sono responsabili non solo dell’aroma ma anche del benessere. In generale, nel corso del tempo e in seguito a vari studi, è venuto fuori che il cioccolato ha i seguenti effetti positivi sulla salute: abbassa la pressione sanguigna, il rischio infarto e il colesterolo cosiddetto cattivo fa dimagrire perché contiene sostanze che agiscono sul senso dell’appetito aumenta la sensibilità all’insulina: buono per il diabete fa bene alla pelle, grazie ai flavonoidi che proteggono dai raggi UVl agisce sul nervo vago e può calmare la tosse migliora l’umore è un vasodilatatore che può produrre effetti positivi sulla vista e sulla concentrazione abbassa il rischio ictus per le donne del 20%

La terapia orticola

La terapia orticola è un nuovo modo di dimostrare che la potenza della natura è più di una semplice leggenda metropolitana. I terapeuti che la promuovono, a cavallo tra il mondo della psicologia, dell’ecologia e della botanica, utilizzano il giardinaggio come strumento d’aiuto per le persone affette da ansia e depressione, o da malattie cardiache o ancora  nel recupero post-operatorio.”La terapia Horticultural come trattamento per molti disturbi psicologici e fisici è un intervento valido e sempre più popolare” spiega Hewson, primo terapeuta “orticolo” che ha fondato il più grande programma di terapia orticola presso l’Homewood Health, centro di recupero delle tossicodipendenze e trattamento della salute mentale in Canada. Hewson ha iniziato ad utilizzare questa terapia con persone che soffrivano di demenza e disturbi alimentari: La terapia stimola il pensiero, esercita il corpo e favorisce la consapevolezza dell’ambiente esterno. Inoltre, i pazienti che hanno beneficiato di questo tipo di terapia hanno sperimentato un rinnovato desiderio di vivere, una riduzione di ansia e migliore autostima.Altri ricercatori hanno aderito alla scuola di pensiero di Hewson: in uno studio in corso presso l’Università di Copenaghen, i ricercatori calcolano che le persone che soffrono di stress cronico avranno maggiori miglioramenti dopo aver trascorso del tempo in un “giardino di guarigione”, rispetto a quelli che riceveranno la terapia tradizionale. La ricerca ha mostrato un’associazione tra il fare attività in ambienti naturali e la salute, in particolare in relazione allo stress La terapia basata sull’interazione con la natura porta gli stessi o migliori risultati di quelli del gruppo di terapia cognitivo-comportamentale. I benefici si estendono oltre l’umore: alla NYU, “un giardino di guarigione” viene utilizzato per aiutare i pazienti a riacquistare la mobilità dopo un intervento chirurgico o un ictus. Inoltre il giardinaggio è una forma lieve di attività aerobica e negli adulti più anziani può contribuire ad aumentare la flessibilità, la forza delle mani e la coordinazione occhio-mano. Se la palestra o il fare una passeggiata arrecano benefici cardiovascolari, il giardinaggio offre l’opportunità di imparare anche una nuova abilità, capace di migliorare anche il funzionamento cognitivo.