Prendersi del tempo per gustare uno snack gradevole è un modo per gratificarsi e per prendersi una breve pausa dagli impegni quotidiani. Allo stesso tempo ripristinare gli orari dei pasti, compresi quelli della merenda, può rappresentare un punto di partenza per ricominciare a scandire le giornate lavorative. Infine, cercare di variare il più possibile la propria alimentazione, anche a merenda, con alimenti buoni e corretti, permette di migliorare l’umore, di affrontare gli impegni con meno ansia e meno stress migliorando anche le prestazioni lavorative. Ecco allora 10 tipologie di merenda, ideali per questo delicato momento di transizione che sta tra l’estate e l’autunno e con basso contenuto calorico. Eccoli: una mela o frutto fresco di stagione con 3-4 noci , un mini-panino da 30 grammi con 30 grammi di prosciutto crudo, una merendina piccola base pan di spagna da 29 grammi un piccolo gelato alla crema, macedonia di frutta fresca con 6 mandorle una fetta da 50 grammi di ciambellone o crostata, uno yogurt intero da 125 grammi e 2 biscotti integrali ,un mini-panino integrale da 30 grammi con 30 grammi di ricotta, un frullato di frutta fresca, una merendina base pasta sfoglia da 40 grammi
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Il mito del “non ricongelare”
Il mito del “non ricongelare” cresce sempre nella mente dei consumatori, ma in pochi sanno il perchè. In quasi ogni alimento i nutrienti sono contenuti all’interno delle cellule vegetali o animali che siano dell’alimento stesso. Le cellule, oltre a contenere una quantità di nutrienti proteine, vitamine, sali minerali, zuccheri ecc. contengono una grande quantità di acqua, specie negli alimenti freschi. Facciamo un esempio Se metto subito sulla griglia la bistecca congelata in casa e poi scongelata, perdo un po’ di qualità sensoriale e nutrizionale, ma non corro rischi in termini di sicurezza. Se invece scongelo la bistecca in cattive condizioni igieniche, a temperatura ambiente e attendo tempi lunghi prima di cucinarla, rischio che microrganismi patogeni trovino nel alimento scongelato un ricco ambiente di crescita, dove i nutrienti sono facilmente disponibili, a causa del contenuto delle cellule reso “libero” nel prodotto. Se dopo un giorno o due decido di ricongelarla, blocco nuovamente la crescita dei microrganismi, che saranno molti di più rispetto alla prima volta. Scongelando una seconda o terza volta, do nuove occasioni ai microrganismi per moltiplicarsi, oltre a danneggiare sempre più le cellule del prodotto, rendendolo sempre meno sicuro micro biologicamente e meno appetibile e nutriente.
I frutti rossi
Ideali per piatti da decorare grazie alla loro bellezza. I frutti rossi e di bosco possono in realtà essere usati in modi molto diversi. Sarebbe un grosso errore credere che siano utili solo in ricette dolci al contrario si prestano, sia freschi che essiccati per molte ricette salate. D’altro canto, il loro impiego in cucina sta vivendo una nuova stagione straordinaria, se una volta erano relegati a ingrediente per marmellate o decorazione di yogurt, gelati e dolci al cucchiaio oggi trovano nuove strade per arrivare sulle nostre tavole ad esempio per profumare e dare sapore a secondi di carne rossa , carni brasate e cacciagione, ma possono essere l’ingrediente jolly per insalate inedite o paste fredde magari associati a taglieri di formaggi di carattere come gorgonzola o taleggio
L’esplosione dei “senza”
Negli ultimi anni negli scaffali, sono aumentati in maniera esponenziale i prodotti “senza”, “Senza glutine”, “Senza lattosio”, “Senza carne”, “Senza latte”, “Senza zuccheri aggiunti”. Questi sono solo alcuni dei claims che da qualche anno hanno iniziato a popolare gli scaffali e che oggi guidano le scelte di acquisto dei consumatori. Questa tendenza è senza dubbio dovuta a diversi fattori: da una parte c’è una maggiore attenzione da parte delle industrie alimentari verso prodotti più salutari anche in virtù dell’aumentata sensibilità dei consumatori nei confronti di uno stile di vita più sano All’interno di questo parco consumatori, quindi, si possono distinguere tre tipologie di cliente: chi ha una intolleranza certificata e che quindi cerca prodotti che possano essere utili a creare piatti specifici per necessità, chi si considera sensibile a certi alimenti e che quindi predilige i prodotti “senza” a quelli tradizionali, e infine il life styler, ovvero chi sceglie questa tipologia di prodotti perché ritiene che siano una alternativa più sana. Quest’ultima categoria è da considerarsi il vero driver che spinge le aziende specializzate ad una continua ricerca che permetta di portare a scaffale prodotti sempre più buoni, di alta qualità e innovativi, che incontrino il gusto anche dei gusti più esigenti.
E’ possibile mangiare un gelato senza sensi di colpa?
Siamo in estate e il gelato è il nostro sollievo per eccellenza, cosa c’è di meglio che di un gelato quando siamo in giardino in compagnia di amici o sul mare, ma anche in città quando usciamo dal lavoro? Da quelli confezionati a quelli artigianali, i gelati sono amati da tutti. Ma se vogliamo stare attenti alla linea, è possibile mangiare un gelato senza sensi di colpa? Per poter capire quante calorie sono contenute in un gelato dobbiamo prima capire quante varietà esistono e come vengono composte. Tutti i gelati hanno una parte grassa, che può essere data da latte o panna o uova. Nelle versioni vegane o prive di lattosio, solitamente questi ingredienti vengono sostituiti con bevande vegetali e altri grassi. In tutte le preparazioni troviamo lo zucchero o alternative come la stevia o altri dolcificanti A queste sostanze vengono poi aggiunti i vari aromi, essenziali per la creazione dei vari gusti. In linea di massima comunque i gelati si dividono in 2 categorie: frutta e creme. La proporzione di elementi utilizzati influirà sulle calorie di ognuno. Se acquistiamo un gelato artigianale e decidiamo di prendere il cono, dobbiamo tener presente che in base alla grandezza, il solo cono ha un apporto calorico che oscilla dalle 20 alle 100 Kcal circa Le calorie del gelato sia esso, artigianale o confezionato, sono più o meno le stesse, a parte alcune eccezioni. Quindi c’è una scelta che si può considerare migliore di un altra? Si e no. La risposta è incerta perché, in linea di massima nei prodotti confezionati è usata una quantità di grassi e zuccheri, e conservanti, abbastanza rilevante. Questo quindi rende l’opzione prodotto confezionato, quella da scartare. Un piccolo suggerimento per capire se un gelato artigianale è buono nella composizione è vederne il colore, i colori sgargianti non sono indice di prodotto migliore.
Un rito classico con qualche variante
Un rito classico e senza tempo per noi italiani è quello del caffè. Lo beviamo a colazione, a fine pasto e come pausa dal lavoro o dallo studio, e cosa c’è di più indicato a chi ci viene a trovarci che offrire un caffè? E’ presente in qualsiasi avvenimento che organizziamo o a cui partecipiamo. Ecco perché il caffè fa parte da sempre del nostro menù. Preferite il caffè in moka o espresso? C’è chi è ancora legato alla cara vecchia moka e preferisce questo caffè di gran lunga rispetto a quello della macchina per espresso, sia per una questione di gusto che per una scelta di risparmio, perché cialde e capsule hanno un costo maggiore. Secondo il galateo il caffè non deve essere versato in cucina e servito già nelle tazzine ai nostri ospiti. La padrona di casa deve sgombrare la tavola e porvi il servizio da caffè compreso di zuccheriera e lattiera, più qualche dolcetto di accompagnamento e poi deve arrivare con la caffettiera fumante e versare il caffè ai suoi ospiti. Gli ospiti lo riceveranno dalle mani della padrona di casa e dovranno girarlo con accuratezza dal basso verso l’alto, sorseggiarlo tenendo in mano il piattino, senza alzare il mignolo, e non potranno per nessuna ragione portare il cucchiaino alla bocca o lasciarlo all’interno della tazzina. Ci sono alcune tipologie di caffè che diventano golosi dolci. Come il mocaccino, un caffè servito in una tazza in vetro e preparato con un fondo di cioccolato e sopra la panna montata. Tre strati di assoluta bontà. Perfetti per la stagione estiva che sta per arrivare, sono l’affogato al caffè, preparato con il gelato alla panna o che più si gradisce e il caffè caldo versato sopra, e la crema al caffè, un freschissimo sorbetto al caffè.
Dessert golosi
Troppo caldo per preparare un ottimo dessert? Assolutamente no, perché anche la bella stagione ha i suoi dolci golosi da sfoggiare dopo pranzi o cene con gli amici e in famiglia ecco qualche idea! Semifreddo al mojito Il semifreddo al mojito è un dolce strepitoso, incantevole nella forma e originale nel gusto. Un semifreddo all’italiana che ripropone la freschezza del cocktail cubano a base di “ron, caña y hierbabuena”. Ideale nelle sere d’estate! Cheesecake alla frutta Bella, fresca e colorata la cheesecake alla frutta è il dolce ideale per allietare i dopocena estivi. Dal ripieno morbido e cremoso e dalla copertura sempre diversa questa cheesecake senza cottura è molto facile da preparare e il risultato è sempre assicurato. La ricetta perfetta per stupire gli ospiti con semplicità. Tiramisù al pistacchio ,Il tiramisù al pistacchio è un dolce goloso e raffinato. Una versione irresistibile del classico dolce al cucchiaio, che prevede strati di savoiardi al caffè farciti da una morbida crema d’uovo, mascarpone e pistacchio. Una ricetta facile per un dessert irresistibile.
Colazione energetica
Semplice e veloce da fare, la tazza di frullato è un grande aiuto per chi è sempre di corsa.Come prepararlo: fate un frullato cremoso, versatelo in un piatto vuoto, quindi aggiungere un po’ di frutta ed altri ingredienti come semi di sesamo, bacche di Goji, fichi, mirtilli o banane. L’aspetto più importante è quello di trarre vero piacere nel mangiare la vostra prima colazione gustosa e colorata. Niente di meglio per iniziare il vostro nuovo giorno
Cremolato al caffè o coppa del nonno
Ecco allora una ricetta semplice e salutare per realizzare in casa il cremolato al caffè più noto anche come coppa del nonno, da servire in giardino dopo una cena con parenti o amici o da gustare in riva al mare a fine pasto. Ingredienti per 6 coppette: 3 uova grandi 5 cucchiai di zucchero di canna integrale un pizzico di bicarbonato di sodio 500 ml di panna vegetale da montare un bicchiere di caffè Preparate una moka da due tazzine, versate il caffè in un bicchiere e lasciatelo freddare completamente. Poi, rompete le uova, dividendo accuratamente i tuorli dagli albumi; mettete i rossi in un contenitore alto e stretto, aggiungete lo zucchero e montate con una frusta fino a quando il composto non sarà diventato chiaro e spumoso. Aggiungete il bicchiere di caffè freddo e miscelate ancora con la frusta per 2-3 minuti. Poi coprite il contenitore e mettete in frigorifero. A parte, sempre con le fruste, montate gli albumi con il bicarbonato di sodio fino a quando il composto non sarà fermo e compatto. Riprendete il contenitore che avevate messo in frigo e aggiungeteci i bianchi montati a neve. Miscelate e mettete nuovamente in frigorifero per qualche minuto. A questo punto, non resta che montare la panna e aggiungerla al composto, mescolare bene e riporre il contenitore in freezer per circa 7 ore, mescolando la crema di caffè ogni 2 ore, per renderla omogenea. Trascorse le 7 ore, tirate fuori il vostro cremolato dal freezer e servite in coppette! Un successo!
Curiosità … Giapponesi “il Sushi”
Il sushi è stato scoperto in Cina! Fu conosciuto in Giappone nell’VIII secolo: in origine era un modo per mantenere più a lungo il pesce collocandolo a fermentare tra strati di riso cotto e acidulato in aceto di riso. Nel tempo, il processo di fermentazione è stato man mano ridotto ed è nata l’abitudine di mangiare il pesce crudo. La prima volta dell’Occidente accadde nel 1953 quando il principe Akihito offrì del sushi ad alcuni ufficiali americani. Nei monasteri zen l’aglio, la cipolla, l’erba cipollina, lo scalogno e i porri sono proibiti poiché potrebbero scatenare a causa del loro sapore deciso dei desideri “troppo umani”. Le posate in metallo sono considerate un simbolo di violenza: per questo motivo a tavola si adoperano le bacchette di legno. In Giappone fare rumore mentre di mangia è considerato un apprezzamento del cibo: nella maggior parte dei locali pubblici giapponesi potrete godere di commensali molto rumorosi. Ogni anno il 4 agosto si celebra la cerimonia funebre delle bacchette di legno da pasto: si tratta di un omaggio a oggetti di uso quotidiano che hanno reso un buon servizio per lungo tempo. Il vero wasabi è una radice che cresce in zone semi-paludose, è quasi introvabile fuori dal Giappone ed è molto costoso. Il wasabi non andrebbe mai mescolato alla salsa di soia: è un’abitudine occidentale, non eseguita e non apprezzata nella vera cucina giapponese. Il sushi inteso come pesce crudo con riso, cioè nigiri si può mangiare con le mani ma non il sashimi, cioè i filettini di pesce crudi e divorare in un sol boccone. Intingere il sushi nella salsa di soia senza sfaldare il riso è un’arte per pochi.








