La ricerca dei funghi è sempre importante. Rispettare il bosco, pulire i funghi nel bosco in modo da lasciare diffondere le spore. Usare un cestino di vimini e se necessario un bastone per aiutarci nel cammino e nella raccolta. Un volta trovati è importante conservarli ecco qualche suggerimento per la conservazione importante per mantenerne il sapore e la qualità nel tempo. Ecco alcuni metodi comuni per conservare i funghi porcini freschi. Essiccazione Pulire i funghi con un panno umido, senza lavarli sotto l’acqua, poi tagliarli a fettine sottili. Puoi utilizzare un essiccatore, un forno a bassa temperatura (50-60°C) con lo sportello aperto, oppure stenderli su reti in un luogo asciutto e ventilato. Una volta essiccati, conservali in barattoli di vetro ben chiusi o sacchetti sottovuoto. In questo modo possono durare anche un anno. Congelamento Pulire i funghi, poi tagliarli a fette o a pezzetti. Immergere i funghi in acqua bollente per 2-3 minuti, poi scolarli e asciugarli. Congelamento: Mettere i funghi su un vassoio distanziati tra loro, farli congelare e poi trasferirli in sacchetti per alimenti. Questo metodo evita che si attacchino tra di loro. Sott’olio Pulire i funghi e cuocerli in acqua e aceto per 5-10 minuti. Asciugarli bene e sistemarli in barattoli di vetro sterilizzati. Riempire i barattoli con olio extra vergine di oliva, assicurandosi che i funghi siano completamente coperti. Aggiungere eventualmente aglio, pepe a chicchi o altre spezie. Chiudere i barattoli e conservarli in un luogo fresco e buio. Una volta aperti, vanno conservati in frigorifero e consumati entro pochi giorni.
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Associa un pasto ad un’esperienza che cattura i sensi
L’emozione si avverte dal momento in cui si decide di aderire all’iniziativa. Nulla va lasciato al caso. Vogliamo farti indovinare e parlarti di un alimento quasi riduttivo definirlo così a dir poco unico. I veri segreti della sua composizione li conosce solo il suo Creatore. L’uomo prova a clonarlo, ma con pessimi risultati. Non esistono i semi: per tale motivo, è irrealizzabile riprodurlo, o, comunque, chi vuole provarci deve fare un’enorme sacrificio per ricreare l’habitat. É un dono che qualcuno ha deciso di farti, ma banale consegnartelo; ti invita a scoprirlo avventurandoti in una ricerca emozionante. In questa caccia al tesoro nascosto non sarai solo. Non riusciresti a rintracciarlo. Indispensabile la collaborazione del amico dell’uomo per eccellenza che non resisterà e si inoltrerà alla ricerca di quel profumo che lo ha stregato. Sarà un giorno di ferie molto particolare che ti rimarrà nel cuore Stiamo parlando di andare alla ricerca dei tartufi Un esperienza indimenticabile A partire dall’abbigliamento con scarpe comode, pantaloni sportivi, un cesto un ombrello e un impermeabile. E chi ti fermerà più! Tra altissimi abeti e faggi secolari ti troverai coinvolto e frastornato dai profumi. Non ti isolare però! Il tartufaio professionista è disposto a rivelarti in anticipo come si evolverà la giornata, condividendo suggerimenti sull’utilizzo di questa pepita in cucina. La guida saprà narrarti di diversi alimenti comfort food come salumi, formaggi, creme e altri sfiziosi prodotti. Al termine potrai partecipare, se vorrai, ad una degustazione studiata per l’esaltazione del palato con piatti cucinati a base di tartufo un esperienza da fare
Funghi che passione
Piccolo, irregolarissimo, ondulato, prima convesso, poi piano ed incavato, margine rivoluto, liscio, pruinoso, di colore giallo-arancio o giallo-oro. Ha grosse pieghe distanti, sul gambetto, di colore giallo-arancio, più vivo sul cappello è lui il volgarmente detto “gallinaccio”. E’ in questi giorni che muniti di cestino ci rechiamo nei boschi in cerca di questa prelibatezza Fungo che ha bisogno di un substrato di nascita ricco di humus e umido, preferibilmente acido. Cresce in estate o nei primi giorni di autunno, nei boschi di aghifoglie, in circoli o gruppi nel terreno muschioso. Certamente uno dei funghi più apprezzati, in alcune nazioni sono preferiti addirittura ai porcini Si presta bene alla conservazione sott’olio oppure sott’aceto o anche essiccato e conservato in barattoli di vetro. In quest’ultimo modo viene utilizzato per condire varie pietanze o per saporire piatti contenenti altri funghi, per la questa ragione è detto anche “il prezzemolo dei funghi”.
Un piatto speciale la frittata
Avete sbattuto le uova e le avete cotte in padella con un filo di olio bollente. Niente di più facile, no? Eppure anche un piatto semplice come la frittata può essere servito in modo fantasioso e originale acquistando tutto un altro sapore! Non ci credete? Provate ad esempio a preparare una buona frittata di zucchine e, dopo averla fatta intiepidire, ricavatene dei piccoli cerchi con l’aiuto di un bicchiere, poi mettetene uno al centro del piatto da portata sormontato a torre da una fetta di mozzarella e da una fetta di prosciutto cotto, della stessa forma e grandezza, creando la quantità di strati che desiderate e fermando il tutto con un lungo stecchino e un’oliva per cappello. Guarnite il contorno del piatto con zucchine a dadini, olive e pomodorini ed ecco che la vostra semplice frittata diventerà un piccolo capolavoro. Volete utilizzare la frittata come piatto forte per il vostro buffet di antipasti? Allora preparatene tre tipi di diversi colori, ad esempio una di spinaci, una di carote e una di melanzane, e con uno spessore di almeno 2 cm. Poi, una volta pronte e tiepide, tagliatele a quadratini della stessa grandezza e disponetele a scacchiera su un tagliere, alternando i colori.
Eleganti presentazioni
Avete sempre creduto che l’unico modo possibile per dare una forma geometrica e definita alla pasta sia preparando delle lasagne da tagliare in porzioni quadrate o rettangolari? Non è proprio così. Se pensate che mostrare con stile un piatto di spaghetti sia difficile, provate con un coppapasta! Come fare? Niente di più facile e veloce! Sistemate il coppapasta rotondo nel cuore di un piatto fondo e adagiate al centro dello stampo una porzione di spaghetti al vino Chianti, ad esempio, magari dopo averli avvolti attorno ad un forchettone. A questo punto rimuovete delicatamente il coppapasta e guarnite la vostra semplice bontà con una foglia di basilico e una spolverizzata di formaggio grattugiato: avrete una porzione dall’aspetto più ordinato e lascerete la fascia esterna del piatto pulita o, se preferite, libera per ulteriori guarnizioni a base di erbe aromatiche, salse o ciò che desiderate unire al vostro primo piatto.
Boom della pasta integrale
Diciamoci la verità ma cosa c’è di più buono di un piatto di pasta ? Gli Italiani lo sanno bene infatti cresce sempre di più il mercato della pasta e ancor più cresce l’interesse per la pasta integrale: secondo una ricerca Doxa-Aidepi, il 53% degli italiani la sceglie per il suo gusto e perché fa bene alla salute, grazie al contenuto in fibre e sali minerali e al ridotto indice glicemico. Il trend salutista degli italiani coinvolge in particolare, secondo la ricerca “Gli italiani e la pasta” realizzata da Doxa per l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane. Tra le referenze a scaffale, nell’ultimo anno la pasta integrale ha mostrato, assieme alla pasta di kamut e a quella di farro, tassi di crescita vicini al 20%, ma nei volumi è ancora periferico rispetto alla pasta di semola tradizionale, che rappresenta circa il 90% del mercato.In Italia si fa pasta integrale da 50 anni. La sua produzione è regolata dalla “legge di purezza sulla pasta”, normativa varata nel 1967. Nel suo impasto c’è acqua e semola integrale di grano duro, prodotto che si ottiene dalla macinazione del grano duro liberato da sostanze estranee e impurità ma “lasciando” la parte esterna del chicco, o crusca. Il che da’ alla pasta integrale il colore più scuro, un sapore diverso e, dal punto di vista nutrizionale, meno calorie e più fibre, in media circa 8 grammi ogni 100 di prodotto.La crescita della pasta integrale conclude Paolo Barilla è la prova che nel mondo della pasta c’è posto per tutti e ormai il consumatore ha la possibilità di scegliere. Quella integrale è la risposta del settore alle ultime linee guida nutrizionali, che evidenziano l’importanza di integrare più fibre nella nostra alimentazione. La pasta integrale può dare il suo contributo con tutto il gusto di un piatto sempre gratificante e mai privativo.
Un risotto a regola d’arte
Volete dar prova di essere bravissimi chef ai vostri ospiti? Allora preparate un buon risotto e curate ad arte ma con semplicità la sua presentazione. Se cercate idee al riguardo, partite dagli ingredienti per dar forma a un piatto in cui i colori si scambino saggiamente in un gioco cromatico che rimandi al gusto. Il risotto, che dovrà essere sempre cremoso ma mai liquido, deve sposarsi in ogni senso con i sapori che impiega: ad esempio se avete deciso di preparare uno sfizioso risotto zucca e gorgonzola potreste servirlo a centro tavola all’interno di una grande zucca svuotata al posto di una zuppiera, o potreste riservare a ciascuno dei vostri ospiti una piccola zucca vuota da utilizzare come piatto da portata.Preferite un risotto alle verdure, magari a base di radicchio e noci? Allora, dopo averlo preparato, sistematelo nei piatti sopra un letto di foglie di radicchio crude, aiutandovi con un coppa pasta, e guarnitelo con gherigli di noce, lasciando il bordo del piatto libero per una decorazione a base di olio extravergine d’oliva o semi di papavero: risultato finale dall’effetto scenico assicurato!
Antiestetica muffa
Cosa c’è di più brutto, noioso e antigienico delle macchie di muffa su asciugamani, tappeti o, peggio, sulle pareti? Non desidereremmo mai averci a che fare ma è un problema che capita più spesso di quanto si possa pensare. Prima di tutto in questa stagione quando il tepore della casa calda non invoglia ad aprire le finestre per arieggiare le stanze. Ma è proprio il calore associato all’umidità e al mancato ricambio dell’aria che favorisce lo sviluppo della muffa. Pertanto, senza volerlo, talvolta siamo proprio noi a produrre la comparsa. Ma è inutile piangere sul latte versato. Una volte che le antiestetiche macchie di muffa si sono formate bisogna intervenire per liberarsene.Il bucato che fatica ad asciugarsi, cassetti e armadi che hanno preso umidità, abiti e scarpe sudate che rimangono troppo a lungo nella borsa dopo lo sport. Tutto questo può provare la formazione di macchie di muffa su abiti e biancheria per la casa. Per intervenire su tessuti lavabili, però, non occorrono particolari accortezze. Generalmente con un normale lavaggio si dovrebbe risolvere il problema, specie se si tratta di macchie fresche. Nel caso, invece, di aloni e macchie ostinate su tessuti bianchi, ad eccezione del nylon, si può intervenire con un ammollo in acqua a candeggina. Quando la muffa si sviluppa sulle pareti dietro ai mobili o ai divani si creano quelle fastidiose aree annerite che, oltre ad essere brutte a vedersi, talvolta emanano anche cattivo odore. Anche per queste la candeggina si rivelerà un ottimo alleato. Si potrà realizzare una soluzione con quattro parti di acqua e una di candeggina. Oppure si potrà ricorrere ad uno sgrassatore multiuso a base di candeggina. In entrambi i casi conviene sempre fare un piccolo test su un’area circoscritta e poco visibile per accertarsi che il prodotto non alteri il colore. Si dovrà, quindi, spazzolare, risciacquare con cura e lasciare asciugare. Tenere uno o più deumidificatori all’interno della casa aiuta notevolmente a ridurre il comparire della muffa
Un piatto ricco e profumato
Lo stufato è un piatto ricco, profumato e dalle radici antiche. Deve il suo nome alla cottura che avveniva sulla stufa nelle case campestri e ancora oggi è una vera e propria esplosione di sapori: la carne cuoce lentamente e per lungo tempo nel brodo o nel vino diventando morbida e saporita. Infatti la differenza tra brasato e stufato è soltanto nei nomi perché tanto tempo fa la carne era cucinata in una casseruola messa sulle braci. Stufato, invece, deriva da “stufa” che molti anni fa era adoperata per cuocere gli alimenti. Lo stufato, inoltre, è un modo per cuocere gli alimenti e potrete anche usarlo per preparare pietanze di pesce o verdure. Lo stufato di carne è perfetto nelle fredde sere invernali e può essere accompagnato ad una purea di patate o a delle verdure saltate. Se volete preparare uno stufato con carne di manzo i tagli migliori saranno: spalla, muscolo, cappello del prete e fiocco. Nel caso in cui preferiate uno stufato a base di carni bianche, potete utilizzare sovra cosce e fusi di pollo. Nella ricetta originale la carne viene cotta in due momenti: una prima rosolatura in padella con burro oppure olio e una seconda in casseruola con brodo, verdure e aromi. La prima cottura è molto importante perché permette alla carne di caramellarsi all’esterno rimanendo morbida all’interno. Usate una pentola antiaderente, fate sciogliere una noce di burro e rosolate la carne tagliate a pezzi non troppo grandi su tutti i lati. Ricordate che lo stufato ha bisogno di tempo: per una cottura ideale servono almeno 2 ore e mezzo, rigorosamente a fiamma dolce. Per la base del vostro stufato vi consigliamo di utilizzare un trito classico di cipolla, carote e sedano: rosolatele in olio Evo in una padella prima di cuocerli in casseruola con gli altri ingredienti. La verdura che per eccellenza accompagna lo stufato è la patata: la sua consistenza infatti le permette di assorbire il sugo e acquisirne il sapore. Per una variante saporita potete utilizzare funghi e piselli: il vostro stufato acquisterà un gustoso sapore dolciastro.
Bruschette anche per cene veloci
Adatte come colazione salata, antipasto o snack nelle pause, le bruschette puoi mangiarle quando vuoi! Eccone una da proporre anche per una cena…alternativa dopo le abbuffate delle feste.Tostare le fette di pane nel tostapane o in padella senza utilizzare l’olio. Tagliare lo spicchio d’aglio longitudinalmente e sfregarlo sul pane.Tagliare a metà il pomodoro, orizzontalmente. Sfregare sul pane affinché si impregni di polpa, utilizza pomodori molto maturi in modo che la polpa si spalmi bene sul pane. Spalmare un cucchiaino di olio d’oliva su ogni fetta di pane e insaporire con un pizzico di sale. Adagiare il prosciutto crudo tagliato fine sul pane. E….Buon appetito!


