L’Assemblea generale della Nazioni Unite ha deciso che dal 2018 il 20 maggio sarà la giornata mondiale delle api. Una ricorrenza che ha voluto ricordare a tutti l’importantissimo ruolo svolto da questi insetti. Non solo infatti le api producono miele che ci accompagna nelle colazioni quelle più buone,producono pappa reale ma sono anche fondamentali per l’impollinazione. Si definiscono insetti pronubi e per colture come il mandorlo, lo zucchino e il peperone svolgono un ruolo fondamentale rendendo possibile l’impollinazione e la formazione dei frutti. La loro sopravvivenza è però minacciata, dicono gli esperti, dall’antropizzazione del loro habitat e dall’utilizzo degli agrofarmaci, sostanze impiegate in agricoltura per difendere le piante commerciali dai patogeni e dagli insetti, ma che hanno un effetto negativo sulle api. All’interno dell’Unione europea si é discusso moltissimo sui neonicotinoidi, sostanze utilizzate per la concia delle sementi che secondo alcuni studi sarebbero una delle cause della moria di api che sta colpendo l’occidente. Basti pensare che in Cina, a causa dell’inquinamento, le api sono scomparse dalle campagne e l’impollinazione delle colture, come il melo, viene affidata alla mano umana. Migliaia di operai si arrampicano con delle scale sulle piante per spolverare di polline i fiori e permettere in questo modo la formazione dei frutti. Per questo la Giornata mondiale delle api dovrà servire a farci riflettere sull’importanza di questo insetto.
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Preziosissimi insetti
Un terzo di ciò che mangi ha origine da colture impollinate da insetti. L’80% di questi insetti sono api. Esistono più di 16.000 specie di api, ma non più di una decina è in grado di produrre il miele. Nella sua vita una singola ape produce una quantità di miele pari ad un dodicesimo di un cucchiaino da caffè. Per produrre 450 grammi di miele, poco più di un vasetto, le api devono visitare 2 milioni di fiori. Qualche anno fa, per dimostrare l’importanza delle api, Whole Foods, una catena americana di cibo biologico, ha rimosso dai negozi tutti i prodotti che derivano dalle piante che dipendono dal lavoro di questi preziosi insetti. Risultato? Il 52% dei prodotti è sparito dagli scaffali. Più della metà di ciò che troviamo quotidianamente nei supermercati. Purtroppo, questi operosi insetti, così come gli altri impollinatori come farfalle, pipistrelli e colibrì, sono a rischio per colpa dei pesticidi, dei cambiamenti climatici e delle pratiche di monocoltura che riducono le sostanze nutritive disponibili.
Cosa si nasconde in un cucchiaio di miele
Decifrando le informazioni genetiche contenute nel miele, ricercatori hanno individuato tracce degli organismi che abitano il territorio in cui viene creato. Dentro un cucchiaino di miele si nasconde un mondo intero. Lo ha dimostrato un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna che, è riuscito ad isolare tracce non solo di piante e di api, ma anche di altri insetti, di diverse tipologie di funghi, e persino di virus e batteri. Una fotografia ampia e precisa della storia di quel miele, dal fiore fino all’alveare, e del ambiente in cui è nato. Il lavoro dei ricercatori mostra come, adoperando una metodologia costruita ad hoc, sia possibile estrarre dal DNA del miele importanti dati che consentono, ad esempio, di valutare lo stato di salute delle colonie di api, o anche di monitorare la presenza dei microrganismi responsabili di molte malattie delle piante. Per creare il miele, le api compiono un metodico e capillare lavoro di perlustrazione del territorio lungo un raggio che, partendo dall’alveare, può estendersi fino a dieci chilometri. E nel corso dei loro infiniti viaggi, raccogliendo nettare o melata dai fiori e dalle piante, finiscono per catturare anche tracce di molti altri organismi che abitano quel territorio. Per questo, il DNA contenuto nel miele è considerato un “DNA ambientale”, che contiene cioè al suo interno le impronte dei tanti protagonisti che in un modo o nell’altro vengono toccati dall’opera delle api. Questo patrimonio di informazioni è enormemente ricco e complesso. il miele è anche un alimento con molte proprietà benefiche: nel suo DNA ci sono tracce anche di questo. “Alcuni microrganismi che lasciano tracce nel miele cooperano alla formazione delle sue caratteristiche organolettiche e alle proprietà curative che vengono attribuite a questo alimento”, conclude Luca Fontanesi. “Alcuni lieviti di cui abbiamo trovato traccia nel miele analizzato, ad esempio, sono considerati produttori naturali di sostanze ad effetto antibiotico”.Addolcire la colazione o spalmarlo su una fetta di pane ogni giorno sarà un toccasana per la nostra salute

