Coccolare se stessi vuol dire amarsi

Coccolare sé stessi vuol dire amare sé stessi, stare bene con sé, dedicarsi del tempo, anche se proprio quest’ultimo potrebbe essere l’alibi per non prendersi cura di sé. Perciò vediamo quali attività possiamo fare in 5 minuti, per non continuare a dirci che non abbiamo tempo per noi stessi. Ecco le attività che puoi fare in 5 minuti, per coccolarti senza spendere una cifra: Metti la crema sulle mani e sui piedi con movimenti circolari e insisti sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi, per un massaggio rilassante. Goditi una pausa vera, senza l’affanno di dover fare necessariamente qualcosa, come controllare i social o chattare o aggiornarsi sulle notizie. Comincia il lunedì con qualcosa che ti gratifica, da una colazione speciale in casa o al bar, all’ascolto della tua canzone preferita, a un breve tempo dedicato a un tuo progetto. Per coccolare sé stessi, prima di lavorare o dedicarsi alle faccende domestiche, proviamo a fare qualcosa di cui sentiamo il bisogno, ad esempio scrivere due righe, disegnare, leggere qualche pagina. Siediti e aspetta che il caffè esca dalla moka, godi del profumo inebriante che si diffonde nell’aria versalo in una tazza e bevilo gustandolo con calma  Regalati qualcosa che possa favorire il tuo benessere mentale, un corso online, un libro, una brevissima passeggiata, un cesto di lavanda da annusare per rilassarsi e dire addio allo stress. Per coccolarti e stare bene con te, guardati allo specchio fatti i complimenti e abbracciati ogni giorno sorridendo.

Quando si perde qualcuno

Quando si perde qualcuno importante si scende negli voragini della angoscia si piomba infondo al mare negli abissi più profondi più bui e dopo averci navigato a lungo, toccando il dolore quello inimmaginabile, si ragiona e si cambia. All’inizio manca l’aria ma con il tempo si inizia a respirare di nuovo. Poi il dolore lentamente si trasforma, foggiandosi in qualcosa di molto diverso e stabiliamo con lui una tregua che ci permette di viverci  insieme. Camminiamo da soli e rimaniamo  quasi sempre in piedi in questa nuova vita Dopo molto tempo si raggiunge una certa distensione, ma c’è una cosa impossibile e per la quale non esiste rimedio: il vuoto infinito lasciato da chi non c’è più… Ci adattiamo a vivere senza di loro, si va avanti ma non si accetta mai la Loro l’assenza, non si può, si riesce a nascondere come attori su un palcoscenico ma ci mancheranno per il resto delle nostre vite anche se gli altri non se ne accorgeranno più…..

I confini tra dolore e piacere

I confini tra dolore e piacere sono soggettivi e dipendono dalle esperienze, dalle preferenze e dalla tolleranza al dolore di ciascun individuo. In generale, il dolore è una sensazione spiacevole e fastidiosa che può essere causata da una lesione, una malattia o una condizione patologica, ma anche da uno stato emotivo, da una perdita affettiva, da una delusione d’amore . Il piacere, d’altra parte, è una sensazione positiva e gratificante che può essere anche lo stare seduti sulla spiaggia al tramonto davanti al mare. Tuttavia, esistono alcune esperienze che possono essere percepite sia come piacevoli che dolorose, come ad esempio il tatto di una zona del corpo molto sensibile, un massaggio profondo o l’esercizio fisico intenso. In questi casi, il confine tra dolore e piacere può essere sfumato e dipende dalla percezione individuale. In ogni caso, è importante ricordare che il dolore e il piacere sono entrambi segnali del nostro corpo e devono essere interpretati e gestiti in modo appropriato per mantenere la salute e il benessere generale. Se hai dubbi o preoccupazioni riguardo a dolori o sensazioni spiacevoli che provi, consulta sempre un medico o un professionista qualificato

Ripartire

  1. Il destino è capriccioso è come le onde del mare va avanti e poi torna indietro: a volte ci regala momenti straordinari, altre volte ci riserva crisi e difficoltà. Più che gli eventi in sé, ciò che conta è la nostra reazione a superare le difficoltà . Non è facile essere degli strateghi delle avversità o dei guru delle oscillazioni esistenziali, ciò che determina la nostra qualità della vita non è solo il modo in cui reagiamo alle difficoltà inaspettate. Le persone reagiscono e intendono le difficoltà in modi molto diversi. Per alcuni, ad esempio, perdere il lavoro significa rimanere fermi o cadere in depressione. Altri, al contrario, sfruttano questa occasione per reinventarsi, per dare vita a nuovi progetti che finiscono per dare grandi risultati. Tutto ciò ci insegna che non solo dobbiamo sapere come reagire, dobbiamo anche sapere come rispondere per riemergere più forti da una situazione che ci ha messo in difficoltà. Al di là di ciò che succede, ciò che conta è la nostra reazione. Sicuramente vi sarà capitato di leggere o ascoltare la frase: “la vita è per il 10% ciò che ti accade e per il 90% come reagisci”. Invece di ossessionarci sull’accaduto, dobbiamo risvegliare gli atteggiamenti. Più che farci domande, dobbiamo progettare delle strategie per reagire a un problema specifico. Si tratta di sostituire l’ansia con il processo decisionale e quindi far scomparire paura e dolore.  Quando succede qualcosa che ci lascia senza fiato e sfugge al nostro controllo, il primo passo sarà accettare l’accaduto. Il secondo, la trasformazione. Solo quando osiamo cambiare e prendere decisioni coraggiose, la nostra realtà cambia. E lo fa in meglio.Tra tutti gli abiti che indossiamo, il più potente e bello è l’atteggiamento. Esso dirige i nostri sentimenti e le nostre emozioni verso uno scopo.L’atteggiamento riduce le insicurezze e le paure, pone degli obiettivi all’orizzonte e ci aiuta anche a prendere le decisioni confidando in noi stessi. Ogni giorno abbiamo l’opportunità di costruire il nostro futuro, scegliete di assumervi la responsabilità di agire, rispondere, avverare sogni e adottare strategie ricordando che il passato è passato importa cosa fate oggi, qui e ora. Reagire e rispondere sono verbi che indicano azione, movimento. È l’attività prediletta di chi sceglie di abbandonare i vecchi schemi per agire con una nuova prospettiva, sapere come reagire ci consente di vivere meglio.

 

 

 

In estate si tradisce di più

Se la primavera segna il risveglio dei sensi, l’estate rappresenta il trionfo della sensualità, della libido… e del desiderio sfrenato, compresi i tradimenti. Le avventure di una notte di mezza estate, insomma, non sono un cliché, ma una realtà consolidata, che vive all’ombra di strutture marine e ombrelloni e delle relazioni ufficiali. Quando il gatto non c’è, i topi ballando”: il 65% degli intervistati tradisce durante l’assenza o la lontananza, momentanea o duratura del partner, che viene considerata come un’ottima occasione per combinare qualche marachella e passarla franca. Ma c’è anche un 35% che tradisce comunque. Il dato sorprendete? Tra gli impenitenti recidivi 3 su 5 sono donne! In estate si tradisce di più? Secondo 4 persone su 5 è vero. Insomma, sotto il sole si è più disinibiti e sensibili al fascino di altri potenziali partner, ma le donne sono più propense a controllarsi, e cedono solo se la relazione attuale è problematica. Perché si tradisce in estate?  A istigare i tradimenti sarebbe, per gran parte degli uomini, la visione irresistibile di corpi svestiti, in spiaggia come in città, mentre una parte delle donne cede se si sente desiderata, protagonista di una notte “magica”. E forse questo alleggerisce le colpe dei colpevoli, perché, come spiega Alberto Caputo, conferma una regola biologica: gli uomini sono esseri visivi, hanno bisogno di stimoli concreti e definiti. Le donne preferiscono essere corteggiate e sedotte. Insomma, in estate i punti deboli diventano un po’ più deboli che nel resto dell’anno, quindi: se volete evitare il tradimento, scoprite qualche cm di pelle in più, e, uomini: fateci sentire desiderate!

Chi tradisce una volta tradirà per sempre

Due cuori e una capanna il detto popolare che evoca la vittoria dell‘amore e del romanticismo non sempre regge. Chi tradisce, tradirà di nuovo”: il detto comune incastra alle loro responsabilità i partner traditori, per sempre bollati con la lettera rossa del tradimento. Riacquistare la fiducia del partner o risultare affidabile agli occhi di uno futuro, risulta più difficile con un amante sul curriculum e uno studio sta dando una base scientifica al motto di saggezza popolare, lasciando intendere che effettivamente in questo caso non si impara dagli errori, ma c’è maggiore possibilità di ricommetterli  Lo studio, pubblicato dalla rivista Archives of Sexual, ha analizzato 500 partecipanti, coinvolti in rapporti sentimentali. I ricercatori hanno chiesto loro di indicare se fossero coinvolti in relazioni con qualcuno diverso dal proprio partner o se sospettassero di esser stati traditi. I risultati hanno dimostrato che le persone che avevano tradito durante il loro primo rapporto erano tre volte più propense a rifarlo rispetto a chi in passato era rimasto fedele.Il tradimento lascia le sue cicatrici anche su chi lo subisce. Chi aveva scoperto l’infedeltà di un ex partner è risultato avere il doppio delle possibilità di iniziare una nuova relazione con qualcuno che in futuro lo tradirà. Il sospetto, poi, sarà difficile da metter da parte e nonostante l’innocenza, sarà quattro volte più probabile ipotizzare la presenza di un amante.A motivare questa tendenza potrebbe essere il fatto che il cervello si abitua a mentire. Secondo uno studio pubblicato su Nature Neuroscience, le piccole bugie desensibilizzano il nostro cervello alle emozioni negative associate, incoraggiando a mentire anche in futuro.Una sorta di allenamento del tradimento, che abitua la mente a mettere da parte senso di colpa, disagio e imbarazzo, quando si cede alla debolezza, preferendo qualcun altro al proprio lui o alla propria lei.

Il tradimento

Il tradimento: quante pagine sono state scritte sull’argomento? Infinite.Sarà capitato a tutti almeno una volta nella vita di  leggere una lettera ,un messaggio, ascoltare una telefonata,o semplicemente e casualmente trovarsi nel luogo giusto al momento giusto e accorgersi di essere traditi e di trovarsi di fronte ad una evidente bugia detta dal partner pur di nascondere la sua infedeltà. In momenti come quelli ci si sente cadere il mondo addosso, si prova un’immensa tristezza e sfiducia, ma la verità è che probabilmente già in passato non si era voluto ammettere che le cose non andavano più bene. Anche se i traditori incalliti negheranno, è inutile nascondere l’evidenza: incontrare l’amante non è una cosa che capita, una semplice voglia irrefrenabile di cedere ad una tentazione, né tanto meno un dispettuccio fatto all’altro, il più delle volte è un comportamento che copre dei problemi all’interno del rapporto. qual è motivo che porta ad essere infedeli? Non si tratta di una mancanza di amore ma piuttosto di esigenze differenti. Non riuscendo a trovare un compromesso, si perdono di vista le vere motivazioni che vi hanno portati a insieme e andate  alla ricerca di “soluzioni esterne”.Un tradimento, però, non risolve i problemi di coppia, anzi li accentua, facendo capire che al di fuori di quel rapporto c’è un mondo intero e probabilmente anche una persona con cui ci si trova maggiormente in sintonia, oltre al piacere di un caffè per poi finire in una coinvolgente corsa verso il piacere, tradire serve anche a mantenere i rapporti con il proprio marito o la propria moglie. Difficile magari è trovare la forza di fingere a se stessi che il lui o lei appena arrivati non vi porteranno via la vostra serenità familiare,il vostro rapporto, non sarà più lo stesso. Potreste però iniziare anche a vedere il tradimento che avete subito per quello che è stato realmente ovvero un’opportunità. Vi ha offerto l’occasione di capire cosa vuol dire davvero amare, di comprendere che potete essere felici, sempre e comunque a prescindere da chi pensavi potesse con te dividere l’amore eterno.

 

Tacchi alti che passione! Non c’è donna immune al loro fascino.

Cosa c’è di più bello che camminare scalzi? Magari in riva al mare, in giardino in un prato di erbetta verde e fresca, ma anche in casa… meraviglioso…Ma le scarpe con i tacchi? Chi resiste al loro fascino? Rendono la figura più slanciata, più elegante e seducente. Siete d’accordo? Ma molte rifiutano  questo tipo di calzature per il disagio e il dolore che causano ai piedi. E se questo non bastasse, gli esperti sottolineano:“I tacchi alti possono deformare, atrofizzare i muscoli del polpaccio e causare gravi danni alla colonna vertebrale”.Questi danni non sono segreti per nessuno. Ma nonostante tutto restano numerose le donne disposte a sacrificarsi in nome del fascino. Quello che vi proponiamo oggi è un super trucco che vi aiuterà a soffrire meno. Ecco prima qualche suggerimento :Cercate sempre di alternare i tacchi alti durante la settimana, calzando anche quelli più bassi. Scegliete la scarpa adatta ai vostri piedi Non forzate a lungo i vostri piedi calzando scarpe scomode. Le moderne solette e i cuscinetti in gel trasparente, possono offrirvi conforto. Non lesinate su questa spesa. Imparate a camminare con i tacchi altri modo in cui camminate è fondamentale: cercate di oscillare con i fianchi per mantenere il corretto equilibrio, tenete le spalle dritte e le braccia rilassate. La testa sarà tenuta alta per offrire stabilità alla colonna vertebrale. Fate piccoli passi senza piegare eccessivamente le ginocchia andatura sarà lenta e naturale. Poggiate a terra prima il tallone e poi le dita. Ispiratevi alle modelle in passerella!E se nonostante questi consigli i vostri piedi soffrono dopo una passeggiata sui tacchi alti, l’acqua fredda allevierà il dolore e il gonfiore. Ed ecco il grande trucco Non avete bisogno di molte cose in realtà e con una minima spesa, otterrete un grande sollievo. Quello che vi occorre è semplicemente del nastro adesivo trasparente: il colore è solo una questione di discrezione. Avvolgete nel nastro il terzo e quarto dito iniziando a contare dal pollice / alluce. Il nastro riduce la pressione sulla parte anteriore del piede, correggendo le dita isolate e impedendo loro di separarsi. Risultato: niente intorpidimento e dolore ai piedi. Provare non vi costa nulla!

Amarsi al tempo del coronavirus

Il nostro fidanzato o partner o anche il nostro amante  vive a pochi chilometri da casa nostra, ma le disposizioni del decreto #iorestoacasa ci hanno messi nelle stesse condizioni delle coppie che vivono a migliaia di chilometri di distanza: ci si “vede” solo telefonicamente o con skype nessuna possibilità di contatto fisico, la quotidianità da affrontare senza di lui o di lei. Con in più un’aggravante: due partner che vivono ciascuno per conto proprio, anche molto lontano, lo fanno di solito per libera scelta e possono comunque pianificare incontri e appuntamenti più o meno legali o clandestini. In tempi di coronavirus non si può e non sappiamo per quanto tempo le cose andranno avanti così. Di sicuro ce la faremo e, secondo il claim di questi giorni, “andrà tutto bene”, ma il dolore e l’ansia per l’assenza della nostra persona del cuore sono innegabili. A tutto questo, però, possiamo e dobbiamo reagire. L’ipotesi di violare la quarantena, anche solo per un appuntamento per un caffè o al parco, non è da prendere neppure in considerazione: Non si tratta di vedere il bicchiere mezzo pieno a tutti i costi, ma di considerare la situazione con realismo. Una coppia stabile ha tutti gli strumenti per affrontare un periodo di solitudine forzata, meglio, magari, se non troppo lunga, più difficile per i rapporti clandestini dove il solo pensiero che lui o lei si trovino a casa con il marito o la moglie per l’intera giornata fa crescere dubbi e paure. Questo periodo di allontanamento va vissuto però con serenità e si, può trarre perfino  giovamento da questa situazione: il fatto di non vedersi rafforza la percezione di sé, aguzza la fantasia nell’inventare nuovi modi per mantenere vivo il rapporto anche a distanza, migliorando  la consapevolezza. Ci sono poi gli stati di ansia, il fatto di sentirsi “persi” senza il partner, la sensazione di non essere in grado di affrontare questo periodo  senza di lui o di lei, sono stati reali dei quali diventiamo improvvisamente consapevoli. L’isolamento forzato di questi giorni può essere vissuto come uno straordinario “esercizio” di autonomia che in questi giorni ci farà probabilmente soffrire, ma dal quale usciremo con la consapevolezza che ce l’abbiamo fatta e che in fondo, è andato davvero tutto bene. Una bella iniezione per la nostra autostima.