I cibi dell’estate

Abbiamo selezionato tre libri interessanti per farti compagnia al mare in spiaggia, in montagna o anche se resti in città….Aggiungi un posto a tavola. Vi piace avere sempre tanti ospiti seduti intorno alla vostra tavola, specie in estate quando si può avvalersi dello spazio di giardini e terrazzi? Allora “Cen’è per tutti”, è il libro di ricette che fa per voi. I piatti raccolti nel volume sono ispirati alla convivialità: gli ingredienti sono sempre dosati per 8 persone e si possono moltiplicare all’infinito. Dalle melanzane sacco-a-pelo alla torta di Carmen pere e cioccolato, ogni piatto è un racconto. Nel volume troverete anche dieci ricette esclusive corredate da illustrazioni con cui dieci top chef italiani, da Enrico Crippa a Viviana Varese, hanno spiegato il potere aggregante del cibo. Curcuma ovunque.Se adesso che avete scoperto la curcuma, non riuscite più a fare a meno delle sue proprietà benefiche, vi sarà utile imparare a utilizzarla in tante preparazioni. “Curcuma” è il libro di Fern Green, food stylist, scrittrice, chef esperta, che troverete in libreria e che raccoglie 65 ricette a base di questa spezia, ricca di minerali e vitamine, dal potere energizzante, purificante e depurante. Dagli smoothie alle tisane per affrontare le calde giornate estive e il rientro al lavoro dopo le vacanze, passando per il golden milk, fino a zuppe e creme, tutto in cucina si colora di giallo! Cucinare senza fuoco.D’estate fa già abbastanza caldo per dover subire anche il calore di forno e fornelli. Meglio allora cucinare piatti freddi, veloci, ma comunque gustosi e creativi. Per nuove idee fresche, prendete ispirazione allora dal libro “Cool food” Antipasti, dolci, primi, secondi: dalla panzanella al gazpacho, dal tiramisù alla cheesecake, il ricettario pesca nella tradizione culinaria italiana e internazionale. E le ricette sono perfette da preparare anche per chi ha poco tempo o non è troppo abile in cucina, ma non vuole rinunciare a un buon piatto o a scoprire nuovi sapori.

Sushirrito

Se ne parla già da tempo, i partiti del pro e del contro hanno iniziato a farsi sentire, ma di questa nuova star del cibo in Italia c’è ancora poca  traccia. Dopo l’hamburger, il ramen, le polpette, la pasta madre, la pizza in generale, e poi i super sexy fusion lobster roll e temaki dal sapore latino-americano, ecco che all’orizzonte sbuca timido il sushirrito. Ancora poco conosciuto in Italia, spopola già da qualche tempo oltreoceano e presto diventerà, un’ossessione anche italiana. Ancora non è diventato il vostro termine preferito durante le conversazioni gastronomiche con gli amici, ma non temete, tra qualche mese recupererete. E per un motivo o per l’altro molti lo aspettano con entusiasmo. Si tratta, come il nome suggerisce, di una combinazione tra due dei più popolari piatti della cucina internazionale: il sushi e il burrito. Dal padre messicano ha preso poco  la piadina è sostituita da un’alga  mentre il legame con il giappone è chiaro. Non si tratta d’altro, infatti, che di un grosso roll di sushi, ideale per chi non impazzisce per le bacchette, ma comunque non vuole rinunciare alla sua dose di maki.

La Nouvelle Cuisine

Oggi più che mai il lavoro fisico è sempre meno presente nello stile di vita quotidiano.  Un gran merito della Nouvelle Cuisine sta nell’atmosfera di collaborazione e di scambio di idee che ha permesso di creare tra i cuochi francesi più giovani, togliendo gelosia e rivalità professionale. In Italia è Gualtiero Marchesi che lancia questa nuova cucina durante gli anni Ottanta, dopo aver fatto molta esperienza in terra francese. Oggi la Nouvelle Cuisine è in crisi, soprattutto in Francia. È lo stesso Bocuse che ne prende le distanze favorendo ora una cucina semplice, dai buoni odori, “che riscalda il cuore”. In ogni caso ciò che conta è che questa “moda” culinaria ha lasciato dei segni anche sulla nostra gastronomia, ora più salutare, leggera e decisamente più libera rispetto alle tradizioni del passato. Secondo molti questa nuova cucina nasce più di cinquant’anni fa, quando Fernand Point per primo tentò di semplificare e alleggerire gli schemi classici della cucina francese, ordinati dal grande Escoffier. Fu una specie di “rivolta” contro la cucina degli alberghi internazionali, considerata inviolabile e quindi priva di quello spazio necessario per sviluppare fantasia e creatività. Il celebre motto di Point era: “Tutte le mattine si deve ricominciare da zero. Senza niente sul fornello. Questa è la cucina”. Le regole basilari sulle quali si fonda la Nouvelle Cuisine sono:  rifiuto delle complicazioni culinarie inutili e riscoperta della semplicità;  riduzione drastica dei tempi di cottura;  cucinare solo ciò che di meglio offre il mercato ogni giorno  riduzione del numero dei piatti inseriti nella lista dei ristoranti;  abbandono delle lunghe marinature e delle frollature; sostituzione delle salse troppo grasse e pesanti con salse più leggere e digeribili; valorizzazione della cucina regionale e riscoperta dei piatti contadini e borghesi; adozione di moderne tecniche culinarie che rispettino l’integrità dei cibi scoperta delle cucine straniere ed esotiche;  ricerca di una cucina dietetica e povera di grassi; inventare nuove ricette, con fantasia e creatività, introducendo nuovi ingredienti e sperimentando nuovi accostamenti. In pratica la Nouvelle Cuisine abbandona i fondi classici, la besciamella e la farina come legante; esige materie prime di ottima qualità e ottimizza appieno il gusto naturale di ogni ingrediente.